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Autore: MadHatterInLove    14/12/2010    4 recensioni
Dal primo capitolo:
Era quella lettera il motivo per il quale Patrick Jane, non festeggiava più il Natale.
Dal secondo capitolo:
Detestava il Natale. Non aveva un reale buon motivo per essere piena d'amore. Nessuno lo era mai stata per lei! Eppure...
Dal terzo capitolo:
“Non sono ancora pronta, va bene?!” borbottò, alzandosi per allontanarsi da quella conversazione che aveva iniziato ad infastidirla. Jane la raggiunse, velocemente.
“Quando lo sarai, sappi che io ci sarò, Teresa” disse.
Dal quarto capitolo:
Aveva visto quella scena nel telefilm, poche ore prima, e l’aveva commentato come la solita scena stereotipata, eppure ora che la stava vivendo di persona aveva la pelle d’oca e sentiva qualcosa di fastidioso vorticargli nella pancia.
Piccoli momenti con tema natalizio.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Patrick Jane, Teresa Lisbon, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Cliché

Erano fermi da più di cinque minuti. Ognuno fissava le iridi dell’altro. Verde contro Blu.
Entrambi seri, entrambi con la voglia di rimanere così senza sciogliere quel contatto.
Patrick la accolse tra le braccia, appena. Teresa si aggrappò con entrambe le mani al gilet del biondo.
Volevano baciarsi.
Ma esitavano entrambi.
Era la cosa giusta?
No, assolutamente no.
Che ne sarebbe stato poi del loro rapporto lavorativo?
Sarebbe andato assolutamente a farsi fottere.
 
“Non dovremmo, Lisbon”
“Hai assolutamente ragione, Jane”
 
Si consigliarono, non sciogliendo, comunque, l’abbraccio e continuando a fissarsi.
 
“Quindi forse sarebbe meglio tornare a mangiare…” continuò la mora.
“Sì” affermò, l’uomo.
 
Ma non si mossero.
Poi il biondo si fece coraggio e la baciò…
 
Scattò in piedi.
Era stato tutto un sogno. Era un finale che avrebbe voluto realizzare, ma che non aveva la forza di fare.
Nella realtà, quando si era ritrovato tra le sue braccia quella piccola donna, l’aveva abbracciata per poi staccarsi e tornare a mangiare. E lei lo aveva imitato.
Poi avevano guardato un po’ di tv spazzatura. Un telefilm su un serial killer. Piuttosto banale, a suo parere. I soliti cliché dei personaggi che investigano su un serial killer seriale e che alla fine si innamorano l’uno del l’altro, arrestano il cattivo e vissero felici e contenti.
A serata conclusa, tornò nella sua casa e si mise a dormire facendo quel sogno.
Erano le due di notte. E non sapeva cosa fare.
Era il 25 dicembre, aveva trascorso la vigilia con il suo capo e adesso si ritrovava in quel letto a voler realizzare quel sogno.
Ma era impossibile.
Non avrebbe mai potuto farlo.
No, per rispetto di sua moglie. Per rispetto di sua figlia.
Ma soprattutto per rispetto di Lisbon.
Non poteva realizzare un suo capriccio solo per una semplice attrazione.
Perché era solo questa. Attrazione verso una bella donna.
Ce l’aveva avuta fin dalla prima volta che l’aveva vista.
Ma poi l’aveva conosciuta.
Sì era affezionato a lei. Le voleva bene. Era diventata l’unica amica sincera e vera che aveva.
L’unica con cui si era sentito di trascorrere il Natale.
Eppure sentiva che non era del tutto sincero.
Sapeva che quel sogno non era basato solo su una semplice attrazione.
Provava qualcosa oltre al semplice affetto.
Forse ne era innamorato?
Non se lo ricordava più quel sentimento. Era passato tanto di quel tempo dall’ultima volta.
Eppure a lui non gli sfuggiva mai niente, possibile che gli era scivolato di mano un così banale dettaglio.
 
Guardò l’alberello che Teresa gli aveva regalato e sorrise.
C’era solo un modo per scoprirlo.
Quindi si fece coraggio e uscì da quella casa, nonostante fossero quasi le 3 di notte.
Guidò, spinto da una strana forza. Eppure non sapeva cosa stava facendo.
Non ne aveva la minima idea!
Ma seguiva l’istinto. E anche se avesse sbagliato, sapeva che non se ne sarebbe pentito.
Arrivò fino a casa di Lisbon, andò correndo alla porta e inizio a suonare e a bussare senza sosta.
Ad aprirlo fu una Teresa assonnata che prima fulminò il disturbatore con sguardo omicida, poi si meravigliò di ritrovarsi davanti il mentalista che, con aria affannata, per la precedente corsa, le faceva gesto con la mano di aspettare.
 
“Ma che diavolo ci fai qui, Jane?”
 
“Ho dimenticato una cosa…”
 
“Che cosa? Non ho visto niente di tuo in casa…”
 
Ma Patrick non la lasciò terminare.

“Ho dimenticato questo.” E la baciò. Scattò in avanti, prendendola tra le sue braccia, per baciarla con passione.
Aveva visto quella scena nel telefilm, poche ore prima, e l’aveva commentato come la solita scena stereotipata, eppure ora che la stava vivendo di persona aveva la pelle d’oca e sentiva qualcosa di fastidioso vorticargli nella pancia.
Ora Patrick Jane sapeva che non aveva assolutamente sbagliato andando lì.
Ora ricordava l’emozione di quando si è innamorati.

“Buon Natale, Teresa” le sussurrò, sorridendo. Teresa lo guardò con uno strano luccichio negl’occhi. Aspettava quel momento da chissà quanto tempo, questo gli lesse il mentalista.
Se gli fu possibile sorrise ancora di più.

“Posso restare a dormire da te?” continuò il biondo.
 
“Se resti, certamente non dormirai.” Lo imbeccò Teresa ed entrambi risero per poi entrare in casa.
 
 
 
 
 
 
Okay ho realmente faticato a scrivere questo finale.
Spero sia piaciuto :)
Confermo che io AMO solo le Jisbon ma mi diletto anche nelle Chisbon tanto perché ho le idee che entrano in un orecchio e non escono mai dall’altro! Quindi sopportatemi!
 
Ho in mente una long-fic… ma ci vorrà un po’ prima di scriverla…e l’idea mi piace da morire…soprattutto perché CI coinvolgerà personalmente tutte quante! Ma vedrete in seguito quando la pubblicherò. Concludo così questa piccola storia.
Un bacio a tutte!
 
MadHatterInLove
   
 
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