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Autore: Strekon    07/12/2005    11 recensioni
Se pensate che io non abbia sofferto, vi sbagliate. Vi ho visto raggomitolati e vi ho visto, senza forze, subire tutto il dolore del mondo. Se pensate che non farò nulla per smettere di vedere e sentire tutto ciò...vi sbagliate.
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1

A Sunny,

perché fa danzare ogni singola parola che scrive sul pentagramma delle emozioni

 

 

 

Capitolo 2

Sotto

 

 

Tutti vogliono viaggiare in prima
L'hostess che c'ha tutto quel che vuoi
Tutti quanti con il drink in mano
E sotto come va?

Fuori come va?

 

                                   Tutti Vogliono Viaggiare In Prima, Luciano Ligabue

 

 

1.

 

Silente guardò meglio. Ruotò un paio di volte attorno al tavolo rotondo e si fermò a riflettere. Si accarezzò la barba bianca e folta, con fare pensieroso. Il sole filtrato dalle pesanti tende di velluto scuro faceva brillare la montatura dei sottili occhiali a mezzaluna che, come sempre, agghindavano il suo lungo naso.

“Mh….” rifletté il vecchio preside, senza togliere gli occhi dal centro del tavolo.

“Minerva, tu che ne pensi?”

La McGrannit si avvicinò con passo lento al tavolo rotondo e gettò un’ occhiata al centro del ripiano. Scosse la testa negativamente e fece una smorfia poco convinta. Il suo vestito, forse un po’ troppo coprente per quel periodo dell’anno così caldo, faceva filtrare soltanto le mani e il viso, segnato da alcune rughe in più rispetto al solito.

“Ho sempre sostenuto che fossero tutte fanfaluche, Albus. Chiedere un parere a me è come schiantare un medico del San Mungo alle spalle!” decretò a metà fra il seccato e il divertito l’anziana professoressa di trasfigurazione.

“Forse…forse posso dare una mano?” intervenne una voce proveniente dall’ingresso della saletta. Silente alzò lo sguardo e gli sorrise.

“Certo Ron, vieni pure, e dimmi: cosa vedi dentro questa tazza da the?”

Ron Weasley attraversò la saletta che ben ricordava. Per un paio di anni aveva studiato divinazione nella cima di quella torre. Studiata…diciamo che aveva ampliato la sua dote di scrittore e fantasista. Purtroppo divinazione era una materia che non aveva mai compreso fino in fondo.

“Spero che il mio occhio interiore sia ancora allenato…” scherzò Ron avvicinandosi al tavolo rotondo. Ignorò la sfera di cristallo e il suo prezioso trespolo in argento. Un serpente avvolto a spirale sosteneva la boccia cristallina. I tarocchi sparsi mostravano un paio di carte. La bilancia e la morte.

Ron sposto il ciuffo caduto davanti agli occhi e guardò attentamente il fondo della tazza di the. Le erbe erano sparse lungo la porcellana finissima e prendevano forme irregolari e senza senso. Almeno per lui.

“Non ci vedo un granché…forse…una specie di chiave inglese?” tentò Ron. La McGrannit ridacchiò.

“La Cooman ci ha visto la sua morte” disse semplicemente Silente prima di avvicinarsi di nuovo alla tazza. Girò la testa di lato “Io al massimo ci ho visto un’anatra”

La McGrannit ridacchiò ancora.

“Quindi se ne è andata per questo?” chiese Ron lasciando perdere definitivamente la tazza di the “Ha previsto la sua morte?”

“Qualcosa del genere…” sibilò divertita la McGrannit. Silente la affiancò.

“Minerva, per cortesia, non è educato” parlò il preside senza togliersi quello sorriso divertito dalla faccia.

“In tutti i modi, sì. Stamane è entrata come una furia nel mio ufficio e fra un “Che gli Dei mi proteggano…” e un “Morirò, morirò…” ha preso la sua roba e se ne è andata di corsa”

La McGrannit si mosse verso la porta.

“Tipico di Sibilla. Preside, attenderò di sotto” Silente la congedò con un cenno del capo. I tacchi della McGrannit battevano ancora sui gradini in discesa quando Ron scostò un poco la tenda alla finestra. D’un tratto tutto si fece molto silenzioso e immobile.

“Devo farla seguire?” chiese Ron senza togliere gli occhi da un paio di ragazzi che ancora si allenavano a quidditch, nonostante la scuola fosse ormai finita qualche giorno.

“Credo non sia necessario. Sibilla non sapeva molto di noi. Oh, certo, non sosterrà mai Lestrange, è una donna tanto intelligente quanto stramba” il preside si concesse un sorriso che si perse alle spalle di Ron. Il rosso si voltò di scatto.

“Rimane comunque un problema…”

“Già, ci serve un altro professore prima della fine di agosto. Lestrange non si farà scappare l’occasione di piazzare qualcuno all’interno di Hogwarts”

“Idee?”

“Non molte” rispose il preside “Trovare un divinatore non è semplice. Uno che abbia voglia di insegnare a dei ragazzi, quasi impossibile” si grattò la barba folta con l’indice teso.

“Potremmo chiedere a qualche contatto fuori da Hogwarts” propose Ron uscendo dalla saletta della torre. Silente lo seguì a ruota, subito dietro.

