Capitolo XXX
Ore 06.00 - Yaroslav, Hotel Pan
Irina si svegliò
lentamente, la luce fioca del primo mattino che brillava dietro le sue palpebre
chiuse, con la forte sensazione che qualcuno la stesse
fissando, anche se non ne era certa. Il formicolio che avvertiva sulla pelle però era il segnale che comunque c’era qualcuno in
quella stanza, a parte lei… Tuttavia, non aveva voglia di aprire gli occhi:
voleva ancora godere di quel calore che sentiva scorrere nel corpo, quella
sensazione di assurda pace che aveva addosso…
Poi sentì un
sussurro e la porta chiudersi con un tonfo sordo, e capì che ora era davvero
sola. Non allungò il braccio per provare a sentire se ci fosse qualcuno, di
fianco a lei; rimase ferma, stringendo nella mano un lembo del lenzuolo caldo,
e aprì gli occhi.
La camera era
vuota; sottosopra, ma vuota. Si mise a sedere, individuando i suoi abiti sparsi
per il pavimento, le lenzuola metà a terra metà sul letto, le sedie spostate,
un cuscino sul mobile… Ma nessun’altro, a parte lei.
Nessuno, in quella stanza stranamente calda, eppure così estranea.
Sospirò.
Non si era
aspettata di trovare Dimitri accanto a lei, né sveglio né tantomeno
addormentato. Né si era illusa di poter aprire gli occhi e sperare di sentirlo
rivolgerle un saluto di buon giorno, oppure un semplice sguardo gentile. Non
era il tipo per quelle cose, e dopo quella notte lo capiva ancora di più. Forse
era anche meglio così, però. Perché fingere che
andasse tutto bene, che fosse tutto normale, se non lo era?
Si lasciò cadere
nel letto, rendendosi conto che le lenzuola quasi bruciavano, sfiorando la sua
pelle, come se non riuscissero a liberarsi del calore che le aveva possedute
fino a poche ore prima… E subito le vennero in mente le sensazioni che aveva
provato, mentre giaceva su quel letto non più da sola, sensazioni che malgrado
tutti i suoi dubbi non poteva che definire travolgenti.
Aveva ancora sotto
le dita il calore delle cicatrici sulla pelle di
Dimitri, che forse avrebbero dovuto spaventarla, ma che invece aveva trovato
quasi irresistibili… Una sorta di calamita, che le aveva fatto scoprire che il
russo era tutt’altro che un pezzo di ghiaccio…
“Che cosa ho fatto?” pensò, senza riuscire a capire se
fosse pentita, amareggiata o solo sorpresa, “Cosa
ho fatto? Sono impazzita… Non può essere successo…”.
Ma intanto era tutto
vero, i ricordi lo confermavano. Le sensazioni erano ancora vivide dentro di
lei…
Non lo sapeva se
giusto oppure no, però… Però era stato… Bello.
Sì, era stato
bello. Per quanto non dovesse dirlo, era stata una notte in cui aveva provato
qualcosa di nuovo, che fino a quel momento le era sconosciuto… Qualcosa che
fino a pochi giorni prima era stato solo rappresentato da Xander,
unico con coi aveva condiviso tutta se stessa fino a
quel punto…
Poi si sentì in
colpa.
Era andata a letto
con Dimitri…
Una serie di
pensieri si affollarono nella sua testa, e le fu
difficile trovare un ordine.
Perché si era
lasciata andare?
Perché aveva deciso
di rischiare?
Perché Dimitri
l’aveva baciata?
Perché adesso,
perché ora?
Guardò il soffitto,
senza riuscire a trovare una risposta. Forse era tardi per cercarle. Ormai il
danno era fatto…
“Danno? E’ stato veramente un
danno?”.
Si passò una mano
sul braccio, ma non riprovò la stessa sensazione che Dimitri le aveva fatto
sentire. Lui era stato molto più… caldo. Molto più coinvolgente, più virile,
più…
Era assurdo. Aveva
sempre creduto che Dimitri fosse un pezzo di ghiaccio, ma non lo era. Appena
gli aveva dato il via libera, si era completamente trasformato… Era come se
avesse preso fuoco, e contemporaneamente avesse acceso anche lei, tanto da non
farla riconoscere nemmeno a se stessa…
No, non era stato
un danno, ma c’era solo un problema: lei non amava Dimitri.
Per quanto quella
notte fosse stata stupenda, non lo amava, non per il momento. Non sapeva quali
fossero i suoi sentimenti per lui… Le piaceva il fatto che
la lasciasse libera, che la rispettasse sempre e comunque, che la trattasse
come una pari… Le piaceva anche fisicamente, poteva ammetterlo, ma… Non provava
per lui quegli stessi sentimenti che l’avevano legata a Xander.
“Allora perché ho accettato?”.
Mentre si poneva
quella domanda, se ne fece un’altra.
“Dimitri cosa penserà di tutta questa storia?”.
