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Autore: Glance    21/12/2010    3 recensioni
Sei mesi, la conoscevo da soli sei mesi. Eppure potevo dire di esistere veramente solo da quando il battito del suo cuore scandiva ogni momento che passavo con lei. Sei mesi e oggi sarebbe stata la ricorrenza della sua nascita, il suo compleanno. Il fatto che fosse nata era qualcosa per cui festeggiare, qualcosa che bastava a giustificare la creazione dell’intero mondo.(Quello che di Edward non é stato scritto in NEW MOON)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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Chiamai la mia famiglia pronunciando i loro nomi ad uno ad uno.
--Carlisle? Esme? Rosalie? Emmett? Jasper? Alice?- Il primo a comparire al nostro fianco fu Carlisle.
-Ben tornata Bella.- Le disse sorridendole.- Come possiamo esserti utili? Immagino che, visto l'orario mattiniero, questa non sia una visita di cortesia.-Bella annuì.
-Ho un discorso da fare a tutti, se per voi va bene, a proposito di una questione importante.- Mentre parlava continuava a tenere i suoi occhi su di me. Sapeva che non approvavo, ma ero rassegnato ad assecondare quella sua esuberanza. Notai che anche Carlisle mi guardava.
-Ma certo.- Rispose mio padre, proponendo di spostarci nell'altra stanza facendoci strada in sala da pranzo che si trovava appena dietro il salotto, accendendo le luci man mano. Carlisle indicò a Bella di prendere posto a capotavola, mio padre si accomodò alla sua destra e io alla sua sinistra e man mano anche gli altri presero posto in silenzio.
-A te la parola.- Esordì mio Carlisle. La sentii deglutire nervosa. Le presi la mano sotto il tavolo, mentre osservavo tutti gli altri.
-Be...- iniziò – spero che Alice vi abbia già raccontato cosa è successo a Volterra.- Disse seria.
-Tutto.- Confermò mia sorella.
-Anche di cosa ci siamo dette in viaggio?- Proseguì Bella Anche quello.- Annuì Alice.
-Bene.- Sospirò sollevata Bella.- Allora siamo tutti aggiornati.- Restammo tutti in silenzio, in attesa, pazienti. La osservavo e sapevo che stava mettendo ordine tra i suoi pensieri prima di continuare a parlare.- Il fatto è che ho un problema.- Disse.- Alice ha promesso ai Volturi che sarei diventata una di voi. Manderanno qualcuno a controllare e sono certa che sia un pericolo...un'eventualità da evitare. Ecco perché siete tutti coinvolti. Ne sono molto dispiaciuta.- Palesai la mia disapprovazione con una smorfia del viso. Ma del resto era da Bella farsi carico di colpe non sue. Il fatto che i Volturi sapessero di lei e del nostro rapporto non era una sua responsabilità, ma ancora una volta dipendeva da me. Se non avessi agito con impulsività alla notizia di Rosalie, ma sopratutto se non l'avessi lasciata, non ci saremmo trovati al punto di discutere una cosa che per me non era mai stata una eventualità da prendere in considerazione: la sua trasformazione. Io volevo lei così come era, semplicemente Bella, con le sue fragilità e i suoi limiti.
Il mio mondo lo subivo, la mia condizione l'avrei abbandonata volentieri, quindi non potevo pensare di infliggere a lei la medesima pena. Adoravo ciò che era e rappresentava. Non riusciva a capire che per me non aveva importanza il suo aspetto, quanto la sua essenza. Era bellissima e questo era innegabile e lo dimostrava il fatto che non ero il solo ad apprezzarla, l'avrei amata comunque anche davanti all'inclemenza del tempo. Ma per lei l'idea d'invecchiare avendomi al suo fianco era inaccettabile. Voleva rimanere giovane per me. Non capiva le conseguenze, non si rendeva conto di cosa avrebbe perso e di quanto le sarebbe costato quell'ulteriore sacrificio e non potevo volere una cosa del genere, neanche per garantirmi la sua presenza al mio fianco per sempre. Sarebbe stato un atto talmente egoista ed ingiusto che tra tutte le colpe che potevo attribuirmi avrebbe avuto il posto d'onore.- Ma se non mi volete, non vi obbligherò ad accettarmi, sia che Alice mi trasformi, sia che non lo faccia.