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Autore: _Ayame_    18/12/2010    2 recensioni
È il seguito di "The Hetalian Xsam Tree": è sempre il periodo natalizio, sempre lo stesso posto sperso tra le montagne chissà dove, sempre gli stessi protagonisti che ora si prendono a bastonate - o a rubinettate,a seconda dei casi - oppure si alleano a punzecchiare ora il "cuoco pasticcione", ora un "vinofilo a caso" ora un "macho-patata a scelta multipla"...
Solo che, dopo aver addobbatto l'albero di Natale, ora tocca fare il presepe!! Ma Italia ha scordato un sacco di cose nel suo Paese: eppure sapeva che quest'anno il tema era "Natale all'italiana"!
Dovranno affrontare molte prove difficili (?) per riuscire a combinare qualcosa...
Tra mille peripezie, good luck ♥, again!
Citazione casuale (dalla prefazione): "Kiku, da bravo giapponese … gridò quando una mano gli afferrò una caviglia come in qualsiasi anime/manga horror/demenziale/pauroso."
*seguono citazioni random dai vari capitoli, ci potrebbero essere evenutali mezzi-spoiler (?)*
Primo capitolo: Per loro: TIME=MONEY.
Secondo: E ora si trovava lì, con quello sciroccato del suo alleato, a montare una tenda che non ne voleva sapere di fare il suo lavoro e di cooperare.
Terzo: «Ahaah! Tu bastardo spagnolo! Come osi! E dilla la verità! Sei imparentato con Natalia, quella specie di stalk…» guardò la ragazza avanzare verso di lui «brava ragazza».
Quarto: Erano rimasti in tipo tre, tipo; Elizabeta sbuffò: lei voleva stare solo con Austria-san, e invece si ritrovava quella sottospecie di Nazione morta tra le scatole.
Quinto: La conclusione era una: anche Korea rubava l’oppio a Cina.
Sesto: Dopo il caos iniziale, tutto tornò alla normalità: cioè il caos si amplificò.
Settimo: Sia Ivan che Francis pensavano a dei ‘giochi di gruppo’ che gli altri non apprezzavano.
Extra chapter: Natale era vicino, vicinissimo, anzi: e lui ancora si arrovellava il cervello per fargli il regalo.
Ottavo (ultimo capitolo): Quella mattina non era una mattina come le altre. Oh no: era il 25/12/2010. Natale.
Genere: Comico, Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Hetalian Xmas Version~'
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hetalia xmas ed cap4

Nuovo capitolo tipo ~
Buona lettura, tipo.