Doveva parlare con
lui. Non poteva lasciare in sospeso la questione… Doveva sapere cosa provava
lui, che in fondo aveva anche fatto il primo passo. Perché, poi? L’aveva sempre
disprezzata, fin dai tempi della Black List, e credeva che la loro collaborazione fosse solo una
tregua… Forse aveva cambiato idea su di lei, una volta che l’aveva conosciuta
davvero, ma non da indurlo a fare una cosa del genere…
Non credeva che
Dimitri potesse aver visto qualcosa in lei che prima non aveva notato, qualcosa
che magari lo aveva colpito… Era sempre stata sé
stessa, fin dall’inizio: pasticciona, insicura, spaesata come riusciva a essere
solo lei.
“Sai che non è così… Chi ha fatto vedere ai Referenti di
che pasta è fatta? Chi ha fatto mangiare la polvere a Xander, Vladimir e tutti gli altri?”.
Sorrise rendendosi
conto che dall’inizio era cambiata, che da quando era
a Mosca il suo modo di vivere non era più lo stesso… Chi aveva preso in mano la
propria vita, mettendo a rischio tutto quello che aveva?
Forse era stato
quello, a colpire Dimitri. Forse era stata la sua decisione di prendere
finalmente in mano la propria esistenza e scegliere davvero da sola la strada
da imboccare…
Però le domande nella
sua testa rimanevano, e lei non poteva rispondere. Finché il dubbio fosse
rimasto nel suo cuore, non sarebbe stata in grado di guardare Dimitri dritto in
faccia, non quando erano stati così vicini. E l’Irina
che era ora gli suggeriva di prendere il coraggio a due mani e parlare
chiaramente con lui, per quanto imbarazzante e difficile fosse. Era sicuro che
lui la pensava allo stesso modo.
Si alzò e si
rivestì in fretta, senza guardarsi intorno, lasciando tutto com’era, in quel disordine
che corrispondeva a quello che aveva in testa. Uscì e bussò alla porta della
stanza di Dimitri, rimanendo in attesa, il cuore che batteva velocissimo
all’idea di vederlo di nuovo, dopo aver sentito le sue mani su di lei…
Il russo le aprì, e
se lo ritrovò davanti a torso nudo, le cicatrici bianche che brillavano sotto
la luce fioca del lampadario nell’ingresso. Irina arrossì leggermente,
ricordando quanto in realtà quella pelle fosse piacevole sotto le dita, e
facendosi forza cercò il suo sguardo.
Come si era
aspettata, Dimitri sembrava impassibile, come se quella notte non fosse
accaduto nulla, tra loro due. Era sempre il solito ragazzo barricato dietro al
suo aspetto duro e distaccato, sempre il Mastino della Black
List.
Forse era talmente turbato anche lui, da quello che aveva fatto, che non era in
grado di fare altro se non guardarla con quei suoi occhi grigi.
<< Ho bisogno
di parlare con te… >> sussurrò Irina, titubante.
Dimitri le fece
cenno di entrare, poi chiuse silenziosamente la porta alle loro spalle.
Raggiunsero il centro della camera, senza dire niente, poi Irina si voltò e lo
scrutò in volto, sempre più imbarazzata. Non sapeva bene da dove cominciare, né
se fosse opportuno commentare quanto era accaduto… E soprattutto non sapeva come
avrebbe reagito.
<< Dimitri…
Io volevo dirti che… Non so cosa tu abbia pensato di me, ma non era mia
intenzione… Usarti >>.
In effetti, poteva
averlo benissimo pensato, visto che aveva appena scoperto che Xander era andato a letto con Nina… Dimitri non era così
stupido da non arrivarci, anche perché era quello di cui avevano parlato appena
un attimo prima che lui… Bé, le saltasse addosso.
Lui però inarcò un
sopracciglio, infilandosi la maglia che aveva raccattato dal letto come per
dire che la discussione era di poco conto.
<< Usarmi?
>> disse finalmente, scettico, << Non cominciare a fare la
paranoica… Mi sembra che siamo abbastanza grandi da decidere autonomamente cosa
fare della nostra vita >>. Apparve quasi arrabbiato, al pensiero.
<< Sì, lo so
>> ribatté Irina, << Appunto per questo… Non voglio che tu possa
pensare che sia… sia venuta a letto con te per dimenticare la storia di Xander e Nina… Non sono così meschina >>.
Per un attimo pensò
che Dimitri si mettesse a ridere, poi lo vide fare una smorfia divertita.
<< E anche se
fosse? >> ribatté, << Dove sta il problema? >>.
Irina rimase
interdetta dalla sua risposta: sembrava quasi che volesse fosse così, in
realtà. Magari lui aveva preso molto più alla leggera la cosa, e non gliene
fregava assolutamente niente del perché fosse successo: si era solo divertito,
aveva staccato la spina, ma niente di che. Però lei
sentiva che in realtà non la pensava così.
<< Dimitri…
Perché mi hai baciata? >> domandò, a voce bassa.
Il russo sembrò irritato
dalla domanda, e spostò il suo sguardo sulla stanza, non più su di lei. Nella
camera sembrò calare una certa tensione.
<< Perché mi
andava >> rispose, secco.
Questa volta fu
Irina a inarcare un sopracciglio, sapendo di sfidare apertamente il suo senso
dell’ironia.
<< Non è una
risposta, quella che mi hai dato >> disse, tranquillamente, per fargli
vedere che non lo stava provocando, << Per favore, sii sincero. Sanno
tutti che… che hai gusti difficili in fatto di ragazze… Non ho e non avrò mai
la pretesa di piacerti, ma per favore dimmi la verità
>>.
