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Autore: Pleasance Carroll    18/12/2010    2 recensioni
ciao a tutti!questa è la 2 storia che scrivo su Twilight abbiate pietà di me non sono molto brava...comunque mi è venuta in mente rileggendo BD...Didyme,la moglie di Marcus,mentre è a caccia trova una bambina che decide di chiamare Erice,in onore del luogo dove si è cibata dei suoi genitori,ed in effetti,portata agli anziani è questo il destino che decidono anche per lei una volta cresciuta ma... possibile che un'umana possa diventare "discendente"dei Volturi?leggete e fatemi sapere!a proposito mi dispiace per il rating,non sono molto pratica ma spero di avrci azzeccato...
Genere: Romantico, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo XVI

La verità

 

L’aereo decollò librandosi elegantemente in aria. Il cuore di Erice perse un colpo e lo stomacò le salì fino in gola, restando incastrato lì; subito, mossa dall’impeto della sorpresa- solitamente causata in tutti, dallo sperimentare ciò che è nuovo- la mano della ragazza corse a stritolare, nella sua stretta umana, le lunghe, gelide dita da pianista del vampiro vegetariano che le stava accanto. Logan voltò verso di lei, il suo bel viso pallido e affusolato, la fissò sorpreso, poi, dopo averle sorriso dolcemente, le carezzò una guancia rosea e la invitò a posare la testa riccioluta sulla sua spalla marmorea, mentre le sussurrava:

-         È una novità per te, vero? Ci aspettano quasi dodici ore di volo: ci farai l’abitudine…-

L’umana si irrigidì appena, vergognandosi della sua reazione, ma dopo alcuni profondi respiri, ogni tensione iniziò ad abbandonarla e s’arrischiò delicatamente a sorridere, dal momento che le stavano tornando in mente i tanti ricordi che l’avevano portata a prendere quella decisione…

Per una lunga, interminabile settimana- dopo aver ricevuto la lettera di Eleazar- infatti, Erice aveva impiegato molto del suo tempo- perdendo anche qualche ora di sonno- a riflettere su come lei e Logan sarebbero potuti giungere in Alaska nel minor tempo possibile, e soprattutto, senza attirare l’attenzione dei Volturi che, di certo, la stavano ancora cercando: il suo amico vegetariano aveva proposto di attraversare l’Atlantico a nuoto, ma aveva immediatamente ritirato l’idea, una volta resosi conto che, tra i due, era lui l’unico che poteva permettersi di non respirare sott’acqua; c’erano anche state decine di altre pensate(una pi particolare dell’altra), alla fine, tuttavia- in accordo- i due avevano optato per salire sul primo aereo che li avesse portati nella città pi vicina al confine tra Canada ed Alaska e, una volta lì, avrebbero proceduto a piedi- o meglio, Logan avrebbe corso, e lei gli sarebbe stata aggrappata alle spalle- fino a dove Eleazar abitava. Ma…dopo che fossero riusciti ad arrivare, il vampiro che era stato un componente della Guardia, le avrebbe creduto?

Il tocco quasi soffiato di una mano fredda risvegliò la ragazza dalla sua unica preoccupazione, facendola sobbalzare ma, scrutati in un secondo gl’impensieriti occhi dorati di Logan, realizzò che il respiro le si era fatto affannoso ed abbassò lo sguardo, quasi per scusarsi.

-         Erice, rilassati. Ti prometto che andrà tutto bene. Nel frattempo, perché non trovi qualcosa che ti tenga occupata?- le consigliò il vampiro guardandola intensamente, mentre, grazie al suo udito finissimo, ascoltava le pulsazioni del cuore di lei, che tornavano a regolarizzarsi. Non c’era stato bisogno che aprisse bocca perché lui aveva compreso alla perfezione il suo timore. Nei giorni precedenti, infatti, ogniqualvolta l’avesse scorta imprigionata nel suo silenzio denso di paure, l’aveva esortata a non farsi schiacciare da quelle, bensì a combatterle.

Ed ora, molto probabilmente, stava di nuovo lasciando che questa la soffocassero, perché non si calmava, anzi, sembrava sull’orlo delle lacrime così, dopo un sospiro rassegnato, Logan ebbe un’idea…

Nella frazione di secondo in cui battè le ciglia, la ragazza si ritrovò tra le mani una penna ed un foglio di carta e, con un’espressione commossa notò con la coda dell’occhio che Logan le sorrideva incoraggiante e, subito dopo, si ritirava con discrezione verso il finestrino, per lasciarle un po’ di tranquillità ed intimità.