Chapter 4, tipo:
Pink chaos is the way, isn’t it?♫ – il cavaliere rosa e la fluorescenza
Dopo il mangia pasta e il mangia patate, il visionario, il vinofilo e l’arcipelago delle 7 sfighe era il momento che gli altri uscissero per fare provviste, perché idioti com’erano avevano dimenticato anche il cibo.
Uscirono in massa: Elizabeta, Roderich, Gilbird, Gilbert, Vash e Liechtenstein.
Gli ultimi due, sul carro armato dello svizzero, scesero a valle, distruggendo quanto di fluorescente c’era – ovvero la flora.
Erano rimasti in tipo tre, tipo; Elizabeta sbuffò: lei voleva stare solo con Austria-san, e invece si ritrovava quella sottospecie di Nazione morta tra le scatole.
Roderich, non si sa come, iniziò a suonare un piano, che non si sa da dove l’aveva ricacciato, ma, c’est la vie.
«Tu, razza di finocchio!» gridava Gilbert a tutto spiano «Stai inneggiando alla mia Magnifica Persona?»
«No» disse secco l’altro «sto inneggiando alla tua superflua persona» concluse.
Ungheria si commosse: anche lui voleva restare solo con lei, solo con lei. Oh.
«Ora potrei stare solo, invece ci sei tu, qui. Potrei suonare il piano come tutte le mattine, potrei …»
«Ho capito, finocchio petunia!»
«Petulante, volevi dire», corresse l’austriaco
«Sì, insomma, quella roba là!» disse Prussia gesticolando.
«Austria-san… ricordati che un giorno…. rimpiangerai quanto stai dicendo. Sei … proprio un …»
«BASTARDO!», il solito Lovino seviziato dal solito stalker.
«Stavo per dire idiota, ma va bene anche bastardo» disse tra sé e sé Eliza, rialzandosi.
«Era riferito a te!» disse Prussia, e per una volta Ungheria gli diede ragione.
Intanto Vash e Liechtenstein tenevano una conversazione affilata:
«Mh», Vash
«Mh», Liechtenstein, voce più acuta.
«Mh»
«Mh».
«Quanta neve», provò lei a dire
«Già», tentativo di intavolare una conversazione, più che miseramente fallito.
Silenzio, solo la fluorescenza – leggere flora – che veniva ridotta ad una piadina.
«Posso mangiarla?» chiese Italia a Germania quando lo scorbutico Vash passò di lì, per poco non investendo anche loro.
«C-cosa?» chiese Germania.
«Pare una… piadina!», disse Veneziano indicando la strage dello svizzero.
Vi lascio immaginare la faccia di Doitsu. Anche se veramente finì gambe all’aria, quindi immaginatela sotto la neve.
Tornando nell’ambiente cupo del carro armato, Vash tentava una conversazione – ma anche no:
«Hai lavato i miei pigiami?»
«Sì, ne ho messo uno sotto il cuscino»
«Mh».
«Svizzera»
«Mh?», cambio di intonazione, Liechtenstein cara, sei un passo avanti!
«Stai per mettere sotto un koala!»
«Ma che vai dicendo, siamo tra le Alpi!»
«Guarda avanti quando guidi! Non pensare a come puoi tornare nelle grazie di Austria!», e Liechtenstein detto ciò gli indicò un punto davanti a loro.
Svizzera guardò il punto – era lo schermo – e arrossì: colto in fallo.
Quella aveva ragione. Quella è sua sorella, ma a lui non fregava un emerito tubo rosso russo arrugginito buttato in una discarica inglese di tea avariato.
Anche gli inglesi avranno le discariche, no?
Frenò bruscamente, mettendo sotto un alce e Babbo Natale – Finlandia.
Il koala si rivelò essere Australia. Australia tornò a salterellare tranquillamente, vestito da koala. Non era un incrocio genetico. NO.
Con quella pettinatura ricordava un po’ troppo Austria: devo raparlo a zero, si disse Svizzera.
L’alce invece s’incazzò: «Ma anvedi questo!», disse da brava alce romana.
Ma poi Babbo Natale alias Finlandia non ‘usa’ le renne?

