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Autore: _Pandora    15/12/2010    7 recensioni
-Elizabeth, ho una notizia favolosa da darti.-. Mia madre è in fibrillazione. La guardo con sospetto.
-Sapevi che i Johnson hanno venduto la loro casa, quella che si trova poco distante dalla nostra?-. Il suo sorriso è a trentadue denti. Mia madre sa essere inquietante.
-Sì madre, me lo avevate detto. E con questo?-. Mia madre prende un grosso respiro, è pronta ad una raffica di parole. Ho paura.
-Al loro posto sono arrivati gli Smith, e presto andremo a trovarli per accoglierli nel migliore dei modi. Ma non è tutto! Hanno un figlio di vent'anni, si chiama Daniel, e dicono sia davvero un bel giovanotto!-. Oh no, no no no. Ho capito già tutto, ma prima che io riesca ad aprire bocca, mia madre mi interrompe nuovamente. -Spero che tu sarai gentile e carina, signorinella! Le stagioni passano e occasioni come queste non si possono lasciar scappare. Sono anche molto ricchi!-. Ditemi che è un incubo, vi prego. La guardo sconsolata. Gentile e carina con un uomo? Io?
AVVISO: TORNERò AL PIù PRESTO, NON HO INTENZIONE DI ABBANDONARE QUESTA STORIA! VI RINGRAZIO PER L'AFFETTO, PROMETTO CHE VI SPIEGHERò TUTTO. NON STO MOLTO BENE DA PARECCHIO TEMPO, PERDONATEMI. UN BACIO, PANDORA
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi con un nuovo capitolo, e spero che possa piacervi. Ringrazio tutte le persone che hanno letto questa mia nuova storia e quelle che l'hanno aggiunta fra preferite/da ricordare/seguite, siete tutti gentilissimi! Un ringraziamento particolare, poi, va a chi si è fermato a recensire e lasciare il proprio parere, per me contano moltissimo le vostre opinioni :)
Vi lascio alla lettura di questo secondo capitolo,
Pandora


2. Presentazioni


Vengo svegliata da Monica, la donna che, da appena nata, era stata la mia levatrice. Mia madre dopo il parto stette molto male per un lungo periodo, e quindi Monica prese il suo posto, in un certo senso. Mi allattava e mi accudiva, ma mia madre era comunque presente per quanto poteva. Successivamente divenne la mia istitutrice, data la sua vasta conoscenza intellettuale. Era anche un'amica sincera, che più volte mi aveva aiutata a tirarmi fuori dai guai. Sì, perchè devo ammettere di averle dato parecchio filo da torcere fin da piccola. Una volta, ad esempio, stavo giocando con una vecchia racchetta da badminton, divertendomi a lanciare qua e là piccole pietre che trovavo nel giardino vicino alla casa. Trovandone una più grossa e pesante, mi accorsi che con la sola racchetta non riuscivo a lanciarla in aria. La presi allora in mano, e scagliandola senza guardare, questa andò a frantumare in mille schegge la grossa vetrata che faceva parte del primo piano della mia casa. Monica corse fuori, e quando mi vide andò su tutte le furie. Quando poi dovette raccontare l'accaduto ai miei genitori, tornati la sera tardi dopo un viaggio, disse però che erano stati dei villani di passaggio, scacciati poi dai lavoratori della tenuta. Sì, decisamente un'anima gentile.

