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Autore: Knight of Century    15/12/2010    0 recensioni
Una avventura di quattro giovani eroi : Elide di Tyrmin, Dedalus di Bretian, Zita del deserto di Arl'shi e Liu Cheng del profondo Est che chi per un motivo chi per un altro si sono uniti in una lotta contro il più grande impero della terra. Il destino della terra di Tyrmin, nota anche come Darkland, è nelle loro mani
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
Partenza fra le fiamme

<< Geralt!!! Dai fermati Geralt!!! >> gridò Elide mentre rincorreva il suo amico d’ infanzia lungo le rive del Farsyl<< Dai dammi il mio regalo!!! >>.
<< Non ci penso proprio Ely! Domani quando sarai diciassettenne allora ti darò il tuo regalo di maturità >> replicò sorridendo Geralt mentre metteva distanza fra lui e la sua amica.
La festa della maturità era un evento importante nella vita di ogni giovane di Tyrmin, una tradizione che si tramandava da millenni, ancor prima della venuta dei quattro eroi, segnava il passaggio dall’ età infantile a quella adulta e di fatto il giovane entrava a pieno merito a far parte della società. Ma da quando Tyrmin era diventata una provincia dell’ Impero Bretian era vietato festeggiare le feste o ricordare le tradizioni che non fossero accettate dalla cultura Bretian pena la deportazione nelle miniere di sale a vita. Ma nonostante questa legge gli abitanti del villaggio non vollero rinunciare alla proprie tradizioni e continuarono a ricordare la loro cultura in segreto.
 La festa di Elide sarebbe stata tenuta quella notte nel cerchio di pietra a Nord della cascata d’ argento. Elide era contenta di diventare finalmente adulta così avrebbe potuto sposare Geralt il ragazzo che amava più di tutti e che lui ricambiava con altrettanto amore. Conosceva Geralt da quando aveva memoria, passava metà giornata con lui mentre l’ altra metà la passava ad allenarsi nella scherma, nell’ equitazione e nelle arti letterarie. Geralt inoltre era un bel ragazzo, aveva i capelli rossicci e le lentiggini come la gran parte degli uomini di Tyrmin, gli occhi erano color smeraldo e sempre pieni di vita, il corpo era come quello di un atleta agile e scattante ma la parte che Elide amava di più di Geralt non era il suo viso, o i capelli o il fisico ma era la sua indole: gentile, generoso, affettuoso, lento all’ ira ed all’ odio; una sola volta aveva visto Geralt arrabbiato ed era stato quando, qualche anno prima, per errore Elide aveva fatto cadere il suo  regalo di maturità nel fiume, ma non passò neanche un ora che l’ aveva già perdonata. In poche parole la ragazza sentiva nel profondo del suo cuore che Geralt era l’ unico uomo che avrebbe mai amato.
Geralt si fermò affannato lungo la riva del fiume, poco dopo Elide lo raggiunse e lo cinse a se
<< Ti ho preso finalmente… >> disse annaspando << Ora voglio vedere il mio regalo >>
<< Non sai proprio aspettare eh? >> disse Geralt alzando il sopracciglio << Mi dispiace ma no. Dovrai aspettare. Hai aspettato diciassette anni non puoi aspettare altre dieci ore? >>
<< Ma che noia!!! Quando fai così sei proprio odioso! >> e fingendo di essere offesa voltò le spalle e incominciò ad allontanarsi. Ma improvvisamente il suo braccio fu afferrato e tirata indietro, le forti braccia del ragazzo la cinsero in un forte abbraccio. Elide si sentì un colpo al cuore lei amava essere stretta in quel modo deciso ma al contempo gentile.
<< Elide >> le sussurrò all’ orecchio << Ti ricordi quando ci siamo dichiarati il nostro amore in quella notte d’ inverno? Sono passati due anni e per me non è cambiato nulla vorrei sapere se per te è stato lo stesso >>
Elidi si girò in modo che potesse stare faccia a faccia con il ragazzo e guardandolo fisso negli occhi rispose
<< Nulla a questo mondo potrà cambiare ciò che provo per te… >> Neanche fece in tempo a finire la frase che Geralt la baciò come non la ebbe mai baciata.
