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Autore: Exentia_dream    14/12/2010    1 recensioni
Edward è umano, ma non conosce né i Cullen né Bella.
E' figlio di Aro Volturi e fratello maggiore di Jane.
Aro è il boss di una della "mafia" di San Diego ed Edwrad, da buon figlio, dovrà seguire le sue impronte.
Ci sarà qualcosa che gli farà cambiare idea?
E se quel qualcosa fosse l'amore? E se questo sentimento non facesse altro che confonderlo? E se, alla fine, gli ideali risultassero più forti di qualsiasi sentimento ed Edward decidesse di tornare a casa, da Aro e riprendere la vita che aveva lasciato?
Beh, lo scoprirete solo leggendo...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Capitolo 4: Buon compleanno, Jane -Prima parte

La sala era gremita di persone: gli uomini indossavano il classico smoking, con l’immancabile papillon, le donne indossavano abiti lunghi di ogni colore.
Per l’occasione, si erano fatte pettinare e truccare in maniera particolare, risultando, per la maggior parte volgari. Tutte bellissime, senz’altro…
Presi le scale, scandendo lentamente il susseguirsi elegante dei miei passi, con la mano sul poggiamani d’ottone tirato di lucido.
Tutti gli occhi erano puntati su di me, poiché avevo l’onore di essere il fratello maggiore della festeggiata e mi beai di ogni singolo sguardo.
A volte, desideravo aver vissuto nell’ottocento, nelle grandi corti. Di sicuro sarei stato un duca, un conte o, addirittura, il principe.
Quando ormai ogni scalino era alle mie spalle mi concedetti di guardare tutta la sala.
L’acconciatura di Victoria rapii immediatamente la mia attenzione: i ricci rossi erano raccolti in un elegante chignon, dal quale altri ricci cadevano sulle spalle.
Angela si avvicinò a me, nel suo completo nero, munito di grembiule e cappellino bianco a dare colore al tutto. Le occhiali sottili le circondavano gli occhi e li privavano, quindi, di essere osservati senza il vetro che li impacciasse.
Angela era poco più grande di me, ma lavorava da anni in questa casa ed era una persona fidata. –Signorino Elwin, sua sorella Jane non è ancora pronta.
-Tranquilla Angela.- le dissi, poggiandole una mano sulla spalla.
Annuì e si diresse alla porta che portava alla cucina.
-Ti piace l’addobbo?- mi chiese mio padre. Non l’avevo sentito arrivare ed era un punto a mio sfavore: dovevo stare sempre attento, ascoltare ogni rumore.
-Molto.
La sala era illuminata dagli enormi lampadari che pendevano dal soffitto con grande catene. Ad ogni tavolo, prettamente rotondo e al fianco del quale stazionava fisso un cameriere, sedevano sei ospiti e al centro, ovviamente, troneggiava il tavolo che avrebbe occupato Jane. A ridosso delle pareti, facevano bella mostra di sé i quadri di famiglia.
Quello che preferivo ritraeva me e Jane da bambini: io avevo già tre anni, mentre Jane era nata da qualche mese. Le avevo teso la mano e lei la stringeva con il suo pugnetto candido.
-Signori.- disse una voce che inizialmente non riconobbi, quindi mi voltai a guardare verso colui che aveva parlato e con grande sorpresa, la mia visuale si riempì dell’immagine di Caius. Caio, in realtà, ma molti lo chiamavano in quel modo poiché la sua passione per l’epoca romana non aveva confini. –benvenuti.
Un applauso partì dalla sala e riempì immediatamente le volte della casa.
-Vi prego,-proseguì – non siate esagerati. Come tutti bene sapete, oggi, mia nipote Jane compie quattordici anni. E’ un giorno molto importante per noi, perché finalmente, in casa Volturi, è arrivata la luce e l’immensa gioia che può regalare un sorriso femminile e tanto incantevole. Vogliate permettermi di presentarla e mostrarla a voi, come la più bella delle meraviglie.
Un vocio tutt’altro che leggero si diffuse per la sala e non mancarono di certo dei commenti stupidi e ispidi, ma lasciai correre.
