La Lotta
Canzone cantata
Li guardai estasiata.
Sembravano tutti e cinque degli angeli e la voce li rendeva ancora più surreali di
quanto già lo fossero.
Ma sapevo che mi sbagliavo di grosso.
Sapevo che non erano angeli. Sapevo che erano demoni tentatori venuti apposta sulla
terra per infliggermi questa dolorosa tortura.
Ad ogni loro sguardo, sentivo le gambe cedermi. Nessun muscolo era ormai al mio
comando.
Ero letteralmente rapita dai loro movimenti, che solo dopo mi accorsi che il guerriero
si staccò dal gruppo avvicinandosi, nella mia direzione, in modo così provocante che
mancava poco che cedessi.
Era bello, molto bello. Di una bellezza accattivante che ti manda in subbuglio gli
ormoni.
I miei occhi erano ormai ipnotizzati dai suoi movimenti e quando il suo sguardo
s’incateno al mio, tutto intorno a me prese fuoco, tanto che ne rimasi accecata.
La sua camminata era come una danza ai miei occhi.
Mi dimenticai persino di respirare, finché me lo ritrovai di fronte a me che mi
studiava con sguardo famelico.
Stavo seriamente per cadere nella via del peccato, ma mi fermai appena in tempo,
facendo un passo indietro.
Vedendomi titubante, posò una sua mano gelata sul mio collo, spingendomi
dolcemente verso di lui.
Eravamo uno di fronte all’altro. Sentivo persino il suo respiro caldo solleticarmi la
mascella contratta per lo sforzo di non lasciarmi guidare dall’istinto.
Data la vicinanza, riuscivo perfettamente a scorgere delle leggere sfumature rosse
sulle sue iridi, nere come la pece.
Come comandata da un burattinaio, affondai la mia mano marmorea sui suoi capelli,
stringendoli delicatamente.
Ma che stavo facendo?? No! Non potevo cedere!! C’era in ballo una famiglia! Non
potevo sacrificarli per una mia stupida debolezza!!
Stavo nuovamente per ritirarmi, quando sentii qualcosa di umido accarezzarmi le
labbra ed ecco che tutti i miei sforzi di allontanarmi da questo demone, nel vero senso
della parola, andarono in fumo. Non mi restò altro che rispondere a quel strano bacio,
dato casualmente ad uno sconosciuto troppo provocante per lasciarlo senza.
Mi lasciai andare in quella danza, chiudendo gli occhi per assaporare meglio il
momento. Talmente non ci stavo più con la testa, sentii persino qualcuno ringhiare in
lontananza. Alquanto strana la mia fantasia! Ero letteralmente andata all’altro mondo,
quando sentii un movimento d’aria accanto a me. Sbarrai immediatamente gli occhi,
svegliandomi dal mio sogno, aspettando il peggio, ma non vidi nessun cambiamento.
Il demone era sempre lì, intento a baciarmi. Spostai lo sguardo senza muovermi e vidi
i demoni pronti ad attaccare i vampiri. Merda!
Spinsi bruscamente il mio baciatore, girandomi verso il combattimento.
Bel tranello quello di sedurmi per giungere al loro scopo!
Un certo senso di nausea m’invase per ciò che avevo fatto e provato, ma lo scacciai
immediatamente. Quel che è fatto è fatto!!
Stavo per accorrere in loro aiuto, dato che era ovvia la loro difficoltà, ma il bastardo
non me lo permise, bloccandomi per il polso e scaraventandomi su una roccia.
Mi ritrovai a terra con una ferita sulla testa dove fluiva un liquido nero, sangue
demoniaco, mortale per chiunque se ne nutriva.
Il guerriero smise di cantare, avvicinandosi verso di me.
Cercai di tamponarli la ferita con la mano, ma mi bloccò, prendendomi per i capelli e
buttandomi ai suoi piedi.
Cercai di girare il collo, quel tanto che potevo, per vedere i vampiri. Cinque erano
ormai a terra, mentre gli altri tre stavano ancora tenendo duro. In lontananza, sentii
uno scricchiolio di ossa seguito da un lamento uscire dalla bocca di una ragazza
bruna che si accasciò immediatamente a terra sofferente.
Dovevo intervenire immediatamente!! Cercai di alzami, appoggiando entrambi gli
arti sull’erba umida, ma venni di nuovo bloccata dal demone che si mise a cavalcioni
su di me, bloccandomi i polsi.
< Non fare la stupida…lascia che finiamo il lavoro, magari poi potrai rimanere con
noi… baci molto bene e sarebbe un totale spreco ucciderti. > sussurrò al mio
orecchio, lanciandomi un occhiata maliziosa.
< Neanche MORTA!! > risposi a denti stretti, lanciandolo in aria con tutta la mia
forza, rimettendomi subito dopo in piedi.
Neanche il tempo di girarmi che me lo ritrovai dietro, imprigionandomi il collo con
una morsa d’acciaio.
< Mossa azzardata ragazzina…che peccato…> sospirò fingendosi frustrato,
mordicchiandomi il lobo dell’orecchio.
Sentii una leggera pressione sul collo e capii le sue intenzioni.
< Addio…> mormorò al vento.
Non potevo morire!! Se non ero morta nell’incidente, non voleva dire che dovevo
morire in quel istante, anche perché non avevo concluso un bel niente.
Istintivamente, presi velocemente il suo braccio, girandoglielo in altezza sulla sua
schiena. Tirai fortemente, finché non sentii l’osso scricchiolare, lasciandolo poi lì, in
agonia. Mi girai di nuovo verso la famiglia, ma questa volta nessuno mi ostacolò.
Li trovai tutti a terra tranne l’angelo, che cercava di tenersi in piedi.
Notai un demone alle sue spalle, pronto ad attaccarlo. Con un balzo gli arrivai di
fianco e con un calcio lo lanciai su un tronco spezzato.
Presi per mano il vampiro, ma venni bloccata dagli altri tre, che si misero a cerchio.
Con uno schiocco di dita, una barriera di fuoco ci circondò tutti e cinque insieme.
Serrai fortemente gli occhi, cercando poi di teletrasportarmi, insieme al vampiro,
fuori, usando le fiamme. Ci riuscii e mi precipitai, sempre mano nella mano con lui,
verso il resto della famiglia. Erano tutti feriti. Dovevo subito portarli in un posto
sicuro per curarli. Notai che il guerriero si rimise subito in sesto, avvicinandosi con
l’altro demone, attaccato sempre da me, in nostra direzione. Erano arrabbiati, molto
arrabbiati! Dovevo escogitare qualcosa prima che ci raggiungessero. Un’idea folle mi
balzo in mente e dato che era l’unica soluzione la misi in atto.
< Focus malefĭcus, remŏves el inimīcus et apĕris en itinĕris secūrus !> recitai la
formula con voce roca e subito dopo apparve una fenice sopra le loro teste, dove vi
esplose il palle di fuoco, bruciandoli vivi.
Mi girai verso l’angelo, che mi guardò estasiato dalla magia appena fatta e vedendolo
ferito sentii lo stomaco contorcersi dalla colpa.
Cercai di non pensarci e gli sussurrai cinque parole: < Pensa intensamente a dove
vivi…> dopodiché gli strinsi la mano per infonderli fiducia nei miei confronti.
Lo vidi chiudere gli occhi concentrato. Rinchiusi in una bolla tutta la famiglia e feci
lo stesso gesto che fece lui, iniziando a cantare.