Dimitri le lanciò
un’occhiata, sempre più irritato.
<< A cosa ti
serve saperlo? >> ribatté.
<< Mi serve
per chiarire le cose >> rispose Irina, cercando sempre di mostrarsi
tranquilla, anche se non lo era, << Per capire
cosa ci sta succedendo… Cosa mi sta succedendo. Non voglio che qualcuno soffra
per quello che è successo… >>.
Dimitri la guardò
ancora, e le sue iridi di ghiaccio scintillarono, forse di rabbia o forse di
derisione.
<< Sei sempre
la solita >> disse, seccato, << Cosa t’importa se qualcuno soffre?
Come vedi nessuno si fa scrupoli nel far soffrire te… >>.
Si riferiva a Xander, era chiaro; ma era anche chiaro
che cercava una scusa per non rispondere. Irina però apprezzò
il fatto che lui avesse capito che si sentiva in colpa per quello che
avevano fatto: confermava il fatto che il Mastino intuiva molte più cose di
quelle che tutti credevano.
<< Dimitri…
Non cambiare discorso >> sussurrò lei, << Perché mi hai baciata? E perché non ti sei fermato solo a quello?
>>. Il suo cuore accelerò ancora, al pensiero.
Dimitri sembrò sul
punto di sferrare un pugno sul muro, o di prenderla e sbatterla fuori dalla
camera senza farsi scrupoli. Poi scosse il capo, e alzò lo sguardo su di lei,
facendole venire i brividi.
<< Perché non
sei quella che ricordavo >> rispose, finalmente, << Perché non ti
conoscevo, prima di questa missione… Perché hai lasciato Went.
Perché hai sfidato Nina… Perché hai sfidato me
>>.
Si guardarono in
faccia, con Irina che non sapeva cosa dire… Dimitri stava dicendo
che provava qualcosa per lei? Qualcosa che non era esistito ai tempi della Black List?
<< Con questo
che cosa vuoi dire? >> chiese lei, a voce bassissima.
Aveva
improvvisamente paura di sentire la risposta. Se Dimitri avesse detto che in
qualche modo provava qualcosa per lei, cosa avrebbe fatto? Come si sarebbe
comportata?
Dimitri fece un
sorrisetto mesto.
<< Voglio
dire che avevo voglia di venire a letto con te, e l’ho fatto >> rispose,
secco.
Irina alzò gli
occhi al cielo: per un momento aveva creduto che le desse finalmente una
risposta definitiva, ma aveva sperato troppo presto. Tutta la tensione che
aveva accumulato in quel mezzo minuto di attesa scemò, lasciando spazio a una
sorta di fastidio. Era riuscito a farle vedere tutto come uno stupido gioco nel
quale si provocavano a vicenda.
<< E quando
ti è venuta questa voglia? >> ribatté lei.
<<
Sicuramente non hai tempi di Challagher >>
rispose Dimitri.
Irina strinse le labbra
e si trattenne per non sbuffare. Era chiaro che doveva essere esplicita, se
voleva ottenere una risposta adeguata. Rimanere nel dubbio non le avrebbe fatto
bene.
<< Dimitri…
Provi qualcosa per me, oppure questa notte è stata
solo un… caso? >> domandò, cauta, facendo attenzione a non apparire troppo presuntuosa.
Dimitri le gettò
un’occhiata,
<< Ti giro la
domanda >> ribatté.
Irina rimase un
momento in silenzio prima di rispondere, cercando dentro di lei le parole
giuste. Ripensò a quello che aveva provato, ma anche a quello che si era detta
poco prima… Non amava Dimitri, non per il momento. Era stato un errore, il suo;
non avrebbe dovuto dargli via libera, se non provava davvero qualcosa di forte
nei suoi confronti…
<< Non… Non
mi pento di quello che ho fatto, ma… Credo che sia meglio che…
non si verifichi più una mancanza del genere da parte mia >> disse, e
abbassò lo sguardo a terra.
Dimitri sembrò
soppesare le sue parole.
<< “Una
mancanza del genere da parte mia”… >> ripeté Dimitri, come se volesse
farle il verso, << Nemmeno da parte mia, allora. E’ successo una volta,
non succederà più, se è questa la tua preoccupazione…
>>.
C’era un che di
amaro nella voce di Dimitri, e Irina capì che in qualche modo doveva essersela
presa.
<< Non
intendevo questo >> disse lei, << Solo che… Credo di non essere
pronta per un’altra storia, non proprio adesso che ho appena chiuso con Xander… E poi, perché adesso? Siamo stati per più di un
mese sotto lo stesso tetto, nella stessa casa…
>>.
Il russo le gettò
un’occhiata che sembrava divertita, ma sicuramente non lo era.
<< Io non
frego la ragazza a nessuno… >> ringhiò, voltandosi di spalle.
Irina lo guardò, e
improvvisamente capì che tutto quello sarebbe potuto accadere prima… Ma lei prima
stava con Xander, e anche se erano in crisi non lo avrebbe mai tradito… Dimitri lo sapeva.