Erice Volturi, in quel momento si sentì nuovamente sola ed ebbe paura: il cuore le si rannicchiò nel petto fino a compattarsi tanto da somigliare ad un buco nero, doloroso e pesante. La spaventava non poco doverlo aprire per far sì che tutto ciò che provava si tramutasse in parole; tuttavia, sapeva che c’era un unico vampiro che avesse mai veramente amato e conosceva anche la profonda urgenza del suo bisogno di fargli arrivare la verità. Perciò, si fece coraggio e lasciò scorrere la penna finchè l’inchiostro nero non prese la forma delle sue emozioni, e la carta vibrò delle sue stesse passioni.

 

Amore mio,

mi manchi immensamente.

Mi dispiace di averti deluso ed abbandonato in quella putrida fossa di serpi bugiarde che non sicuramente non fanno altro che instillare in te, infidi dubbi su di me: non avrei mai voluto. Perdonami.

Il mio desiderio invece, era che vivessimo ogni secondo, che superassimo ogni cosa, insieme, ma sono stata costretta ab alto a lasciare la nostra amata Volterra.

Spero che le menzogne di coloro che servi non ti abbiano indotto a perdere l’immensa fiducia che hai nei miei confronti, quella stessa che, ogni giorno- nonostante le mie mille paure- mi spinge a continuare la mia missione per ristabilire la verità. Ti vorrei al mio fianco, vorrei trovarmi tra le tue braccia, ma non posso permettere che tu corra dei pericoli a causa della mia innocenza rinnegata.

Non ci sono scusanti per il mio comportamento, lo so, e se non riuscirai a perdonarmi, lo capirò, come saprò anche, se le mie parole sono arrivate troppo tardi, perché hai perso la fiducia in me.

Ma, se non è così, oso sperare che non sia stato istillato in te tanto odio da farti arrivare a bruciare questa lettera, prima di leggere queste parole: ti amo, Santiago. Ti amerò sempre.

Ti sto parlando con il cuore e mi auguro tu sappia che questa è l’unica verità; spero tu lo senta, anche se nel tuo cuore non fosse rimasto nulla- oppure sopravviva anche solo un briciolo- del grande sentimento che ci univa.

                                                                                                                               Per sempre tua,

                                                                                                                                      Erice

 

La ragazza la rilesse un’ultima volta e, non appena si rese conto di quanto quel foglio fosse simile ad uno specchio del suo cuore, trattenne a stento le lacrime. Non diede però, tempo a Logan di consolarla perché, un attimo dopo, l’aereo atterrò ed i due misero piede nell’ultima cittadina canadese, al confine con l’Alaska, che stava per essere avvolta dalle prime, fredde spire del buio.

Una volta allontanatisi discretamente dall’aeroporto e dalla zona abitata, bastò un’occhiata dorata di Logan perché Erice gli si raggomitolasse sulle spalle; così, insieme, si tuffarono negli ultimi folti boschi verde bottiglia del Canada, che nascondevano alla vista i primi ghiacci dell’Alaska, che stavano per essere abbracciati dall’oscurità.

Erice, per un po’ viaggiò con la bocca spalancata per lo stupore- la realtà che le sfrecciava attorno in tante macchie di colore, la faceva sentire parte di un grande quadro- poi però, d’un tratto, pur sapendo che la velocità cui Logan viaggiava, ed il suo potere, attivo, li rendevano praticamente invisibili; la tensione s’impadronì di lei e le impose di fare sempre gli stessi gesti: voltava indietro la testa, come per assicurarsi che(nonostante non vedesse nulla) da un angolo non sarebbe sbucato da un momento all’altro, qualche vampiro per tender loro un agguato. Oppure, con una mano, si toccava la giacca, all’altezza del cuore, dove aveva nascosto la lettera indirizzata a Santiago, che non aveva avuto il coraggio di affidare al vento, per paura che potesse essere recapitata a qualcun altro.

Presto però, tutte quelle paranoie si dileguarono a causa delle ventiquattro ore precedenti in cui non aveva chiuso occhio, e la stanchezza la vinse, facendo sì che fluttuasse nel mondo dei sogni mentre Logan vegliava su di lei.

 

Possibile che stesse ancora sognando? Il magnifico spettacolo che le si presentò dinnanzi, le svuotò in breve tempo la mente ed in quel momento, quello era l’unico pensiero che le vagava nella testa: stava davvero vivendo la realtà, o tutto ciò che vedeva era un sogno?

