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Autore: Lovy91    22/12/2010    3 recensioni
Desdemona ha perso sua madre quando aveva quattro anni. E' nata in un giorno molto particolare: il 31 Ottobre. A quasi 17 anni, scopre che quel giorno è molto più speciale di quanto non credesse. I prescelti nati il 31 Ottobre hanno la capacità di detenere i 4 Elementi: Aria, Fuoco, Terra e Acqua. Zachary, Isabella e William accompagnano la ragazza in un mondo di cui non sapeva l'esistenza. Nella grande New York si nascondono agli occhi degli umani con abili travestimenti Fate, Streghe, Orchi, Draghi, Sibille. E tutti richiedono di essere protetti. Ma purtroppo non tutti vogliono protezione, bensì potere. Ma qualcosa sta cambiando a New York... qualcosa che i quattro Detentori non potevano aspettarsi...
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                                                                "Halloween è una farsa"



<< Non mi interessa Sakura >>.
<< Nonna, mi chiamo Desdemona, anzi no, Dess >>.
Era almeno la centosettesima volta che Dess correggeva sua nonna con quel brutto vizio di chiamarla con il suo secondo nome. Il suo nome giapponese che odiava con tutta se stessa perché non appena chiunque lo scopriva le domandava sempre se era di origini nipponiche. Ma per la ragazza c'era molta differenza tra origini giapponesi ed esserlo.
<< Sakura >>, ribatté testarda l'anziana donna. << Non voglio che festeggi il tuo diciassettesimo compleanno in quel posto... come si chiama... >>.
<< McDonalds, nonna >>, rispose annoiata, mentre lavava i piatti in casa della sua nonna materna.
 << Proprio quello. È orribile >>.
<< Lo sarà per te >>, ribatté ostinata.
<< Perché non lo festeggi a casa, eh? Non sarebbe la cosa migliore? >>.
<< Nonna sono da quando ho compiuto sedici anni che mi stai rompendo perché festeggi i miei diciassette anni in casa, ma non mi hai mai voluto dire il motivo >>.
<< Non festeggi mai neanche un compleanno con me >>, si offese la donna.
Dess sbuffò. Come se a sua nonna fosse mai importato qualcosa. Sua nonna era interessata solo alle sue tradizioni e non faceva che rammaricarsi che la sua unica nipote non se ne interessasse. Ma Dess era nata e cresciuta in America, di quelle tradizioni non conosceva quasi niente anche se la vecchia aveva tentato più volte di insegnargliele.
La ragazza chiuse il rubinetto dell'acqua e gettò lo strofinaccio sul mobile accanto al lavabo.
<< Vado a scuola >>, disse uscendo dalla cucina e ignorando le parole della nonna. Prese lo zaino, si avvolse la sciarpa attorno al collo, si mise un cappellino bianco in testa che stava alla perfezione con i suoi capelli ramati e uscì nella gelida aria che tagliava il viso.
Per strada rimuginava sulle parole dette dalla nonna. Erano ormai le stesse da circa un anno e suo padre non si era mai opposto anche se non era molto presente. Da quando la mamma era morta in quell'incidente, lavorava tantissimo e lei era stata praticamente cresciuta dalla nonna materna che aveva risentito moltissimo della perdita di sua figlia Hideko, l'unica che avesse. Il marito era morto vent'anni prima di una terribile malattia e la perdita di Hideko l'aveva resa irascibile e arrabbiata con il mondo.
Dess non ce l'aveva con il mondo, non era colpa sua.
Pensando, arrivò al cancello. Lì vi trovò la sua migliore amica intenta a parlare con un ragazzo alto e moro, carino. Scosse la testa sorridendo. Deniece era la sua migliore amica da quindici anni e da quando erano in prima elementare, non faceva che lasciare i ragazzi uno dopo l'altro. Il giorno prima ne aveva mollato uno, forse il terzo in un mese. Dess aveva frequentato pochi ragazzi ma erano per lei un mondo alieno di cui non avrebbe mai fatto parte.
Deniece si scambiò un bacio con il bel moro e lui se ne andò. Dess si avvicinò.
<< E questo come si chiama? >>, le chiese ridendo.
<< Dylan. É così carino! >>, rispose entusiasta.
<< Lo erano anche Justin, Paul, Philip, Lucas, Elias... >>.
L'amica interruppe l'elenco. << Ehi, quelli sono vecchi >>.
<< Ma sei hai lasciato Elias proprio ieri >>.
<< Si chiamava Elias?! Io li confondo troppo >>.
