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Autore: phasesofthemoon    18/12/2010    5 recensioni
“Sei uno stronzo, Jacob Black ” La sentii mugugnare mentre si stringeva più forte contro il mio petto.
In quel momento ogni sua offesa era vana per me.
“Perché ti sono mancato,Nessie?” Le sussurrai la domanda all’orecchio, una delle mie due mani la accarezzava dolcemente i capelli.
Lei sussultò e si allontanò lentamente da me.
Era bellissima anche con gli occhi arrossati.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Capitolo 7
 
Codardo
 



Raccolsi con la bocca i jeans che mi erano stati portati e una volta nascosto dietro il cespuglio mi nascosi dietro un cespuglio e mi rivestii.
Quando uscii dal cespuglio in forma umana Sam, Paul e Seth erano seduti su un masso, con i volti scuri, in silenzio.
Avevo un enorme taglio sul braccio destro e sulla pancia.
Ad una persona normale sarebbe dovuta uscire una quantità copiosa di sangue, ma ora la ferita sembrava vecchia di parecchi giorni.
“Jacob…” Mormorò Sam dispiaciuto, mentre incrociava le braccia la petto.
Non avevo voglia di restare lì un attimo di più.
Tutto era surreale.
Volevo scappare.
Scappare via come il peggiore dei codardi.
“Ho bisogno di…pensare”
Le parole uscirono da sole e le gambe presero a muoversi da sole verso una direzione qualunque.
Volevo abbandonare la situazione.
Ero un codardo in quel momento.
Sono un codardo.
 
Non so per quanto corsi, non mi venne nemmeno la voglia di ritrasformarmi in un lupo.
Forse corsi le ore, era una cosa naturale, istintiva, non ero stanco.
Il bosco era fitto e il sole era diventato di un delizioso arancione-rosato, le ombre sempre più lunghe e le sporadiche nuvole avevano preso un colorito opaco.
Mi spogliai di tutto e mi trasformai in un lupo per prepararmi alla nottatata.
Erano anni che non perdevo così il controllo,insomma,ormai ero licantropo da molto tempo.
Quel bacio mi aveva fatto perdere la testa.
Avevo voglia di piangere, piangere fino a consumare le lacrime.
Ma di lacrima in quel momento non ne usciva nemmeno una.
Volevo stare da solo.
Mi rannicchiai e aspettai il buio, che arrivò prima del previsto.
Passarono due giorni in totale solitudine.
Ero già scappato una volta.
Per Bella.
Forse scappare non era il modo per risolvere i problemi, maledizione.
Era il modo per essere codardi.
Mi ritrasformai in umano e presi a correre lasciandomi cullare dalla brezza di quella mattina.
 
 
Era così strano non riuscire a pensare a nulla e avere una sola immagine stampata nella mia fottuttissima testa.
Lei.
Pensavo alle parole di Edward: “Tu devi lasciarla libera di scegliere!”
Scegliere!
Come potevo non morire dopo averla vista baciare quel mostro.
Come potevo non morire dopo quello che era successo.
La morte sarebbe stata una soluzione indubbiamente facile.
Mi sentivo un po’ Edward e le sue manie spastiche da vampiro.
Rinsavii e scoprii di non avere forse tutto quel coraggio di ritornare,ma soprattutto di dare delle spiegazioni per quel gesto.
 
“Jacob” La voce di Leah era inconfondibile e sprezzante.
Mi voltai di colpo spaventato e sorpreso come non lo ero mai stato.
“Vattene!” Le risposi brusco e mi fermai qualche istante a guardarla.
Sembrava furiosa.
Ma furiosa per cosa?
Cosa gliene importava a lei?
“Sei un codardo!” Mi disse lei con un ghigno,teneva le braccia conserte e mi fissava in modo irritante.
Le sue parole mi trafissero con una lama e non potei ribattere.
Era vero.
“Vattene!” Ripetei cercando di mantenere un tono rude.
“Sai dirmi solo questo? E non venire a dirmi la balla che la ami…” Aggiunse tagliente lei e si avvicinò di qualche passo guardandomi sempre dritto negli occhi.
Da quando Leah si interessava di me e della mia vita?
Stupida patetica,ragazzina.
“Tu non sai nulla” Sibilai e cercai di reprimere una rabbia che nasceva dal cuore.
“Non so nulla?” Leah si fece vicino.
Ero troppo alto per lei.
Era uno scricciolo in confronto a me.
“Io non sono cieca,Jake! Ti conosco da fin troppo tempo ho imparato a guardarti e a guardarla! E dovresti vedere la tua faccia! Tu soffri e non saresti dovuto scappare via”
“Sei venuta qui per cosa? Non ho voglia di sentire le tue sagge cazzate,non mi interessano e smettila di fare la saputella” Le urlai ad un centimetro dal viso.
Mi aveva davvero rotto.
Cosa gliene fregava a lei?
“Forse tu non ci crederai,ma io,io ti voglio bene come ad un fratello. Mi scoccia vedere che lei ora piange perché tu sei un cretino! Mi scoccia vedere che tu stai soffrendo come un cane per Nessie! Mi da’ fastidio,voglio che anche tu sia felice”
Non credevo alle mie orecchie.
Non pensavo seriamente che Leah avesse un cuore.
Non pensavo che potesse pensare a me come un fratello.
La guardai in modo diverso e cercai di reprimere la voglia di abbracciarla.
Mi voltai.
Le sue parole risuonavano come tamburi.
Nessie piangeva per me.
Era tutto un gran casino.
“Dove vai?” La sua voce si fece più lontana,lei era più lontana da me.
“Vado.” Risposi io con un tono grave.
Non volevo sapere come mi aveva trovato,non me ne fregava.
Volevo andare via da lei e dalle sue parole così reali.
“Non fare cazzate” Mi pregò lei,ormai la voce rimbombava.
Mi limitai ad alzare le spalle e a cambiare direzione.
Non avrei mai ammesso davanti a Leah che aveva ragione.
Non avrei mai ammesso che sarei tornato a casa per quello che mi aveva detto.
Di certo,non avrei mai ammesso che le ero grato.
E corsi cambiando direzione e allontanandomi da Leah il più possibile.
 
