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Autore: shine_gr    18/12/2010    1 recensioni
…ad invocare il mio perdono,
questa è la mia vendetta,
il mio piatto prelibato
e non voglio rinunciare
al sapore del tuo dolore.
Per niente potrei rinunciare
Al piacere del tuo dolore…
-La vendetta- Alessandro Bianchi
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Successivo alla saga
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Bene ragazze, eccomi di nuovo qui! Mi scuso per tutte voi per aver bloccato per così tanto tempo la FF. Adesso è tutto risolto e finalmente posso dedicarmi ad Abyss, finendola anche su Epf. Spero torniate a seguirmi. Dove eravamo rimasti? Bella, ricattata dai Volturi, adesso fa parte della loro guardia. Edward capendo tutto ciò è andato a Volterra per salvarla ma Bella si rifuitò nonostante volesse con tutta se stessa tornare dalla sua famiglia. Come finirà? Aspetto i vostri commenti ragazze! 

Abyss

Libro secondo

20° capitolo

“Maia, tesoro, perché piangi?”

“ Mi dispiace Bella, mi dispiace. E’ tutta colpa mia, sua.”

“ La smetti di colpevolizzarti per tutto. Non è colpa tua, anzi mi stai regalando un po’ di luce in questa tempesta.”

“ Bella ti voglio bene. Sei più di un’amica per me.”

“ Lo stesso vale per me Maia.”

Passammo quasi tutta la notte abbracciate mentre Maia mi donava il suo cuore.

Le volevo bene a questa piccola creatura, come se fosse mia figlia.

“ come ti senti adesso?”

Si stava riferendo alla telefonate. Come mi sentivo?

Mi sentivo morta dentro, mi sentivo una pianura arsa, senza vita, dopo la telefonata con Edward. Stava male e soffriva, come sto male io e soffro e di questo non mi perdonerò e non perdonerò mai Aro, ma come sempre, ormai queste parole son parte di me, cosa posso fare io? Cosa posso fare io? Niente. Mi sento un pesciolino fuor d’acqua che combatte contro un’aquila. Come posso sconfiggere tutto questo?

Un modo lo troverai figlia mia. Ecco che mia madre veniva a consolarmi sempre nei momenti più giusti. Mi ritornavano in mente i momenti in cui, quando Edward mi ha lasciato, sentivo la sua voce quando compivo qualcosa di stupido ed insensato, adesso sento mia madre quando in me non c’è più un briciolo di speranza.

Ma telefonare a Leah mi ha rincuorato. Lei non credeva alla messa in scena, lei aveva capito e se lei ci è riuscita forse anche gli altri lo pensano e questo mi basta per andare avanti. Ho bisogno di loro, della loro comprensione.

Avrei bisogno del sorriso di incoraggiamento di Carlisle, avrei bisogno dell’energia illimitata di Alice, avrei bisogno del coraggio di Emmet, della forza di Jasper, dell’affetto di Esme, dell’appoggio di Rosalie e dell’amore di Edward e di mia figlia.

Adesso Leah sa tutto e con lei prima o poi tutto il resto del branco e la verità prima o poi si saprà.

E questo mi basta per far germogliare una piccola foglia nel mio arso cuore.

Le telefonerò ancora per sapere come stanno, magari per parlare con la mia piccola stella o con la mia cognatasorella alias veggente. Mi sentivo bene, finalmente. La speranza non è più un orizzonte irraggiungibile ma è a portata di mano, mi basta solo aspettare e in buona compagnia aspettare diventa piacevole.

 

Ritornammo al castello e scoprimmo che le ricerche del giustiziere fallirono miseramente anche stavolta. Aro e Caius erano sempre più intimoriti mentre Marcus sembrava che non vedesse l’ora di incontrare il giustiziere.

Ritornammo alle nostro faccende notturne ed io mi avviai verso la mia stanza contemplando un futuro prossimo con la mia famiglia.