Hetalia Home:
Vi sarà rivelato chi uscì da quell’angolo e perché – ma anche no – tra … insomma, quando sarà.
«Belgio!» disse una voce, Olanda.
«Spagna» disse lei avvicinandosi pericolosamente «Spagna», ripeté.
Era lei la presenza dell’angolo.
«Oh! Ma che carino! È così … rosa!» disse Feliks attirando l’attenzione di tutti su di sé.
Polonia accarezzava la testa di un pony. A terra c’era della paglia rosa.
«Feliks» disse Ivan con un sorriso amichevole poggiando a terra il piccolo Lettonia.
«Onii-chan» disse Natalia iperprotettiva.
«Lettonia, tu occupati di pulire, io mi occuperò di chi ha combinato quella schifezza che toccherà a te pulire, sei felice?»
«C-certo!» disse il bambino, spaventato, ma era davvero felice di essere a terra e non essere più trattato come una fisarmonica. Non sapeva se sbrigarsi a pulire, per poi forse dover essere nuovamente torturato, oppure andare lento, con il rischio comunque che Ivan gli tirasse una rubinettata come un colpo di golf.
Perché comunque Russia avrebbe impiegato due secondi per i suoi lavori di “pulizia”.
Ma Natalia e Ucraina litigavano per decidere di chi fosse il fratello, ed entrambe l’avevano agguantato per un braccio.
Russia provò a opporsi, ma tutto fu vano: «Vodka, vieni in mio aiuto! SPIRITO DELLA VODKA!»
«Da quanto la Vodka ha spirito?» chiese Spagna, smettendo per un secondo di stalkerare allegramente il suo Romano.
«Cioè, sa tipo fare le battute?», spiegò meglio Polonia, perplesso a sua volta. Per come, poi, Polonia si possa spiegare meglio.
Russia s’incavolò ancora di più e Polonia – decise per il suo bene e per quello del rosa, e anche del pony – che doveva scappare: perciò saltò in groppa al povero pony e con un frustino rosa l’esortò a camminare.
La porta si aprì come per magia – ma anche no, visto che Australia stava rientrando – e Polonia e il suo destriero corsero verso la libertà … per i primi due metri, dopo il povero pony non ce la faceva più e camminava alla fantastica velocità di 3cm/m.
In quel momento Ivan era troppo impegnato per occuparsi del fuggitivo in rosa, quindi anche Lettonia se la svignò correndo a tutto spiano per poi tuffarsi nella sacca da koala di Australia.
«Salve, padre» rispose al suo sguardo interrogativo.
«Ciao!», disse lui, idiota, sul volto un sorriso più ebete di quello di Feliciano.
Wy corse fin lì, gli diede due schiaffi e disse: «E questo con chi l’hai fatto? Con quell’Arthur?», chiese, lacrime agli occhi, voltandosi.
«Ma, veramente …», ma Wy non lo lasciò finire: «Non c’è bisogno che tu mi dica nulla» disse mentre si voltava, melodrammatica «Ho capito tutto! … Voglio il divorzio!».
Detto questo corse verso le scale e in un secondo scomparve.
«Sarà» disse Australia. Non era che ci avesse capito granché, eh! Non erano neanche sposati!

Babbo Natale aka Finlandia girovagava alla ricerca dei regali che gli avevano chiesto, mentre veniva stalkerato da Svezia, che, fedele al suo seguito, non lo mollava neanche un microsecondo.
Vash e Lili avevano raggiunto una piccola città a loro familiare. Erano a casa, tipo.
Entrarono in un negozio e iniziarono a guardare i generi alimentari – Svizzera anche i prezzi.
Eliza e Gilbird giocavano ad un gioco nuovo che il padrone di quest’ultimo aveva rubato a Matthew.
«UNO!» gridò Eliza alzando fiera l’unica carta rimasta; ma Gilbird le ‘scagliò contro’ un più quattro e cambio di colore. «ROSAA!» gridò Polonia passando per di là alla massima velocità, ma poi il pony riniziò ad andare a velocità umana: «Feliks, rimani qui con noi!» propose Ungheria.
Austria si toccò la testa, come a dire ‘ecco un altro pazzo’. Dopo che vinse Gilbird, iniziò una partita a tre: il vincitore, l’ungherese e il polacco. Poi si aggiunse la Nazione morta più amata – anche perché è una – e infine cedette anche l’austriaco – finocchio. Stava diventando monotono: nessuno vinceva.