- Mia madre cercò d'intervenire, ma lei la fermò alzando un dito e proseguendo.- Vi prego lasciatemi finire. Sapete tutti cosa voglio. E sono sicura conosciate il parere di Edward. Penso che l'unica maniera onesta di decidere sia di lasciarvi votare. Se deciderete di non volermi, allora...penso che tornerò in Italia da sola. Non posso permettere che siano loro a venire qui.- Non riuscii a trattenere la mia contrarietà a quell'idea assurda. E nel mio petto nacque un ringhio sordo che Bella ignorò continuando a parlare.- Perciò, partendo dal presupposto che, comunque vada, non vi esporrò ad alcun pericolo, voglio che esprimiate il vostro parere sulla possibilità di trasformarmi in vampira.- La vidi pronunciare quell'ultima parola con un sorriso e fare un cenno a Carlisle. Voleva che fosse lui a parlare per primo, ma ciò che leggevo nella mente di mio padre e che avrebbe esternato di lì a poco a tutti non mi piaceva. -Un momento.- Insistetti, per guadagnare tempo e cercare di dissuaderla e dissuadere tutti da quell'idea che da quello che potevo vedere nei loro pensieri, tranne per quanto riguardava Rosalie, li trovava tutti d'accordo. L'avrebbero accettata e con entusiasmo. Bella mi guardò e mi incenerì con lo sguardo. Ma non mi feci intimidire e di rimando contraccambiai quell'occhiataccia con uno sguardo di sufficienza e le strinsi maggiormente la mano che le tenevo tra le mie sotto il tavolo, con fare protettivo.- Ho qualcosa da precisare, prima della votazione, a proposito del pericolo di cui parla Bella. Non credo che dobbiamo lasciarci prendere dalla fretta.- Mentre parlavo l'agitazione però s'impadroniva di me. Dovevo riuscire ad essere convincente.- Vedete.- Iniziai guardandomi intorno.- Le ragioni per cui prima di andarcene, ho rifiutato di stringere la mano ad Aro sono molte. C'è una cosa a cui non hanno pensato e che ho fatto in modo di non lasciar trapelare.- Sorrisi.
-Cioè.- Intervenne Alice interrompendo il mio compiacimento. Era scettica, quanto lo era Bella.
-I volturi sono molto sicuri di sé, e hanno ragione di esserlo. Per loro scovare qualcuno non è mai un problema. Ricordi Demetri?- Dissi rivolto a Bella. E la vidi rabbrividire.- Trovare le persone è il suo talento, la ragione per cui lo tengono nel gruppo.- Demetri era un segugio dal talento mille volte superiore a quello di James, me ne ero reso conto setacciando le loro menti in cerca di un appiglio che potesse aiutarmi per venire fuori da quella situazione. Avevo capito come funzionava il suo talento. Demetri seguiva le traccie di un pensiero, come se fosse un aroma, ne individuava la tonalità nella sua preda e non lo abbandonava più. Ma dal momento che Bella risultava immune ai poteri di Aro e Jeane pensavo che anche Demetri non fosse in grado di esercitare il suo potere su di lei e non fosse in grado di trovarla.
-Pensi che non sia in grado di trovarmi?- Rispose Bella quando finii di esporre la mia teoria. Ma non lo pensavo soltanto, ne ero sicuro.
-Ne sono sicuro. Si affida soltanto a quel suo senso in più. Se su di te non funziona, saranno come ciechi.- Ma non fui convincente quanto speravo. Almeno a giudicare dalla risposta.
-Questo risolverebbe qualcosa?- Bella era determinata a non darmela vinta, ma altrettanto pensavo io. La sua trasformazione era fuori discussione. Sarebbe entrata a fare parte della mia famiglia, ma come essere umano, non come un mostro senza anima.
-Ovviamente.- Risposi.- Alice saprà prevedere la visita e dopo che mi avrà avvertito ti nasconderò. Non potrà farci nulla.- Dissi deciso e fiero.- sarà come cercare un ago in un pagliaio. Scambiai con Emmett che mi aveva seguito con interesse uno sguardo e un segno d'intesa.
-Però potrebbero trovare te.- Aggiunse, non dando nessun segnale di volersi arrendere.
-So badare a me stesso.- Emmett si congratulò con me con il suo solito modo di fare rumoroso.
-Piano eccellente.- Disse. E ridemmo insieme. Ma ad un tratto la voce di Rosalie s'intromise.
-No.- Sibilò.
