21.
Questione di sangue.
Erano passati quattro giorni, quattro giorni
di visite sfrenate da parte di Canni e delle sue amiche, quattro giorni di
inattività totale mentre tutta Hogwarts si dava da fare e mentre le lezioni
sembravano allontanarsi da lei.
Quattro
giorni erano passati dall’ultima delle visite di Draco Malfoy, che da quando si
era fatto vedere al capezzale della sua branda il giorno in cui si era
risvegliata, non si era più fatto vivo. Areal non ci pensava, strambo com’era
il biondo, doveva aver trovato cento validi motivi per non tornare a trovarla,
ma le dava comunque fastidio quella situazione di fermo. Non aveva potuto
vedere la prima prova del torneo tre maghi, si era persa il professor Moody che trasformava il caro Malfoy in un furetto bianco
–cosa che le aveva raccontato Canni- e si stava perdendo tante lezioni.
Chissà
cosa avrebbe detto Vitious, quando sarebbe tornata
nella sua aula. Aveva fatto perdere parecchi punti a Corvonero per il suo
scarso buonsenso, e fortuna che Draco aveva cambiato la reale versione dei
fatti.
“:Allora,
sei pronta?:” brontolò Canni, in mezzo all’infermeria.
Tuttavia,
c’era qualcosa d’insolito nel suo sguardo teso.
Areal
si stava allacciando i suoi stivaletti scuri, con finalmente la divisa
scolastica ed il mantello con lo stemma dei Corvonero indosso. Madama Chips le aveva
raccomandato di non fare sforzi, procurandole addirittura un permesso per
saltare determinate lezioni e compiti da svolgere.
“:Vorrei
andare a fare colazione prima di sera, se è possibile!:” Rimarcò Canni, che era
stata una delle sue infermiere private insieme a Jude ed Emma durante il
periodo di convalescenza.
“:Arrivo!:”
soffiò Areal, e si mise in piedi, pronta ad abbandonare l’infermeria.
Insieme
all’amica stavano andando in Sala grande per la colazione, quando passò Erick.
“:Buon
giorno!:” sorrise ad Areal “:Finalmente torni alla luce del sole, vedo!:” e
detto ciò cinse con un braccio Canni, e le posò un delicato bacio sulla guancia.
“:Ci
vediamo agli allenamenti:” le disse tranquillo.
La
cosa che tuttavia aveva dell’inverosimile, era stata l’accondiscendenza di
Canni che si era fatta abbracciare e salutare sulla guancia come se ciò fosse di
normale abitudine.
“:Mi
sono persa qualcosa?:” chiese Areal, sinceramente stupita.
“:Emm…:” bofonchiò Canni, scesa dalle nuvole. “:Diciamo che
ho imparato a conoscerlo, come amico intendo…:”
Senza
aggiungere altro proseguirono verso la Sala grande, sedendo al tavolo dei
Corvonero dove molti salutarono Areal, compresa Luna Lovegood,
di un anno più piccola. Ovviamente Emma e Jude le fecero le feste.
Areal
non mancò di lanciare un’occhiata al tavolo dei Serpeverde, dove un biondo
platinato rideva e sghignazzava fra i suoi amici, tra cui i due corpulenti
Tiger e Goyle, un ragazzo dagli occhi blu, uno molto magro ed in fine Pancy Parkinson.
Vedendo
lo sguardo dell’amica, Canni sospirò sonoramente. Areal guardava Draco come se
si aspettasse da un momento all’altro che lui corresse da lei per salutarla.
Fingeva di non darci troppo peso, ma Canni sapeva…
“:Cosa
c’è?:” chiese Areal, sentendosi osservata. “:Canni, sono giorni che mi guardi
in modo strano. Cosa mi nascondi?:”
Canni
sospirò ancora, e guardò con odio il tavolo dei Serpeverde, in particolare
Draco.
Areal
si sentì mancare. “:Parla:”
Canni
abbassò la testa. Come faceva a dirglielo? Guardò Emma e Jude, impegnate in
altre discussioni con i loro compagni.
Sospirò
per la terza volta. “:Sai il giorno che ti sei svegliata? Proprio quando Draco
è uscito dall’infermeria?:”
Areal
fece un cenno. “:Subito dopo sei entrata tu, ed eri molto strana…:”
“:Perché
avevo appena ascoltato la conversazione fra Draco e Pancy:”
spiegò Canni, e quando ebbe finito il suo racconto poté vedere la delusione
negli occhi dell’amica.
