Atlantide:
la situazione
precipita
Un
sommesso gorgoglio poi diventato silenzioso moto ondoso fu unico
testimone
dell’improvviso e voluto inabissamento della Sunny.
Un
rumoroso schiocco sostituito poco dopo da un preoccupante silenzio fu
indicatore delle forze messe in campo dal mondo, per contrastare quei
raggi di
speranza che, lentamente, stavano dissipando le tenebre
dell’abisso abitato da
mostri mai visti.
Dentro
una sorta di bolla quasi indistruttibile, il veliero dalla polena
raggiata
solcava le acque fredde e dense delle profondità marine.
-è
uno spettacolo stupendo!-
Esclamò
Rufy, soffermando il giovane sguardo sul paradiso nascosto in cui
stavano
addentrandosi.
La
superficie lontana increspata dalle onde infatti, somigliava
straordinariamente
ad una rete immensa che impediva alle bellezze sottomarine di sfuggire
alla
vista dell’osservatore.
Banchi
infiniti di pesci dai mille colori nuotavano armoniosamente attorno a
loro,
foreste di bassi coralli dei colori dell’iride, saldamente
ancorati al fondo, ricordavano
quanti colori cangianti potesse regalare l’effetto della luce
attraverso
l’acqua; come sfondo al tutto però, permanevano
enormi sagome nere e sinuose,
indecifrabili a causa della loro straordinaria lontananza.
-sono
Re delle Scogliere.-
Informò
Chopper, fermandosi ad ascoltare i rumorosi schiocchi e agghiaccianti
sibili
che facevano da colonna sonora alla loro discesa.
-e
se ci attaccano?-
Chiese
intimorito Usopp.
-saremmo
morti ma ho avuto il buonsenso di rivestire, non solo lo scafo, ma
anche le
fiancate della Sunny con parecchia algamatolite…-
Precisò
Franky, tranquillizzando i presenti.
-e
quella cos’è?-
Domandò
sorpresa Lily invece, apparsa come uno spettro in tutto il suo candore,
alle
spalle del cecchino, facendolo sobbalzare dallo spavento.
La
ciurma volse lo sguardo in direzione del dito puntato fuori bordo dalla
ragazza
e, sgranando gli occhi, assistettero a qualcosa di fenomenale.
Uno
scenario pallido, sabbioso, lunare si spandeva ovunque attorno a loro,
in netto
contrasto con il paradiso “terrestre” alle loro
spalle.
Al
centro della landa desolata, imponente come si conviene ad un punto di
scambio
del suo calibro, Atlantide s’ergeva sul fondale, protesa
verso la superficie
fin quasi a voler sfiorare il pelo dell’acqua.
-sembra
avvitata su se stessa!-
Esclamò
stupita Nami.
-già,
proprio come una conchiglia…-
Terminò
sbigottita Ther, osservando l’inusuale disposizione cromatica
dell’agglomerato,
loro obbiettivo.
Alla
base infatti, in quella che si può chiamare periferia, le
case avevano un colore
scuro, molto simile alle tenebre in cui si erano addentrati
immergendosi col
veliero e, man mano che ci si avvicinava alla superficie, le tinte
andavano
schiarendosi, fino a raggiungere il bianco splendente della punta,
probabilmente costituita da un palazzo molto importante.
-si
sta avvicinando qualcosa…- informò Zoro,
sfoderando una spada appesa al suo
fianco.
-…o
qualcuno!-
Precisò
Mistral, dando una forma all’aria in prossimità
della sua mano, sino a che
questa non divenne una lancia blu a tre punte.
Aguzzando
la vista infatti, la base di Atlantide andava dissolvendosi, divenendo
indistinta dietro un’improvvisa coltre polverosa sollevata
dal suolo che stava
spostandosi ad altissima velocità verso di loro.
-sono
5 individui.-
Esclamò
Rufy, sicuro di se, stupedo i presenti che ancora non erano a
conoscenza dei
progressi di 2 anni passati con Reylight, e ancor di più
quando, bloccandosi, 5
figure emersero dalla polvere.
Gli
elmi lucidi risplendevano al riverbero del sole su di essi; i petti
cinti da armature
resistenti impressionarono col loro aspetto di potere indiscusso.
-sirene!-
Esclamò
sbalordita Ther, meravigliandosi e beandosi della vista di tanta
armonia in
soli 5 corpi.
-e
saremo le ultime che vedrete!-
Esclamò
una di loro, la punta della formazione a pentagono, con i capelli
lunghi, ricci
e dello stesso colore del rame, facendo brillare lo sguardo verde
foresta.
