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Autore: Silviettinax91    19/12/2010    1 recensioni
L'Oscuro Signore è tornato, presto la Guerra devaserà nuovamente il mondo magico. In Harry Potter l'unica speranza di salvezza, e se qualcosa andasse storto? Piton propone all'Ordine un'idea da tutti vista come folle, ma sostenuta da Silente, forse Harry potrebbe dare origine ad una nuova speranza che superi anche lui. Tra gli amori appena nati, una gran voglia di normalità e la preparazione per la guerra, i ragazzi dell'Esercito di Silente si troveranno a dover diventare adulti, forse troppo in fretta.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Il trio protagonista, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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NUOVI MA VECCHI AMORI

Il cielo sopra la Tana era la perfetta illustrazione di una storia romantica, spoglio dalle nuvole come in ogni classica serata di fine estate e pieno di stelle che illuminavano, supportate da piccole lanterne sospese a mezz’aria, il giardino di casa Weasley. Ginny guardava quelle stelle come se in esse potesse trovare la risposta ad ognuno dei dubbi che le affollavano la mente; stava male, ripensava continuamente a quel suo terribile primo anno ad Hogwarts, alla sua esperienza col Signore Oscuro, non  riusciva ad immaginare che quell’essere spregevole aveva ormai in pugno tutto il suo mondo, tutto ciò che amava, non poteva nemmeno pensare che Voldemort fosse andato così vicino a portarle via anche la persona a cui,ormai da tempo, non riusciva a smettere di pensare: Harry. Il ragazzo era uscito dalla casa per cercarla, la vide là, si fermò proprio dietro di lei,in silenzio dapprima, le appoggiò il viso sulla spalla e, in quel gomitolo di pensieri neri di lei si aprì un varco, la piccola Weasley sorrise.
 “Hei” le disse Harry con una dolcezza che nemmeno sapeva di poter esprimere.
“hei” rispose Ginny girando appena il volto per far aderire la guancia alle labbra di lui.
Harry le baciò la gota di riflesso, cingendo la sorella di Ron con le sue braccia diventate ormai possenti, l’avvolse e la strinse a sé.
“ Non so come avrei fatto senza le tue lettere tutta l’estate Ginny, non pensavo ci sarebbe mai stato qualcos’altro di positivo nella mia vita oltre a Ron, Hermione e la magia, ora più che mai vorrei solo che non ci fosse nessun Tu-Sai-Chi da combattere! Nessun mondo da salvare, io vorrei poter tornare a scuola come un ragazzo normale per poter vivere con te la nostra storia, senza essere il sopravvissuto, il prescelto. Vorrei che fossimo solamente io e te!”
“Era proprio a questo che stavo pensando sai? Alla paura! Ti ho appena trovato Harry e ho già così paura di perderti”
“Ma ci senti? Parliamo come due vecchi amanti
" E hai solo sedici anni"
" Perché tu?"
Harry aveva la sue mani strette alla vita di lei, tenendo la testa appoggiata alla sua, annusando il profumo dei suoi capelli, inebriandosi nel pensiero dell’amore che aveva scoperto così, leggendo le parole che Ginny scriveva ogni giorno per farlo stare meglio, per allontanare dalla sua mente il pensiero di un altro lutto inaccettabile. La ragazza si girò verso di lui, iniziando a baciarlo sulle labbra dolcemente, lui rispondeva al bacio delicato, spaventato, quasi come potesse farle male, si spostò sul collo di lei, sempre lento, sempre leggero come avesse tra le mani uno scricciolo da preservare. Aveva voglia di quella ragazza, voglia di assaporare il suo corpo in quel momento, su quel prato, con quel cielo, ma si limitò a guardarla negli occhi dopo averla baciata sul collo, perdendosi nel chiarore dei suoi meravigliosi occhi bruni.
“ Che c’è? ” Ginny si stupì di vedere che Harry aveva interrotto il suo abbraccio e aveva iniziato a guardarla con quell’espressione strana,
“c’è che non ti resisto”
“e non resistermi!” gli sussurò maliziosa ad un orecchio.
Harry l’accarezzò, ricominciò a parlarle a bassa voce dopo essersi fatto d’un tratto tutto serio,
“Ora che ci sei ho un motivo vero per andare avanti, io credo di essere innamorato di te”
Quella frase uscì dalla sua bocca come la lava di un vulcano, il famoso Harry Potter non riuscì a trattenere la lingua e non riuscì neppure a frenare il sorriso che gli era apparso sul volto segnato dalla stanchezza e dalla paura. Tutti coloro che aveva amato di più o erano morti o avevano più di una volta rischiato la vita, questo pensiero lo fece trasalire per un attimo, un brivido gli attraversò il corpo, si allontanò dal calore innocente di quella bella ragazza rossa, come se tutto quell’amore lo bruciasse di consapevolezza.
“Tutto bene?” Ginny si spaventò quasi per il brusco movimento di Harry.
