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Autore: _Vivi_e_Vava_    16/12/2010    2 recensioni
Una vampira scorbutica ed una ragazzina umana tutto pepe che le creerà qualche problema...
Due ragazzi: Uno dolce ed uno con gravi sbalzi d'umore.
Cosa può accadere a questi personaggi quando il destino li farà incontrare ad una fiera in una cittadina sperduta dell'Italia? Riusciranno ad andare d'accordo? E cosa nascondono i due ragazzi?
Genere: Comico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chap 1

Pov Vale

La ragazza dai capelli corvini osserva il ragazzo appena arrivato... i loro sguardi sembrano quasi incatenati da un filo invisibile.
Che noia.... Ho fame.
- Cosa sei tu?- Ripete il biondino calcando la parola "cosa"
La ragazza tace. Li guardo un po' confusa.
-Non è ora che torni a casa ragazzina?- domanda sarcastica
-Tornaci tu a casa- le rispondo con nonchalance. Lei alza il sopracciglio per l'ennesima volta. Che sia un tic nervoso?
-Dovresti davvero tornare a casa, piccola- dice il biondino con un tono che non ammette repliche
Questa volta mi sa che devo andarmene... e mi sa che non scherza...
-Ehi ragazzi, su stiamo calmi- dice il moro e poi sorride verso di me
-Ma hai visto cos'è?- Urla quasi il biondino guardando la ragazza mora. -E adesso mi vieni fuori con il "Stiamo calmi" ?!- La scena è assai comica e mi viene da ridacchiare, beccandomi le occhiate omicide dei presenti.
Il sopracciglio della ragazza sale verso l'alto quasi una volta al secondo e poi finalmente sbotta:"Ora a questa la uccido"
-Se la tocchi ti uccido io!- sbraita aggressivo il biondino mettendosi davanti a me con fare protettivo
Ma andiamo quella ragazza mica è una bestia! Sembra così debole che sono sicurissima di batterla, al cento per cento, non ho bisogno di baldi giovani al mio soccorso. Sbuffo, ma tutti continuano ad ignorarmi.
-Levati dai piedi- dice incerta la ragazza, come se le costasse un certo sforzo parlare, mentre le spalle le tremano leggermente
-State calmi. Nessuno farà nulla- riecco il moro che cerca di fare il tranquillante
-Ma Ian...- protesta il biondo
I due si guardano per un lungo istante, ed alla fine il moro annuisce, come per convincerlo.
-Vieni piccola, ti accompagno a casa- Mi dice il biondo sorridendo tranquillo e malizioso, porgendomi la mano.
Io sbuffo di nuovo e alzo gli occhi al cielo. Evidentemente non sono molto gradita nella conversazione tra il moro e la ragazza. Poco male... non me ne importa molto. Afferro la mano del biondo che subito mi trascina dall'altra parte della strada.
-Non sai nemmeno dove abito e poi manco ti conosco! - sbotto fermandomi di colpo
-Hai ragione... non lo so... ecco perchè mi indicherai tu la strada- Risponde tranquillo.
Cammina tranquillamente davanti a me, ignorandomi nuovamente. Mi dò un pizzicotto per vedere se ho ancora un corpo e se non sono diventata improvvisamente invisibile. Verdetto: sono ancora qui con corpo e tutto il resto. Mi metto le mani sulle guance, scottano, poi mi guardo le punte delle converse a disagio e la mia bella rispostina acida si va a benedire quando incrocio lo sguardo azzurro cielo del biondino. Questo silenzio mi mette troppa ansia.
-Che maleducato che sono- dice poi, fermandosi in mezzo alla strada.
Lo squadro dall'alto al basso e dal basso all'alto, anche da sinistra a destra e da destra e sinistra e anche.. o beh, me lo mangio con gli occhi.
-Cazzo stai farneticando?- gli chiedo ed ecco che di colpo ritorna la mia linguetta velenosa. Benvenuta, mi sei mancata!
-Farnetico che non ti ho ancora chiesto come ti chiami- esclama tranquillo e divertito
-Ah... Valentina... ma chiamami Seth- rispondo, colta di sorpresa
-Piacere Giacomo, ma chiamami Giacky-
Io ricomincio a camminare: è snervante che continui a sorridere.
-Ma soffri di disturbi di personalità?- dico di getto senza pensarci
Mi becco una sua occhiata strana, e mi porto le mani alla bocca. Oops... perchè penso ad alta voce... perchè?!
-Sentiamo... perchè dovrei avere disturbi di personalità?- chiede tornando cafone... ed ecco che non c'è più traccia del bravo Giacky che poco fa si scusava per non avermi chiesto il nome...
-Figura di Cacca...- Mi lascio sfuggire di nuovo... dovrei cucirmi questa boccaccia che mi ritrovo:-Lascia stare... fingi che io non abbia detto nulla- rispondo
Lui solleva le spalle. -Destra o Sinistra?- Chiede poi.
Io arrossisco di botto e mi chiedo se per caso non stesse ascoltando i miei pensieri di poco fa, o peggio, che io abbia pensato ad alta voce di nuovo... oddio no per favore!
-Cosa in..intendi??- balbetto rossa rossa
-La direzione per casa tua- sillaba lentamente, come se stesse parlando con una deficiente, e poi si gratta la testa sospirando.
-Sinistra- dico e sento le mie guancie scottare ancora di più, questo va oltre le figure di cacca purtroppo
Svoltiamo una stradina e... casa dolce casa.
-Siamo arrivati- Annuncio davanti ad una piccola casetta.
-Magnifico, che aspetti a suonare?- chiede, sicuramente vuole liberarsi in fretta di me per andare dal suo amico
-Erhm... i miei genitori non sanno che sono uscita...-
-Ah... Fantastico- Mi guarda per un po' e ad un certo punto il suo volto si illumina...
-A cosa stai pensando?- chiedo sulla difensiva
-Sapessi...- dice con una risata allegra
-Eh... lo sapessi sarebbe una grande cosa non credi? E certamente non starei qui a chiedertelo, no?- dico sarcastica e sbuffando.
-Vedrai...- dice solo e poi mi lascia li come un'allocca
E ora? Bah, che gente...