-non
siamo qui per attaccar briga.-
Mediò
Robin, apparendo tranquillamente sulla fiancata da cui si potevano
osservare le
creature più veloci di tutti i mari.
-e
chi e lo assicura?-
Domandò
ancora una sirena, diversa da quella di prima.
I
corti capelli biondi ne incorniciavano il volto fanciullesco, poco
credibile
considerando le dimensioni del bazooka, allacciato alle sue spalle,
piuttosto
larghe.
-jimbei!!!-
Strepitò
Rufy, stupendo persino le sirene.
-eh?!?-
Esclamò
Nami, non avendo capito di chi si stava parlando.
-Jimbei!
È un mio amico!-
Spiegò
il giovane, indicando la sagoma chiara dell’uomo pesce, con
gli occhi che
brillavano di gratitudine.
-jimbei-sama!-
esclamò
la formazione pentagonale delle sirene, chinando ossequiosamente il
capo
all’arrivo del cavaliere del mare, pochi attimi dopo.
-riposo
ragazze!-
ordinò
Jimbei con un gesto della mano palmata.
-è
un piacere rivederti amico mio!-
pigolò
ammirato Rufy, abbracciando l’uomo pesce con caloroso affetto.
-lo
stesso vale per me Rufy-kun ma, chi sono questi ragazzi? hai forse
allargato la
tua ciurma???-
chiese
il cavaliere, con fare sorpreso.
-oh,
ti presento i miei compagni d’avventura, nonché
mia unica famiglia! ragazzi,
questo è Jimbei…un mio carissimo amico!-
esplicò
il giovane capitano, rabbuiandosi verso la fine della frase per poi
riprendersi
quasi subito.
<<
vuoi vedere che non ha detto niente a nessuno??? >>
pensò sconcertato
l’uomo, poco prima d’essere interrotto dalle
presentazioni dei giovani compagni
del ragazzo.
una
volta che tutti ebbero parlato, Jimbei s’accorse che non
tutti si erano
introdotti a lui.
-e
voi chi sareste??? non vi siete presentati…-
-
noi non abbiamo posto fisso in questa compagnia…ci siamo
uniti per un patto
temporaneo e io sono Ther, il capitano.-
Spiegò
la donna, introducendo poi i suoi compagni.
-e
così sei a donna di Ace-kun…-
Affermò
pensieroso l’uomo dalla pelle azzurra poco dopo, terminato
d’ascoltare la
storia della mora e della sua ciurma.
Intuendo
però che qualcos’altro poteva, doveva esserci,
Jimbei propose che lo seguissero
a palazzo, la punta di diamante di Atlantide stessa.
I
presenti acconsentirono e s’avviarono alla volta della
città, non dopo essersi
congedati dalle sirene che, benchè fossero stati
riconosciuti, li osservavano
ancora con diffidenza.
-sarà,
ma Atlantide me la ero immaginata piuttosto diversa!-
Esclamò
Sanji, osservando le case periferiche, vicine al porto, dopo che la
Sunny fu
ormeggiata e messa al sicuro, con porte e finestre sprangate.
-è
a causa di ciò che sta accadendo nel nuovo mondo???-
S’informò
Lily.
-si,
e se aggiungiamo la morte di Barbabianca, il trasferimento del QG della
marina
e il vostro ritorno, oramai conosciuto in tutti i mari, mi stupisco che
non sia
esploso ancora niente qui sotto!-
-che
intendi dire?-
Domandò
Rufy, preoccupato di poter essere la causa di chissà qualce
disgrazia.
-niente
niente!-
Sorrise
forzatamente l’uomo dalla pelle blui, facendo tacere con un
gesto della mano
qualunque discussione stesse per nascere in merito.
Poi,
tutt’un tratto, Mistral e Nami, in quanto entrambe
navigatrici, furono
folgorate da un dubbio: navigare ad atlantide, considerando che era
pure lei
rivestita come la Sunny, e poi uscirne, era poi così
semplice come inabissarsi?
Con
questa domanda, entrambe si spostarono accanto a Jimbei, costringendo
Rufy a
retrocedere a malinquore.
Persi
nelle loro spiegazioni, il cavaliere del mare e i restanti pirati non
s’accorsero che Ther e Cappello di Paglia erano rimasti
indietro rispetto a
loro; bhè, la mora aveva rallentato per stare al fianco di
Rufy…
-Ru-!-
La donna non
riuscì a terminare il nome del moro che
questi era collassato a terra tenendosi l’addome e
sussurrando una flebile e
silenziosa richiesta d’aiuto.