Ron ed Hermione arrivarono in giardino uscendo dalla porticina in legno della cucina, mano nella mano. C’era qualcosa nell’aria quell’estate, qualcosa che aveva spinto i ragazzi ad ammettere finalmente quello che provavano l’uno per l’altra; era certamente quel senso costante di precarietà che solo una minaccia incombente come quella di Lord Voldemort poteva creare in un mondo in cui quasi nulla è impossibile. Ron aveva confessato ad Hermione in che modo le voleva davvero bene il giorno in cui si erano celebrati i funerali di Sirius. La lacrima che rigò il viso di Harry in quel giorno uggioso colpì Ron in pieno petto, gli penetrò in cuore la consapevolezza che da un momento all’altro, forse, non avrebbe più avuto la possibilità di dire quello che doveva, e lo capì pensando al suo migliore amico e al fatto che non avrebbe mai potuto dimostrare all’unico membro della sua famiglia quanto davvero tenesse a lui. Aveva preso Hermione per mano, piangeva anche lei, sommessamente, guardando fissa nel vuoto come a voler disperdere i pensieri insieme allo sguardo. Le si era avvicinato e le aveva sussurrato timidamente tutto il bene che le voleva, tutto quello che in tanti anni si era tenuto dentro, lei aveva preso la sua mano e l’aveva stretta, senza parlare, ma quel gesto da solo, da parte sua, che non era così facile nel rispondere alle emozioni di quell’intensità, diceva davvero tutto. Hermione, comunque, non si era concessa granchè in quei primi veri giorni di coppia insieme a Ron, forse anche meno di quanto aveva fatto Ginny con Harry, non perché non ricambiasse quello che il ragazzo provava per lei ma perché tutto quello che le stava accadendo doveva ancora essere filtrato dalla sua grande razionalità, il Super-io della ragazza doveva ancora darle la piena approvazione per agire. Nulla nella vita di Hermione Granger era mai stato lasciato al caso, e anche se l’amore la destabilizzava, non aveva permesso nemmeno a questo sentimento di deviarla. Era tutto così complicato, non faceva che pensare a quanto le attenzioni di quello che fino a poco tempo prima era solo un grande amico le facessero piacere, eppure non riusciva, non ce la faceva a mettere la paura per come potevano evolversi le cose in secondo piano. Era lei che nel famoso trio di Grifondoro aveva in mano  tanta parte delle sorti, lei era la mente dei tre, e non poteva permettersi annebbiamenti, non ora. Doveva fare qualcosa di più che partecipare all’esercito di Silente, doveva diventare qualcosa di più che una brava studentessa di Hogwarts. Questo pensiero di inutilità non le dava pace un secondo, non le permetteva di essere sé stessa con Ron, e per questo soffriva. Ginny le lanciò un’occhiata tra lo stranito, il divertito, e il leggermente  infastidito per la non certo voluta interruzione. Vedere l’amica amare suo fratello non era ancora così familiare per lei, come ancora non lo era sentire il calore di Harry sul suo collo mentre osservava le stelle nelle miti serate d’estate , eppure le novità le piacevano. Forse qualcosa di buono c’era in quell’anno difficile.
“ È pronta la cena!” disse Ron come in una sorta di dispetto all’amico che aveva appena osato baciare sua sorella!
“ Entriamo subito” replicò Ginny mostrando al fratello la lingua.
“ Mamma è felicissima per me ed Hermione, sapete? Oggi ci ha fatto dei biscotti a cuoricino, per festeggiare, non sono sicuro di quanto sia contenta di voi due invece!” il rosso aveva ribattuto smaliziato mentre i quattro si avvicinavano alla stanza da pranzo di casa Weasley.
“Risolveremo il problema fratellone, stai tranquillo” Ginny non colse la sua provocazione e superò Hermione e Ron seguita a ruota da Harry che diede uno sguardo all’amico e scrollò ridacchiando le spalle. A cena c’erano anche Lupin e Tonks,  dopo una strana riunione dell’Ordine qualche giorno prima ( da cui i ragazzi erano stati bellamente esclusi ) si presentavano spesso alla Tana. A volte Remus si fermava a guardare Harry con una sorta di apprensione non compresa dal ragazzo e anche Silente, che tempo prima aveva chiesto ad Harry di convincere insieme a  lui Horace Lumacorno a tornare ad insegnare ad Hogwarts, da dopo quella riunione gli parlava con un tono di preoccupazione velata ma percepibile. Qualcosa bolliva in pentola, ma nessuno dei ragazzi poteva immaginare cosa. Molly diventava scontrosa quando c’erano Dora e Remus, e Harry sapeva bene che la mamma dei fratelli Weasley non era certo donna che non apprezzava gli ospiti. La Frecciatina di Ron poi, colpiva effettivamente nel vivo, alla signora Weasley la relazione che lui stava intessendo con Ginny sembrava non piacere affatto. Lui e la ragazza arrivarono in sala da pranzo per primi, Molly con la bacchetta faceva ondeggiare sulla tavola un grosso calderone dentro il quale un mestolo di legno mescolava una verde brodaglia fumante.
“Minestrone” biascicò seccamente la mamma
“ mmmm” rispose fintamente allettato Arthur.