“Ho già spedito qualche gufo alle persone giuste. Se c’è speranza di trovare qualcuno me lo diranno”

Raggiunsero la base della torre e imboccarono il corridoio diretto al salone di ingresso. Silente fece scivolare una mano all’interno della sua veste e allungo il giornale piegato in quattro a Ron.

“Hai letto La Gazzetta stamattina?”

“No, sono uscito di fretta” Ron afferrò il quotidiano e lo aprì in prima pagina “Qualcosa di nuovo?”

Silente non ebbe bisogno di rispondergli. Una colonna nella prima pagina saltellava, letteralmente, agli occhi.

 

AMBASCIATORE DI PACE PER LA QUESTIONE INGLESE

 

Soltanto ieri, in tarda serata, il consiglio straordinario indetto dai maggiori ministeri della magia d’Europa si è pronunciato sulla spinosa situazione inglese. E’ ormai risaputo come Albus Silente (??) dopo la regolare elezione del ministro Rodolphus Lestrange (63) si sia nettamente pronunciato contro la sua politica e il suo passato. Ma è ormai chiaro che le accuse pronunciate contro Lestrange all’inizio degli anni ottanta, non sono state altro che giochi politici attuati da subdoli consiglieri per liberarsi di un uomo dal così alto acume e spirito di sacrificio.

 

“Però, in quanto a servilismo non scherzano, eh?” sibilò Ron provocando una risatina a Silente.

 

Nonostante ciò, rimane il fatto che un buon numero di “ribelli” (non è questo ciò che sono?) si sono accodati alle parole di Silente, movendosi con lui, non solo metaforicamente, ma anche fisicamente. Hogsmeade, da piccolo paese provinciale, è ormai diventato una cittadina. Un covo dove chiunque fugga dalla legge giusta e sincera del ministero trova riparo e appoggio. La situazione è chiaramente insostenibile da parte del ministro Lestrange. “Mi rammarico delle scelte di Albus Silente” ha detto “ma nonostante questo non posso obbligarlo a seguire la retta via. In tutti questi anni di governo ho cercato di dialogare invece di risolvere il problema in altre maniere meno ortodosse. L’ambasciatore potrebbe essere una soluzione di dialogo, almeno all’inizio, ma credo che non basterà”. Queste le parole del ministro Lestrange nei confronti di Albus Silente e delle sue dubbie amicizie con esponenti pericolosi e ricercati del mondo magico (non serve ricordare i suoi trascorsi con Remus Lupin, pericoloso assassino licantropo senza licenza e il decennale evaso, Sirius Black. Per approfondimenti pagine II, III, e IV) oltre all’implicazione nelle varie faccende che hanno macchiato il miserevole governo dell’ex ministro Perceval Weasley (39).

L’ambasciatore verrà scelto dai ministri europei e inviato come diplomatico nella cittadina di Hogsmeade quanto prima. L’imbarazzo di questa situazione si riflette in tutta la politica, interna ed estera. La figura del brillante ministro Lestrange è spesso offuscata dal “morbo Silente”. Oltretutto il magnanimo ministro ha deciso di agire con tolleranza non sfruttando la sua posizione per obbligare “Silentopoli” a seguire il governo centrale inglese.

 

“Tante belle chiacchiere, al solito. Ma cos’è questa storia dell’ambasciatore?” Ron piegò il giornale e lo riconsegnò al preside. Silente lo infilò fra le pieghe della veste.

“Purtroppo non ne sappiamo molto, ma se Rodolphus è d’accordo, credo che ci sia qualcosa sotto. Forse è collegato con quello che hanno scoperto i ragazzi”

“Felpato e Lunastorta?” domandò Ron incuriosito. Avevano deciso di usare i nomi fittizi dei loro amici così da evitare grane impreviste.

“Sì, hanno visto la first lady” sogghignò Silente “E pare abbiano qualcosa per noi”

“Quando?”

“Stanotte. Al solito posto” spiegò telegrafico Silente. Ron si batté la testa con il palmo aperto.

“Ah, stasera dovevo uscire con i ragazzi…credo farò un po’ di ritardo, tu capisci, vero Albus?”

“Nessun problema. Inizieremo e li aggiornerò sulla Cooman”

“D’accordo” lo ringraziò Ron e scese l’ultima rampa di scale prima del salone. Silente fece un paio di gradini prima di parlare di nuovo.

“A proposito, il prossimo anno avremo un’altra Weasley ad Hogwarts”

“Già” Ron si fece raggiante “Laurie è emozionantissima. Credo che suo fratello impazzirà a tenerle testa questa estate” ridacchiò divertito.

“Si è ripresa bene, per fortuna”

“Fortunatamente sì. Chris è stato fondamentale, credo. E’ difficile parlare ad una bambina quando ormai non sei più un bambino”

Finalmente raggiunsero l’ingresso principale. Il salone si aprì davanti ai loro occhi. Un esercito di elfi domestici stava ripulendo armato di stracci e spugne le vecchie mura dell’edificio. Si inchinarono al passaggio di Silente, ma lui li congedò con un gesto gentile dalla mano

“A stasera” lo salutò il rosso. Il vecchio mago fece altrettanto prima di aprire il portone con un cenno del capo

Ron se ne uscì salutando di nuovo Silente, dandogli le spalle. E si immerse nel sole.