Nel piccolo paese giunse anche Lovino inseguito da Antonio.
Alla fine si ritrovarono nello stesso negozio dello svizzero e di Lili: avevano fatto una pessima spesa.
Romano si lamentò che con tutti quei soldi si potevano comprare quintali di pasta!
Rimise tutto a posto e insieme allo spagnolo fece incetta di provviste, che parevano una coppietta. Con Lili e Vash, due coppie di coppiette: ma loro erano imbranati, e tutti quindi osservavano la coppia Spagna, Sud Italia.
Lo sembravano fino a quando: «Spagnolo bastardo! COME OSI??! Poggia, quella è roba crucca!».
Ecco. Fine dell’idillio. Fine della loro vita.
Il gestore del negozio era crucco, per dirla alla Lovinese.
Corsero fuori senza pagare – e ciò rinvigorì lo svizzero – e scapparono con il carro armato.
Una volta su, ricominciarono a buttare giù alberi su alberi, e rischiarono di mettere sotto Svezia.
Finlandia riuscì ad approfittarne, e scappò. Libero, libero! Era libero. O quasi.
Si scordarono dei pazzi con cui Vash e Lili avevano iniziato l’avventura e raggiunsero la casa.
Spalancarono la porta e …

23:30, notte tipo fondente – fonda, cioè – accampamento austro-ungarico-prussiano-polacco (prussiacco?):
Era la millesima volta che forse giocavano a UNO, e vinceva sempre Gilbird.
«Ti ho contagiato troppa awesomità!», scosse la testa Gilbert.
«Certo, certo, come no!» disse Eliza
«E tu zitta, lancia-padelle! Stai con un finocchio!»
«Cos’hai detto?!» gridò lei
«Devo farti lo spelling? F! I! N! O! C! C! H! I! O!»
«FINOCCHIOO!» gridò poi gesticolando con la mano come se volesse estendere la parola all’infinito.
«Brutto … BASTARDO!» stavolta non era stato Lovino, era proprio Ungheria.
Una mano gelida toccò una spalla a Prussia: «Ti ricordo che sei una Nazione … morta», gli fece presente l’austriaco.
A queste parole Gilbert entrò in depressione: era una bastarda Nazione morta! Bastardamente morta!
«Come hai fatto?» chiese Eliza, infatuata, a Roderich
«Semplice», disse lui. Sembravano così complici, così… «Non mi piace essere offeso».
«Idiota» sussurrò lei
«Cosa?» chiese lui
«Ma niente … idiota», sussurrò ancora lei.
«ROSA!» gridò Polonia, facendo tornare alla realtà del gioco Ungheria: «Quante volte ti devo dire che non c’è!?»
«Scusa, Eliza; non potremo sostituirlo?»
«NOOO!» gridò lei, la sentirono dappertutto:
«Che paura! Doitsu, hai sentito?» chiese l’italiano.
«Mh», rispose il tedesco, che aveva la stessa abilità di parlatore dello svizzero. Insomma, condividevano la loquacità dei morti.
«Fa paura!», anche Gilbert era intimorito.
Lei si era calmata, però.
«Piuttosto» sembrava ragionare su qualcosa «non è che ci hanno lasciati qui?», chiese.
Nessuno volle risponderle: e come dare torto se avevano deciso di lasciarla lì.
La domanda era: perché anche loro?


NOTE:
Wy è tipo un nuovo personaggio – non mio – che rappresenta il Principato di Wy, che si trova in Australia.
Dopo aver visto questi due insieme in un disegno, versione chibi, beh~
Dovevo scrivere questoo!
So che qualche oretta non è tre anni dopo – infatti non sono passati tre anni – ma anch’io ho le pressioni natalizie. No, non vado fino in Svizzera, e non vado per bosci, e non rompo nessuno, e non sono Babbo Natale aka Finlandia.
Comunque, questo capitolo era tipo pronto dalle 5(pm) però io ho bisogna dei miei controlli, si sa~ (ondina ondina!).
Sorry, a presto.
Forse domani un altro capitolo! Felici?
*La nostra felicità è paragonabile alla loquacità di Doitsu e Vash, ndTutti, personaggi di Hetalia compresi*
Cos’è, un’equazione?
Prussia oggi ha parlato come me; “quella roba là” Ahah XD e poi ho costretto qualcun altro a dire “certo, certo, come no”! Ihihih C:
Fine della nota.
Fine. Fine. La finisco davvero, okay.~


_Ayame_


   
 
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