Pov Viola

Sono persa in quel mare azzurro intenso e il ragazzo scruta di rimando i miei occhi cioccolato variegati di cremisi, ed una sottile rughetta gli si instaura improvvisamente fra la fronte, come se fosse pensieroso e lo vedo perso in qualche ragionamento
“Scusa per il mio amico. Lui a volte è un po’ rozzo, ma in fondo è un bravo ragazzo. Non voleva essere scortese” dice all’improvviso e mi ritrovo incantata a fissare il movimento di quelle labbra carnose, quasi quasi neanche afferro il significato delle sue parole
“Ne sono certa” rispondo cortese e distaccata, anche se dentro di me qualcosa si è smosso nel profondo e sento che qualcosa cambierà a breve
“Ehmm.. scusa ma non so come ti chiami” dice in imbarazzo dopo un po’ che io continuo a fissarlo negli occhi, devo risultare inquietante in effetti, forse è meglio smettere
Distolgo gli occhi, sbattendo le palpebre e rispondo sempre con lo stesso tono freddo:”Sono Viola”
Lui mi guarda gentilmente e noto un lampo di piacere nei suoi occhi che mi spinge ad osservarli ancora per un po’. Poco male, a breve me li imprimerò nella mente per sempre. Memoria fotografica la mia.
“è un bellissimo nome, Viola… Io sono Ian” dice e sorride di nuovo
Ma questo sorride sempre? Non è che per caso ha qualche paresi facciale? Oh beh, a me non dispiace di certo.
“Non è un nome italiano”
“Infatti non sono di queste parti, io vengo dall’America” mi spiega ed io annuisco in segno di comprensione
“E che sei venuto a fare qui?” chiedo interessata, anche se tento di mostrarmi annoiata e distratta
Non sono qui per fare amicizia, ho un compito da svolgere e non posso permettermi affatto di aprirmi con questo tipo estremamente affascinante, amichevole, bello e… oh insomma basta.
Do un taglio ai miei pensieri e lui contemporaneamente risponde circospetto:”Be, sono qui per un favore ad alcuni amici”
Qui mi scatta un campanello, come un avvertimento o una premonizione ma non credo proprio che questo faccino d’angelo che ho davanti possa avere a che fare con i miei “problemi”.
“Mmm.. Devo andare scusa” dico senza emozioni, anche se dentro di me c’è un inferno che mi impone di restare, ma non posso ignorare i miei doveri purtroppo. Sospiro impercettibilmente ed impongo ai miei piedi di mettersi uno davanti all’altro e di camminare in avanti. Che sofferenza.
“Aspetta!” mi dice Ian, forse in fondo ci speravo
Mi blocco senza girarmi e aspetto che sia lui a dire o a fare qualcosa. D’improvviso sento un calore improvviso al braccio che tenta di girarmi, ma io sono così sorpresa che rimango bloccata sul posto e ovviamente nessun umano riuscirebbe a spostarmi ma, contro ogni mia previsione, Ian ci riesce anche se con un certo sforzo. Questo mi impietrisce ancora di più e forse il sospetto che ho avuto prima non era così infondato,dopotutto.
“Wow, sei veramente… forte eh?” vedo che tenta di scherzare anche se il suo sguardo è lo specchio del mio: sospettoso
“Neanche tu scherzi…” rispondo lentamente, soppesando le parole da utilizzare
Rimaniamo in silenzio a scrutarci e un’aura seria ci avvolge: stiamo tutte e due riflettendo su quanto è accaduto anche se agli occhi di un osservatore esterno questo apparirebbe un po’ esagerato.
Lui tenta di ridere, anche se risulta un po’ forzato, per spezzare la tensione e un po’ gliene sono grata ma un po’ lo trovo ridicolo.
“I tuoi occhi allora…” sussurra poi e mi guarda intensamente, come per cercare la verità nelle mie iridi che io abbasso prontamente
“Che intendi?” esclamo guardigna