Logan l’aveva svegliata dolcemente ed ora, le stava di fronte, parlandole; ma lei non riusciva a concentrarsi su ciò che il vampiro diceva, perché era rapita dai riflessi roseo-dorati dell’alba che stava sorgendo all’orizzonte e che, sfiorando la pelle d’alabastro del suo amico, lo facevano somigliare ad un’aurora boreale. Ma non era tutto! Persino l’immacolata collinetta su cui si trovavano, bagnata dallo scintillio iridescente della belle di Logan, brillava come fosse un arcobaleno!

La ragazza fece, all’indirizzo del vampiro, un ultimo sorriso radioso poi, decise di prestare attenzione alle sue parole:

-         Siamo arrivati, Erice. Sulla sommità di questa collina c’è la casa di Eleazar: ne ho riconosciuto l’odore dalla lettera che ti ha inviato. Mi dispiace dirtelo, perché non vorrei pensassi che ti sto abbandonando- dal momento che non è così- ma temo sia necessario che ti presenti alla sua porta da sola: ti conosce e si fiderà, altrimenti, vedendomi, potrebbe insospettirsi(dal momento che l’ultima volta che ci siamo incontrati, ero rinchiuso nelle Prigioni di Volterra)e non aver nemmeno voglia di ascoltare ciò che hai da dirgli sulla morte di tua madre. Come ho detto, non ti sto abbandonando: ti avevo promesso che saremmo arrivati insieme alla fine di questo viaggio e così sarà, te lo giuro. Tuttavia, per ora, dovrò allontanarmi per perlustrare la zona qui attorno ed assicurarmi che siamo davvero al sicuro; poi, ti raggiungerò.- promise, prendendo le mani di Erice tra le sue, e baciandogliele con attenzione, sperando che il panico nel respiro di lei si diradasse e, un attimo dopo, svanì, sollevando al suo passaggio una folata di vento innaturale.

Silenzio. Ed un’interminabile, immensa distesa di bianco. Era sola. Erice era di nuovo sola. Ad un passo dal conseguire un altro traguardo, dall’ottenere la sua prima vera vittoria, era stata abbandonata.

Sentiva che da un momento all’altro sarebbe crollata in mille pezzi…non avrebbe permesso a nessuno però- neppure a se stessa- di ostacolarla in quel tentativo di rivendicare la sua innocenza, quindi, nonostante le ginocchia le tremassero, la gola era serrata per il terrore; si costrinse a mettere un piede davanti all’altro, per iniziare a salire quella collina che, seppur dolce, le appariva insormontabile. Ripeteva ossessivamente a bassa voce sempre la stessa frase, nel tentativo di farsi forza:

-         devo parlare con Eleazar, devo far sì che mi creda…-

Ma, quella ripetitività meccanica la portò ad escludersi dalla realtà, la rese cieca in merito a quanto stava facendo e, invece, diede libero sfogo alle fantasie della sua mente spaventata, che le sussurrò, fuorviante:

-         più tempo sprechi qui, a camminare, minore sarà la possibilità che avrai di parlare con Eleazar…e poi, anche se arrivassi da lui, cosa inventeresti per far sì che ti creda, assieme alla sua compagna? Ho paura che lui, visto il suo passato legame con i Volturi, li chiamerà(perché preferirà metter in dubbio te, piuttosto che la loro autorità…)e, una volta che Aro sarà arrivato, metterà fine al tuo atto di ribellione nel peggiore dei modi…così, Didyme sarà morta invano perché tu non sei stata in grado di tener fede alla promessa che le avevi fatto.- era una voce dalla tonalità quasi serpentina, destabilizzante, e rischiò di farla impazzire, tanto che Erice non si rese conto di aver bussato alla porta di una graziosa casetta con i vasi di fiori alle finestre ed il profumo di legno che si spandeva ovunque.

Non capì neppure che le ginocchia le avevano ceduto e che ora piangeva, rannicchiata con la schiena contro lo stipite di quella porta ancora chiusa. Tutto per colpa del suo cervello paranoico, che era sicuro che nessuno le avrebbe creduto, non quando il termine di paragone erano i Volturi! E quindi, adesso, era sicuramente condannata a perdere quell’innaturale caccia senza regole né confini, né una fine, solo perché era un’umana! Se solo ci fosse stato Logan al suo fianco…no! Anche lui l’aveva abbandonata, dopo aver di certo considerato quanto fossero disperate le sue possibilità!