 

 

2.

 

“Mamma! Dove sono i pantaloni beige?” Hermione sbuffò sentendosi chiamare ancora da un urlo in cima alle scale. Uscì dalla cucina e si affacciò sulla prima rampa.

“Prova in bagno! E non urlare per le scale!” gridò a sua volta Hermione per poi tornare in cucina, alle prese con un dolce dalla farcitura complicatissima. Impugnò sicura in sacco ricolmo di panna montata e iniziò con il primo sbuffo bianco. Perfetto! Soddisfatta sorrise e continuò la coroncina uno sbuffo dopo l’altro. Uno, due. E poi tre, quatt…

“In bagno non ci sono!” ecco, il quarto sbuffo andò a farsi benedire spargendosi per tutta la torta. Hermione ringhiò seccata e sbatté con rabbia il sacco sul tavolo. Con passi pesanti tornò dalle scale.

“Ti ho detto di non urlare, Chris! Ma parlo arabo!?”

“Ma non li trovo!” si lamentò ancora la voce di Chris dal piano di sopra. Hermione credette di impazzire. Ma davvero quello strano Weasley che dicevano fosse anche suo figlio avrebbe compiuto diciassette anni a dicembre? Si consolò pensando che ne aveva ancora sedici, per un po’ avrebbe sopportato. Salì le scale e raggiunse il piano di sopra. Dalla porta del bagno in fondo al corridoio provenivano strani rumori, come se stesse crollando tutto a causa di un fortissimo terremoto.

“Perché Chris strilla così tanto?” una voce sottile e dolce sorprese Hermione alle spalle. Si voltò e vide quella piccola bambina che tanto adorava e tanto avrebbe voluto ammazzare di coccole. Si stropicciava l’occhio destro, infilata in una vecchia maglietta dei Lupi di Scozia, una squadra di quidditch che Chris amava letteralmente. Con la scusa che ormai era troppo piccola per lui mascherava la sua cocente delusione per l’abbandono del suo giocatore preferito, Stan Huddson. Erano stati giorni penosi per Chris, esageratamente penosi, secondo Hermione. Sembrava gli fosse morto il gatto sotto gli occhi. Ma lui non volle saperne. Stette in lutto per quasi una settimana, tant’è che alla fine cominciarono a prenderlo in giro sia Ron che Laurie. Ed un po’ anche Hermione. Le venne da ridere a quel ricordo.

“Laurie, tesoro, stavi ancora dormendo?” Hermione  la prese per un braccio e le diede un abbracciata affettuosa.

“E dormirei ancora, ma quel coso urla come un oca!” si lamentò sbadigliando definitivamente.

“Zitto pulcino!” sbottò Chris spuntando dal bagno in camicia a maniche corte e uno sfavillante baio di boxer bianchi. Laurie socchiuse gli occhi e si limito a sorridere strusciandoci stanca contro il fianco di Hermione.

“Non sei molto credibile “uomo-in-mutande”. Vero Hermione?” la donna sorrise nel vedere l’imbarazzo di Chris. Si mise le mani sui fianchi, proprio come faceva lei quando era nervosa, e vide spuntare le efelidi fra una guancia e l’altra. Forte scarica emotiva in avvicinamento, pensò.

“Ehi, Laurie ha ragione! Pensi di uscire così oggi?” rincarò la dose Hermione scompigliando i capelli castani e già spettinati della bambina.

“Ah-ah-ah. Siete esilaranti, davvero. Se avessi tempo mi butterei a terra dal ridere. Mamma, mi vuoi dire dove cavolo sono i pantaloni beige!”

“Quali pantaloni?”

“Beige! Hai presente? Ricamo sulla coscia, un po’ stretti…dai, li avevo ieri sera!” si lamentò Chris spalancando le braccia, esausto.

“Ah, li ho messi a lavare” spiegò brevemente Hermione.

“Tu cosa? Ma erano puliti! Ma che cazzo…”

“Ehi, linguaccia ragazzo. Non mi sembra il caso…” lo castigò Hermione con l’indice teso e il volto serio. Chris alzò le mani in segno di resa, come per scusarsi.

“Non è il caso di scaldarsi. Li hai lasciati in bagno, e sai come funzionano le cose in casa. La roba in bagno io la metto a lavare. Semplice, chiaro, è così da una vita”

“Si vabbè, tanto hai sempre ragione tu” sbuffò Chris infilandosi nella sua camera e sbattendo la porta alle sue spalle.

Hermione sorrise sconsolata e scosse la testa. Prese in braccio Laurie e se la portò fino in bagno.

“Hermione, perché fa così?” chiese la piccola appoggiandosi completamente al petto di Hermione. La fece scendere davanti al lavandino e le aprì il rubinetto. L’acqua iniziò a scorrere.

 “Perché è il periodo in cui si trattano male i genitori e si pensa di avere sempre ragione. Passerà”

“Io non lo voglio questo periodo. E’ brutto quando si litiga” si lamentò Laurie sfregandosi la faccia con l’acqua appena tiepida. Un vero toccasana.

“Oh, ma lui non litiga. E’ il suo modo di comunicare. Un po’ arrogante, un po’ con battute sarcastiche. Ci siamo passati tutti e ne siamo usciti tutti. Ce la farà anche Chris” le baciò la cima della testa e le allungò l’asciugamano.

