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Autore: Unriccio    16/12/2010    1 recensioni
Piccola flash-fic creata per il contest "Insanity&Madness" indetto dalla fanpage • Fαngιяℓ αℓℓα ραѕтα ~ su Facebook. Interamente dedicata ad Hinata, che, in questo caso, è molto OOC, ma per motivi giustificati. Cosa sarebbe accaduto se Hinata non fosse riuscita ad andare avanti? Se Hinata avesse preso una tragica decisione? A voi scoprirlo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Rosso

Tremò, gettata a terra, su quel freddo pavimento. Doveva ammetterlo, era completamente immobilizzata dalla paura, non sarebbe riuscita mai a farlo. Era troppo codarda. Delle calde lacrime iniziarono a sgorgare dai suoi occhi vitrei, e sul volto le si dipinse una smorfia di disgusto. Disgusto che provava per se stessa, perché si sentiva incapace, insulsa, indegna… esattamente come suo padre l’aveva sempre chiamata, ricordandole ogni volta che la sua esistenza era solo un peso per lui e per il suo amatissimo clan. Al pensiero del padre, la ragazza digrignò i denti e si fece forza. Aveva deciso una volta per tutte, non poteva svenire o tirarsi indietro come aveva sempre fatto; stava per dimostrare a tutti che lei era capace di qualunque cosa. Le sue labbra si distorsero in un sorriso privo della benché minima gioia, e Hinata, arrabbiata come mai era stata in vita sua, si alzò in piedi con fierezza e strinse entrambe le mani attorno ad una bellissima ed affilatissima katana cerimoniale, custodita gelosamente dal suo clan da generazioni, e, senza indugiare ancora, se la conficcò con un unico e precisissimo affondo nel petto, facendola riaffiorare da dietro la sua schiena. Macchie vermiglie di sangue fiorirono sulle ferite, macchiando il candore del suo kimono, indossato apposta per quella specialissima occasione. Tossì, ed un rivoletto rosso le scese da un angolo della bocca, mescolandosi alle lacrime che ancora le solcavano il volto. Lo aveva fatto, alla fine. E la smorfia di dolore e rabbia e disgusto, che fino a quel momento le aveva occupato il viso, si ritirò piano, lasciandosi dietro un’espressione completamente vuota e priva di emozioni. Hinata lasciando la presa sulla katana si guardò le mani sporche del suo sangue, che continuava ad allargarsi sul suo abito e a colare sul pavimento, e a quel punto iniziò a ridacchiare. Prima un risolino timido, incerto, poi pian piano divenne una risata, folle, completamente priva di senso. Sghignazzava e sputava sangue, e probabilmente avrebbe dovuto rivolgere i suoi ultimi pensieri a sua sorella, ai suoi amici, alla persona che amava, ma non fu così; lei riuscì a pensare ad una sola cosa: l’unica azione coraggiosa che aveva compiuto nella sua intera vita era stata morire. Quel pensiero le rimbombava nella mente, rumoroso e ingombrante, e la intontiva ancor più della perdita continua di sangue. In quel momento la porta scorrevole della stanza si aprì, ed entrò un ansante Neji, che alla vista di Hinata ricoperta di sangue, completamente dissennata, si bloccò sulla soglia. La ragazza, guardandolo, gli rivolse un macabro sorriso insanguinato, si prostrò in un inchino, e cadde a terra. Da quell’inchino non si rialzò mai più. Il suo sangue continuò a sgorgare e ad inondare il pavimento, saturando la stanza col suo acceso colore rosso.

 

BabiSmile

   
 
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