-         Erice…? Sei tu?- una voce titubante, dal timbro profondo, comparve dal nulla e la ragazza, sentendo che qualcuno la chiamava per nome, si sforzò di aprire gli occhi…nonostante la vista appannata dalle lacrime, dopo qualche secondo distinse un’imponente figura, che sembrava essere davvero troppo grande per la porta sulla cui soglia si trovava.

L’umana considerò di doversi gettare ai suoi piedi ed avvinghiarsi alle sue ginocchia come una supplice, ma il freddo dell’ambiente sembrava esserle penetrato nelle ossa. Non riusciva a muoversi, fu solo in grado di bisbigliare appena, con le labbra viola:

-         Eleazar…mi serve il tuo…aiuto…- il suo tono era supplichevole, umido di lacrime e la ragazza se ne vergognò: quanto doveva apparire cambiata agli occhi di quel vampiro che l’aveva, invece, sempre conosciuta come una persona caparbia!

Non vi fu alcuna risposta dalla figura solo un gesto invisibile che fece ritrovare Erice sollevata da terra, il tempo di un battito di ciglia; non seppe dire se le mani che le avvolgevano le gambe e la schiena fossero fredde, fu solo consapevole che in breve venne portata all’interno di un’abitazione che emanava calore. Aveva il viso poggiato contro una leggera camicia, che copriva un petto marmoreo emanante profumo, che Erice riconobbe essere- con un tuffo al cuore- lo stesso di Eleazar.

-         piccola Erice, benvenuta a casa mia. Mi dispiace di non averti aperto immediatamente, ma….non riconoscevo il tuo odore! Sono davvero felice di vederti, ma perché piangevi e come mai Santiago non è con te?- disse il vampiro, con un marcato accento spagnolo.

-         Eleazar…sono dovuta scappare da Volterra e…ho bisogno del tuo aiuto…- ripetè la ragazza in un soffio, con le labbra screpolate. Pur sapendo che non era stato saggio introdurre quelle informazioni, perché di certo l’avrebbero fatto insospettire, e forse non avrebbe avuto la possibilità di raccontargli la verità; l’aver incontrato il suo viso radioso e fiducioso, l’aveva spinta ad aprirsi. Sembrava davvero felice di vederla, almeno quanto pareva realmente preoccupato per la sua situazione attuale!

Erice avrebbe voluto abbracciarlo con gratitudine per la sua sincerità, tuttavia, sentire il nome di Santiago tra le parole del suo amico, le fece provare una fitta lancinante al cuore- come se stesse sanguinando(o forse era la lettera che aveva ancora con sé?)- che la paralizzò:

-         Erice…stai tremando- che ti succede? Carmen, ayudan me!- continuò l’ex componente della Guardia, notando che la ragazza tra le sue braccia, era scossa da violenti tremiti.

l’umana sentì che le lacrime stavano tornando a pungerle, sotto le palpebre e, anche se non riusciva a tenere gli occhi aperti, avvertì del movimento attorno a sé…un secondo più tardi, infatti, si rese conto di esser stata distesa su un divano, davanti ad un fuoco che scoppiettava allegro (doveva esser stato acceso appena un secondo prima ed esclusivamente per lei, probabilmente) nel camino; una coltre morbida la copriva quasi completamente, tenendola al sicuro.

Erice si sforzò di sorridere, piacevolmente sorpresa da tutte quelle premure, ma d’improvviso un pensiero le balenò nella mente e lei si ritrovò a farsi una sola, ossessiva domanda…perché loro e lei stessa, stavano perdendo tempo in quel modo? Lei doveva assolutamente parlare con Eleazar e la sua compagna, e di una cosa molto importante, peraltro! E loro…bhè, sperava le avrebbero creduto…

-         non temere, Erice: ascolterò tutto ciò che avrai da dirmi. Per il momento riposa e rilassati, non appena Tanya sarà andata via, tornerò da te.- le promise lo spagnolo, chinandosi per baciarle la fronte. Lei si coprì le labbra con le mani mentre le guance le si tingevano di rosso, perché aveva capito di aver esposto le proprie paure ad alta voce.

-         Eleazar, amico mio, grazie…- gli sussurrò, afferrandogli un braccio, un attimo prima che se ne andasse.