“Sistema tutto quando hai finito” Hermione scese di nuovo di sotto lasciando Laurie sola alle prese con spazzolino e dentifricio. Cominciò a canticchiare a labbra serrate una canzoncina che le avevano insegnato a scuola verso la fine dell’anno. Era una canzone con un testo davvero stupido. Una bambina si era persa nel bosco, ma poi gli animali le mostravano la strada per tornare a casa. Prima il coniglio, poi il cerbiatto, il gufo, la volpe e così via. Le parole non erano un granché, ma la musica le piaceva davvero molto, così si limitava a canticchiare.

Si spazzolò energicamente i denti e poi cominciò a sputare la schiuma.

“Dai pulcino, mi serve il bagno” Chris entrò di prepotenza e cercò il gel sullo scaffale più basso.

“Eddai, aspetta!” Laurie guardò Chris attraverso lo specchio davanti a se. Si era cambiato completamente. La camicia era sparita per lasciare spazio ad una maglia smanicata che sembrava strappata sui fianchi.

“Hai la maglia rotta…lì” indicò Laurie mentre Chris non perdeva nessun movimento di ogni singolo ciuffo dei suoi capelli.

“E’ rotta apposta pulcino” spiegò Chris senza staccare lo sguardo dalle specchio “Va di moda”

“Hai messo i pantaloni militari alla fine?”

“Mamma fa il bello e il cattivo tempo in questa casa…dovrò adattarmi, per ora” a Laurie salì un groppo in gola.

“Perché per ora? Vuoi andare via?” cercò di far sparire quel tono piagnucoloso nella voce. Non seppe bene il risultato, ma lei si impegnò.

“Eh? Ma no, non subito. Certo, prima o poi potrei andarmene…chi lo sa?” Chris dovette per forza staccare gli occhi dallo specchio. Laurie lo abbracciò di scatto cingendolo per tutto il busto. Questo lo colse di sorpresa.

“Ehi, ehi pulcino, che c’è?”

“Non andare via solo perché litighi con Hermione” tirò su col naso, ma di certo non piangeva “Lei ti vuole bene anche se ti lava i pantaloni”

Il ragionamento non faceva una piega. Chris ridacchiò e sciolse l’abbraccio di sua sorella.

“Ehi pulcino, dai, non ti preoccupare. E’ normale litigare ogni tanto. E poi non ho mica detto che me ne vado domani!” le sorrise guardandola negli occhi. Anche lei sorrise, scostando lo sguardo. Le diede un bacio in fronte e uscì dal bagno.

“Dai sorella, preparati che tra un po’ dovete uscire” le disse Chris scendendo per le scale.

“Ehi fratello” Chris si fermò a metà del primo gradino e si girò all’indietro “Stai proprio bene così” Laurie gli sorrise e chiuse la porta del bagno.

Chris fischiettò un motivetto allegro e scese gli ultimi gradini con un salto.

“Oh, il mio figlio tutto d’un pezzo e sceso fra noi” lo canzonò Hermione sistemandogli il collo stretto della maglia bianca. Chris cercò di scostare le mani insidiose della madre con scarsi risultati. Ci doveva essere una qualche tecnica che le mamme imparavano per poter anticipare le mosse dei propri figli. Chris non poteva avere speranze.

“Dai mà… lascia stare” Hermione smise di torturarlo e gli sorrise.

“Lo so che fai tanto il duro ma sotto sotto sei sempre Chris…sei stato dolce con tua sorella” Chris si voltò di scatto e raggiunse in pochi passi la porta di ingresso.

“Sì…bè, vabbè. Ok, ciao, ci vediamo più tardi eh?” appoggiò la mano sulla maniglia. La girò e la serratura scattò. Poteva andarsene. Doveva andarsene, eppure lo sapeva che non ce l’avrebbe fatta. Sbuffò sconfitto. Tornò sui suoi passi e verso Hermione che ancora non si era mossa e che ancora sorrideva.

“Si, ok, faccio un po’ il bullo, ma sono più intelligente di così…contenta?” sbuffò Chris guardando in giro tranne che negli occhi di quella donna che si presentava come sua madre.

“Entusiasta” rise Hermione. Gli schioccò un bacio sulla guancia che Chris non cercò di evitare più di tanto e tornò in cucina senza dimenticare l’ultima raccomandazione.

“E fai il bravo!”

Chris se ne uscì di casa in un attimo. Passò veloce lungo il vialetto e chiuse il cancello alle sue spalle. Si accarezzò la guancia col bacio. Sorrise al sole perché la giornata prometteva bene.

 

 

 

“You’ve torn your dress, your face is a mess
You can’t get enough, but enough ain’t the test
You’ve got your transmission and your live wire
You got your cue line and a handful of ludes
You wanna be there when they count up the dudes
And I love your dress
You’re a juvenile success
Because your face is a mess
So how could they know?
I said, how could they know?”

 

Rebel Rebel, David Bowie

 

3.

 

Rebecca Steel scese al piano di sotto della sua villetta. L’atmosfera era calda. C’era aria di benessere in quel morbidoso salotto. Rebecca amava definirlo così, morbidoso. Forse a causa dei numerosi cuscini sparsi per tutta la sala. A Percy piaceva definirli “troppi”.