Usai una scorciatoia che Maia mi aveva insegnato quando non ne potevo più delle continue persecuzioni di Felix. Lui aveva capito che quel bacio non aveva significato, ma non si dava per vinto e questo mi infastidiva molto. Ogni sera me lo ritrovavo appostato davanti la mia porta ed ogni sera ero nascosta in questa scorciatoia ed aspettavo che lui se ne andasse.

La scorciatoia però passava accanto allo studio di Aro ma ogni notte lui non c’era mai, ma non questa volta.

“ Aro cosa facciamo?” Questa è la voce di Caius.

“ Fratello non lo so. Dobbiamo scoprire chi c’è dietro questi attentati. E’ un vampiro sicuramente e da quel che sta facendo anche molto potente. Potrebbe entrare nella guardia.”

“ I nostri amici muoiono Aro e tu pensi sempre e solo ai tuoi scopi.”

“ Mia caro Marcus ma cosa ti è preso in questo periodo?”

“ Non ci sto più ai tuoi giochetti Aro, non sono come te io. Non lo accetto più.”

“ Fratello?” Esclamarono in coro Caius ed Aro.

“ Che c’è? State programmando la mia morte, così come avete fatto con Didyme e tutti gli altri?”

“ Capisco, ancora con questa storia fratello?”

“ Non chiamarmi fratello, questa non è una famiglia., io non voglio più farne parte.”

“ come osi dire queste cose. Ti abbiamo accolto nella nostra famiglia ti abbia considerato e tutt’ora come un fratello. Sei nostro fratello e non potremmo mai farti del male.”

“ Anche Didyme era tua sorella ma l’hai uccisa.”

“ Didyme non c’entra.”

“ Aro mi dispiace ma non ci sto più. Fai tornare Bella dai Cullen.”

“ Mai Marcus, sai cosa c’è in gioco.”

“ Sempre così. Distruggiamo le vite delle persone per i tuoi scopi. Lei non lo merita, è buona.”

“ Marcus qualunque cosa tu pensi di Isabella a me non importa. Lei ci serve, è un portatore. Possiamo vivere in eterno con lei al suo fianco.”

“Io non voglio più vivere?”

“ Marcus cosa stai dicendo?”

“ Questo è l’inferno delle antiche scritture, questi bisogni animaleschi, questa smania di potere, questi dolori, tutto questo è l’inferno. La morte è il paradiso ed io non vedo l’ora di morire.”

“ Marcus spero che prima o poi tornerai nella retta via. Comunque il caso di Bella è chiuso. Lei deve stare qui.”

“ Io non ci sto più.” E dicendo questo si è alzato e se n’è andato sbattendo la porta.

Perché dovevo sempre assistere a queste scene in cui le mie domande si facevano sempre di più?

Domande soprattutto che ancora non sono riuscita a dare una risposta.

Prima o poi dovrò ringraziare Marcus.

 

Un altro giorno era passato e come sempre passai tutta la mattinata allenandomi con Renata.

Nel nostro primo incontro non avevo capito quanto in realtà lei fosse forte ed esperta. Mi ha insegnato tante cose sul mio scudo.

Fine mattinata venne Jane e mi sfidò ad un duello.

“ Bella che dici se io e te ci sfidiamo?”

“ Ma certo Jane non vedo l’ora.”

“ Un duello corpo a corpo dato che io su di te non posso usare il mio potere.”

“ Non chiedo di meglio.”

La stanza si popolò in un secondo mentre io e Jane ci misimo in posa.

Anche se lei erano una fanciulla con un corpicino esile ed elegante possedeva una forza ed una tecnica da non sottovalutare ma passare pomeriggi interi a combattere con Felix a qualcosa era pur servito e poi questo era un buon modo per cercare di provare il mio scudo.

Si mise in posa e si scaglio subito contro di me. I nostri due corpi volarono e mi schiantai contro il muro facendogli un buco. Non mi feci male e mi rialzai senza sforzo mentre un ghigno iniziava ad apparire sul volto di JAne.