La sera scese rapida sulle rive del Farsyl, le stelle erano già alte nel cielo e la luna illuminava il fiume della sua pallida luce d’ argento Elide e Geralt erano stesi sul manto d’ erba, a fissare le stelle
<< Guarda Elide, guarda come l’ arcata del cielo è costellata di tante piccole monete luccicanti, non ce nessuno di quei globi che nel suo moto non canti come un angelo non sa cantare. La stessa armonia è nei nostri cuori solo che finche non apriamo completamente il nostro cuore non possiamo udirla. >> bisbigliò Geralt come per non interrompere quella musica di cui parlava.
<< Non sono mai allegra quando ascolto una musica dolce >> disse Elide voltando il capo verso il ragazzo.
<< Questo perché il tuo cuore è colmo d’ attenzione >> rispose accarezzandole il volto << L’ uomo che non ha nessuna musica in se, che non si commuove di fronte ad una concordia di dolci suoni è adatto al tradimento. I moti del suo animo sono scuri come la notte e tetri come la morte stessa, mai fidarsi di siffatti uomini. >> I due rimasero a lungo ad ascoltare quella mistica musica cantata dalle stelle.
Era da poco scoccata la mezzanotte e tutto il villaggio era radunato all’ antico cerchio di pietra, una rovina dei tempi antichi di Tyrmin, in attesa dell’ arrivo di Elide; anche Geralt era in mezzo a loro, stringendo nella  mano il regalo che avrebbe consegnato alla ragazza una volta completata la cerimonia. All’ improvviso calò il silenzio e la folla si aprì e comparve Elide.
Vestiva il tipico abito che si usava indossare nella cerimonia di maturità: una lunga veste scarlatta che arrivava fino alle caviglie con le cuciture color argento, i lunghi capelli d’ orati erano stati legati dietro la nuca e tenuti su da una piccola coroncina fatta di tanti fiori e piante. Elide avanzava lentamente a testa bassa  fra la folla, era imbarazzatissima non riusciva a sopportare il peso di tutti quegli sguardi che la fissavano, il suo volto era rosso come un peperone ma quando alzo finalmente lo sguardo incrociò lo sguardo del suo amore che gli sorrideva e riprese coraggio ed avanzò fino al centro del cerchio dove l’ attendeva il capo del villaggio.
<< Siamo tutti qui riuniti per festeggiare questa ragazza che è diventata donna e come tale è ora un membro della nostra comunità. >> proclamò a gran voce il capomastro << Prendi, bevi da questo calice e ricorda che ora come membro della comunità avrai i diritti di un adulto ma ne avrai anche i doveri. >>
Elide prese timidamente il calice tra le mani e ne bevve il contenuto.
Quando lo finì tutto e riconsegnò il calice al capomastro tutta la gente accorsa a vedere quella cerimonia applaudirono la giovane Elide. La festa continuò con un austero banchetto e con varie danze originarie del luogo e tutti ridevano, ballavano ed erano felici. Durante una delle tante danze Geralt prese per mano Elide e la portò dietro una grande quercia.
<< Sai che sotto questo albero mio padre chiese la mano di mia madre >> disse il ragazzo osservando le foglie della quercia muoversi a tempo con il vento << Questo è il mio regalo per te, per la tua maturità… Spero tu possa accettarlo >> e diede alla ragazza il cofanetto che aveva custodito gelosamente per tutta la festa. Elide lo aprì emozionata e vide che conteneva un piccolo anello d’ oro.
<< L’ ho forgiato con le mie mani, ho anche inciso le nostre iniziali… Elide vorresti sposarmi… >>
La ragazza rimase interdetta per qualche secondo, non si sarebbe mai aspettata che glielo avrebbe chiesto cosi presto. Voleva gridare SI, SI e ancora SI ma l’ emozione era tale che dalla bocca uscivano solo rumori senza senso e gli occhi incominciarono a lacrimare di gioia; alla fine trovò la forza e rispose con un sicuro SI.