Rebecca sorrise e con passo danzerino si diresse in cucina. E neanche a dirlo Percy era lì. Addormentato su un libro aperto sul tavolo, pieno di scartoffie. Alzò gli occhi al cielo sconsolata. E gli passò le labbra vicino all’orecchio.

“Buongiorno amore” gli sfiorò la guancia con un bacio dolce quanto il miele e subito si rialzò, pronta a preparare una doppia razione di caffè forte.

Percy mugolò qualcosa che somigliava terribilmente ad un lamento adolescenziale prescolastico. Rebecca scaldò l’acqua con un colpo di bacchetta e inserì la cialda nella caraffa.

“E’ una bellissima giornata e tu ti sei ancora addormentato sul tavolo della cucina” intonò Rebecca, come se fosse una poesia che ormai sapeva a memoria.

Percy spalancò gli occhi e poi alzò la testa di scatto. Gli occhi gli si chiusero immediatamente a causa della luce. E la testa cominciò a girargli come poche altre volte in vita sua.

“Porca miseria…” mugolò prima di schiantare di nuovo la sua povera fronte contro le pagine del libro aperto. Rebecca gli allungò una tazza di caffè bollente e spietatamente nero. La poggiò vicino alla cartellina azzurra e si sedette accanto a lui.

“Scusa…” biascicò Percy con le labbra schiacciate fra le righe del vecchio tomo. Rebecca gli carezzò i capelli.

“Fa niente, solo non ammazzarti di lavoro” Percy alzò la testa, ancora ad occhi chiusi, inseguendo con le orecchie la voce di lei. E lei gli schioccò un bacio sulle labbra.

“Che ore sono?” chiese Percy ipnotizzato dall’odore del caffè. Cercò con la mano la tazza. Rebecca gliela afferrò e gli mise la ceramica calda fra le mani.

“Le dieci passate. Lysa è all’asilo e passa tua madre a prenderla”

“Santa donna…” sillabò Percy bagnandosi le labbra nella bevanda nera e calda. Fu come risorgere per il cervello annebbiato di Percy.

“Oddio, ma questo non è caffè, è un sogno” aprì finalmente gli occhi e lanciò un sorriso alla sua dolce compagna. Appoggiò la fronte alla sua e scivolò a baciarle il collo scoperto dalla vestaglia.

“Dimmi che sono un pessimo fidanzato”

“Non lo dirò” lei sollevò il mento di lui e si appoggiò alla sua spalla, accoccolata alla sua pelle calda e così…così Weasley. Un odore particolare, fresco, ma comunque intenso. Era incredibile quel profumo selvaggio e garbato che Percy aveva sulla sua pelle e che, probabilmente, nemmeno avvertiva.

“Ma se tu lo dicessi io smetterei di comportarmi così…lo so che lo farei” rincarò Percy coccolandosi col suo tepore.

“Ma non potresti resistere un giorno senza comportarti così” ridacchiò “Sarebbe una partita persa”

“Ti amo” le sussurrò Percy.

“No, io amo te” sospirò Rebecca “E adesso muoviti, Ron ha bisogno di parlarti”

Percy si alzò appena Rebecca interruppe quel dolce contatto fra di loro. Un po’ contrariato, un po’ deluso. Finalmente sveglio, comunque. Si stiracchiò e si accorse di essere ancora in mutande.

“Uh, sarebbe meglio darsi una sistemata…Amore, quando arriva Ron?” urlò Percy lungo il corridoio che portava al salotto e poi alle scale per il piano di sopra. Rebecca non fece attendere la risposta.

“Ha detto prima di mezzogiorno, verso le undici circa” Percy si grattò la testa e cacciò uno sbadiglio da guinnes dei primati. Cercò invano l’orologio al suo polso sinistro.

“Becky sai che or…”

“Dieci e mezza” lo interruppe subito. Percy sorrise fra se. Ma come avrebbe fatto senza quella donna? Poco convinto si infilò in bagno alla ricerca di un paio di pantaloni. Si sciacquò la faccia e improvvisamente tutto divenne più chiaro.

Perceval Weasley, detto Percy. Quasi quarant’anni, ma comunque ancora trentanove. Convivente, fidanzato, ma non sposato. Ci avevano pensato, ma poi nulla. Stavano così bene così, perché cambiare? Un figlia bellissima e dolcissima dai capelli ramati, ricci come la madre. Una donna, fidanzata, compagna di cui non si sarebbe mai pentito e mai avrebbe osato lamentarsi.

Una famiglia numerosa e perfetta. Un ruolo sociale di primo piano per le lotte contro il ministro Lestrange. Un’immagine amichevole e sincera, sostenuta da tutta Hogsmeade, e forse anche da qualcun altro in Inghilterra, che stava zitto, più per paura di ripercussioni che altro.

Questo era Perceval Weasley, detto Percy. Sorrise.

Ma si poteva volere di più?

Il campanello suonò insistentemente e Percy riconobbe la scampanellata tipica di suo fratello. Ron era qui.

“Vado io” corse lungo il corridoio verso l’ingresso e spalancò la porta. Ron lo attendeva.

 

 

4.