Si morse il labbro,
nel comprendere che aveva di fronte una persona che non aveva nulla in comune
con quella che aveva conosciuto tanti anni prima, di cui aveva addirittura
avuto paura… Dimitri aveva più valori di loro, vedeva oltre le apparenze,
sapeva intuire i sentimenti delle persone molto meglio
di altri, e lei si era presa gioco di lui in quel modo…
Stava per aprire
bocca e chiedergli scusa, ma Dimitri si voltò di
scatto, e lei si ritrovò di nuovo contro il muro, esattamente come la sera
prima. Questa volta però il russo si limitò a guardarla in faccia, un mezzo
ghigno sul volto, gli occhi grigi puntati su di lei. Il cuore di Irina tornò a
battere forte, troppo forte, ed era sicura che anche lui riuscisse a sentirlo…
<< Se vuoi
sentirti dire è stato solo sesso, non c’è bisogno che tu me lo chieda >>
disse, a bassa voce, << Siamo piloti clandestini, siamo criminali, non
esistono legami tra noi se non quelli che si creano con i soldi… Dove sta il
tuo problema? Ci siamo usati a vicenda per una notte, e non verremo
giudicati da nessuno per questo, perché io non lo andrò certo a sbandierare in
giro. Non farti problemi dove non esistono, perché io non lo farò >>.
Il tono di Dimitri
era piuttosto duro, arrabbiato, come se lo infastidisse il
fatto che Irina avesse paura in qualche modo di averlo ferito, eppure il
suo ragionamento le suonò strano, quasi sbagliato… Si erano davvero usati per
una notte, senza altro scopo se non quello di staccare la spina dai loro
problemi?
Forse Irina ci
avrebbe creduto, se non avesse conosciuto Dimitri molto più di quanto aveva sperato e immaginato: lui non era così, da quel
punto di vista. Era stata addirittura sua sorella a dirlo. L’unica spiegazione
era che forse non gli era tanto indifferente come
voleva mostrare, che forse era riuscita a fare breccia in quello strato di
ghiaccio che ricopriva il suo cuore…
“No, non era questo che volevo… Non era mia intenzione…
Non ho mai mirato a lui, volevo solo conoscerlo e imparare ad apprezzarlo per
quello che è…”.
Lo guardò in
faccia.
<< La pensi
davvero così? >> soffiò.
Dimitri esitò prima
di rispondere, poi si avvicinò ancora di più al suo volto, tanto che lei sentì
il suo fiato caldo sulla bocca. Era come se volesse mostrarle che poteva starle
così vicino senza provare niente, rimanendo sempre il solito pezzo di ghiaccio,
senza cadere in tentazione… Però era successo, la sera prima.
<< E’ quello
che vogliamo sentirci dire >> rispose, << E’ quello in cui credo…
Quello che vuoi tu, se non sbaglio >>.
Irina tacque.
<< Dimitri…
>> sussurrò.
Lui le rivolse
un’occhiata che aveva un che di famelico.
<< E adesso,
vattene immediatamente da qui, altrimenti scoprirai davvero cosa penso >>
ringhiò.
Irina assunse
un’espressione di sfida: non aveva paura di lui, non l’avrebbe più avuta. Se
per darle una risposta, doveva dimostrarle cosa pensava, che lo facesse pure:
avrebbe potuto tirarsi indietro, lo sapeva.
<< Allora lo
voglio scoprire >> ribatté lei, << Voglio sapere perché lo hai
fatto… >>.
Dimitri le lanciò
un’occhiata di fuoco.
<< Non mi
provocare >> ringhiò, arrabbiato, << Non lo fare mai più… Per il
mio, ma soprattutto per il tuo bene. Esci da questa stanza e non farti mai
trovare svestita da me, chiaro? >>.
Il tono di Dimitri
era così feroce che Irina capì che voleva spaventarla, costringerla a girare al
largo da lui per un po’, se non volevano replicare la scena nella sera prima. Ma era anche chiaro che le stava dando una risposta: se le
fosse stata indifferente, se non fosse stata in grado di turbarlo, non avrebbe
mai cercato di tenerla lontana… O no?
Irina si abbassò e
si tolse da sotto le sue braccia, lanciandogli un’occhiata. Annuì e uscì dalla
camera, lasciandolo da solo a mettere a posto i suoi pensieri.
Irina passò il
resto della sua giornata chiusa in camera, a cercare di non pensare a quanto
era accaduto, sia a lei, sia a Xander.
Era assurdo, non si
riconosceva. Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe andata a letto con Dimitri,
che non si sarebbe tirata indietro di fronte a una cosa simile, soprattutto
quando aveva appena lasciato Xander?
Già, Xander… Forse era per causa sua che stava succedendo tutto
quello… Forse per il fatto che non stavano più
insieme, che lei si comportava in quel modo…
“No, Xander non centra.
Sarebbe accaduto anche se lui non fosse esistito”.
In effetti, il suo
primo pensiero non era certo andato a lui… Non era andata
a letto con Dimitri perché voleva ripagarlo con la stessa moneta, e non ci era
andata nemmeno per dimenticare che lui si era consolato con Nina: sarebbero
state scuse stupide, quelle. Lo aveva fatto perché in quel momento lo voleva
fare, al di là di ogni spiegazione.