I gemelli alzarono le spalle guardandosi, erano già seduti da tempo ad aspettare la cena, non vivevano più alla Tana, ma mangiavano sempre là. Ovviamente non erano soddisfatti da ciò che la madre aveva proposto. Fred, come sempre, dette l’avvio al momento ironico dei gemelli.
“ Mamma ora lavoriamo!”
“i nostri esili fisici hanno bisogno di sostentamento!”
Molly bofonchiò qualche lamento prima di alzare gli occhi su sua figlia che stava per sedersi, come ogni sera, accanto ad Harry, costringendo per altro in quell’anomala disposizione di sedie creata da lei ad arte quella sera, Hermione a doversi sedere alla destra di Tonks,tre posti lontana da Ron. L’organizzazione della tavola non era stata sufficientemente furba da costringere i due a dividersi almeno per il tempo di un pasto, così decise che doveva intervenire, cercando di esporsi il meno possibile.
“ Ginny cara vieni a sedere qui accanto a Tonks e me, quest’oggi non siamo state neppure un po’ insieme!”
Ginny si avvicinò alla madre con un falso sorriso stampato sul volto, Ron che era entrato subito dopo Harry senza aver ancora lasciato la mano di Hermione, si convinse a lasciarla solo per sedersi a tavola, afferrò subito un panino e ne trangugiò un morso mentre apostrofava tacitamente sua sorella con un’espressione trionfante.
Molly assunse un’aria soddisfatta ma un po’ dura, Arthur la guardò come per sgridarla e lei si sedette facendo una smorfia, Remus sorrise, così anche Dora, ma questo aspetto della signora Weasley spaventava un po’ tutti in fin dei conti.
“Allora Ronald ed Hermione, mi ha detto Ninfadora che vi siete fidanzati?”
Remus decise che era il momento di affrontare l’argomento, anche se Molly sapeva su cosa andava a parare il lupo mannaro, e si terrorizzò. Ron aveva la bocca piena di minestrone e annuì col capo,
“ fidanzati, che parola grossa!” rispose invece Hermione, lasciando per un momento Ron di stucco e tutti i commensali in silenzio.
“ Ancora non stiamo per sposarci, fidanzati vuol dire questo, che vogliamo sposarci … noi non vogliamo sposarci ora no?” Hermione voleva rompere il silenzio, e soprattutto allontanare dal suo ragazzo l’idea che lei non fosse coinvolta quanto lui. Ci riuscì.
“Sempre la solita pignola la mia ragazza!”
Ron aveva mandato giù una buona dose di minestrone caldo giusto per riprendere il sorriso ebete che gli si era stampato in viso da quando aveva baciato Hermione la prima volta il giorno dopo il funerale. I gemelli farfugliavano qualcosa uno con l’altro senza farsi capire.
“Allora auguri ragazzi!”
Remus alzò il bicchiere, tutti i commensali sorrisero e fecero altrettanto. Dopo il brindisi tornò a diffondersi un chiacchiericcio informe nella stanza, Remus volle riprendere il discorso, non contento, la signora Weasley lo fulminò con lo sguardo come a volerlo dissuadere, come se il non sentire la verità avesse potuto cancellarla. Remus comunque fece finta di non notarlo.
“ E non siete gli unici da quanto abbiamo visto nell’arrivare qui”
La signora Weasley fece cadere il suo bicchiere macchiando la tovaglia di succo di zucca, tirò fuori nervosamente la bacchetta per ripulire il suo danno, ma era talmente distratta che ne lasciò una buona dose a seccare sul tessuto a quadri.
“Ci siamo messi insieme anche io e Harry sì” disse Ginny senza vergogna. Anche Harry trasalì (non si aspettava un’ammissione così dalla sua Ginny), ma la peggior reazione certo l’ebbe la signora Weasley che scoppiò incomprensibilmente a piangere e si alzò per lasciare la stanza. Harry le andò incontro:
“C’è qualcosa che non va in me signora Weasley?”
“Oh no Harry caro! Io ti adoro, sei come un figlio per me, ma …. Scusa!” accarezzò Harry sulla guancia e corse sulle scale verso la sua stanza.  Arthur si alzò per raggiungerla!
“io , io … mi dispiace” disse Harry mortificato e sconvolto.
“ Non preoccuparti!” Arthur sorrise e glie diede una pacca sulla spalla prima di addentrarsi anche lui sulle scale.
I ragazzi si guardavano l’un l’altro in cerca di spiegazioni Ninfadora, alzandosi, finì con la bacchetta di ripulire il succo di zucca e guardando i ragazzi sconcertati con dolcezza cercò di tranquillizzarli:
“ presto noi dell’Ordine parleremo con tutti voi!”


Sistemato anche il secondo capitolo, in cui le cose si fanno un po' più chiare... che dite? Vi piace come evolve la storia? Datemi qualche parere sennò mi demoralizzo, l'idea per questa fan fiction mi aveva reso molto entusiasta all'inizio ma nessuno mi dice nulla...
Grazie comunque della lettura! Silvia.

   
 
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