Dess alzò gli occhi al cielo e in quel momento la campanella suonò, Deniece prese il suo zaino ed entrarono nell'edificio. La prima lezione di Desdemona era matematica e quella dell'amica storia. Si salutarono agli armadietti, si sarebbero riveste alla seconda ora di biologia avanzata.
Dess recuperò il volume di matematica dal suo armadietto, qualche penna e una calcolatrice. Poi emise un sospiro. Quattro armadietti più avanti, si sentiva addosso lo sguardo, quello sguardo. Zachary Butler erano circa sette giorni che la fissava. Era bello da mozzare il fiato, certo, ma quell'insistenza sfiorava l'ossessione per Dess. Secondo la sua migliore amica fissata con i ragazzi, piaceva molto a Butler. Secondo Dess voleva solo l'ennesima ragazza da scopare.
Mise tutto nello zaino e si avvicinò all'aula piena a metà, in attesa della professoressa Boldrige, facendo finta che Butler non esistesse. Stava scarabocchiando sul quaderno quando qualcosa di leggero toccò la suola delle sue scarpe. Con la coda dell'occhio si accorse di avere un bigliettino appallottolato per terra. L'insegnante non era ancora arrivata e lo prese velocemente. Lo srotolò e lesse: "Vieni alla pausa pranzo nell'angolo est del giardino. Sappi che se non verrai, ti troverò io". 
Non c'era nessuna firma. Si chiese chi fosse l'artefice di quel brutto scherzo. Per un attimo pensò a Zachary... Poi scosse la testa. Le voci di corridoio dicevano che il convinto della scuola si avvicinasse di sua spontanea volontà alle ragazze che puntava. Scocciata di alzò e lo buttò.
La pausa pranzo giunse lentamente e quando la campanella l'annunciò, prese un bel sospirò sollevato. Metà della mattinata scolastica era terminata. Incontrò l'amica all'ingresso e prese il suo pranzo preferito ovvero pasta al pomodoro, patatine fritte e verdurine condite. Il messaggio era sparito della sua testa.
Stava per mangiare una forchettata di pasta ma non riuscì a farlo perché un botto simile a una piccola esplosione le fece cadere la forchetta per terra. Anche Deniece smise di mangiare.
<< Che è stato?! >>, chiese lei.
<< Non lo so Deny >>, rispose Dess.
Il corpo studentesco si avvicinò alle vetrate dell'aula mensa e così fecero anche Dess e Deny. Un pennacchio di fumo si levava da lì, quasi come se stesse andando a fuoco. La ragazza voleva sprofondare: era l'angolo est del giardino.
Quando Deniece si voltò, Desdemona era sparita.
Corse fino a uscire dalla scuola e il casino creato dall'esplosione, le rese facile fuggire per andarci. Svoltò per un angolo dell'edificio e continuò a correre ma fu inutile perché a metà strada si fermò.
Con un bel sorriso sul viso paffuto, c'era la preside del liceo, la signora Carter. I riccioli biondi e il fard rosa non potevano che essere suoi. Era una brava donna e tutti gli studenti l'ammiravano. Invece Dess, con quel suo sorriso sempre stampato in faccia, la trovava inquietante. Spesso se l'era immaginata nella sua casa color confetto con i suoi gatti, ognuno con al collo un fiocchetto di diverso colore, ovviamente pastello.
<< Signorina Lewis dove sta andando? >>, cinguettò.
<< Ecco io... a vedere cos'è successo >>. Arrossì.
Inclinò appena la testa. << Ma ragazza... tu non puoi. No no >>. Il sorriso si fece ancora più largo.
Dess avvertì un brivido lungo la schiena, i piedi erano bloccati sul terreno.
All'improvviso, i riccioli biondi si scurirono, si allungarono fino a terra, la pelle chiara divenne verdastra e gli occhi rossi e lampeggianti. La figura robusta dimagrì fino a diventare esile e altissima.
Dess gridò con tutto il fiato che aveva in gola ma poi l'urlo le rimase spezzato in gola per lo shock che le tolse la capacità di fare qualsiasi cosa. Il cervello si scollegò.
Quel mostro orribile parlò con una voce che sembrava provenire da un altro luogo, acuta e metallica. << Detentrice, ora tu morirai! >>. Distese le lunghe e scheletriche braccia e la bocca si allargò quasi fino a terra, emettendo un suono penetrante che quasi fece scoppiare il cervello alla povera ragazza. Dess cadde in ginocchio ed era sicura di morire...
Poi un lampo rosso e l'essere mostruoso smise di strillare.
<< Vattene Banshee! >>.