“ Ci vuole molto per mettermi K.O. JAne.”

“ Oh Bella questo è solo l’inizio te la farò pagare per tutto.”

Sentì il suo ringhio e il suo pugno arrivarmi dritto nello stomaco mentre mi piegai in due per il colpo. Alzai subito la testa con tutta la forza che avevo in corpo e scagliai Jane per aria. Con una doppio giro in aria si mise in equilibrio sul candelabro della  sala.

“ Bene, si fa più interessante.”

“ Adesso basta giocare.”

Rimasi immobile aspettando il colpo di Jane e controllando il mio scudo.

LA bolla è sempre li con me, ma dovevo dargli più spessore, dovevo renderla più dura. Mi concentrai respirando a fondo e chiudendo gli occhi, non ne avevo bisogno per sentire arrivare Jane. Sentivo il mio scudo come un corpo vivo che pulsava, aveva bisogno di più energia. Me lo modellai in corpo come una seconda pelle al momento giusto spero di attutire il colpo.

Jane partì all’attacco e vidi la traiettoria del suo calcio verso la mia anca. In quella zona concentrai tutta la mia forza.

Bloccai il colpo di Jane, scagliandola lontano.

Lei rimase interdetta per una frazione di secondo ma ritornò alla carica, questa volta era un pugno dritto in faccia. Anche questa volta concentrai la forza sul mio volto ma diminuendola in modo da non scagliare Jane troppo lontano. Così accadde riuscì ad attutire il corpo e riuscì a distrarla quel tanto che bastava in modo da infliggergli il mio colpo.

Sentì il suo lamento e il suo sguardo non divenne più beffardo ma veramente dedito allo scontro.

Continuammo così per tutto il pomeriggio, volteggiando nella sala e affinando questa nuova capacità del mio scudo. Ne restavo sempre più strabiliata.

Adesso però mi stavo stufando ed iniziavo a schivare i suoi colpi, saltellando e volteggiando per tutta la stanza mentre gli altri vampiri rimanevano strabiliati da questo incontro.

“Perché mi odi così tanto Jane?”

“ Perché tu hai tutto ed io non ho mai avuto niente e quel poco che ho tu vuoi portarmelo via.”

“ Ma cosa stai dicendo? Cosa di dovrei portare via?”

“ Felix, le attenzioni di Aro, io sono la sua perla, io, io, io e nessun altro. Quella volta che ti ha regalato la collana. Quella era un mio regalo verso di lui e lui l’ha donato a te.”

“ Ahahah stai dicendo veramente. Non mi importa niente di Felix e tanto meno delle attenzioni di Aro, anche se lui mi riterrebbe un verme, anzi ne sarei felice perché sicuramente non sarei qui.”

Si fermò e mi guardò. “ Stai male?”

“ Si sto male. Ma i nostri combattimenti mi fanno bene.”

E continuammo mettendoci più impegno.

“ Basta.” Urlò Afton che entrò nella sala.

Sia io che Jane ci fermammo anche se lo sguardo di Jane rivoltò a lui sembrava più di sfida.

“ Cosa vuoi Afton?”

“ Aro chiede di incontrare tutta la guardia reale. Gli altri tornino ai loro posti.”

Io rimasi ferma non sapendo cosa fare, mentre Afton si avviò verso l’uscita.

“ Bella cosa fai?” Mi chiese Jane guardandomi di sottecchi.

“ Devo venire pure io?”

“ Secondo Aro fai parte dalla guardia no? Quindi devi venire. Se Aro non ti voleva, Afton lo avrebbe detto.”

Sia io che lei eravamo impeccabili, era come se abbiamo passato il pomeriggio a prenderci il thè invece di combattere. Quello scontro mi aveva davvero fatto bene. Avevo scatenato tutta la mia rabbia pregressa e mi sentivo un po’ più rilassata.

