Parte
terza
–
Come si chiama la tua ragazza?
–
–
Alice!
I suoi genitori sono italiani ma lei è nata a Los Angeles più o meno quando
sarei dovuto nascere io… voglio dire se avessi realmente vissuto i
miei ventiquattro anni
in questa dimensione. Io
la chiamo Melmon perché è il nome con cui ho iniziato ad
amarla…
–
–
Melmon eh? –
Angel
sorride e a Connor gli si scoglie il cuore. Forse non tutto è
perduto.
Ha
notato che in questa stanza, un monolocale di pochi metri quadrati, oltre al
letto e una vecchia scrivania, c’è solo una sedia. Connor sa che suo padre non
ha ricevuto molte visite ultimamente. Rabbrividisce all’idea di lui, sepolto
vivo in quest’angolo sperduto d’Irlanda. Solo una sedia e tanti, tantissimi
libri. Questa terra è anche la sua terra, lui è irlandese per metà e Darla… beh
non sa di dove fosse sua madre, e non vuole saperlo. E Buffy? sarà di Los
Angeles anche lei come Alice? Da quando ha visto Buffy per la prima volta, non è
più riuscito a non pensare a lei. I suoi occhi, troppo vecchi per una ragazza di
trent’anni anni. Troppo dolore e solitudine da portare sulle spalle. Troppo
amore da poterlo contenere dentro sé per sempre. Per questo è venuta a cercarlo.
Voleva sapere di Angel. Amore che chiede di essere vissuto.
–
Amore –
–
Cosa? –
–
Melmon. Significa amore in Quenya –
–
In Quenya? Ma
cosa? Connor? –
–
Melmon, è una parola elfica e significa
amore in Quenya, che è appunto una lingua
elfica –
–
Connor, non esistono gli elfi o le fate o
il piccolo popolo… –
–
Lo so! E’ pura fantasia. Ma a me piace
Tolkien e tutte le sue storie fantasy. La Terra di Mezzo e gli orchi e gli elfi
e gli hobbit, creature straordinarie. Mi piace la descrizione accurata dei
luoghi. A volte mi chiedo se Tolkien non sia stato anche a Quortoth, perché
mentre leggo riesce a trasportami di nuovo lì …e a Quortoth no, non c’erano gli
hobbit e gli elfi –
Angel
fa un passo verso lui, protettivo come mamma orsa e gli accarezza delicatamente
una guancia. No, suo figlio non dovrebbe avere questi ricordi, suo figlio
avrebbe dovuto avere un infanzia felice accanto a lui. Ma tutto ciò che lui
tocca si trasforma sempre in cenere. Ha fallito con tutte le persone che ha
amato e più le ha amate più ha fallito. Doyle, Cordelia, Wesley, Fred …e Connor
…e Buffy. Con lei è stata una catastrofe di proporzioni apocalittiche…
letteralmente. Giles… suo padre! Ha ucciso il padre della donna che amava. Per
questo si è isolato dal resto dell’umanità. Il mondo degli umani non gli
appartiene. Lui è un demone e questo non cambierà mai. Si era illuso di fare
grandi cose, e ha fallito. Ha creduto agli oracoli, alle profezie, alle forze
dell’essere e ogni volta ha fallito miseramente. Si sono presi gioco di lui e
c’è cascato come l’ultimo degli sciocchi. E tutta quella storia della Shanshu?
Una gigantesca bugia per tenerlo legato a loro. Per questo ora ha scelto una
vita da eremita, è l’unica vita possibile per lui… fino alla morte. No neppure
quella arriverà tanto presto. Lui vivrà in eterno. Beh, almeno fino al giorno in
cui deciderà di andare incontro all’alba. Ma per ora, non merita di vivere con
gli uomini e come gli uomini. Lui non può rischiare ancora e domani mattina
accompagnerà Connor all’aeroporto più vicino e lo rispedirà a Los Angeles con il
primo volo. Angel non lo vuole qui, è troppo pericoloso. Stare accanto a lui è
terribilmente mortale. Lui è una minaccia per il mondo e
riesce sempre a fare del male a chi ama.
Adesso
il suo sguardo è di nuovo perso nel vuoto… perso nei meandri oscuri della sua
mente e Connor ha paura di averlo ferito.