Un altro lampo rosso e caldissimo rischiò di colpire Dess se non si fosse distesa a terra appena in tempo. Con un ultimo strillo, la Banshee sparì in una nuvola di fumo. La ragazza era sicura di non riuscire mai più a respirare in vita sua, di non riuscire a rialzarsi dal terreno. Tremando, riuscì a rimettersi in piedi e a guardare chi fosse il suo salvatore.
Non c'era molta luce perché le nuvole coprivano il sole.  La figura era senza dubbio un ragazzo e lei ebbe l'impressione di averlo già visto. Strizzò gli occhi per cercare di capire chi fosse. Lui mosse qualche passo avanti e Dess capì chi era. I capelli biondi e disordinati, gli occhi castano scuro, la pelle leggermente scura appartenevano al capitano di basket Zachary Butler, il ragazzo che da circa una settimana la fissava insistentemente.
<< Butler? >>, mormorò.
<< Lewis >>, fece lui.
<< Ma... ma... che cos'era? Banshee? E che cosa sono?!>>.
<< Se stai andando al giardino sappi che non c'è ne bisogno. Ho creato troppo casino quindi di conseguenza non è il posto adatto per parlare >>.
La ragazza sgranò gli occhi. << Chi se ne frega di quel biglietto! Quella cosa ha tentato di uccidermi!>>. Era isterica.
<< Già >>, confermò Zachary, passandosi una mano tra i capelli come per sistemarli. Sembrava a disagio eppure gli occhi esprimevano tranquillità. << Ho bisogno di parlarti >>.
Dess lo guardò come se fosse matto. Lei voleva solo andarsene a casa sua, prendere una bella camomilla e rinchiudersi in camera sua senza uscirne mai più.
<< Dess... Posso chiamarti Dess? >>.
<< Come vuoi >>, acconsentì indifferente.
<< Allora tu chiamami Zack >>, disse lui. La ragazza annuì. << Tu ed io abbiamo una cosa in comune >>.
<< Anche tu vieni attaccato da mostri? >>, chiese ironica. Che cosa poteva mai avere in comune una ragazza normale e tranquilla come Dess con il bel giocatore di basket popolare e attorniato di ragazze?
<< Siamo nati entrambi il 31 Ottobre dello stesso anno >>, disse Zack.
<< Ah... e quindi? >>, domandò senza comprendere.
Che c'entra con quella cosa?
Quante volte era stata presa in giro per il suo compleanno? Da piccola, le bambine si divertivano a dirle che era una strega per essere nata quel giorno maledetto, il giorno dei mostri.
<< Siamo speciali, io e te >>, continuò il ragazzo.
Dess cominciò a spaventarsi. La voglia di fuggire nacque. << Essere attaccati dai mostri rende speciali? >>.
<< Voglio essere diretto e sincero. Sono anni che i miei amici ed io cerchiamo il quarto Elemento, senza riuscire a capire che fine abbia fatto. È stata una bella e fastidiosa sorpresa scoprire che l'Elemento era nella mia stessa scuola, nella nostra stessa scuola >>.
<< Di che stai parlando? >>. La ragazza fece un paio di passi indietro.
<< Un'antica leggenda >>, prese a raccontare Zack, << narra che all'alba dei tempi il mondo era un perfetto equilibrio. Poi un essere malvagio invidioso di tale perfezione, lo ruppe in quattro pezzi e gli Elementi si separarono: Acqua, Fuoco, Aria e Terra. Per molte migliaia di anni trovarono sfogo in terremoti, eruzioni, inondazioni, tornado finché quattro saggi scoprirono che potevano essere custoditi da degli umani scelti e così è stata da allora. Il giorno di Halloween un tempo era chiamato Samhain e si erano accorti che gli umani "speciali" erano quelli nati in tale giorno. I mostri, le streghe, le fate... è tutto vero, Dess >>.
A Dess mancò il respiro. Non disse niente.
Zack scambiò il silenzio di Dess per curiosità. << Noi siamo i protettori del mondo magico, del mondo fatto di questi esseri che si nascondono tra gli umani e possono rivelarsi solo il giorno di Halloween. Durante l'anno si nascondono ma purtroppo non sono tutti buoni. Si sono stabiliti a New York perché la spaccatura è avvenuta qui... e qua sono rimasti >>. Negli occhi scuri di Zack passò un lampo di dolore. << Tua madre è morta vero? >>.
Il ricordo doloroso squarciò il cuore di Dess, evitava di pensare a sua madre ogni volte che poteva. << E quindi? >>, riuscì a sussurrare con la poca voce che aveva. La vocina razionale nella sua testa le diceva che era tutto falso, si stava prendendo gioco di lei. Ma non riusciva ad andarsene e non capiva il motivo.
Mica gli credo?, pensò.
