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Autore: sugaredtea    22/12/2010    0 recensioni
Fu quel giorno che capii che la mia non era semplice attrazione, ma era qualcosa di più. Lo sentivo distante, ma anche incredibilmente vicino; c’era qualcosa in quel ragazzo di proibito, una cosa che si portava nel cuore e gli provocava rancore. E poi c’era il fatto che era incredibilmente particolare, bello come un Dio. Quanti ragazzi esistevano con tale raffinatezza, con lineamenti così perfetti e occhi come i suoi? Io ne conosceva uno. E quello mi bastava.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Nuovo capitolo! Lo so, c'ho messo un'eternità a pubblicarlo, ma ho avuto vari casini ç___ç btw. Spero vi piaccia! Questo mi convince di più del primo.. buona lettura! :) giuls (sugaredtea)


Per l’intera settimana la mia mente rimase in uno stato di caos totale. Quel che più mi turbava, tra l’altro, era il motivo di tutta confusione. Decisi di non far parola con Harry dell’accaduto, non solo per evitarmi la sua faccia disgustata, ma anche per rispetto di Malfoy. Persino la McGranitt, preoccupata, mi aveva convocato nel suo ufficio durante l’ora di Pozioni, beccandosi una smorfia contrariata di Piton.
“Signorina Granger, tutto bene? Ho saputo di problemi tra te e Weasley. Spero non sia niente di–”
“Professoressa, sto bene.” Sorrisi, e aggiunsi “davvero” in un sussurro, osservando l’espressione sul volto della McGranitt.
Stava diventando irritante, tutto. Ron che mi fermava per i corridoi o mi lanciava biglietti durante la lezione, Harry che continuava a dirmi di perdonarlo e.. bhè, Draco Malfoy. Lui si che era un problema.
“..sciocchezze. Hermione, mi stai ascoltando?” Mi girai verso Harry, sbalordita, e lui ricambiò il mio sguardo aggrottando le sopracciglia.
“Eh? No, scusa, puoi ripetere?”
Lui sospirò. “Stavo dicendo che avete litigato per delle sciocchezze. Dovresti smettere di fare tante storie e perdonarlo. Non possiamo continuare così! Avete troncato un’amicizia per una cosa del genere. ‘Mione, è da immaturi. Hermione?
“Ti sto ascoltando! È solo che sono stufa di parlare di Weasley, che ne dici se parliamo del tema per Piton che avresti dovuto..” Mi irrigidii di scatto. Malfoy si stava avvicinando con un ghigno, e improvvisamente si era bloccato, mettendo le braccia davanti a Tiger e Goyle per bloccarli e sussurrò qualcosa ai due, con gli occhi gelidi puntati su di me. Non vedevo odio e sarcasmo. Erano vuoti. Semplicemente vuoti. Solo dopo parecchi minuti sentii un “Hermione, ti prego.. parliamo”, così spostai lo sguardo su Ron, scansandomi e guardando la sua mano, che si era posata sul mio braccio, disgustata.
“Non mi toccare. Vattene, vai da Fleur.” Gli sorrisi amaramente, sperando che l’aula di Piton si aprisse.  E così fu. Salutò con un mezzo sorriso i suoi amati Serpeverde, e guardò disgustato i Grifondoro, probabilmente chiedendosi perché doveva insegnare anche a quella casata. Presi posto in fretta, ma Ron fu veloce e si sedette accanto a me. Mi misi le mani tra i capelli, in preda al panico. Una lezione di Piton, con Ron accanto e Draco Malfoy, seppur lontano, che mi fissava. Perfetto.
“E allora, che cosa vuoi?”
“Hermione, mi dispiace. Come devo dirtelo? Mi dispiace! Non sono stato io, mi è venuto spontaneo, insomma..” Ron mi guardò allarmato, rendendosi conto dei miei occhi ridotti a fessure.
“Con questo mi stai dicendo che durante quest’estate hai limonato con venti ragazze diverse?” dissi sarcasticamente, ma notai, con mio grande disgusto, Ron allentarsi il colletto della divisa e muoversi sulla sedia nervosamente. “Veramente, Ron? Veramente?
Spalancai la bocca, ma non uscì nulla. Lui scosse il capo con fare deciso, ma i suoi occhi tradivano il suo sguardo sicuro. Gli occhi mi si riempirono di lacrime. Mi alzai di scatto, sbattei il tema sul tavolo di Piton e uscii dall’aula, tremante, e noncurante delle occhiatacce di Piton e di aver lasciato la borsa sul tavolo. Dovevo uscire da quell’Inferno. Dovevo. Presi a camminare più velocemente, sempre di più, fino ad arrivare a correre. Mi fermai solo dopo aver raggiunto una notevole distanza dall’aula di Piton, col cuore in gola, e le lacrime che scendevano come un fiume, e mi buttai di peso su una colonna, per poi cadere a terra, e piangere fino allo sfinimento. Avvertii dei passi, e istintivamente urlai “lasciami in pace”. Mi sentii soffocare quando un fazzoletto di seta bianca si posò sulla mia mano, e alzai lo sguardo. Di nuovo lui. Pensai che, dopotutto, era solo Malfoy che portava sfiga assoluta, dato che non riuscivo a sfuggirgli mai. Era come se avvertisse le mie lacrime. Lo guardai terrorizzata. Era in ginocchio di fronte a me, e ridacchiava.
“Ti devo abbracciare per farti smettere di lagnare, Granger?”