Arrivammo nel salone delle riunioni e al suo interno c’erano proprio tutti.

Jane si avvicinò al suo gemello Alec porgendogli la mano. All’estrenità della sala c’erano Heidi, Chelsea, Italo più affascinante che mai, Pavel e Renata, che dopo i nostri allenamenti tornava ad avere uno sguardo addolorato a causa della morte di Santiago, suo compagna.

Al centro della sala e seduti sui troni c’erano Marcus, Caius e Aro mentre ai lati c’erano Felix e Demetri. Dietro Aro c’era Maia.

La guardai e lei guardò me, strizzandomi l’occhio. Cosa voleva dire quel gesto?

“ Siete tutti qui miei cari amici?” disse Aro aprendo le sue braccia e facendo i suoi soliti discorsi melliflui.

“ Si, signore.” Risposero tutti in coro tranne me e Maia.

“ Bene, carissimi. Vi ho convocato per parlarvi di alcune cose importanti per me e ci tengo che voi ne veniate a conoscenza.”

Rimasi tutti attenti aspettando che continuasse.

“ Innanzitutto ancora di questo strano vampiro non ne sappiamo niente, inizialmente non sembrava una minaccia dato che attaccava i soldatucci, ma dopo la morte di Santiago e Fabian, tutti noi dobbiamo stare molto attenti. Mi dispiace per la loro morte ma si sono sacrificati per un bene supremo.”

Renata si accasciò a terra tra i piedi di Aro.

“ Aro, mio signore, dammi la morte, fammi andare dal mio compagno.”

“ Mia cara non devi cercare la morte ma la vendetta.” E dicendo questo la fece alzare accarezzandole il volto.

“ Si, mio signore.” E ritornò al posto.

“ Secondo, stanno succedendo strane cose in africa, nei pressi del Clan di Amun. Felix, Jane, Alec e Demetri voi andrete a darvi un’occhiata con discrezione.”

Cosa succedeva nel Clan di Amun?

“ Ultima notizia che vi dovrò dare. In questi due giorni, io con mia figlia e scortato da Italo partiremo per l’America del Sud. Non so quando torneremo ma sarete sotto il controllo di Caius, lui mi delegherà in questa mia assenza. Per il resto i continui sopraluoghi e tutte le altre mansioni sono come sempre sotto il controllo del nostro fidato Pavel. ”

Senza Aro e con metà della guardia a Volterra. Forse questa era la volta buona per scappare.

Ma Maia? La guardai e mi sorrise raggiante.

“ Ci vediamo stasera.” Mi disse e son sicura che solo io ero riuscita a sentire queste parole.

Acconsentì abbassando la testa.

 

La riunione finì e fui la prima ad uscire. Mi diressi verso la mia stanza ed aprendo la porta, seduto su una sedia vi trovai Italo.

“ Bella…” mi salutò con la sua voce sensuale.

“ Italo che ci fai qui? Cosa vuoi?” Chiesi sconvolta e infuriata. La parola privacy a Volterra non esisteva?

“ Scusami se ti ho turbato ma volevo salutarti. Sai domani mattina partiamo e ci tenevo.”

“ Ah.” Riuscì solo ad esclamare mentre lui si avvicinava pericolosamente a me. Ma perché questo vampiro mi scuoteva di dentro? Perché emanava erotismo?

Arrivò davanti a me e prese una ciocca dei miei capelli annusando il mio profumo. “ Lo sai che hai un odore buonissimo?”

“ Me l’hanno detto in molti, sia da umana che da vampira.”

“ Me l’hanno raccontata la tua storia da umana e devo dire che mi hai affascinato molto.” Mi disse interessato mentre mi scrutava con quei occhi neri.

“ E tu? Come sei finito qui dentro?”

“ Eh la mia storia è semplice e non emozionante come la tua.” Mi disse regalandomi un sorriso lucente.