Da quel momento venne lasciata sola e, per acquietare la paura, riscaldare le membra e calmarsi, rimase ad osservare le fiamme che danzavano attorno a spessi ciocchi di legno, così piccole da non sembrare furbe e invece, erano astute, perché lentamente logoravano i ceppi, assumendo tonalità arancioni e rossastre. Ben presto quella calda tranquillità mutò in torpore ed Erice si ritrovò a chiudere gli occhi, il respiro regolare. Quasi immediatamente, quindi, la sua capacità d’udito si acuì, e captò- attraverso quello che appena un secondo prima le era sembrato un silenzio densissimo- il basso tono tipico dei vampiri:

-         allora Tanya, qual è il tuo verdetto? Potremmo entrare a far parte del clan di Denali?- stava domandando Eleazar, e la ragazza se lo immaginò con il suo solito atteggiamento filosofico, pacato ed aperto, da mediatore.

-         Avete dimostrato di saper fare dei sacrifici, saper sopportare la mancanza del sangue umano a favore di quello animale, e ne ho avuto prova certa proprio ora, che hai soccorso quella ragazza, Eleazar. Siete degni di entrare nel clan di cui sono a capo, ma prima di accettarvi definitivamente, voglio sapere bene come conosci quella…insomma, il suo cuore batte: è un’umana. Come mai siete così intimi, Eleazar? Sai bene quale sarebbe la pena per un umano qualsiasi che conosce il nostro segreto, e…per il vampiro che gliel’ha rivelato. Conosci la legge…- tentennò la vampira chiamata Tanya, con voce squillante, simile a quella di tante campanelle d’argento.

-         Conosco benissimo le leggi dei Volturi, Tanya.- l’ammonì con durezza il vampiro, ed Erice se lo immaginò rigido, con le braccia conserte, che fissava la vampira con gli occhi infiammati.- Comunque, se proprio ci tieni a saperlo, il nome di quella ragazza, è Erice e non hai nulla da temere da lei: è cresciuta tra i nostri simili, a Volterra, da quando era bambina. Il suo destino era quello di sfamarci, quando avesse avuto l’età giusta, ma Marcus e la sua compagna Didyme si sono affezionati a lei a tal punto da volerla “adottare” e chiedere che venisse ammessa nella Guardia. Da allora è fidanzata con Eleazar, un vampiro che faceva parte del mio stesso clan, prima che fosse smembrato e noi entrassimo a far parte del Corpo di Guardia dei Volturi…- le spiegò Eleazar, paziente, e col tono che nascondeva qualche sorriso, a quei ricordi.

Ci fu un secondo di silenzio poi, violento, un ringhio squarciò la calma di quel luogo, tanto che Erice, a qualche metro di distanza, sobbalzò.

-         questo non è…possibile. Non ti credo! E anche se fosse la verità, perché la ragazza poco fa avrebbe detto che è dovuta scappare da Volterra?- li attaccò Tanya. La sua voce trasudava rabbia pura ma poteva dipendere dal semplice fatto che aveva paura di quelle nuove informazioni. L’umana comunque, se la figurò con le labbra che lasciavano i denti scoperti, e sentì una nuova ondata di tristezza che la invadeva.

Le lacrime le appannarono di nuovo lo sguardo ma si sforzò di non fare alcun rumore…che stupida era stata! Con la sua comparsa lì, stava distruggendo la felicità che Eleazar stava cercando di costruirsi. Possibile che minacciasse tutto ciò cui si avvicinava?

No, questa volta sarebbe andata diversamente! Eleazar era stato uno degli amici più sinceri che avesse avuto, e non meritava che la sua voglia di cambiare, di essere migliore- che stava per essere premiata ora che aveva trovato un altro clan di vegetariani- subisse danni o addirittura, venisse distrutta.

-         basta! Non voglio essere di nuovo causa d’infelicità…Tanya, vuoi sapere la mia storia, la mia verità? Te la racconterò. Ma devi promettermi che sarai pronta ad ascoltare qualsiasi cosa…- Erice si sollevò di scatto a sedere, si asciugò in fretta gli occhi arrossati ed incontrò lo sguardo ambrato di una donna dal viso tanto bianco da sembrare di porcellana(come quello di una bellissima bambola) incorniciato da lucenti ricci biondi con sfumature rosa.

-         Ciò che ti è stato raccontato da Eleazar è vero: infatti, dopo esser entrata a far parte della Guardia, ho potuto assumere il cognome dei Volturi e di diventare la compagna di Santiago. È risaputo, però, che Aro mi detesta sia perché ho “travalicato il limite” che mi era stato imposto- e questo è sempre stato inammissibile per lui, in qualsiasi occasione- sia perché…mi crede responsabile della scelta di mia madre Didyme e mio padre Marcus di lasciare la congrega, secondo l’esempio di Eleazar.- confessò la ragazza ma, man mano che continuava, al ricordo della triste sorte che la madre aveva dovuto subire, la voce le si affievoliva.