Forse lo capiva
solo ora, ma le apparve chiaro che in qualche modo lei e Dimitri erano
compatibili sotto molti punti di vista: forse diversi nel modo di porsi, ma simili nel carattere.
Prima di tutto,
entrambi condividevano un passato doloroso che avevano cercato di mantenere
nascosto, di dimenticare per ritrovarsi più forti e ricominciare una nuova
vita, ed entrambi loro malgrado sapevano che era
impossibile. I loro fantasmi alla fine non avevano smesso di inseguirli, di
farsi vedere anche nei giorni più luminosi della loro esistenza…
Entrambi erano
piloti clandestini, entrambi avevano fatto parte della Black
List, entrambi erano stati i fedeli di William Challagher, ed entrambi lo avevano tradito di loro
spontanea volontà.
Poi, iniziavano le
differenze, differenze che però li completavano, che
li rendevano un tutt’uno. Dimitri era freddo, distante, duro, esattamente come
lei era debole, emotiva e timida. Eppure lui era perspicace, sapeva capire le
persone più di quanto chiunque avrebbe creduto, e lei invece era stata capace
di accettarlo per come era, non si era fermata
all’apparenza.
Si erano scoperti a
vicenda, si erano dati fiducia e avevano capito che l’altro non l’avrebbe
deluso. Dimitri le aveva dato la possibilità di esprimersi, di commettere
errori, di godersi la sua libertà come chiunque, senza giudizi, senza
paternali; Irina aveva accettato i suoi silenzi, i suoi segreti, i suoi modi di
fare, e non aveva mai cercato di invadere il suo spazio. Nessuno di loro due aveva cercato di cambiare l’altro, ed era questo che li
aveva portati ad unirsi.
“Forse con un po’ di tempo… Forse… No, non è questo che
voglio. Non posso prendermi gioco delle persone né di me stessa: finché Xander rimarrà dentro il mio cuore, non farò finta di
averlo dimenticato”.
Forse era da
stupidi, ma quello era il suo ragionamento. Non avrebbe preso in giro Dimitri,
usandolo, approfittando del fatto di essere riuscita a sciogliere quel ghiaccio
che permeava il suo cuore, sempre che fosse così. Non meritava una cosa del
genere, e non l’avrebbe mai accettata. Anzi, molto probabilmente sapeva già
cosa stava pensando, e per questo le aveva detto che era stata solo una notte…
Non era sicura di
quello che stava passando per la testa di Dimitri, cosa stesse provando, ma era
certa di non volerlo far soffrire in alcun modo, per questo non avrebbe mai
permesso che nascesse qualcosa, tra loro due, non finché tutta quella storia
fosse finita, non finché lei stessa non avesse deciso cosa fare della propria
vita…
C’erano troppi
ostacoli da superare, troppi problemi che in quel momento non potevano
risolvere. Dimitri doveva ancora finire di scontare la sua pena in carcere, ed aveva ucciso troppe persone per non avere dei fantasmi da
portarsi dietro. Lei aveva appena scoperto di essere in grado di fare l’agente dell’F.B.I., e le si erano aperti davanti troppi scenari,
difficili da valutare… Non era il momento giusto, quello. Se davvero doveva
succedere qualcosa, avrebbe atteso.
Ore 09.00 –
Mosca
William scrutò sospettoso
il viso del russo che aveva davanti, con il collo sfregiato da una cicatrice
biancastra e un’espressione piuttosto strafottente. Il tizio che lo
accompagnava aveva un’aria più amichevole, anche se entrambi avevano la faccia
di chi ha viaggiato senza sosta per molte ore e aveva davvero bisogno di una
notte di sonno.
<< Offrimi
qualcosa da bere, Challagher >> disse Vladimir Buinov, indicando un tavolo vuoto del bar dell’hotel,
<< Mi sono sparato milleottocento chilometri in
un giorno, per venire a trovarti… E ho anche abbandonato la Mosca-Cherepova,
per parlare con te. Credo di avere bisogno di un drink, e
anche il mio amico >>.
William fece un
sorrisetto e strinse la mano del russo, tranquillo. Il locale per la verità era
quasi vuoto, e l’unico barista non li avrebbe disturbati: era stato pagato
profumatamente per tenere le orecchie ben chiuse.
<< Sediamoci
>> disse William, << Abbiamo un bel po’ di cose da raccontarci…
>>.
Presero posto e ordinarono
da bere. Daniel, su suo ordine, era rimasto in camera: meglio che conducesse da
solo quella storia, perché ancora non sapeva chi si trovava davanti.
<< Allora, Challagher, quali sono i tuoi piani? >> chiese
Vladimir, dopo aver bevuto la sua vodka tutta d’un
sorso, << Hai scelto un bel posto per nasconderti, ma non altrettanto per
dare la caccia a qualcuno: la Russia è un covo di lupi, come sai >>.
<< Per il
momento il mio unico piano è quello di trovare Irina,
Dimitri e un altro tizio che fa di nome Alexander Went,
dopodiché entrare in contatto con la Lince >> rispose William, <<
Prima, però, voglio capire quali sono i conti in sospeso che hai con Dimitri…
>>.
Si guardarono in
faccia, e Vladimir e gettò un’occhiata di sbieco a Cyril.
