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Autore: ScarlettBurton    20/12/2010    3 recensioni
- Dì un po', stai contemplando di andar a vivere con la piovra gigante? - Un lieve sussulto accompagnò quelle parole velate da una leggera ironia. Non tanto perchè non si era per niente accorto di non essere più da solo, ma per il semplice fatto che quella voce, la sua voce, era giunta proprio nel momento in cui i suoi pensieri erano fissi su di lei.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La luce del sole irradiava il suo cranio, rendendo quasi bianchi i suoi lisci e morbidi capelli: l'avrebbe riconosciuta ovunque, quella testa altera che con sguardo pensoso scrutava le acque lisce del lago innanzi a sè. S'incamminò col suo solito passo leggero, sino a raggiungerlo; rimase solo qualche istante ferma, contemplando la sua ampia schiena,  quei capelli così setosi, che avrebbe volentieri accarezzato, accoccolata dietro di lui, sussurandogli dolci parole.. Sbattè le palpebre, emettendo un piccolo, impercettibile sbuffo. Non era il momento delle fantasie, quelle; c'era un motivo ben preciso per il quale era arrivata sin lì, dietro di lui. E allora, perchè non riusciva ad aprir bocca?



- Dì un po', stai contemplando di andar a vivere con la piovra gigante? - Un lieve sussulto accompagnò quelle parole velate da una leggera ironia. Non tanto perchè non si era per niente accorto di non essere più da solo, ma per il semplice fatto che quella voce, la sua voce, era giunta proprio nel momento in cui i suoi pensieri erano fissi su di lei. Senza voltarsi, cercò di mascherare la sua aria sorpresa con una smorfia irritata, ringraziando il cielo per il fatto che lei non potesse guardarlo in viso.
- Che vuoi? - sprezzante nel tono, pronunciò queste parole senza voltarsi. Fortuna che aveva imparato fin da piccolo ad essere un perfetto bugiardo, altrimenti, per merlino, le sarebbe saltato addosso in quello stesso momento. Ma il suo orgoglio ferito gli impediva di farlo: tanto meglio. Doveva togliersela dalla testa, quella stupida, sciocca ragazzina.
- Oh, scusi il disturbo, signorino Malfoy - senza fare una piega, quella voce ironica tornò a canzonarlo - ma sa, il fatto che lei stia qui, da solo, a.. pensare.. invece di girovagare tutto trionfio per il castello con fare vanaglorioso, ecco, è quello che si dice un evento storico. - Quanto cavolo era insolente! Lo irritava profondamente. Se non fosse stato per il fatto che non voleva guardarla, e se non fosse stato che si trattava proprio di lei, si sarebbe volentieri girato e le avrebbe scagliato una bella fattura, al diavolo la cavalleria. Chi si credeva, per trattarlo così? Lei non era nessuno. Almeno, era questo quello che continuava a ripetersi da quel pomeriggio..



Silenzio. Questo soltanto proveniva dal giovane, superbo Malfoy, che neanche le aveva rivolto lo sguardo. Degnandola della stessa attenzione che avrebbe donato ad uno scarafaggio che gli si era posato sulla scarpa. Trattandola come se avesse dimenticato quello che c'era stato tra loro, come se tutte le dolci parole pronunciate non fossero state che un sogno. Ma tutto questo, che in un normale contesto l'avrebbe sfiduciata, non bastò ad atterrirla. Aveva imparato a conoscerlo, aveva potuto constatare sulla propria pelle quanto fosse difficile per quel ragazzo troppo orgoglioso ammettere i propri reali sentimenti. Si considerava tremendamente fortunata ad esser riuscita a far breccia in quel muro di apparenza che aveva creato attorno alla sua figura; aveva scavato con pazienza, fino a giungere alla propria essenza. E non l'avrebbe perso, non così facilmente, non per il suo stupidissimo orgoglio infantile.
Fu così che, come se fosse il gesto più naturale del mondo - ed in effetti, per lei lo era, assolutamente - si chinò e lo avvolse in un dolce abbraccio, la testa sull'incavo del collo. Voleva aprir bocca per dir qualcosa, ma il suo profumo..



Il cuore del biondo prese a scalpitare, preso alla sprovvista da quelle esili braccia. Questa volta non potè resistere: voltò il capo quel tanto che gli bastava per guardarla dritta negli occhi castani.
- Che c'è, Potterino ti ha dato buca? - cercò di apparire quanto più acido possibile, ma dubitava che a lei fosse sfuggita la leggera esitazione provata prima di pronunciare queste parole; e, quand'anche non fosse stato così, le sue manine, premute sul suo petto, sicuramente avevano sentito le pulsazioni frenetiche del suo cuore impazzito. Lei, di tutta risposta, sorrise, spiazzandolo, annientando tutte le sue difese; non potè far altro che guardarla con espressione inebetita.
- Adoro quando sei geloso, Draco. - Sentirla pronunciare il suo nome con quella enfasi gli fece letteralmente perdere la testa; e non ebbe il tempo di risponderle, che le labbra di lei immediatamente furono sue.



Sentire l'arrendevolezza di quell'angelo malefico, abbandonato tra le sue braccia, vederlo socchiudere gli occhi a quel dolce contatto di labbra, e poi sentirsi stringere dalle sue braccia, desiderose di sentirla sua almeno quanto lei voleva che lui fosse suo: non avrebbe esagerato se avesse pensato di essere in paradiso. Perchè per lei questo era Draco: il nido della sua felicità.
- Ti amo, Draco. Penso che sia ora che tu lo accetti, stupido testone, anche perchè io un altro mese senza di te non lo passo. Capisci? Io ti amo. - Parole sincere, che le uscirono direttamente dal cuore, dall'anima, che ormai erano irremediabilmente suoi.
E lui le sorrise, non superbo, non orgoglioso, semplicemente innamorato: quel sorriso, quegli occhi color del ghiaccio, che la guardavano con adorazione, parlavano più di qualsiasi altra frase. E fu così che si stesero, l'uno di fianco all'altra; e lei socchiuse gli occhi, godendosi le carezze leggere che la bianca mano di Draco donava ai suoi capelli rossi.
  
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