 

Un altro tuffo. Vin schizzò centrando in pieno il punto più profondo della piscina.

“Ora lo affogo” Tom prese un respiro profondo e si lasciò avvolgere dall’acqua. La pelle si circondò di quella fresca esperienza. Ad occhi aperti cercava quel piccolo Malfoy dai capelli rossi. Pensare che era stato proprio lui ad insegnargli a nuotare anni prima, ed anche a tenere gli occhi aperti sott’acqua. Evitò le gambe di Chris e schizzò verso Vincent.

Chris, dal canto suo, nuotò verso Eve che ancora era indecisa sul bordo della vasca.

“Dai, si sta benissimo” galleggiò Chris agitando le braccia. Notò con piacere che Eve aveva indossato il bikini rosa. Le stava davvero d’incanto quello rosa.

“Fa troppo freddo…” si lamentò lei. Chris sbuffò e tentò di schizzarla. Eve saltò via e gli urlò contro qualcosa di molto poco educato.

“Dai, buttati. Ti giuro che l’acqua non è fredda” Eve valutò la cosa. Al diavolo. Prese una bella rincorsa e si gettò aggraziata nell’acqua.

Fu terribile il gelo sulla pelle. Sbucò infrangendo il pelo dell’acqua e cacciò un urlo.

“E’ gelata!”

“Ma non fredda…” Chris fece una linguaccia e nuotò lontano da lei. Ed Eve subito lo inseguì. Non era una gran nuotatrice, ma se la cavava. Purtroppo Chris era troppo veloce per lei, oltre ad essere davvero abile immerso in acqua. Si costrinse ad impegnarsi, irrigidì le gambe e prese a batterle più forte che poté assieme alle ampie bracciate.

Poi qualcosa la punse. Lo sentì appena, all’altezza della coscia, un pizzico veloce e improvviso. Si fermò di scatto, preoccupata, poi sentì delle mani risalire lungo il busto e sfiorargli l’ombelico.

Chris si voltò e smise di nuotare.

“Bè, già ti arrendi?” la prese in giro facendo il morto a pelo d’acqua. Eve non rispose, con le mani cercò di staccare quelle dita tanto piacevoli dal suo corpo. Le mani viaggiarono fino alla parte più bassa del costume.

“Ah! Non…” gridò Eve senza rendersene conto. Chris si rimise eretto, la guardò strano. Eve non si fece prendere dal panico. Agitò le gambe e sentì di colpire qualcosa.

“Non…non mi scappi!” gridò di nuovo e prese a nuotare come un fulmine verso il cugino. L’inseguimento riprese.

L’acqua rimase liscia come olio. Poi una bolla fece capolino, seguita da un'altra. Il pelo d’acqua si increspò e Tom spuntò prendendo una enorme boccata d’aria. Questo giochetto gli era costato più di quanto credesse. Respirò a fondo cercando di far smettere di girare tutto ciò che vedeva.

“Rischi di ammazzarti” lo prese in giro Vincent scivolandogli di fianco in un elegante dorso. Tom avrebbe voluto tanto rispondergli, ma ora come ora l’aria che aveva era la cosa più preziosa a cui attaccarsi.

“…’zie…’ione…” biascicò fra un respiro e l’altro. Vin lo ignorò e ridacchiò nel sentirlo così disfatto. Nuotò verso il bordo vasca e si issò all’asciutto.

“Eh, l’amore a volte uccide” rise ancora e si allontanò a piedi nudi sul prato, verso i teli stesi poco distante.

Tom fece qualche bracciata fino ad appoggiarsi al bordo. A braccia spalancate recuperò il fiato con la testa appoggiata all’indietro. Gli venne da ridere a pensare ad Eve che cercava in ogni modo di scacciarlo e di sembrare naturale di fronte a Chris. Non che glielo volessero tenere nascosto, ma Eve aveva preferito così per ora e a Tom andava anche bene. Aveva atteso tutto quello troppo per farsi fermare da una richiesta così semplice.

“Prendi fiato?” Tom aprì gli occhi e l’immagine di Chris capovolta gli apparve davanti. Era già fuori dall’acqua e si agitava i capelli medio lunghi sopra la faccia dell’amico, bagnandolo.

“Smettila piaga...” scherzò Tom “Allora, con Grace?”

“Verrà fra qualche settimana, il tempo di convincere suo padre…” sorrise triste Chris. Grace gli mancava, ma sapeva che per dei ragazzi ancora minorenni non sarebbe stato semplice frequentarsi a così grande distanza. Lui in Inghilterra, lei in Francia. Il più delle volte i suoi pensieri affondavano nel tetro mare del pessimismo.

“Su con la vita, sono sicuro che…ah!” Tom si blocco di scatto. C’era qualcosa che lo pizzicava, e subito capì cos’era. Chi era, per meglio dire. Deglutì e con indifferenza balbettò solo un paio di volte prima di continuare la sua frase.

“…che…che verrà presto e…EH!”

“Che hai da strillare!?”

“Niente! E’…niente!” Tom sentì le mani risalirgli lungo il primo tratto della schiena e affondare oltre l’elastico del costume blu.