E corsi,non volevo trasformarmi in lupo.
Se gli altri mi stavano cercando di certo erano in forma di lupo e avrebbero sentito i miei pensieri.
E io non volevo.
Almeno non per ora.
Non mi ricordo neanche come fu possibile, so solo che dal folto della foresta, uscì una figura che meglio non potevo conoscere:
Renesmee.
Renesmee?
I capelli erano mosci e raccolti in una coda disordinata, gli occhi spenti, le guance rosse, il respiro irregolare, i jeans strappati.
Era magnifica, anche così.
Cosa ci faceva lei qui?
Come aveva fatto a trovarmi?
Ero terrorizzato.
Respirava piano, misurandosi, gli occhi fissi sui miei, le braccia lungo i fianchi.
“Jacob Black”
La sua voce da sempre dolce e cristallina era cupa e spezzata.
I suoi occhi magnetici bloccarono i miei e non riuscii a toglierglieli di dosso.
Non volevo parlare, non volevo dirle neanche una parola.
Si avvicinò a me lenta e inesorabile, i muscoli del viso tesi e le labbra corrucciate.
E…sciaff.
Non fece tanto male lo schiaffo, ma il gesto in sé.
Un dolore al cuore.
No l’avrei toccata mai, neanche con un dito.
Incassai il colpo e la guardai,sfinito.
I suoi occhi era gonfi di lacrime, luccicavano.
Si costrinse a non piangere e rificcò dentro le lacrime,senza evidentemente riuscirci.
Poi sentii le sue braccia le mi cingevano il collo in un abbraccio, il suo corpo in stretto contatto con il mio, il suo viso sul mio petto.
E le lacrime calde che bagnavano il mio petto nudo.
Non feci altro che stringerla tra le mie braccia, accoglierla e rispondere all’abbraccio con amore e delicatezza.
Poggiò la sua mano sulla mia guancia e vidi proiettati i suoi pensieri : erano dolorosi, lei che piangeva dopo che me ne ero andato, i vampiri che se ne andavano, Bella che la stringeva tra le sue braccia, i lupi spaventati, e una corsa tra gli alberi.
Sospirai e la strinsi più forte.
“Sei uno stronzo, Jacob Black” La sentii mugugnare mentre si stringeva più forte contro il mio petto.
In quel momento ogni sua offesa era vana per me.
“Perché ti sono mancato?” Le sussurrai la domanda all’orecchio, una delle mie due mani la accarezzava dolcemente i capelli.
Lei sussultò e si allontanò lentamente da me.
Era bellissima anche con gli occhi arrosati.
“Solo con la tua assenza ho capito quanto sei importante per me.” I suoi occhi indugiavano sui miei, improvvisamente si era fatta imbarazzata.
E tu non lo sai, Nessie, quanto lo sei per me; avrei voluto dirle.
“Insomma Renesmee” Presi un respiro “ Sono solo il tuo migliore amico…” Mi schernii abbassando ora io lo sguardo.
“Jacob” Richiamò la mia attenzione con un sussurro, potevo sentire il suo alito sulla mia pelle.
Alzai a fatica gli occhi.
Non so se sarei riuscito a vivere sapendo che probabilmente non mi avrebbe mai amato.
Si avvicinò e portò la sua mano destra dietro la mia testa e mi accarezzò il collo.
Fu tutto automatico.
B a c i a l a.
Urlava la parte impulsiva,umana e meditabonda di me.
Tutto era in perfetto accordo, finalmente.
E quando sentii le sue labbra sulle mie, il suo sapore, la sua lingua, il respiro accelerato, le miei braccia che la stringevano e le sue che si aggrappavano al mio collo, bhè, mi sentii in paradiso.
Quando ci staccammo mi sembrò che il mondo fosse capovolto.
Lei mi guardava, senza imbarazzo,con un espressione neutra.
Non era felice, forse.
Non lo voleva questo bacio?!
“Sai, Jake, mi sto pentendo di una cosa…” La sua voce era calma, ma triste.
Oddio.
Si sta pentendo di avermi baciato, sicuro come l’oro.
“Mi pento di non aver dato il mio primo bacio a te”
Le parole mi spiazzarono.
Ero l’espressione della felicità.
E lei si avvicinò di nuovo, sicura di sé e mi baciò con ancora più trasporto di quanto non avesse fatto prima.
E finalmente dopo 6 anni.
Dopo 6 anni di sentimenti repressi, potevo amarla come non avevo mai fatto.
E come nessuno, di certo, avrebbe mai fatto con lei.
Avrei dato tutto me stesso per lei, senza riserve.
 
 

















 
 
“Lo amo.
Lo ammetto.
E solo quando se ne è andato via che ho capito che era tutto per me.
La mia parte mancante, ciò che mi completava.
Era l’altra parte della medaglia, quella che non riuscivo a vedere, ma che davo per scontata.
La parte di medaglia che non ero riuscita a conoscere fino in fondo, sebbene fosse stata sempre con me, fino dalla mia nascita.
E avevo ferito quella parte di medaglia, l’avevo ferita con il gesto, un gesto senza senso, avevo ferito lui e automaticamente avevo ferito anche me stessa.
E ho capito tutto ciò solo quando ho rischiato di perderlo, ed ho capito quanto è importante.
Ho capito, finalmente, quanto lo amo.”
  
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