Nonostante cercassero di fare gli “amiconi”, era chiaro che aleggiava una certa
aria di sospetto, tra loro.
<< E’ tutto iniziato una decina di anni fa >> rispose, << Ho
ucciso suo padre per motivi personali, ed è tutto degenerato in una faida
familiare… Ci siamo ammazzati a vicenda per un bel po’, poi gli ho teso una trappola
prendendo sua sorella gemella in ostaggio. L’ho uccisa, e da quel momento ci
siamo giurati guerra >>.
“Dimitri aveva una sorella gemella!?”.
Se non fosse stato
stupito da quella novità, William si sarebbe soffermato maggiormente sul fatto
che la risposta di Vladimir era piuttosto sommaria e presentava numerose
lacune. Però quel fatto era troppo interessante, e per
il momento poteva tralasciare i dettagli.
<< Non sapevo
che avesse una gemella… >> disse, quasi ridendo al pensiero.
<< Non ti ha
mai raccontato nulla, di tutta quella storia? >> chiese il russo,
stupito. Cyril, di fianco a lui, sembrava altrettanto
perplesso.
<< No. Quando
siamo venuti da queste parti, mi ha accennato al fatto di avere problemi con
qualcuno di voi, ma non si è mai soffermato a raccontarmi tutto. A dire la verità, non mi interessava nemmeno poi molto…
>>.
Quindi era per quello che
Dimitri era tornato ogni tanto in Russia… Una vecchia faida familiare e una sorella
gemella… Non lo avrebbe mai detto, per un tipo come lui: il Mastino era tutto
tranne un tipo che amava i legami, soprattutto quelli di sangue.
<< Perché hai
ucciso suo padre? >> chiese, per cominciare a togliere
un po’ di nebbia dal racconto del russo.
Vladimir non
rispose subito.
<< Mi voleva
fregare… Riguardo a un affare che volevamo concludere
>> rispose, << Anzi, alla fine mi ha fregato davvero… >>.
William lo guardò
sospettoso: non stava dicendo la verità, era chiaro.
C’era qualcos’altro sotto che non voleva rivelare.
<< Un affare
di che genere? >>.
<< Il
controllo di una parte di Mosca >> rispose Vladimir, sicuro, << Una zona piuttosto importante della città >>.
William gli gettò
un’occhiata e fece finta di credergli: quel russo non si fidava di lui, a buona
ragione, e non voleva raccontargli i fatti suoi. Che si aspettasse il medesimo
trattamento.
<< Invece tu
come sei finito dietro le sbarre? >> chiese Vladimir, con un mezzo
sorrisetto.
William stirò un
braccio sul tavolo, poi rispose: << Ho lasciato che un agente dell’F.B.I. si infiltrasse nel mio giro, sottovalutando il
fatto che è stato poi aiutato da Irina. Mi aveva quasi fregato, ma ero riuscito
a scappare insieme a un paio di piloti e a Irina… Peccato che Dimitri ci abbia fatti trovare, così siamo stati catturati tutti >>.
Quello era il
massimo che gli avrebbe detto, ed era anche troppo. Meglio mantenere una certa
aura di superiorità.
<< Hai visto
Fenice? >> aggiunse poi, di getto.
<< Sì, l’ho
vista >> rispose Vladimir, << Le avevo anche proposto di aiutarmi a
incastrare Dimitri, ma non ha voluto… E’ un bel peperino, quella ragazzina. Ci
ha dato filo da torcere, durante la gara >>. Il
tono del russo non era di scherno, piuttosto di fastidio.
Un sorriso si
disegnò sul volto di William, e lui non cercò di nasconderlo: allora non era
cambiata, non aveva perso la mano… Era sempre lei, quella che l’aveva davvero
fregato in tutto. Chissà perché, saperlo lo rendeva felice.
<< Come
volevi attirare Dimitri? >> chiese.
<< Avevo intenzione
di prendere in ostaggio la ragazza >> rispose Vladimir, << E
costringerlo a incontrarmi… >>.
William inarcò un
sopracciglio, perplesso. Non gli sembrava un piano particolarmente brillante,
anche perché, da quello che ricordava, Dimitri non aveva mai sopportato Irina…
Non rappresentava un’esca abbastanza allettante, per lui. E poi, perché mai
pensava che il Mastino abboccasse?
<< Perché
credi che Dimitri possa muoversi per lei? >> chiese, improvvisamente
sospettoso.
Vladimir si scambiò
un’occhiata con Cyril.
<< Sembra che
la tua donna sia entrata nelle grazie di Goryalef
>> rispose il russo, serafico.
William ridusse gli
occhi a fessure. << Cosa vuoi dire? >>.
<< Non
abbiamo mai visto Dimitri portarsi appresso una ragazza per così
tanto tempo >> rispose Vladimir, << E sappiamo che ha
piantato un coltello nella mano a un Referente, per lei. Se non ne
approfittiamo ora, non troveremo più un bersaglio così facile… >>.
William sentì
l’irritazione crescere: un bersaglio facile?
<< Ma questo era prima che arrivassi io >> ringhiò,
improvvisamente aggressivo, << Irina non farà da esca a nessuno, perché
sono qui per lei. Siccome li vogliamo entrambi, dobbiamo usare un altro modo
per prenderli >>. Fissò il russo per fargli capire che non accettava
obiezioni, a riguardo. << E poi, sono sicuro che Dimitri non ci cascherà.