“Ti aspetto sotto l’albero, chiama Eve che non la vedo” Chris prese e si incamminò seguendo il tragitto fatto poco prima da Vincent. Tom trattenne il respiro ancora per una manciata di secondi. Quell’apnea era anche più dura della precedente. Poi Eve infranse il pelo dell’acqua, lentamente, proprio di fronte a Tom, ancora a braccia spalancate e rosso come un peperone.

Eve sorrise perfida e alzò i sopraccigli un paio di volte, rapidamente.

“Occhio per occhio…” disse semplicemente prima di appoggiarsi al bordo e sollevarsi all’asciutto. Tutto questo davanti ad un Tom perfettamente muto e pietrificato, a metà fra il terrore e il piacere profondo.

Si impose una manciata di secondi per calmare i suoi bollenti spiriti e poi seguì l’esempio degli altri e uscì dalla vasca. Vide appena l’elegante avanzare di Eve verso il provvisorio “campo-base” di teli e cesti da pic-nic. Sospiro fra se e se.

“Io quella ragazza la amo…” disse al vento prima di raggiungere gli altri.

Secondo capitolo. Allora, come vi trovate? Alzo un po’ il termostato? Volete qualcos’altro da bere? Il divano è troppo rigido? ^__-

Scherzi a parte, ringrazio chi ha commentato il primo capitolo ( e mi piacerebbe vedere meno timidi lettori…^_^):

Iceygaze: Oh, questa poi! Che piacere risentirti, my friend! Fra i primi a recensire il vecchio Senza Tregua e il primo in assoluto a recensire ST 3.0! *inchin* tanto rispetto a te my old friend! Comunque, fra i 16 e i 17. Hanno appena finito il sesto anno e devono fare l’ultimo. Ehi, non sono mica io a decidere come vanno certe cose (bè, tecnicamente sì, dato che sei l’autore, ma va benissimo così, amico! NdTomSorridente)! Lo sai l’azione è il mio forte, non posso non mettercene un po’ ogni volta! Ah, chi è il cattivo? Quello in alto nel prologo potrebbe esserlo, no? Ti lascerò ponderare un po’, tanto siamo appena all’inizio. Voglio solo avvisarti di una cosa. Questa volta ci ho pensato bene, cercherò di ingannare te e tutti gli altri fino all’ultimo! (Oh, io ci provo, speriamo di riuscirci ^__-) Harry? Sembra strano ma spunta presto… Alla prossima!

Lallotta12: Grazie, e grazie per l’incitamento! Se ai qualche richiesta o critica esprimila pure, non avere paura! ^__- Alla prossima!

Serena: E io adoro chi lascia un commento come il tuo che mi incita a fare sempre meglio! ^__- Non mollare, se hai voglia di scrivere fallo e basta. Se ci metterei un po’ di tempo pensa sempre che “Roma non è sorta in un giorno”, no? Aspetto il tuo commento, ciao e grazie! ^ ^

_Pe_: E hai fatto benissimo a farmelo notare, anche perché ho corretto subito, appena ho letto la tua recensione! Sai, si rilegge, fai betaleggere, ma qualcosa rimane sempre (spesso è poi colpa di word, ma vabbè…). Per l’età dei ragazzi, si capisce da questo capitolo. Comunque sono passati circa 5 anni. Più di 5 ma meno di 6. Insomma, sono completamente adolescenti, ormai ^__- Per Ginny che torna…bè, ha fatto semplicemente la spesa prima di tornare a casa dopo due giorni che non c’era. E’ anche normale, no? Il frigo sarà vuoto! Comune è come dici tu: con il contagocce si scoprirà tutto, come al solito (soltanto una cosa ho lasciato per metà in sospeso in ITCC…e l’hanno notata e risolta in pochi! ^ ^) Grazie per la tua preziosa recensione e per i tuoi preziosi consigli, alla prossima! ^ ^

Marcycas - the Lady of Darkness: Ehilà quanti graditi ritorni! Mi fa piacere rivederti fra le file dei lettori e mi fa piacere vedere i tuoi occhi sbarluccicare! ^ ^ Sì, ti ringrazio per ITCC, ma rimarrà il mio cruccio per tutta la vita, credo! Eh, in effetti ho dato solo qualche indizio sparso…hai ragione c’è bisogno di due cose: 1- un’idea generale di cosa deve accadere 2- Harry Potter. Il malefico Harry…hai ragione, provvederò al più presto. Basterà contare fino a 3. Uno, due e…^__- Alla prossima e grazie!

Fatamorgana: Bè, grazie per gli imbarazzanti complimenti ^//^ *blush* Me tende spesso a non lasciarsi trasportare e mantenere i piedi ben piantati nel terreno. E ti ringrazio per aver deciso di recensire la mia storia *ichin*, a tal modo mi considero onorato, allora! Spero di non deluderti con questo seguito e spero continuerai a lasciarmi un parere: Grazie e alla prossima! ^ ^

Ly: Eh sulle quaresime hai ragione cara Ly. Con TIDCIM la storia è già molto abbozzata, ormai totalmente scolpita. La aggiusterò qua e là mano a mano che proseguo la scrittura, ma la maggior parte dei punti sono già fissi come le stelle in cielo *Strek guarda fuori dalla finestra con aria sognante il cielo coperto di stelle. Una stella scompare improvvisamente* ….Ops, ehm, vabbè, sono sicuro che non ci metterò molto. Ah, catastrofico finale…suvvia, Piton è vivo, Lestrange ha trovato lavoro e Remus e Sirius possono tornare a frequentarsi da vecchi amici. Non è andata male, no? : P Ciao alla prossima!