Improvvisamente, si rese conto di avere tre paia di occhi puntati su di sé: Tanya pareva stupita, come se fosse stata rapita dal racconto di una bella favola; l’alta vampira dai folti ricci scuri e la pelle olivastra che doveva essere Carmen, era orripilata(quasi si aspettasse ciò che sarebbe successo dopo) ma solo Eleazar sembrava tanto fermo ed interessato da pregarla di continuare con un semplice gesto.

-         Aro quel giorno…ha finto di dar loro la sua benedizione per la partenza e…non appena è rimasto solo con Didyme l’ha insultata, accusandola di non capire il grande dono che lui le aveva fatto- rendendola una vampira e dandole la possibilità di far parte del clan più potente, nel mondo dei vampiri- : mia madre gli ha spiegato che, pur essendogli grata, diventare una vampira non era ciò che voleva perché, anche se aveva trovato un compagno, era stata privata della sua femminilità; cosa che sembrava esser stata risvegliata in lei, invece, dalla mia vicinanza…-

-         Perciò, come andò a finire? Da come parli temo che Aro non abbia concesso a Didyme e Marcus di andar via- cosa che, sicuramente, gli avrà fatto guadagnare il loro odio- ma, visto che sei qui da sola, e dici di dover essere “scappata da Volterra” ho ragione di credere che, almeno a te, sia stato permesso di lasciare la congrega…- il vampiro spagnolo non completò la sua ipotesi perché Erice, il viso basso, aveva iniziato a scuotere la testa con tale veemenza da farsi diventare le guance scarlatte.

-         So come andò a finire perché li avevo seguiti, dal momento che mi stavo insospettendo per il troppo tempo che impiegavano.- le lacrime tornarono a scorrerle copiose sul viso. - e l’ho visto…Aro aveva l’anima nera come la pece e…l’ha uccisa, sotto i miei occhi…- Erice si premette le mani sulle labbra mentre veniva scossa da forti singhiozzi.

Tanya fece un sospiro, abbozzò qualche parola con un tono di scuse- che somigliava ad un congedo- e, col passo veloce ma aggraziato lasciò il salotto per rifugiarsi in un’altra stanza, forse per pensare.

-         quando ha scoperto che ero lì, che potevo essere una testimone che, con una parola avrebbe potuto fargli perdere credibilità e potere, ha rubato il mio pugnale e l’ha mostrato a tutta la Guardia per far sì che io apparissi colpevole della morte di mia madre…sono riuscita a scappare- prima di assistere a tutto questo- durante la festa di San Marco ma non oso pensare cosa sia stato fatto a Santiago e a…mio padre(che, ho motivo di pensare, abbia subito una sorta di “annebbiamento” tramite l’influsso del potere di Chelsea.-  la rivelazione di quella verità terminò così, senza preghiere né suppliche ma solo le piccole mani di lei strette a pugno, le nocche bianche- a causa della tanta tensione che a ragazza provava- e le braccia rigide lungo i fianchi. – è la verità, credetemi.- soffiò infine, notando che era nuovamente circondata dal silenzio.

Una leggera risata risuonò nell’ambiente, ed Erice sussultò come se fosse stata bastonata.

-         questo non possibile, Erice. Aro non avrebbe mai fatto del male a sua sorella, né ad uno dei suoi fratelli.- considerò il vampiro spagnolo, guardando quella figuretta che, fragile come un foglio di carta, andava ripiegandosi su se stessa quasi fosse ferita.

-         Aspetta, Eleazar. Pensa alle parole della tua amica e ricorda come avvenne la distruzione del nostro clan. Non sei forse tu che mi racconti sempre che, dopo la rovina del nostro capo clan, hai incontrato lo sguardo di Aro(dalle cui labbra hai udito il nome “Chelsea ”)ed hai immediatamente provato il desiderio di unirti alla sua congrega?- intervenne Carmen, avvicinandosi al suo compagno e guardandolo negli occhi mentre gli prendeva una mano tra le sue.