Geralt l’ abbracciò e la baciò felice come non mai, finalmente avrebbero potuto coronare il loro sogno…
Un grido gli svegliò da quel momento di felicità, Geralt si sporse oltre il tronco per vedere cosa stesse succedendo: un gruppo di sei uomini a cavallo aveva raggiunto il luogo dei festeggiamenti. Cinque di loro indossavano  la lorica segmentata la tipica armatura dei legionari Bretian, mentre uno indossava una tunica rosso vermiglio con una croce bianca ad otto punte cucita all’ altezza del cuore.
<< In nome della Inquisizione cosa state facendo qui! >> Gridò l’ uomo con la tunica.
<< Nulla mia signore, stiamo svolgendo la riunione del villaggio >> rispose il capomastro facendosi avanti dalla folla
<< Nel pieno della notte e con quegli abiti da festa! Non prenda in giro l’ Inquisizione oppure ne pagherà le conseguenze! >> Sentenziò l’ inquisitore tirando un calcio al capomastro per allontanarlo. << Conoscete bene la legge di Bretian e dell’ imperatore Claudius IV. Che il responsabile si faccia avanti o mi vedrò costretto a deportare l’ intero villaggio! >>
Elide stava per uscire da dietro l’ albero ma fu tirata indietro da Geralt che la baciò e si fece avanti << Sono io il responsabile, sono colui a cui è dedicata questa festa! >>
L’ inquisitore fece un cenno a due legionari che si mossero verso il ragazzo e lo trascinarono fino al cavallo.
<< Sei colpevole di adorazione pagana e di adorazione ad idoli ai danni dell’ Altissimo. La pena per i tuoi crimini saranno i lavori forzati a vita nelle miniere di Cymbium! Non rivedrai mai più la tua terra. Portatelo via! E voi altri non azzardatevi più a fare una cosa del genere o non sarò più cosi magnanimo! Ah >> l’ inquisitore spronò il cavallo e si allontanò con il manipolo di uomini e con Geralt.
Elide non poteva credere a ciò che era successo; Geralt, Geralt era stato portato via dai Bretian per sempre…
NO! Lei non si sarebbe arresa, non avrebbe lasciato che il suo amore gli fosse portato via così facilmente, loro si dovevano sposare e nulla lo avrebbe impedito. Mentre la folla era ancora sconcertata per l’ accaduto la ragazza si dileguò nella notte e fece ritorno al villaggio.
Entrò nella sua piccola capanna in fretta e furia, si cambiò il più in fretta possibile, indossando degli abiti adatti al viaggio, riempì lo zaino con viveri e borracce d’acqua e si legò il cinturone della spada in vita. Era pronta a partire e per salvare il suo fidanzato. Infondo suo padre gli aveva insegnato bene a combattere con la spada prima che morisse e sua madre le aveva insegnato tutti i trucchi per sopravvivere negli ambienti più ostili… Era davvero triste per Elide ricordare i suoi genitori morti anni fa in una ribellione contro l’ impero ma ora non doveva pensarci affatto, non doveva distrarsi. Prese la torcia che era appesa al muro, si voltò e guardò la capanna; ormai non aveva più nulla che la tratteneva qui e gettò la torcia sul tetto di paglia. In pochi secondi la capanna era già in fiamme ed il fiso di Elide illuminato dalla luce del rogo sembrava quello di una vera guerriera.
<< Una scena molto toccante >> Elide si voltò di scatto, davanti a se aveva una figura ammantata, non sarà stata più alta di un metro e ottanta.
<< Chi siete? >> chiese lei.
<< Cosi non salverete mai il vostro fidanzato, invece se vi uniste a me avrete qualche possibilità in più! >>
<< Fatevi riconoscere! >> Elide non era proprio dell’ umore giusto per essere presa in giro.
L’ uomo si tolse il cappuccio e mostrò il proprio viso: aveva i capelli corti castani, gli occhi azzurri ed una ispida barba. I lineamenti del viso erano squadrati e molto marcati il suo sguardo era quello di una persona che ne aveva viste tante nella vita e con quell’ aspetto non poteva essere altro che un bretian.
<< Sono Dedalus di Bretian, l’ unico vero imperatore dell’ Impero bretian. Vieni con me se vuoi avere la tua vendetta. >>
  
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