Irina per lui non ha mai rappresentato niente >>.
A dispetto di
quello che aveva detto Vladimir, ne era veramente convinto. Ricordava bene
quale astio provasse Dimitri nei confronti di Irina, fin da quando lei era
entrata nel loro giro; era stato il primo a consigliargli di mandarla via, di
non darle modo di diventare una pilota clandestina. Anche se alla fine aveva
fatto in modo che Xander la trovasse, era certo che
non l’avesse fatto per lei: in quel modo si era comunque salvato, aveva visto
la sua condanna al carcere ridotta. Si era trattato di semplice convenienza, e
non poteva certo aver cambiato opinione su Irina.
<< Se lo dici
tu… >> disse Vladimir, poco convinto, <<
Ma non credo di conoscere un altro modo per attirarlo in trappola… >>.
Improvvisamente,
William capì perché quel russo non era ancora riuscito a incastrare Dimitri:
era un codardo, in fondo. Molto probabilmente temeva il Mastino, e voleva
trovarsi faccia a faccia con lui solo se fosse stato
sicuro di poterne uscire vincitore… Figuriamoci se non esistevano altri modi
per costringerlo a incontrarsi. Fosse stato per lui, sarebbe andato a casa sua,
e con un colpo di pistola avrebbe messo fine alla storia.
Questo però volgeva
a suo favore: se Vladimir non poteva contare su un grande coraggio di fondo, sarebbe stato molto più facile servirsi di lui e
poi liberarsene. A quel punto avrebbe preso due piccioni con una fava.
<< Non esiste
un’altra persona che possa fungere da esca? >> chiese, << E’ lui
che dobbiamo attirare; una volta sola, Irina sarà completamente indifesa e non sarà
un problema catturarla… >>.
<< Non credo
esista qualcuno che possa indurre Dimitri a incontrarci >> rispose
Vladimir, << Non in questo momento, visto che è impegnato nella tua “liberazione”,
o qualunque cosa ci sia dietro… >>.
Gettò un’occhiata a
Cyril, e William capì che c’era qualcos’altro, sotto.
<< Non
girarci intorno >> disse, seccato, << Se hai in mente qualcosa,
dillo subito >>.
Vladimir stese una
mano sul tavolo, come per cercare le parole giuste.
<< Esiste
qualcuno per il quale Dimitri rischierebbe tutto, o
almeno credo >> rispose lentamente, << Ma c’è un problema. Forse
non lo sai, ma tra noi vige la regola che donne e bambini non si toccano
fintanto che decidono di stare fuori dal nostro giro…
Non possono essere tirati in mezzo da nessuno e per nessuna ragione. Sono intoccabili,
per così dire. Se uno di noi infrange questa regola, si scatena una faida
familiare che non avrà fine finché il colpevole non verrà
punito. E’ quello che ho fatto io, uccidendo la sorella gemella di Dimitri
>>.
William non sapeva
di quella regola, ma ne capì subito i risvolti, così
come comprese la situazione di Vladimir.
<< Ho capito
>> disse, << Non vuoi rischiare un’altra
faida, immagino >>.
<< A quel
punto non avrei davvero scampo >> ribatté il russo, << Mi darebbero
tutti la caccia… Sarebbe un suicidio >>.
<< E chi
sarebbe la persona in questione? >>.
<< La nipote
di Dimitri, una bambina di sei anni >>.
William strinse il
pugno sul tavolo. Una bambina. Dimitri si sarebbe mosso per una marmocchia di
sei anni?
Ormai nella sua
testa non esistevano più scrupoli, ma prendere in ostaggio una bambina in
qualche modo strideva con il suo modo di fare… Non gli
piaceva granché, come piano, ma si chiese se il gioco valesse la candela: Irina
e Dimitri in cambio di una bambina…
“Sì, vale tutto. Li rivoglio davanti… Si tratta solo di prendere in
ostaggio per qualche ora una bambina e poi lasciarla andare. Non
ho intenzione di farle del male… Dovrei essere davvero caduto in basso, per
farlo”.
<< Si
potrebbe fare, però >> disse improvvisamente Vladimir, << Se tu ti prendessi la responsabilità del rapimento, io ne uscirei
pulito… Non si aspettano che tu sia libero, e ci penserebbero un attimo prima
di agire contro di te… >>.
William gli rivolse
un’occhiata piuttosto disgustata: che furbo, far ricadere la colpa su di lui…
Era davvero un coniglio, quel russo.
Allungò la mano
oltre il tavolo, però: non era stupido, e rimaneva comunque lo Scorpione,
quello che otteneva sempre quello che voleva.
<< Affare
fatto, Buinov >> disse, << Ma niente
scherzi, o non dovrai guardarti solo dai russi >>.
Ore 10.00 - Yaroslav, Hotel Pan
Irina diede un
ultimo sguardo alla Punto, ancora parcheggiata nel garage, e si chiese se sarebbe
stata la stessa che quella sera avrebbe guardato a Cherepova,
se ci sarebbe mai arrivata…
Trasse un respiro
profondo, poi montò al posto di guida e condusse la Punto fuori, sul piazzale
ancora pieno di neve, e la parcheggiò vicino alla linea di partenza, l’unica
parte di asfalto libera dal ghiaccio. I Referenti stavano visionando le tabelle
delle partenze, mentre un grosso spazzaneve passava proprio fuori dal cancello,
liberando la carreggiata che portava di sotto, all’autostrada.