 
 
 
Tiger, Goyle e Pansy ridevano, e Draco fece un sorrisetto forzato. Gli dava fastidio che loro ridessero delle lacrime di Hermione Granger, in quanto lo facevano star male, forse lo tormentavano più di quanto facessero con lei. Guardò Piton, per evitare gli sguardi degli altri Serpeverde. Quel che vide non prometteva nulla di buono. Era più irritato del solito, e si morse un labbro, probabilmente per non assecondare il desiderio di andare a cercare Hermione e colpirla con una Maledizione Cruciatus. Si girò verso i Grifondoro, con un sorriso di scherno.
“Potter, che ne dici di andare a cercare la tua patetica amichetta e spiegarle che abbandonare la mia lezione per problemi di cuore non è.. appropriato? O preferisce piangere su Weasley e prendere un bel 0 nella mia materia ai G.U.F.O?” i Serpeverde scoppiarono in una risata fragorosa, e si accorse delle occhiate preoccupate di alcuni suoi compagni. Non stava ridendo. Piton aveva appena trattato male Hermione Granger e lui era rimasto al suo posto, zitto, con lo sguardo basso, irritato. Respirò, lentamente e profondamente, e poi si alzò, richiamando il silenzio nella classe. Piton si girò verso di lui, e Draco, con la voce tremante, rispose alla sua silenziosa domanda.
“Signore, andrò io a cercare Granger.”
Entrambi le casate si girarono verso di lui, a bocca aperta. Il professore balbettò, per poi annuire lentamente. Gli occhi di Severus Piton erano vitrei, completamente terrorizzati.
Draco si girò e uscì. Cercò Hermione per i corridoi per un tempo indeterminato, ma che sembrava lungo quanto un secolo. E poi, finalmente, la vide.
Era rannicchiata in un angolo, col respiro irregolare. Il suo cuore fece un balzo quando, ragionando per qualche secondo, arrivò alla conclusione che il suo viso doveva essere pieno di lacrime. Lo capiva dai singhiozzi, profondi e continui. Si avvicinò, tentato da sfiorarle il viso, i capelli; tentato da abbracciarla, stringerla a sé. Ma sapeva che non sarebbe mai riuscito a fare una cosa simile: era troppo orgoglioso per lasciarsi andare coi sentimentalismi. Così ritirò la mano, limitandosi a lasciar cadere il fazzoletto di seta di suo padre, poco gli importava che Lucius non avrebbe approvato una cosa simile, e si abbassò, a pochi centimetri dal viso di Hermione. Lei parve, ed egli si mise a ridere.

“Ti devo abbracciare per farti smettere di lagnare, Granger?”
Lei fece un mugolio contrariato, e mormorò “ti ho detto di lasciarmi stare”.
Draco abbassò lo sguardo, ancora sorridendo, e sussurrò, in modo che solo lei potesse sentirlo, “tutto bene, mia piccola Hermione?” riprese a guardarla, e si mise ad asciugare le lacrime sul suo viso, osservando divertito i suoi occhi che sembravano lottare tra il disgusto e lo shock. Spostò una ciocca di capelli che le si era incollata al viso, e si alzò. “Forse un’altra volta. Piton si è trattenuto dall’ucciderti. Meglio che torni in classe.” Sorrise maligno, e si allontanò, lasciandola ancora attaccata alla colonna, completamente confusa e inorridita.
   
 
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