-che
fine hanno fatto Ther e Rufy?-
s’informò
Huron, fermandosi ad osservare la strada deserta alle loro spalle.
-ma
non erano dietro di noi?-
precisò
Nico Robin, insinuando la preoccupazione nei cuori dei suoi compagni.
-ehi!
ecco Ther!-
strepitò
tutt’un tratto Chopper, tranquillizzandosi per poi
pietrificarsi col naso
all’insù.
-che
succede Chopper?-
chiese
preoccupato Huron, intuendo che qualcosa non andava, cominciando
dall’odore
ferroso dell’aria.
-c’è
qualcosa di sbagliato! Ther sta barcollando sotto il peso
di…di…?!?-
balbettarono
sconcertati Zoro e Brook.
-Rufy!!!-
strillò
Chopper, volando quasi, tanta era la sua velocità, accanto
al suo capitano,
momentaneamente esanime.
mentre
i ragazzi di Cappello di Paglia si riunivano a capanello attorno al
moro
deposto dalle spalle di Ther, Huron s’affrettò al
capezzale della sorella
bianca quanto la spuma del mare.
-Ther???-
sussurrò
il biondo, notando gli occhi “lontani” della donna.
-è
come quella volta Huron!- disse lei.
-come?-
esclamò preoccupato il ragazzo.
-il
sangue, il silenzio e l’espressione! sono come le Loro!-
pigolò
tremante e terrorizzata Ther. intuendo ciò di cui si stava
per parlare, il
biondo prese il viso della sorella tra le mani, riscaldando le gote
gelide e
bloccandone i brividi di terrore.
-ascoltami…-
sussurrò Huron con tono tranquillizzante.
-il
sangue, le urla, il silenzio!! è tutta colpa mia!-
singhiozzò Ther,
accasciandosi sulle ginocchia e crollando a terra.
-ascoltami
Ther!!!- urlò quindi lui, zittendo i bisbigli dei presenti e
vaneggiamenti
della sorella.
-è
vero, cono morti e non abbiamo potuto far niente; è morto e
non abbiamo potuto
far niente ma questo non ci deve impedire di migliorarci negli anni a
venire!-
-ma
io non voglio che muoia!- singhiozzò tremante la mora.
-e
non morirà ma_
-ma
il sangue e l’espressione…-
-guarda!
ti sembra che se stesse morendo tutti loro starebbero lì a
guardare?-
chiese
bruscamente il biondo, interrompendo il filo dei pensieri di Ther
voltandole
rudemente il volto in direzione di Rufy, il cui addome era stato subito
bendato.
-no…-
ammise infine lei, abbassando il viso ancora stretto tra le mani del
fratello.
-allora
alzati e và a vedere come sta…-
terminò con tono più gentile il biondo.
sollevandosi
quindi con incertezza sulle gambe appena instabili, si diresse
barcollando
verso Rufy, pallido come un lenzuolo, facendo ondeggiare i lunghi
capelli neri
dai riflessi violacei.
-ah,
Ther!- sospirò avvilito più che stupito, Jimbei.
-che
è successo?- s’informò Zoro, con tono
preoccupato.
-non
ne ho idea…a un certo punto voi eravate più
lontani di noi, lui si è fermato e
mi ha detto di aiutarlo poi è collassato, me lo sono messo
in groppa e sono
subito corsa da voi…vi giuro che non gli ho fatto nulla!!!-
esclamò
spaventata la mora.
-sta
tranquilla, sappiamo che non potresti fargli del male!- le sorrise
Robin,
mettendole una mano sulla spalla tremante.
-però
dobbiamo sbrigarci a far qualcosa…- propose Chopper, serio e
lapidario.
-potremmo
portarlo a palazzo ma avremmo bisogno di qualcosa di molto
veloce…- notò Nami,
illuminandosi poco dopo essersi voltata verso Ther e Huron, uno
risplendente
nei suoi vestiti solari, l’altra opprimente con il suo
cappotto nero notte.
-oh,
nonono! non me la sento per niente di portarvi io! Ther?-
assentì Huron,
alzando le mani in modo difensivo.
-cosa???
dovrei portarvi io??- fece sbigottita la mora, indicando se stessa.
-e
chi sennò???- disse Sanji.
-ma
siete sicuri?- disse nuovamente Ther.