Areal
non stava versando neppure una lacrima, ma il suo sguardo di fece serio, vuoto.
Prese un pezzo di pane e si alzò dal tavolo.
“:Vado
a dare da mangiare alla mia civetta:” disse, e lasciò la sala.
La
prima mattinata di ritorno alle lezioni per Areal fu un po’ pesante,
soprattutto quando il piccolo professore Vitious l’aveva ignorata nonostante
avesse eseguito un incantesimo alla perfezione. Al pomeriggio, dopo un’ora
passata in biblioteca, Areal passava dal cortile al fianco di Jude, dove il
solito gruppetto di Serpeverde capitanato da Malfoy, sghignazzava contro alcuni
Grifondoro più piccoli. Quando Draco incrociò lo sguardo di Areal, vide la
ragazza abbassare la testa e accelerare il passo.
Jude,
invece, si accorse dei brividi improvvisi che avevano scosso la sua amica,
senza capirne il perché.
In
tutte le ore successive, da trasfigurazione a Erbologia,
il solito gruppo di Serpeverde non faceva altro che disturbare con schiamazzi e
insulti tutti quelli che non erano come loro. Ma i giorni passavano, ed Areal era
sempre più silenziosa. Il professore Vitious non la
degnava più di alcuna considerazione ed ormai Areal sapeva di aver perso
totalmente la sua fiducia dopo il guaio in cui si era cacciata con Malfoy.
Alla
successiva lezione di Incantesimi, Pancy e un’altra
Serpeverde si divertirono a incantare pezzetti di carta perché volassero e si
disperdessero per tutta la classe. Erano state attente a mantenerli lontani
dalla vista del professore, impegnato ad insegnare un incantesimo
rivitalizzante. Alla fine però, i pezzetti di carta erano ovunque come se
fossero in mezzo ad una tormenta di neve invece che in una classe al chiuso. Il
povero Vitious infuriò per un po’, ma dato che scoprire il colpevole sarebbe
stato inutile, si limitò a lanciare un contro incantesimo per fare sparire i
foglietti.
Draco
Malfoy sghignazzava così forte, mentre il povero Vitious rimediava al disastro
fatto dalle sue compagne, che tutti gli altri lo guardavano schifati. Vitious
lo ignorò, e solo prima che finisse l’ora, tolse venti punti a Serpeverde per
mancanza di educazione. Questa motivazione fece andare il biondo su tutte le
furie, che iniziò a dire che un Malfoy non è mai maleducato, e che il
professore aveva offeso anche suo padre dando a lui del maleducato.
Areal
uscì per ultima, anche dopo Vitious. Draco era rimasto anche lui indietro per
discutere con l’insegnante, ed ora raccoglieva furiosamente le sue cose.
“:Bell’insegnante
che ha la tua casa…:” disse senza preavviso il biondo.
Areal, nel sentire Draco rivolgersi a lei,
rabbrividì violentemente. Afferrò la sua borsa e corse letteralmente fuori
dall’aula, lasciando Draco senza parole.
La
svolta avvenne durante l’ora di pranzo, quando finito il banchetto, Areal andò
a scegliersi un angolino appartato per studiare in cortile, sotto l’ombra di un
albero. Era sola, poiché Canni ed Erick avevano gli allenamenti di Quidditch,
Jude era impegnata in biblioteca ed Emma aiutava un ragazza di Tassorosso a
prepararsi meglio in Divinazione.
Areal
era totalmente immersa nella sua lettura, quando una voce la fece sussultare.
“:Hai
perso questo!:” l’avvertì una voce maschile, così calda e piacevole che Areal
arrossì senza neanche voltarsi.
Poco
dopo si accorse che un ragazzo le porgeva il suo libro di Pozioni.
“:Oh,
grazie, deve essermi scivolato dalla borsa…:” ammise e lo riprese rimettendolo
al suo posto.
“:Piacere
comunque, mi chiamo John.:”
Areal
si voltò per osservare il giovane posizionato contro il sole, con la divisa di
Durmstrang. Era molto bello, con i capelli neri raccolti in un codino e un filo
di barba sul volto abbronzato.
“:Io
sono Areal:” disse ricambiando la stretta di mano.