Eleazar la guardò amorevolmente ma un secondo dopo aggrottò l’alta fronte d’alabastro e…in seguito ogni cosa avvenne in pochissimo tempo: Erice si ritrovò le spalle circondate dalle fredde, belle braccia di Carmen che, per consolarla, le cantava una ninna nanna in spagnolo mentre le sussurrava all’orecchio che le credeva. Il suo compagno, invece, aveva iniziato a passeggiare(con la velocità caratterizzante dei vampiri, però)avanti e indietro per la stanza, le braccia raccolte dietro la schiena; poi, d’un tratto, come colpito da un’illuminazione, annunciò:

-         hai ragione, mi amor. Il potere di Chelsea è un’arma a doppio taglio: può annullare o rafforzare a piacimento i legami interpersonali, e i Volturi ne fanno sistematicamente uso quando, dopo aver sterminato un clan, vogliono appropriarsi dei vampiri dotati, che ne facevano parte. Ti credo, Erice.- fece, guizzando al fianco della ragazza e sfiorandole delicatamente un ricciolo castano.- e, da questa prospettiva sono propenso a distinguere due motivi che hanno spinto Aro a quell’orribile gesto: o ha agito così perché Didyme sapeva troppo in merito ai costumi e agli usi dei Volturi; oppure ha ucciso sua sorella perché…non voleva che Marcus abbandonasse la congrega, dal momento che, altrimenti, avrebbe perso potere…- Eleazar, detto questo, si inginocchiò davanti a lei, e le gettò le braccia al collo mentre la ragazza mugugnava, contro la sua spalla, qualcosa come “ io avevo pensato solo al legame con Marcus, perché si addice molto di più ad Aro, da quello che ho potuto apprendere su di lui…”ed infine, scoppiava a piangere, commossa. Ce l’aveva fatta!

 

Quando finalmente Erice si fu calmata ed ebbe abbastanza curiosità nei confronti della nuova coppia che aveva davanti, da chiedere loro come si fossero conosciuti o qualsiasi altra cosa le venisse in mente…insieme i tre s’erano aperti molto, l’uno con l’altro, ed avevano riso, dimenticandosi quasi della presenza di Tanya; e l’umana era stata un’attenta uditrice di tutto ciò che quei due vampiri avevano voluto raccontarle delle loro avventure, ma aveva anche osservato con occhio analitico, i loro modi di fare, dolci e delicati, così- dopo una fitta al cuore che le aveva ricordato Santiago – decretò che erano davvero fatti l’uno per l’altra.

Ora, sedeva sul pavimento di legno del salotto, tra Carmen ed Eleazar, sorseggiando cioccolata calda e, d’un tratto, il suo amico spagnolo le chiese:

-         se manchi da Volterra da tanto tempo, come hai fatto a sfuggire all’abilità di Demetri?-

-         Ti ricordi il vampiro transilvano che i Volturi catturarono poco prima di battersi con il conte Dracula?- replicò lei, dopo un sospiro, mentre, a disagio(dal momento che avrebbe dovuto rivelare altri segreti) si mordeva le labbra.- ecco…mi sono fatta battezzare e poi l’ho rintracciato perché, grazie a…lui, sono stata praticamente invisibile in questo periodo.- confessò la ragazza, anche se non spiegò quale fosse il potere di Logan.

Non appena incrociò gli occhi neri di Eleazar, notò con dispiacere che il suo bel viso cereo era atterrito e velato di tristezza.

-         e…ti rende…felice?- s’arrischiò a domandarle ancora il vampiro, con fare timoroso.

-         Eleazar, l’unico vampiro che può rendermi veramente felice è Santiago, e lo sai.- lo ammonì lei con un lieve sorriso, dopo aver riso, poiché aveva compreso il vero motivo della sua preoccupazione. – Logan si è solo offerto di proteggermi e di arrivare assieme a me fino all’affermazione della verità. Se non fosse stato per lui, nella situazione di svantaggio in cui mi trovavo, sarei morta dopo pochissimo tempo. Ti assicuro che non è mai accaduto nulla tra me e lui, perché il mio unico amore è Santiago, ed anche Logan ne è consapevole.- gli giurò, fissandolo negli occhi con espressione seria.- anzi, dal momento che ho scritto una lettera per il mio amato, non sapresti darmi qualche consiglio su come potrei fargliela avere, con la certezza che nessun altro potrà leggerla?- s’informò Erice, e stava per estrarre il foglio di carta dalla tasca interna del giubbotto per mostrargliela, quando, all’improvviso, qualcuno bussò alla porta.

La ragazza balzò in piedi in un attimo, mentre Carmen fissava la porta con espressione perplessa ed Eleazar, invece, si irrigidiva.