-susu
piratessa! preparati che si parte!- ordinò Jimbei,
assistendo poi stupito alla
straordinaria metamorfosi della donna.
dopo
che anche l’ultima delle scaglie quasi indistruttibili si
furono allineate in
modo da rendere aerodinamica la figura della piratessa, Chopper prese
tra le
braccia il corpo inerte del suo capitano, montando poi
nell’incavo tra il collo
e la spalla del grande drago nero.
alle
sue spalle, il cavaliere del mare prese posto, incurante degli sguardi
di puro
astio che Zoro gli lanciava.
-forse
è meglio che ci muoviamo!- consigliò Chopper,
scrutando la brutta cera di Rufy,
lungi dal risvegliarsi.
all’unisono,
Jimbei cinse la vita del medico con il braccio sinistro mentre Ther
allungava
il corpo, mugolando di disappunto al tendersi dei muscoli addominali.
-Ther?
ma hai fatto gli-!-
troppo
tardi, le parole di Chopper si persero nello scatto in avanti di Ther,
la quale
spinse al massimo ogni muscolo a sua disposizione, per poi spiccare un
balzo
verso l’alto dispiegando la membrana alare con un sonoro
schiocco.
-ehi
fratello! credi sia stato giusto lasciarla andare nelle condizioni in
cui era?-
chiese Franky preoccupato, dopo che il drago e il suo equipaggio furono
alti
sui tetti della città.
-certo!
ne sono convinto!- rispose il biondo scrutando il cielo.
-ma
tornando a prima…perché era tanto sconvolta?-
domandò Sanji.
-perché
odia il sangue degli altri…- spiegò Lily.
-almeno
da quando ha visto quello dei suoi nonni.- terminò Mistral,
soffermando lo
sguardo sul volto ombroso del cugino.
-mi
dispiace…- disse Nico Robin, sinceramente dispiaciuta.
-non
è con me che ci si può scusare…io non
ho visto niente.- fece il biondo,
scostante verso gli sguardi tristi dei presenti.
-ma
abbiamo ancora un problema!- notò improvvisamente Brook.
-quale?-
fecero tutti in coro.
-come
ci arriviamo a palazzo?- chiese Usopp.
-vi
ci porto io!- propose Zoro.
un
silenzio scioccato scese sui presenti, prima che esplodessero le
tonanti risate
della ciurma.
-tzk…-
-non
prendertela Zoro! non è colpa tua se sei nato senza
bussola…- lo consolò Nami
-…e
senza soldi!- concluse lei, ridacchiando e spostandosi accanto a Lily,
seduta a
terra.
-il
mio cappellino è ferito e
ve ne state tutti qui??? a ridere anche???-
esclamò una voce dall’oscurità
di una casa apparentemente disabitata, zittendo
l’ilarità degli astanti.
-oh
no! ti prego no!- disse Sanji, improvvisamente pallido in viso,
nascondendosi
dietro a Mistral, alquanto confusa.
-vi
ci porto io, a palazzo! razza
di caramellini amici di cappellino…- fece ancora la voce,
all’interno della casa.
tutt’un
tratto si spostò e la figura si mise in luce, scioccando i
presenti a tale
vista inaspettata. la testa assolutamente sproporzionata rispetto al
resto del
corpo, era ornata da una zazzera di capelli cotonati
dell’inusuale color
indaco. il volto era truccato ma meglio tralasciare i
dettagli…questa non è una
storia dell’orrore.
-Sanji???-
domandarono impressionati i presenti.
-non
ci posso credere!- esclamò sbigottita Nico Robin.
-Ivankov
dell’esercito Rivoluzionario!- dissero in coro il cuoco e
l’archeologa, uno
mezzo schifato e l’altra stupita all’inverosimile.
-è
così che si saluta la
propria mentore???- chiese shoccato Iva.
-non
dire cazzate! sei un uomo, quindi mentore!- spiegò
arrabbiato il biondo,
sputacchiando qua e là a causa dell’agitazione.
-non
penso sia il caso di stare qui a scervellarci se questo o questa qui
sia o meno
un uomo! Rufy ha bisogno di noi!- esclamò Zoro, al limite
della sopportazione.
-tu
mi stai molto simpatico! sai cos’è
meglio per il piccolo Mugi-chan!-
affermò sorridente il rivoluzionario.
-so
cosa è meglio per il mio capitano; ognuno qui lo sa ma, non
è certo piccolo
Rufy…-
-oh,
non è stato certo grande in
guerra!-
-come
fai a dire questo??? chi cazzo sei tu???- sbraitò Usopp,
tenuto fermo dall’enorme
mano di Franky, stupendo tutti con la propria sclerata improvvisa.