–
Papà? Sto bene, è tutto ok. Ora posso
parlare di Quortoth senza star male, sono cresciuto sai? e comunque sono felice
di ricordare tutto… dico davvero – e la sua voce trema un
po’.
–
Domani mattina torni a casa Connor, qui
non puoi stare! –
Duro,
secco e inflessibile, quasi crudele e Connor ha voglia di piangere, ma mai e poi
mai lo farebbe davanti a lui. Non ora e non qui. L’ha promesso a Buffy e se
Angel è testardo, Connor lo è ancora di più. Buon sangue non mente… tale padre e
tale figlio.
Si
alza di scatto e lo fronteggia, sfidandolo con i pugni serrati e il viso
trasfigurato in un ghigno feroce. Angelus non sarebbe riuscito ad essere più
terrificante di così.
–
NO! –
Duro,
secco e inflessibile, quasi crudele e Angel ha voglia di piangere, ma mai e poi
mai lo farebbe davanti a lui. Non ora e non qui. L’ha promesso a se stesso. Non
accadrà mai più. L’unico modo che ancora gli rimane per dimostrare loro quanto
li ama, è stare lontano il più possibile. Lui non conosce nessun altra via
d’uscita e Connor sferra i suoi colpi micidiali e fanno malissimo …e quasi
ferito a morte adesso.
–
Tu rovini sempre tutto! Ti odio quando fai così. Ma chi ti credi di essere? Il Padre eterno
forse? Devi finirla una volta per tutte con questa mania di decidere per gli
altri senza sentire cosa hanno da dire. Tu devi finirla con questa stronzata
dell’espiazione e della redenzione. Sei patetico. Ma ti sei visto? Non sei più
nulla, sei solo l’ombra di te stesso e sei sempre il solito maledetto egoista.
La fuori ci sono persone che hanno bisogno di te. Io ho bisogno di te –
–
Con…nor –
–
NO. Io non vado via. Hai capito? Io non
vado via da qui, finché non mi dici per quale cavolo di motivo ti sei isolato, e
intendo dire il motivo vero …e non raccontarmi ancora la storiella che sei un
mostro e che non meriti di stare con gli esseri umani, perché sono stanco di
sentirtelo dire. Tu non sei un mostro. Tu sei mio padre, Angel. Mio padre.
Mi hai sentito? Sei mio padre –
–
Connor… figliolo… ascoltami… adesso
calmati, non fare così… mi spaventi quando fai così… anche se non sono lì con
te, non vuol dire che non… –
–
Che non ti prendi cura di me? è questo
che pensi? Che io abbia bisogno di te e delle tue cure? Io so cavarmela
benissimo anche da solo, non ho bisogno di quel genere di cose. Ho ventiquattro
anni, ricordi? Lo so benissimo che sei tu a mandare quei soldi ogni mese e che
paghi tutte le spese dell’ Hyperion
e so che ti senti con Gunn per chiedere di me, perché sei troppo vigliacco e
preferisci nasconderti anziché affrontare tutto questo. Smettila di trattarmi
come un bambino da proteggere. L’unica cosa che voglio da te, tu non sei capace
di darmela. Io voglio te nella mia vita, non voglio la tua ombra che mi spia
senza farsi vedere. Io ti voglio vicino. Buffy ti vuole vicino, adesso più che
mai, ha bisogno di te …e non dirmi che ti dispiace, perché siamo stanchi di
sentirtelo dire. Sono settimane che non ti fai sentire da lei. Non sa più cosa
pensare …e crede che tu stia per fare una altre delle tue sciocchezze. Si vede
che ti conosce bene, perché ha ragione… tu stai pensando di lasciarci per
sempre… pensi che non l’ abbia capito? Ma questa volta andrà in modo diverso,
papà! –
Buffy
e Connor riescono sempre a metterlo in ginocchio. Riescono sempre a penetrare la
corazza di ostinazione in cui, ogni volta, si barrica per non annegare nel pozzo
nero dell’angoscia. Ogni volta, lo salvano. Sempre. Le sue gambe cedono e il
pianto arriva liberatorio. Afferra suo figlio e lo trascina in un abbraccio
disperato …e chiede perdono.