Ora è qui di fronte a me, con le braccia incrociate al petto ed uno sguardo severo. Che cosa avevo potuto combinare questa volta?
-Signorina Elizabeth, si può sapere che cosa ci fa ancora a letto? Nessuna ragazza della vostra età dovrebbe essere così sregolata e selvaggia! Vi serve davvero una mano, non si può certamente presentare in questo stato davanti agli Smith!-. Che cosa? Avevo sentito bene? Mi tiro a sedere sul letto, con gli occhi sbarrati.
-Monica che cosa stai dicendo? E' prestissimo e non credo proprio di dovermi presentare davanti a nessuno.-. La guardo speranzosa, magari ho capito male. La sua occhiata torva, però, mi fa capire che non è così.
-Signorina Elizabeth, sua madre mi ha pregata strenuamente affinchè io la prepari adeguatamente per il pranzo di oggi. Ora, se lei si ostina a dormire tutto il giorno, che cosa posso fare io?-. Mi guarda con gli occhi strabuzzati. E' divertente, e per questo mi scappa un risolino.
-Adesso ride pure la signorina! Io mi licenzio, torno in campagna dalle mie zie!-. Povera Monica, dovevo davvero farla impazzire.
-Va bene, va bene. Gli Smith vengono qui per pranzo. Ma perchè tutta questa agitazione?-. Chiedo, conoscendo purtroppo la risposta.
-Voi lo sapete meglio di me.Vostra madre vuole che gli Smith si sentano i benvenuti, e inoltre mi ha affidato il compito di renderla presentabile per il signor Daniel. Dovete iniziare a pensare a voi come una donna da marito!-. Sentendo queste parole, mi sembra di essere invece una merce di scambio. Non sposerò mai un uomo perchè mi viene imposto, lo capiranno prima o poi.
-Monica, ti prego, almeno tu stai dalla mia parte!-. La supplico. Già mi vedo imbellettata, con un vestito e un odioso corpetto fatto per soffocare chiunque lo indossi. Inorridisco al solo pensiero.
-Suvvia, non mi fate dannare. In fondo potrebbe rivelarsi una bella esperienza, no? Magari scoppierà l'amore fra voi due, e poi dovrete ringraziarmi per sempre!-. Monica alza lo sguardo, sta sognando ad occhi aperti. So bene che ha una cotta per Ernest, un giovane dipendente di mio padre, e che qualche volta si sono incontrati. Spero solo che non si faccia ferire dagli uomini, non se lo merita. Ma quello che sta dicendo ora non ha senso, assolutamente. Come può pensare che io acconsenta ai piani di mia madre? No, nessun matrimonio, nessun Daniel. Non so nemmeno che aspetto abbia! Per quanto mi riguarda, potrebbe anche essere un basso e grasso omuncolo. Magari anche stupido, completerebbe il quadro.

-Ora lavatevi, che poi dovrò aiutarvi a vestire-. Le lancio un ultimo sguardo supplichevole, ma quello che mi rimanda lei non ammette repliche. Mi alzo controvoglia dal letto e mi avvio al lavandino in ceramica davanti al mio comodino. Un grande specchio incorniciato da una grande struttura in legno riflette la mia immagine. Devo ancora svegliarmi, decisamente. Con le mani getto l'acqua tiepida sul mio viso, rinfrescandomi dal torpore della notte. Successivamente mi immergo nella vasca da bagno, mentre Monica vi versa dentro, da una bacinella, dell'acqua calda. Mi godo quella sensazione appagante, immergendo anche la testa sotto l'acqua. Quando riemergo, vedo che Monica è già pronta all'opera. Con una spazzola dalle setole morbide mi insapona delicatamente la pelle, sciaquandomi poi con cura. Mi lava poi i capelli e li pettina per bene, levando i nodi. Li massaggia con un olio profumato, e capisco che sta mettendo molta cura nella mia preparazione. Mi sento fresca e pulita, pronta ad affrontare un nuova giornata. O quasi. Una delle finestre della mia camera è aperta e sento l'aria primaverile entrare e lambire il mio viso, accarezzandolo. Mi avvolgo in un asciugamano e friziono i capelli che mi arrivano a metà schiena. L'olio li ha resi ancora più morbidi e brillanti, devo ammettere che sono incantevoli. Mentre questi finiscono di asciugarsi, Monica inizia su di me la sua tortura. Mi improfuma il corpo con fragranze francesi,e sul mio viso mette un velo di colore roseo. Sento le mie labbra venir dipinte da un leggero tocco di rossetto, cosa che non uso mai. Quando Monica ha finito, mi volto verso il grande specchio, sedendomi davanti ad esso. Il risultato non è male, fortunatamente Monica mi conosce bene e non ha esagerato con il trucco. Le mie labbra hanno un tocco sensuale, non saprei come definirlo diversamente. Mi alzo e mi preparo a quello che sarà il mio inferno, ossia l'indossatura dell'abito. Ho sempre amato vestirmi semplicemente, con vestitini leggeri e comodi. Questi invece, adorati da mia madre, sono sfarzosi e decisamente ingombranti. Sento il corpetto comprimermi la cassa toracica, mi manca il respiro. Il mio seno è strizzato e sporge in avanti, mentre la grande gonna mi impedisce quasi di camminare. Perchè devo fare tutto questo? Monica mi guarda e battendo le mani emette un gridolino di approvazione.
-Siete meravigliosa, signorina Elizabeth! Farete colpo su tutti, soprattutto sul signor Daniel ne sono sicura!-. Oh no, me ne ero quasi dimenticata. Tutto questo sta accadendo per un vano tentativo di mia madre di vedere sua figlia con la fede al dito. Se solo questo Daniel proverà ad abbassare lo sguardo sul mio seno, gli riserverò un caldo benvenuto, ci può scommettere.