-ehi
ciccio, io sono quella che
ha salvato il culo al tuo capitano!-
-Rufy
non ha certo bisogno di un finocchio per vincere la Guerra!-
-chi
ti ha detto che ha vinto
la Guerra?- chiese cupo Ivankov, zittendo con lo sguardo
le ire del
cecchino.
-ragazzi,
io non sto
minimizzando affatto le gesta del vostro capitano, non fraintendetemi!
cazzo, è
l’unico per il momento che abbia sfidato Barbabianca e sia
ancora vivo, è l’unico
che ha combattuto contro Garp “L’Eroe” ed
è ancora vivo, è l’unico ad essere
quasi annegato nel veleno di Magellan ed essere qui per raccontarlo ma,
ho
visto lati di Rufy che spero non vediate mai!- disse il
rivoluzionario.
-che
vuoi dire? una ciurma rimane unita, sempre!-
-non
era questo che intendevo
io…voglio dire, l’ho sentito urlare per 10
lunghissime ore senza mai fermarsi!
l’ho visto cadere e rialzarsi, venir trafitto e cadere,
implorare, chiamare,
svenire, piangere e spaccarsi la testa fino a che non cadeva ancora!
quello non
è un ragazzo…quello è un mostro,
l’unico col potere di far tremare il QG della
Marina.-
-cosa
è successo a Rufy mentre nessuno c’era?- chiese
Zoro, l’unico con ancora la
facoltà della parola.
-ve
lo racconterà lui…ora andiamo, ho
un brutto presentimento.-
e, sospingendo in avanti i ragazzi ancora sbigottiti dal lato del loro
capitano
che sempre gli era rimasto nascosto, presero a correre come pazzi,
avidi di
sapere le condizione del moro loro amico, più che dal
conoscere le vicende da
lui affrontate.
-non
puoi dirci proprio niente?- tentò Usopp, speranzoso.
il
cecchino infatti, memore delle ferite e dei tempi di recupero del suo
capitano,
faticava ad immaginarsi che, i fatti appena avvenuti, potessero
ricollegarsi in
qualche modo a cicatrici della battaglia di 2 ani prima, a meno che, le
ferite,
non fossero state mortali e mai guarite già allora.
-bhè,
non è esattamente giusto
dire che Mugi-chan abbia perso la guerra…cioè,
è arrivato sul patibolo ed è poi
tornato sul campo di battaglia, già così sarebbe
una vittoria su tutti i fronti
ma, non era per questo che lui era sceso in guerra…-
-non
era sceso per il fratello?- chiese confuso Brook, rallentando la corsa,
affiancandosi al regino.
-si
ma suo fratello è morto…-
-questo
lo sapevamo già.- lo interruppe Sanji.
-sapevate
anche che gli è morto
tra le braccia?!?- domandò duro Iva.
Nami
inciampò nei suoi stessi piedi e ruzzolò per
qualche metro prima di venir
soccorsa; i restanti ostentarono indifferenza ma nelle
profondità delle loro
iridi, una battaglia di proporzioni epiche veniva combattuta.
-il
nostro capitano ha bisogno di noi!- urlò Franky, aumentando
di molto la falcata
della sua corsa, non appena fu in grado di digerire le notizie appena
ottenute.
-arriviamo
Rufy!!!- risposero tutti, stupendo il rivoluzionario.
in
quella ciurma nessuno era debole, lo si leggeva persino nella loro
corsa;
stavano dando il massimo, i muscoli tesi all’inverosimile, il
busto proteso in
avanti e in viso, uno sguardo pazzesco.
i
lineamenti del volto distesi, gli occhi fissi sul palazzo, in cima ad
Atlantide, le sopracciglia aggrottate fin quasi a toccarsi, una luce
negli
occhi da far accapponare la pelle, questi elementi tradivano un solo
sentimento
estremamente passionale e travolgente: odio, puro e semplice odio.
un
ciottolo più rialzato rispetto agli altri del manto stradale
fece inciampare
Mistral; nessuno si fermò per vedere come stava. non ce ne
era bisogno, era già
al loro fianco che correva, se non come prima quasi più
veloce. Iva ebbe il
dubbio che si fosse già rialzata prima ancor di toccare
terra…
-Ragazzi!