<< Ascoltami molto bene >>, la sferzata di dolore fu sostituita da rabbia. Nessuno doveva parlare della sua mamma, eccetto Dess. Non lo permetteva neanche a suo padre e sua nonna, figurarsi a lui. << Non permetto a nessuno tanto meno a te che è una settimana che mi fissi di abbordarmi con storie assurde e divertiti alle mie spalle... Chiaro? >>. Ricacciò indietro le lacrime.
<< La stai facendo spaventare, Zack >>, disse una voce femminile alle spalle di Dess. Lei si voltò e vide una ragazza della sua stessa età. Indossava la divisa della scuola, la versione femminile quindi studiava lì, ma era certa di non averla mai vista. Il viso era ovale e spiccava poiché la carnagione era panna e i capelli neri come la notte. Gli occhi erano di un bellissimo azzurro scuro, le labbra rosa e sottili, a forma di cuore. Il fisico slanciava suggeriva anni di danza classica. Teneva una mano dietro la schiena e un'altra indicava lei.
<< Scusalo. I suoi modi fanno schifo >>, disse.
<< Chi cazzo sei tu? >>, le chiese Dess.
<< Mi chiamo Isabella Leonora Smith >>, si presentò. << Sono un'amica di Zack >>.
Un'amica di Zack?
La nuova arrivata sembrava tutto fuorché una sua amica. Il giovane biondo frequentava i ragazzi popolari e quella Isabella era qualsiasi cosa tranne che popolare. Dess finì quasi contro il muro, quasi non volesse essere tra Zack e Isabella.
<< Le hai già raccontato la storia? >>.
<< Le ho anche salvato la vita da una Banshee, se proprio vuoi saperlo. Non solo non ha ringraziato, ma non vuole nemmeno credermi >>.
<< Ma vorrei ben dire! >>, protestò Dess.
Isabella guardò Dess a lungo, poi camminò fino a essere a tre passi da lei, erano vicinissime, quasi si potevano toccare. Poi Isabella allungò una mano e toccò il muro di mattoni rossi dietro Desdemona. Un rumore fece voltare quest'ultima e sbarrò gli occhi.
Un intreccio di fiori, di rampicanti stava crescendo sul muro. Erano bellissimi e profumati.
<< Non voglio crederci >>, sussurrò Dess, scuotendo la testa.
<< Tu sei l'Acqua. Sono tredici anni che ti stiamo cercando, Desdemona >>, fece un cenno verso Zack che pareva aver perso l'uso della parola. << Lui è il Fuoco >>.
Dess ricollegò l'esplosione al ragazzo e quei lampi rossi.
<< Cosa c'entra con la morte di mia madre? >>, chiese e non sapeva perché ma quella domanda le faceva paura.
Entrambi divennero scuri in volto e fu Zack a parlare: << Per poter trasferire la capacità a un'altra persona è necessario che... sia pagata una vita legata al nuovo Detentore o Detentrice da un legame di sangue. Quando il tempo del vecchio Detentore volge al termine, costui perde il potere e va dal nuovo prescelto... >>.
<< Voi chi avete perso? >>, chiese in un soffio di voce.
<< Mia sorella >>, rispose Zack. << Aveva sette anni, io cinque. ָ affogata durante una gita al mare. Si chiamava Cecilia >>.
<< Io mia cugina >>, rispose Isabella. << Era la persona piש vicina a me a livello di sangue, quel giorno. Avevamo sei anni. ָ morta cadendo da un precipizio. Il suo nome era Margaret >>.
La ragazza dai lunghi capelli ramati era combattuta. Crederci o non crederci? Dopotutto quella Banshee, o come l'avevano chiamata loro, non poteva essere un brutto scherzo. Era confusa, terrorizzata e anche triste e piena di sensi di colpa per la morte della sua mamma. Se non fosse stato per lei, sarebbe ancora viva.
Guardע ancora una volta i due ragazzi, domandosi se poteva fidarsi di loro. Eppure dentro di sי, sentiva qualcosa come una voce che le diceva di credergli, di fidarsi.
Per la prima volta in vita sua, Desdemona cominciע a fidarsi.


Angolino!

Prima di tutto voglio ringraziare chi ha recensito! Adoro le recensioni *.* Ma credo piacciano a tutti XD Comunque ho tolto gli errori di battitura del Prologo sono un pò pigra in queste cose! Spero che questo capitolo vi piaccia e ricordatevi sempre... recensite!
Ciao ciao!


PS= Ho notato che le lettere accentate, KompoZer le mette con quegli strani simboli! Scusate! Risolverò il problema il prima possibile!




   
 
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