-Assolutamente no.- Le fece eco Bella. Ebbi l'approvazione di Jasper e un bell'idioti da parte di Alice e un'occhiata torva da parte di mia madre. La mia alternativa sembrava non entusiasmarli quanto l'idea di trasformare Bella e farla diventare una di noi. Lo consideravano molto meno pericoloso e di più semplice attuazione. L'unica che continuava ad essere contraria ma per un motivo ben preciso restava solo Rosalie. La sua opinione su Bella da quando aveva rischiato la vita per venirmi a salvare dopo la sua leggerezza era mutata. Rosalie non era certo una sua fan, ma l'acredine dell'inizio in lei si era spenta per lasciare posto a ciò che realmente provava. Le invidiava il suo essere umana e non riusciva a capire come potesse desiderare di rinunciare a tutto per un'esistenza come la nostra.
-Va bene.- La voce di Bella mi distolse da quelle considerazioni.- Edward vi ha offerto un'alternativa.- Disse fredda.- Ai voti.- La prima domanda la rivolse a me.
-Vuoi che mi unisca alla vostra famiglia?- La guardai con tutta la durezza di cui ero capace.
-Non in questa maniera. Tu resti umana.- Annuì sforzandosi di non ribattere. Poi passò ad Alice che diede il suo parere favorevole e così a Jasper che si dimostrò entusiasta dell'idea, poi passò a Rosalie che le rispose il suo no, motivandolo.
-Lascia che ti spieghi.- Le disse. - Non sono contraria a che tu divenga mia sorella. E' soltanto che...fosse stato per me, non avrei scelto questa vita. Avrei preferito che ci fosse stato qualcuno a votare “no” per me.- Vidi Bella annuire appena e passare ad Emmett.
-Si, diamine!- Sentenziò sorridendole.- Possiamo trovare un altro pretesto per combattere contro questo Demetri.- Bella rise e si rivolse a mia madre.
-Si, certo, Bella. Per me tu fai già parte della nostra famiglia.- Bella ringraziò, poi fu la volta di mio padre. E tra tutti il suo fu il pensiero che mi addolorò di più. Si schierava dalla sua parte.
-Edward.- Pronunciò e la mia reazione fu immediata. Come poteva lui, colui che conosceva meglio di chiunque altro il mio tormento per quell'esistenza, assecondare quella richiesta.- E' l'unica strada sensata.- Insistette.- Hai deciso di non poter vivere senza di lei, il che non mi lascia altra scelta.- Lasciai la mano di Bella e mi allontanai a grandi passi dalla stanza ringhiando sottovoce. Ero solo contro la sua ostinazione. Raggiunsi il salotto e sfogai la mia frustrazione contro varie suppellettili che avrei provveduto a ricomprare in seguito a mia madre. Sentii Bella ringraziarli e poi rivolgersi ad Alice.
-Be', Alice, dove vuoi farlo?- A Quelle parole mi colse il panico e mi precipitai nuovamente nella stanza gridando il mio no, mi misi davanti a lei facendole scudo con il mio corpo.
-Sei pazza.- Urlai.- Hai proprio perso la testa?- Alice sembrava titubante nutrendo delle riserve sul fatto di poter essere capace di compire un gesto del genere, ma quell'incosciente continuava ad incoraggiarla non curandosi minimamente di me e della mia disperazione. Cominciai a ringhiare furioso.
Vedevo il panico impadronirsi di mia sorella. Senza arrendersi si rivolse a mio padre.
-Carlisle?- Disse voltandosi verso di lui. Le presi il viso in un amano costringendola a guardarmi e tenendo l'altra mano libera tesa verso mio padre. Ma lui sembrò ignorarmi.
-Io sono in grado di farlo.- Rispose.- Non correrai il rischio che perda il controllo.- Diceva come se io non ci fossi.
-Aspetta.- Dissi a denti stretti.- Non deve essere per forza adesso.- Cercavo di prendere tempo e la cosa mi sembrava surreale.
-Non c'è nessun motivo perché non accada adesso.- Disse farfugliando.
-Io ne ho qualcuno.- Avevo un'ultima carta da giocare e sperai di riuscire a fare leva sui suoi sentimenti.
-Ma bravo.- Rispose acida.- Adesso lasciami andare.- La liberai e incrociai le braccia, cercando di ritrovare un po' di calma.
-Fra un paio d'ore Charlie verrà a cercarti. Conoscendolo, immagino che coinvolgerà i poliziotti.- La vidi abbassare la guardia.
-Per non rischiare di dare nell'occhio.- Dissi senza smettere di serrare le mascelle e rivolgendomi a mio padre.- Propongo che rimandiamo questa conversazione perlomeno al giorno in cui Bella finirà la scuola superiore e non vivrà più a casa di Charlie.- Mio padre annuì. -Questa mi sembra una proposta ragionevole, Bella.- Commentò. Mentre la vedevo riflettere riluttante.