Ci avviamo verso la sala, io con un'espressione funerea dipinta sul viso e Monica raggiante. Non mi spiego il perchè di tutto questo, dev'essere un brutto sogno. Cerco di scendere le scale il più lentamente possibile, spero forse di riuscire a scappare. Penso a tutti i falsi sorrisi che dovrò fare, probabilmente alla fine del pranzo avrò la mascella slogata. Sento già le voci provenire dal grande salone, si stanno divertendo tutti. Appena vi metto piede, tutto sembra fermarsi. Mio padre sembra colpito da un attacco di cuore, ha la bocca spalancata e incredula. Mia madre ha un sorrisino stampato sulla bocca, compiaciuta ai massimi livelli. Abbasso lo sguardo prima di incontrare quello di chiunque altro in quel posto. Mi sento osservata, non riesco quasi a camminare. Mi fermo e sono tutti davanti a me, gli Smith al completo. Mia madre mi raggiunge e mi prende la mano, invitandomi a fare le presentazioni. Il signore e la signora Smith sono gentili, cordiali. Non ho ancora voltato lo sguardo verso il figlio, non voglio farlo, ma sento mia madre spingermi. Giuro che, se potessi, in questo momento la affogherei.
Alzo gli occhi e mi sento irrigidire, come travolta da una scarica elettrica. No, riprenditi Elizabeth, riprenditi! E' il ragazzo più affascinante che io abbia mai visto, è stupendo. Mi sento avvampare e vorrei scappare. Tutti i miei buoni propositi gettati al vento! Vedo Daniel fare un passo verso di me, e credo che la mia faccia abbia assunto un color pomodoro vivace. Abbasso gli occhi e sento la sua mano prendere la mia. Potrei svenire in questo stesso istante. Il mio cuore fa una capriola quando le sue labbra vi si posano sopra, lasciando un leggero bacio. Che cosa mi sta succedendo? Non ho mai provato niente di simile.
-Incantato-. La sua voce mi riporta alla realtà.
-E' un piacere conoscervi, signor Daniel-. Da dove mi sono uscite quelle parole? Tu odi gli uomini, Elizabeth! Ma è così perfetto, non può essere come gli altri. Cosa stai dicendo, datti una calmata!
-Il piacere è mio, Elizabeth-. Mi guarda con i suoi splendidi occhi, di un azzurro penetrante. Non riesco a staccarmi da quell'incatenamento di sguardi, e forse non voglio nemmeno. Non posso lasciarmi catturare così da un uomo, io non credo al colpo di fulmine...





***




E ora che cosa succederà fra Daniel ed Elizabeth? Lo scoprirete nei prossimi capitoli :)!
A presto,
Pandora

  
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