Mi solleva il viso con una mano, sfiorandomi delicatamente nuovamente e stavolta io non oppongo nessuna resistenza, non voglio farlo insospettire ancora di più ma voglio anche che lui mi tocchi, anche se dentro di me un leggero brivido di ribrezzo e di allarme mi scuote le viscere, ma cerco di ignorarlo. So benissimo che questo sta accadendo anche dentro di lui e non riesco a comprendere il motivo per cui si ostina ancora a toccarmi, è una banalità il fatto di far finta di niente. Ne io e ne lui siamo stupidi, ormai sappiamo benissimo l’identità di entrambi.
“Io… “ comincio ma lui mi sussurra:”Mi hai stregato” e poi mi guarda così intensamente che, se non fossi sicura che il mio cuore è fermo da tempo, direi che mi batte all’impazzata e quasi mi sfonda il petto.
Che comportamento idiota, commenta la parte razionale del mio cervello, ma io non posso fare a meno di guardare quegli occhi così intinsi di emozioni da risultare irreali.
Io rimango ancora immobile e gli chiedo, ignorando la sua uscita di poco fa:”Perché non provi ribrezzo per me? Non fingere, ti reputo abbastanza intelligente” immergo una punta di acidità nella mia voce e lui mi fissa… come dire, tormentato
“Io… lo provo. Ma provo anche qualcos’altro di più forte, non so cos’è, che mi obbliga a toccarti con… dolcezza. Anche se provo ribrezzo e il mio istinto mi suggerisce di attaccarti, io.. non so se ci riuscirei, sai?” tenta di spiegarmi e poi mi rivolge un sorriso triste
Mi accarezza una guancia delicatamente e il suo tocco caldo accende la mia pelle gelida e vedo nel suo sguardo il ribrezzo e la voglia di farmi del male combattere contro … qualcos’altro.
“Non mi conosci” replico freddamente, ignorando lo stesso brivido che si propaga in lui
“Be', nemmeno tu non mi hai ancora attaccato e nemmeno mi hai respinto e quindi ti reputo abbastanza intelligente per discutere amichevolmente con me”
Mi rimprovero per il mio comportamento e mi scosto di scatto da lui, facendo violenza su me stessa.
“Scusa. Non so cosa stia succedendo tra noi, ma è inconcepibile tutto ciò” ribatto, recuperando un po’ di lucidità lontana dal suo calore e dal suo tocco
“Non mi hai respinto. Anche tu hai avvertito qualcosa, vero?” dice Ian convinto, anche se alla fine perde la sua sicurezza e mi guarda titubante e quasi imbarazzato per quel discorso senza capo ne coda che tenta di portare avanti. Sembra un cucciolo con quegli occhioni spalancati, realizza una piccola parte del mio cervello, ma viene zittita subito dalla parte dominante e razionale.
“Smettila. Non ha senso quello che stai dicendo. Noi siamo avversari per natura, non possiamo provare altro che odio e ribrezzo, ce l’abbiamo nel DNA” replico e poi, sentendo quella piccola parte di me che desidera farsi accarezzare dolcemente da lui, come pochi attimi prima, fare prepotenza per emergere, mi scosto ancora più da lui per recuperare il controllo e avverto il suo sguardo confuso su di me. Neanche lui sa realizzare esattamente ciò che prova o cosa vorrebbe, un po’ come me.
“Siamo riusciti a contrastare la nostra natura pochi minuti fa, però” sussurra tra se e se, ma ovviamente lo sento e non me la sento di replicare perché so che ha ragione.
Di solito, quando uno della sua specie si avvicina a me, non esito un attimo ad azzannarlo e a spezzargli le ossa, eppure oggi non ci sono riuscita, nè con lui e nè con quel suo amico spocchioso. Forse è colpa della stanchezza del viaggio, chi lo sa.