Rufy non scappa mica! potete rallentare!- consigliò ad un
certo punto Ivankov,
a corto di fiato. erano dieci minuti buoni che non si fermavano,
sembrava non
ne avessero bisogno…
Nico
Robin si voltò verso il rivoluzionario con gli occhi
fiammeggianti come fuoco
ghiacciato.
-il
nostro capitano si è mai fermato per prendersi una pausa, in
guerra?- chiese l’archeologa.
-no,
nemmeno quando stava per
morire…-
-come
puoi chiederci di fermarci allora??? se lui non si è
riposato, noi non lo
faremo! suo fratello lo aspettava e Rufy è arrivato; il
nostro capitano ci
aspetta e noi arriveremo!- urlò Nami, facendo sobbalzare Iva.
no,
era stato sbagliato dire che Rufy era un mostro, l’unico in
grado di far
tremare la Marina…si, magari, da solo, avrebbe potuto
rappresentare una
minaccia ,a ognuno dei suoi compagni la poteva rappresentare.
<<
è quando
saranno insieme che faranno tremare il mondo,
nel vero senso della parola! >> si
ritrovò ad ammettere
sgomento a se stesso, il rivoluzionario.
il
palazzo era ormai davanti a loro, il portone spalancato, le vetrate
colorate
abbaglianti al sole che le raggiungeva, le guglie affusolate
d’un bianco mai
visto eppure, benché il loro obbiettivo fosse lì
di fronte, nessuno accennò a
rallentare anzi, se possibile accelerarono ancor di più.
<<
Dio
santo,
questi sono pazzi! e il mondo ha ancora la forza di stupirsi dinnanzi a
loro???
se questo non è amore, chissà che
cos’è? qui ognuno non combatte per se
stesso…non
sarebbero così forti e pericolosi se non lottassero per
qualcosa! ho l’impressione
che ognuno di loro combatta anche a costo della vita per il sogno del
compagno…
questa
non è una ciurma! questa è una famiglia, una
delle migliori!
>> pensò Iva
con i lucciconi agli occhi.
era
tranquillo ora, sapeva che il suo “cappellino”
aveva una Famiglia
che lo
avrebbe sempre protetto e sempre avrebbe combattuto per lui.
purtroppo,
nonostante tutti questi bei pensieri, il corpo del Rivoluzionario stava
arrivando al limite.
<<
ho
i polpacci
che stanno per saltare via! >>
anche i polpacci
degli altri dolevano
molto!
<<
i
polmoni mi
bruciano! >>
anche i polmoni
degli altri
bruciavano molto!
<<
il cuore sta per scoppiarmi! >>
anche il cuore
degli altri stava
per scoppiare
eppure,
nessuno si fermò o rallentò, neppure Ivankov.
fecero il salone d’entrata e le
scale correndo come mai…
si
bloccarono solo quando, aprendo una porta, si trovarono faccia a faccia
con la
disperazione. disteso su di un letto, Rufy era bianco, serio e
addormentato,
con tubi che entravano in lui portando chissà cosa, Chopper
gli ronzava
attorno, cambiando bende cremisi con fasciature nivee e Ther…
Ther era seduta
su una poltrona, lo sguardo perso in
lontananza, il torace fasciato e le labbra tremanti, bagnate della
stessa acqua
salata che usciva copiosa dalle iridi ametista, ora tanto arrossate da
parer
gemme immerse nel rosso d’un sangue maledetto.
ragazzi,
ditelo, ho superato me stessa con questo ritardo -.-
vi
prego umilmente di perdonarmi…in realtà il
capitolo era pronto da un bel pezzo
ma l’ispirazione mi ha presa così tanto che ho
scritto anche il 10 e iniziato l’11
ma di scriverli al PC proprio non ne avevo tempo xD
comunque,
che non pensiate che questo capitolo, molto più lungo del
solito, sia il mio
regalo di Natale per voi V.v
sono
indecisa se regalarvi il 10 e l’11 insieme o una bella fanfic
natalizia…
mmh…consigliatemi,
possibilmente anche con un pairing se decideste per la seconda J
intanto
non mi resta che augurarvi buon Natale se non ci sentiamo prima e Buone
Feste J
vi
auguro tutto il bene del mondo ragazzi, tutta la felicità
dell’universo e tutta
la fortuna che possa esistere, qui, lì, ovunque J
ricordatevi,
anche se non aggiorno periodicamente, non vuol dire che io non vi pensi
anzi,
ogni giorno che passa di ritardo, la vostra ipotetica immagine mi
assale anche
la notte xD
quindi,
tranquilli, non mi dimenticherò mai di voi J
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