Nel 1716 il ponte che collega l’isola Vassili con il resto di San Pietroburgo, costruito esclusivamente per il principe Mensikov, non esisteva. Per arrivare e tornare da lì era necessaria una galea, di proprietà del principe, che la metteva a disposizione di chi ne aveva bisogno. Era su quella nave che Isabel e Manuél si trovavano, di ritorno verso l’ambasciata spagnola.
Isabel era a poppa e osservava, avvolta in una pelliccia, la fiera città di San Pietroburgo, in piena costruzione. Ivan Sergeevic le si avvicinò, << Madame, non avete freddo? >> << No, Ivan Sergeevic >>. << Dov’eravate prima, siete scomparsa, mi giro e non eravate più lì, volevo avere l’onore del vostro prossimo ballo >>. << Ero stanca e ho trovato una stanza per riposarmi. Per il ballo, vi concedo l’onore, ora >>. La fissò sorpreso, poi accettò, con un sorriso malizioso.
<< Sapete ballare il minuetto? >> << Certamente >>. << Allora balliamo! >> L’atmosfera era quella di una fiaba, una fiaba del Nord, con le luci che li illuminavano, l’acqua che vedevano con la cosa dell’occhio e la città vicino a loro.
Ballarono, avvicinandosi sempre di più, sempre di più.
Nel momento in cui la stava per baciare entrò Manuél, vide quello che doveva vedere e: << Isabel, siamo arrivati, dobbiamo scendere >>. Isabel obbedì, anche se lo costò molto allontanarsi da Ivan Sergeevic, e ancora di più le costò rimanere impassibile, era certa che Manuél avesse atteso il momento propizio, lo conosceva bene lei