Si avvicina nuovamente a me, con uno sguardo provocante, e mi sfida ad allontanarmi. Io rimango impietrita e nella mia testa avviene un conflitto tale che mi fa venire un mal di testa tremendo. La parte piccolina e neonata combatte per restare sul posto e ricambiare anche le sue carezze, perché no, mentre l’altra combatte per avere il controllo sul mio corpo e quindi per scappare da li o per spezzargli il braccio che allunga verso di me. Serro gli occhi con forza, altamente confusa, perché la mia mente calcolatrice mi ha sempre fornito la risposta e le azioni giuste da compiere nel giro di un millisecondo, ma adesso mi sento come squarciata in due.
Rialzo le palpebre e mi ritrovo accecata da quel blu intenso con varie sfumature argentate e la mia parte piccolina ha appena vinto la battaglia ed esulta. Scorgo in lui un fulmine soddisfatto passargli sul volto e mi accarezza con il dorso della grande mano calda, tracciando i confini del mio volto, fino ad andare a sfiorarmi impercettibilmente le labbra che emettono un sospiro caldo su di esse, involontariamente. Tutti e due veniamo scossi da un brivido, ma adesso nessuno di noi due è sicuro che sia solo ribrezzo. Sembra quasi di ritrovarsi in una bolla intima e privata.
“Iannnnn!!!” urla il suo amico depravato e la bolla scoppia
Ian si gira lentamente e gela Giacky sul posto con lo sguardo. Lui fa finta di nulla e baldanzoso si dirige verso di noi. All’improvviso mi accorgo che sulla spalla, caricata a stile sacco di patate, sta la biondina che poco prima mi era venuta addosso, che si dimena e urla al maniaco. Tutti i passanti la ignorano e sorridono maliziosi nella loro direzione. Povera incompresa.
“Mettimi giu, subito!! Cuccia!” sbraita con il volto rosso per la vergogna
Ian e Giacky scoppiano a ridere all’ultima parola e anche io concedo alle mie labbra di tendersi in un sorrisino divertito.
“Si bravi prendetevi gioco di me” dice la poverina
“Ma no piccola, sei spassosa. E così io sarei il tuo cagnone che deve stare a cuccia??” replica il biondino e poi scoppia a ridere di nuovo
“Sono offesa e io ti chiamo cagnaccio ok? Maleducato” borbotta la ragazza
“Perché siete di nuovo qui? Non la stavi accompagnando a casa?” domanda Ian curioso
“Ritorno ad essere nuovamente ignorata, oh si. È spassoso tutto ciò” replica sarcasticamente
“La signorina è rimasta chiusa fuori di casa” risponde prontamente, guardando la ragazza che arrossisce ancora di più
“Tutto ciò è imbarazzante. Almeno mettimi a terra!”
“Ma dai Seth, passaggio gratuito”
“Ho le gambe e soprattutto la mia dignità” sbuffa, ma il ragazzo non accenna a rimetterla a terra
Scrollo le spalle, indifferente e Ian domanda, aggrottando la fronte:”E quindi? Non può chiamare i suoi genitori o qualche suo amico?”
La ragazza che il biondo ha chiamato “Seth” annuisce convinta, ma lui scuote la testa e fa:”Ma no! Può dormire con me stanotte? Su, dai la posso tenere con me?? E anche la tua amichetta lì ti puoi portare a casa con te, basta che tiene le zanne a cuccia” se ne esce all’improvviso
“Cosa???” gridiamo in contemporanea io e Seth, sconvolte con la bocca che quasi tocca terra.


°*°*°*°

Spazietto dei Bianconigli:
Ed eccoci al primo capitolo.. Scusate il ritardo nel postare, ma abitando in due posti disanti, non abbiamo altro se non msn per scrivere e parlare dei chap :(
Quindi, tenuto conto l'impegno che ci mettiamo, speriamo davvero che la storia vi piaccia, e ci farebbe piacere sapere anche cosa ne pensate :) Vi lasciamo anche la foto di Giacky
Ciao da
Vivi
e
Vava






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