“ Beh sono curiosa.”

“ Abitavo a Firenze e per professione sono stato un modello. Anche da giovane e pieno di brufoli attiravo le ragazze e come la gente mi diceva: - Sei bello.- . Ma non avevo solo la bellezza, ero intelligente, di una bravura strabiliante e riuscivo a cambiare il corso delle cose, non so spiegartelo.

In una sfilata incontrai una giovane, bellissima. Pelle chiara, la sua pelle era lucente e incantevole come il chiarore di luna, la chioma morbida e bionda le scendeva fino alle spalle, in poche parole me ne innamorai subito. Non mi resi conto del pericolo che incorrevo ma mi trovai a fare l’amore con questa dea e mentre eravamo avvolti dalla passione lei mi morse. Si sentiva colpevole per quello che aveva fatto e mi ha lasciato nella mia stanza per 3 giorni a soffrire e a chiamare la morte. Divenni un neonato e creai un po’ di scompiglio a Firenze, i Volturi mi presero e Aro notando le mie capacità mi offri un posto nella sua guardia e non sapendo dove andare ho accettato.”

“ Capito.” Riuscì a dire solo.

“ So che tu consideri i Volturi come dei tiranni ma loro in questi anni mi hanno dato un tetto.”

“ Stai cercando di farmi cambiare idea su di loro? Italo capisco le tue scelte ma io conosco i Volturi meglio di te, fidati.”

“ Ci ho provato io.” Disse sorridendo.

“ Che ci andate a fare in America soprattutto con Maia?”

“ Non lo so. Penso che solo Aro sa cosa deve fare.”

“ Capisco. Grazie Italo.”

“ E di che Bella. Tu mi stai simpatica, mi ricorda tanto quella vampira il tuo sorriso. Spero che al mio ritorno diventeremo amici.”

Ma perché tutti a me? “ Amici lo siamo già.”

“ Si certo. A presto Bella.” E dicendo questo se ne va’.

Decisi di andare a caccia, magari allontandomi dai boschetti della toscana in modo da trovare qualcosa di più sostanzioso.

 

Tornai in tempo per farmi una doccia e poi andare all’appuntamento con Maia.

Arrivai alla torre e Maia era già li ad aspettarmi.

“ Bella.”

“ Maia.” Corsi ad abbracciarla. “ Perché parti con Aro?”

“ Lui ma l’ha chiesto anche se non so il perché. Con lui distante e con mezza guardia lontano puoi provare a scappare Bella.”

“ Lo so ma non voglio andarmene senza di te.”

“ Non essere sciocca. Tu non puoi stare qui, devi stare con la tua famiglia, con i tuoi cari. Io invece no.”

“ Tu ormai fai parte della mia famiglia.”

“ Bella, credimi vorrei tanto ma Aro non me lo permetterebbe mai. Adesso capisco tante cose, adesso so perché ancora non sono morta.”

“ Maia ma che stai dicendo?”

“ Vivi felice Bella questa vita e pensami ogni tanto, io ti penserò sempre, sei come una mamma per me.”

“ Come può una madre abbandonare una figlia?”

“ Trova prima o poi la forza. Ti voglio bene Bella, adesso vado. A presto.”

Mi abbraccio. Accarezzandole i capelli e dandole un bacio nella guancia le dissi: “ Ti voglio bene figlia mia.”

Con qui occhi pieni di lacrime se ne andò. Rimasi ancora un po’ io su quella torre, ripensando al destino che mi toglie tutto ciò a cui io voglio bene. Maia se n’è andata, perché? Cosa ha scoperto?

Sarei riuscita a portarla con me. Non potevo lasciarla qui, ma adesso era ora per me di pensare ad un piano.

 

Arrivò la mattina ed io mi sentì nuovamente sprofondare senza la presenza in questo castello di Maia. Ma dovevo sopravvivere, la libertà era vicina, o almeno spero.

   
 
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