-         questo dev’essere lui! Logan mi aveva promesso che sarebbe venuto a conoscervi dopo aver dato un’occhiata nei dintorni, per assicurarsi che fossimo al sicuro.- annunciò l’umana e si sorprese a sorridere perché la paura che lui l’avesse abbandonata- assieme a quella di non essere creduta- era stata scacciata.

Quindi, con slancio quella coprì la distanza che la separava dalla porta e la spalancò: il freddo che penetrò in casa spense il fuoco nel camino…

Il cuore di Erice mancò un colpo e la tazza vuota che aveva tra le mani scivolò a terra, producendo un’eco che le parve lontanissima…

Fuori, nella bufera di neve che imperversava, Logan non c’era- anche se lei era consapevole della sua presenza, dal momento che percepiva l’aura del suo scudo. Davanti a lei, stava, invece, un gruppo di vampiri…

-         non pensavo sareste venuti…è quasi l’alba e siete stati davvero tempestivi.- considerò la voce squillante di Tanya, dallo stipite della porta della cucina, cui lei era appoggiata.

Erice fece un gesto millimetrico della testa verso di lei, perché si sentiva tradita, ma la verità era che non riusciva a distogliere lo sguardo dalle quattro figure ammantate, disposte a rombo che, da fuori, la fissavano…l’ultima cosa che ricordò di aver pensato, era che, secondo le parole di Tanya, doveva già esser trascorso un giorno. Poi, tutto ciò che vide, fu il buio…

 

ANGOLO AUTRICE

Buonasera a tutti!

Anche se si sente un’eco assordante, perché manco davvero da parecchio, vi prego non tiratemi i pomodori per la mia assenza. Mi dispiace di non aver postato prima ma la verità era che, all’inizio mi mancava l’ispirazione, e quando sono tornata a scrivere, non trovavo un secondo stiracchiato per passare tutto su pc e postarvi questo nuovo capitolo(che, tra parentesi, vi annuncio sarà il conclusivo di questa ff, ma diviso in due post, per via della prima e della seconda parte).

Allora, che ne pensate? Vi aspettavate che Eleazar avrebbe creduto alle parole di Erice? E che Tanya avrebbe tradito? Chi saranno mai le “quattro figure ammantate disposte a rombo” e sbucate dal nulla?

Vi lascio con gli arrovellamenti di cervello XD

Alla prossima con l’ultimo post!

Un baciotto

Marty23

Ps: vorrei ringraziare le commentatrici.

Ayumi_L: Ciao Ayumi! Ti ringrazio per il tuo commento, come sempre sei immancabile, mi fa sempre piacere leggere quello che pensi.

dunque, passo alle spiegazioni di ciò che mi avevi detto ti era poco chiaro( e non preoccuparti, non sei offensiva!): Erice era stata toccata da Demetri prima di diventare una Volturi, ricordi? Perciò lui poteva rintracciarla in qualsiasi momento in qualsiasi luogo si trovasse, anche se con il vincolo che Demetri poteva "percepire" Erice solo quando lei pensava a Santiago. Siccome mi serviva un modo per rendere definitivamente libera Erice dalla capacità di Demetri di rintracciarla, ho pensato di farla battezzare( e prima ancora farla nascondere nelle chiese)perchè le chiese sono luoghi sacri e il battesimo è un sacramento. Tutto ciò che è sacro rappresenta in un certo senso un "ostacolo" per i vampiri che, essendo con l'anima dannata sono fuori dalla grazia di Dio. Ovviamente il fatto che Demetri non potrà posare gli occhi su Erice è un'esagerazione, (perchè, come hai visto, Logan riesce a guardarla ed a toccarla pur essendo un vampiro)semplicemente, ora la sua capacità di rintracciarla è nulla.

spero di essere stata chiara, altrimenti, dimmelo e cercherò di rispiegartelo J

comunque, spero di non averti deluso, alludendo ai Denali come clan vegetariano e non ai Cullen…

Luce70:ciao Luce! Mi dispiace di avere una presenza così saltuaria e “lunatica” dal momento che, come dici giustamente tu, a volte non ci sono per molto e a volte aggiorno in frettissima! Spero che il capitolo ti sia piaciuto e mi auguro di aver “placato” almeno un po’ la tua sete di romanticismo con la lettera di Erice a Santiago,(anche se non sono sicura che i due si incontreranno entro il prossimo post). Sono davvero curiosa di sentire il tuo “verdetto”. J

 

A proposito grazie ad ognuno di voi, per l’infinita pazienza che avete dimostrato!

  
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