Alexis: Un graditissimo ritorno! Hello my old friend, grazie per essere ripassato a lasciare due righe al vecchio Strek! ^__- Come al solito, troppo buono, ma vediamo di darti qualche risposta. Sì, ho una scaletta in mente, ma nulla i vieta di aggiungere cose se ho qualche epifania improvvisa. Quanti chaps?? Oddio, non lo so con precisione, ma tenderei comunque a dirti più di venti, tranquillamente, ma non so essere più preciso per ora! ^ ^ Belle storie HP? Guarda, ultimamente non leggo molto in HP per lo stesso problema che hai tu: ci passere i pomeriggi e troverei una minima parte che mi fanno venire voglia di leggerle. Quello che leggo e che considero valido l’ho registrato nel mio account. Se vedo qualcosa, però, ti avviso. Hai stili e/o generi preferiti? Grazie mille e alla prossima! ^ ^

Luca er meyo: Farò più in fretta che posso! ^ ^ E complimenti per lo sforzo di aver letto le altre due fanfic! Sei proprio er meyo davvero, allora! ^ ^ Grazie per la recensione, è manna per i fanwriter! Alla prossima!

Dorothea: Ecco una altra grande fanwriter che ringrazio per aver lasciato il commentino! Troppo buona, mia cara, e contento di averti fatto urlare alle..due di notte? Mi immagino la reazione di Angela… ^__^ Ah, ti piace Vin! Credo ci sia un piccolo fan club ormai (ovvio, sono er mejo….eheheh NdVinChesièmontatounpo’latesta). Anni passati? Circa cinque anni e mezzo. Ora è estate ed hanno appena finito il sesto anno (i più grandi. Vin ha finito il terzo). Alla prossima carissima!  ^ ^

Mary: E grazie per aver aspettato fino all’ultimo, allora! ^ ^ Aggiornerò più presto che posso e tu non dimenticare di darmi i tuoi pareri, fanno bene ad un fanwriter! A presto Mary! ^ ^

Vale: L’amica Vale! ^ ^ Ma come stai in quel di Milàn? Grazie, e anzi, scusami ancora per il ritardo recensionistico. Fra il pc con le bizze e la velocità di aggiornamento dell’EFP (di cui abbiamo lungamente parlato…) spesso scappano sotto il naso le fanfic che vorremmo leggere! Eh, speriamo che l’esperienza paghi! Questa volta ho pianificato il più possibile…speriamo bene! A presto, my friend, un abbraccio forte! ^__-

Sunny: Oh oh oh, come direbbe Babbo Natale! Ed eccola qua la Sunny! Eh, ho fatto una cura di dialoghi a furia di leggere quelle perle della tue fanfic! E poi uno che scrive sceneggiature prima o poi deve imparare, c’è poco da fare! Eh, sapevo che tifavi per quei due pupattoli di Eve e Tom. Come vedi certe cose capitano prima che si possano raccontare (a tal proposito, guarda in fondo), ma capitano comunque. Eh, ti ringrazio, ma il signor Marrone (intende Brown, ma è un cretino…NdMisteriosospiritoautocritico) mi guarda da distanza di molti passi e ridacchia, mi sa! ^__^ L’amore tuo Chris? Hai letto il chap, no? E’ un inizio, poi si saprà di più (otre che le one shot in arrivo, appena trovo un attimo libero!). Ti manca Draco, eh? Lo capisco, manca anche a me quando scrivo dei Malfoy…accidenti che cavolo ho fatto! ^__- Saluti e baci Sunny cara e alla prossima!

Ale: Uè! Che bello risentirti! Tutto bene? Ti ringrazio per il commento, molto gradito e molto sentito, grazie mille! Ah, vedo che hai letto gli albori di Eve e Tom…ebbene sì, anzi a tal proposito metto poi il link qui sotto. Presto ci sarà la seconda parte, mi mancano poche pagine. Sai, sei l’ennesima persona che mi dice che il mio stile ha qualcosa di diverso…cavoli, deve essere vero allora, non vi sarete mica messi tutti d’accordo, vero? ^_____^ Un’altra cosa: un’altra fan di Vincent! Ed ha fatto solo una comparsata! Figurati quando spunterà la sua One shot, sarà un delirio! Bè, ti ringrazio ancora tanto e alla prossima! Ciao ciao

 

E con questa ho concluso. Wow, è appagante rispondere a delle recensione così belle! Speriamo di fare un super bis con questo secondo capitolo, eh? ^__-

Piccola informazione promozionale: ho pubblicato anche la prima parte di una one shot, ma come spesso accade è stata trascinata via dagli aggiornamenti rapidi della pagina. Metto il link qui, per chi volesse gradire.                                 Almeno credo parteI (Senza Tregua 2.8),

 

Ah, colgo l’occasione per ringraziare i Betalettori dei primi capitoli che hanno dovuto prendersi il duro compito di leggere i miei pasticci!

Ly

Vale

Sorti (che saluto dall’alto dei suoi impegni universitari. Appena puoi passa a fare un saluto!)

 

 

 

See you again!!!

   
 
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