“:Ti
dispiace se mi siedo con te?:” chiese lui, ed Areal gli fece spazio arrossendo.
Quando
John si fu sistemato sull’erba, andò subito dritto al dunque.
“:Sai,
ho scoperto che sei molto brava in Incantesimi…:”
Areal
sorrise “:Si, forse lo ero…:”
John
la guardò pensieroso ma non disse nulla. “:Bé:” disse poco dopo “:In realtà mi
ha colpito il tuo cognome…:”
Areal
lo fissò, e quasi desiderò alzarsi e lasciare quel ragazzo lì da solo.
Anche
Draco, la prima volta, le si era avvicinato perché aveva sentito il suo
cognome, e lo aveva associato a una delle più note famiglie finite tutte in
Serpeverde per generazioni. Areal odiava essere riconosciuta per quello, e
magari scambiata per gente di quel
tipo. Da uno di Durmstrang poi, poteva aspettarsi di tutto. Quella non era la scuola
oscura per eccellenza? Chi pensava che fosse lei quel John?
“:Senti
forse hai sbagliato…:” arrivò a dire Areal.
“:Non
ti chiami Foreberth, di cognome?:” chiese innocente.
“:Si!:”
ammise lei, con uno sbuffo.
“:Bene,:”
disse calmo, “:anch’io!:”
Areal
sgranò gli occhi. “:Stai scherzando? Non siamo parenti, non ti ho mai visto, e
non sei nel mio albero genealogico…:”
“:Ne
sei sicura?:” chiese malizioso John.
Areal
arrossì ed abbassò il capo.
Quando
mai lei si era interessata all’albero genealogico di suo padre? Perciò era più
che probabile che quel giovane di Durmstrang fosse suo parente. Quasi tutti i
maghi di buona famiglia sono, volendo o no, imparentati.
“:Insomma,
chi sei?:” chiese lei, e lui rise.
“:Credo
sia più che probabile che non ci conosciamo. Mio padre aveva litigato
praticamente con tutta la famiglia, quando scappò via con mia madre. Sai, lei
aveva qualche Babbano di troppo nel suo albero
genealogico, e i maghi che aveva in famiglia non contavano tanto per convincere
mio nonno a lasciarli sposare. Forse tuo padre era uno dei figli di mio zio…
Marcos! Può essere?:”
Erano
anni che Areal non sentiva quel nome. “:Marcos era mio nonno.:”
“:Io
non ho mai conosciuto nessun Foreberth a parte mio padre.:”
“:Nemmeno
io.:” ammise Areal.
“:Siamo
cugino alla larga, giusto?:” scherzò John, ed Areal rise.
“:Credo
di si!:”
“:Forte!:”
“:Forte!:”
Rimasero
in silenziò per un pò, e a parlare per primo fu John.
“:Sai, anch’io amo studiare. Magari se fossi stato di Hogwarts sarei stato
messo fra i… Corvo… Corvonero giusto?:”
“:Si!:”
rise Areal.
“:Senti,
mia mezza parente, ti va di venire
con me al ballo del ceppo? Sempre che tu non abbia qualcun altro che ti
accompagna. Io non conosco praticamente nessuno!:”
Areal
rimase paralizzata per un po’. Il ballo del ceppo! Se ne era totalmente
dimenticata. Sapeva cos’era, e sapeva anche che ci sarebbe stato quell’anno, in
onore del torneo tre maghi, ma non ci aveva pensato fino in fondo. Non aveva
nemmeno fatto in tempo a preoccuparsi di rimanere senza accompagnatore.
Nemmeno
lei aveva molti amici maschi, e non credeva di attirare a sufficienza
l’attenzione, senza contare che non voleva andare a quel ballo con uno che non
conosceva o che disprezzava.
Un
suo lontano e strano parente era fin troppo bello per essere vero.
“:Emm, no, non ho nessun altro. Allora ci andiamo insieme?:”
John
sorrise. “:Affare fatto cugina. Però adesso devo scappare, prima che i miei
amici smontino la scuola per cercarmi. Magari parleremo ancora della nostra
strana famiglia.:” e detto ciò andò via, lasciando Areal da sola a ridersela
fra sé e sé.
Continua…
Grazie ai lettori e a BumBj per aver recensito, a presto, spero che il capitolo sia piaciuto.