Sicuramente non avrebbe voluto infliggere a suo padre l'ennesimo dolore.
-Ci penserò.- Rispose controvoglia. Mi rilassai.
-Forse è meglio che ti riporti a casa. Preso dalla fretta di portarla via.- Non vorrei che Charlie si svegliasse presto.- La presi per mano e feci per uscire.
-Dopo il diploma.- Disse rivolta a mio padre.
-Ti do la mia parola.- Le rispose lui con un sorriso. La sentii sospirare e mentre mi guardava disse:- D'accordo, portami pure a casa.-La trascinai via prima che Carlisle potesse aggiungere altre promesse. Passammo dal retro, non volevo che vedesse il disatro che avevo combinato con i mobili di Esme in salotto.
Era trionfante lo vedevo, ma tutto sommato fu un viaggio tranquillo. Arrivati a casa sua, con un balzo fui oltre la finestra della sua stanza la feci scendere dalle mie spalle e la misi a letto. Ma mentre facevo tutto questo non riuscivo ad avercela con lei anzi meditavo. Cominciai ad andare su e giù per la stanza mentre lei mi osservava sospettosa.
-Qualunque cosa tu stia macchinando, non funzionerà.- Disse. -Sta zitta. Sto pensando.- Risposi e dalle sue labbra nacque un lamento e subito dopo si lasciò cadere all'indietro coprendosi il viso con la trapunta. Le fui subito accanto, sollevai la coperta per guardarla e mi sdraiai vicino a lei e con la mano le spostai i capelli dalla guancia. Era penoso non poterla guardare in viso. Il ricordo della sua assenza, ancora troppo vivido in me.
-Se non ti disturba, preferirei che non ti nascondessi il viso. Mi è mancato più di quanto potessi immaginare. Adesso...dimmi una cosa.- La guardai. Forse avevo trovato la strada del compromesso giusto. Fu un'idea che avevo maturato in maniera subitanea, che avevo accarezzato sin dal primo istante che avevo capito di amarla, ma che avevo accantonata perché consapevole di quanto fosse irrealizzabile. Ma lì, in quel preciso istante, ora che l'avevo ritrovata, tutto mi sembrava possibile e giusto.
Anche quell'idea così folle.
-Cosa?- Rispose riluttante.
-Se tu potessi esaudire un desiderio, quale sceglieresti?- Mi guardò scettica.
-Di stare con te.- Scossi la testa impaziente.
-Qualcosa che tu non abbia già.- La vidi prendere del tempo per riflettere.
-Vorrei...che non toccasse a Carlisle farlo. Vorrei che fossi tu a trasformarmi.- Restò in attesa con il dubbio negli occhi aspettando una mia reazione che non arrivò.
-E cosa saresti disposta a dare in cambio?- Vidi la sorpresa disegnarsi sul suo bellissimo viso.
-Qualsiasi cosa.- Si lasciò sfuggire. Ed era proprio quello che aspettavo. Abbozzai un sorriso.
-Cinque anni?- Vidi sul suo viso un'espressione che era un misto tra sofferenza e terrore.- Hai detto qualsiasi cosa.- Ribadii.
-Si, ma...sfrutteresti quel tempo per trovare una scappatoia. Devo battere il ferro finché è caldo. E poi, è troppo pericoloso restare umana, per me almeno. Quindi qualsiasi altra possibilità va bene.- Mi rabbuiai.
-Tre anni?- Rilanciai.
-No!- Ostinata come al solito. Ma l'amavo e l'emozione di ciò che stavo per chederle mi stordiva.
-Allora per te non vale niente.- Mi guardò.
-Sei mesi.- Alzai gli occhi al cielo.
-Non sono abbastanza.- Si morse un labbro.
-Allora un anno.- Rispose.- E' il mio massimo.- Era una partita dura.
-Concedimene almeno due.- Sostenni il suo sguardo che si fece ancora più determinato.
-Neanche per idea. Diciannove posso anche compierli. Ma ai venti non voglio nemmeno avvicinarmi. Non credere che possano essere una tua esclusiva.- Ci pensai su per un minuto.
-Va bene. Lasciamo perdere i limiti temporali. Se vuoi che sia io a compiere il gesto...lo farò, ma ad una condizione.- Le sorrisi con quell'espressione che sapevo le accelerava il cuore.
-Quale?- La guardai con sguardo prudente e presi a parlare lentamente.
-Prima sposami.- Le dissi fissandola negli occhi e osservando il suo sguardo dilatarsi per lo stupore.















BON NATALE.
Glance.
  
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