Jane fece il suo ingresso, bellissima come sempre: indossava un abito lungo fin sotto al ginocchio, con una sola spallina. La stoffa rosa pallido si confondeva con la sua pelle, ma erano ben visibili le forme che presto l’avrebbero resa una donna a tutti gli effetti.
Sorrise e fece un leggero inchino al suo pubblico che l’applaudiva. Jane era nata per questo mondo: adorava le attenzioni ed esserne al centro era il suo scopo principale.
Inoltre, aveva l’alta carica di essere l’unica donna a portare il cognome dei Volturi.
Mi avvicinai a lei, mentre lo scroscio di applausi continuava a vederla protagonista.
-Come da tradizione,- le dissi –tocca al fratello maggiore invitare la festeggiata ad aprire le danze.
-Allora invitami, no?
-Mi concederesti questo ballo?
-Ovviamente, mio caval-fratello.
-Divertente.
Le presi la mano e la portai al centro della pista, facendo segno al maestro d’orchestra di far partire la musica.
Posizionai una mano sotto la scapola di Jane e con l’altra stinsi la sua mano, tirandola più vicina a me, poi, le diedi il passo e cominciammo a volteggiare al ritmo del valzer.
-Odio questo ballo.
-Io molto più di te, visto che tocca a me guidare.- le feci notare, cambiando, quindi, il piede per invertire il giro.
-Non credi sia noioso dover girare sempre?
-Molto.
-Allora perché facciamo sempre questo ballo?
-Lo vuole la tradizione.
-E il volere della festeggiata non conta?
-Non per quanto riguarda le danze.
-Arriverà una persona.
-E chi è?
-Una sorpresa.
-Una donna?
-Può darsi.
-Sempre enigmatica, vero?
-Ho imparato dal migliore.
-Oh, beh, ti ringrazio.
-Non parlavo di te, Elwin.
-Oh, d’accordo. Allora, mettiamola così: se è una donna, ti farò un altro regalo.
-Un altro?
-Sì.
-Quanti me ne hai fatti?
-Uno.
-Ah…
-Se invece sarà un uomo, il regalo lo terrò per me.
-D’accordo.
Finimmo di ballare e la portai al tavolo per farla accomodare e dare, quindi, inizio alla cena.
Guardai mio padre, mentre prendeva posto alla destra di Jane e le sorrideva, augurandole “Buon Compleanno”. Mi guardò a sua volta e annuì alla mia domanda silenziosa.
Era arrivato il momento di cenare, quindi, quando anche io mi accomodai alla sedia, feci segno al cameriere di cominciare le portate.
La serata trascorse tranquilla, accompagnata quasi sempre dal vociare di sottofondo e dal suono delle risate degli invitati.
Jane si levò dalla sedia, facendo tintinnare il manico del coltello al calice che le era di fronte. –Vorrei un po’ di attenzione, grazie. Prima di tutto, ringrazio coloro che si sono recati alla Villa per festeggiare il mio compleanno. Vorrei ringraziare mio padre e, in particolare, mio fratello.
Come tutti ben sapete, Elwin è un punto fermo e fondamentale nella mia vita e, credetemi, senza di lui mi sentirei persa. Quindi, vorrei rivolgere a lui un applauso.- mi sorrise, mentre l’applauso partì dal fondo della sala. –Inoltre, tra meno di due minuti, arriverà un ospite speciale, quindi vi prego di prestare il massimo dell’attenzione nel momento in cui arriverà.
Si sedette e mi sorrise ancora una volta, nascondendo in modo impeccabile la fierezza che provava. Io, però, la conoscevo bene e sapevo quanto le costasse rivelare i suoi sentimenti e, quando ci riusciva, si sentiva fiera.
La porta della sala si aprì e il cameriere addetto all’annuncio degli ospiti guardò me. Alzai le spalle, segno che non sapevo di chi si trattasse, poi, Jane si alzò di nuovo e si avviò alla porta.

***
Angolo Autrice:
Sono tornata XD
Perdonatemi l'immenso ritardo, ma ho deciso: posterò ogni martedì.
Per quanto riguarda il capitolo, beh, che dire? E' arrivato qualcuno... ma chi sarà mai?
Grazie alle 16 seguite, alle 5 ricordate e alle 2 preferite.

Alla prossima, la vostra Exentia_dream

   
 
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