Anche se avevano
atteso un giorno, la gara si preannunciava difficile,
molto difficile. Il tempo era stato impietoso, e molto probabilmente avrebbero
incontrato strade impraticabili, durante la corsa. Gettò una rapida occhiata ai
Referenti, poi tornò dentro, nel bar, per bersi l’ultimo caffè della giornata.
La sala era già
gremita di piloti, e dalle facce era chiaro che tutti sapevano che sarebbe
stata una gara durissima, lunga e faticosa. Sembrava che tutti stessero
raccogliendo le ultime energie e la concentrazione in preparazione della fase
finale.
Vide Xander seduto in un angolo, da solo, a sorseggiare con aria
truce un caffè forse diventato freddo, visti i suoi occhi di ghiaccio in quel
momento. Abbassò la testa e non gli rivolse nessun cenno, andandosi a sedere al
bancone.
Il giorno prima non
l’aveva visto, perché era rimasta chiusa nella sua stanza, ma forse anche
perché lui non si era fatto vivo, molto probabilmente impegnato a intrattenersi
con la sua nuova amica Nina, approfittando della libertà ritrovata.
Non sapeva se Xander fosse cosciente o meno del fatto che tutto l’hotel,
compresa lei, era al corrente della sua notte di
passione con la bellissima russa, e scoprì che la cosa non le interessava.
Improvvisamente, dopo quello che era successo tra lei
e Dimitri, le apparve un evento stupido e quasi di poca importanza, perché
aveva capito che era una cosa che poteva accadere a tutti, compresa lei. Se Xander aveva fatto quella scelta, aveva i suoi motivi, ed
entrambi erano liberi di fare quello che volevano. Non stava a lei giudicare.
Ordinò il suo caffè
e aspettò, finché non sentì una presenza al suo fianco, e dal profumo capì che
si trattava di Dimitri; non poteva negare che dalla notte precedente aveva
imparato a riconoscerlo anche da quello.
<< Parti tu?
>> fu la sua domanda, in tono perfettamente neutro.
<< Sì, se sei
d’accordo >> rispose lei.
Era difficile
comportarsi come sempre, adesso che in qualche modo avevano saldato il loro
legame in modo così… intimo, e Irina faceva fatica a guardarlo negli occhi.
Lui, dal canto suo, non dava segni di diversità, se non un
impercettibile distanza nei modi di fare, come se non volesse
permetterle di darle più confidenza.
<< Saremo
costretti a delle deviazioni >> disse lui, calmo, << Sembra che
molte strade siano chiuse al traffico… L’auto è a posto? >>.
<< Stamattina
si è accesa senza esitazioni >> Irina lanciò un’occhiata verso l’esterno,
<< Non dovremmo avere problemi, ma ho paura per
la neve… Guarda là >>.
Con suo enorme
stupore, vide la Ferrari 458 percorrere la strada dal garage alla linea di
partenza con una certa difficoltà, con al volante una
Nina che procedeva lenta e insicura sul ghiaccio. L’auto, per quanto potente e
veloce, scivolava facilmente sul terreno, ed era ostacolata dalle montagnole di
neve che si erano formate ai lati: era troppo bassa per un terreno del genere,
e poteva benissimo incagliarsi.
Sul volto di
Dimitri affiorò un sorrisetto di scherno.
<< Ecco che
rischi si corrono partecipando alla Mosca-Cherepova
con una Ferrari… >> commentò, sarcastico.
Irina gettò
un’occhiata a Xander, ma lui pareva totalmente
disinteressato alla situazione di Nina, come se non gli importasse del fatto
che la russa fosse in difficoltà. Continuò a bere il suo caffè con
indifferenza, finché Irina vide entrare la ragazza e andare da lui, furibonda.
Parlottarono per qualche istante, forse del fatto che la 458 sembrava
non essere l’auto adatta per la corsa, poi Nina si sedette e rimasero ad
aspettare anche loro.
Un attimo dopo, Karim Gulaf, uno dei Referenti,
attirò la loro attenzione, un foglio in mano e l’espressione truce.
<< Partirete
in ordine di classifica >> disse ad alta voce, guardandoli in cagnesco,
<< Dal primo fino all’ultimo, a distanza di cinque minuti l’uno
dall’altro. La vostra destinazione è Cherepova, a
mille chilometri da qui, indicata sulla cartina che vi abbiamo fornito. Come
avrete visto, non è specificato alcun percorso: sarete liberi di prendere la
strada che preferite, quella che ritenete la più breve, la più veloce o la più
semplice. Ma avrete due vincoli da rispettare: saranno posizionati
due stazioni lungo il percorso, dove dovrete passare obbligatoriamente. Vi
forniremo benzina e ed eventualmente catene… Non potrete fare rifornimento da
nessun’altra parte, eccetto usare la vostra tanica di scorta: stiamo sigillando
i tappi del carburante. Vince chi arriva in meno tempo possibile al traguardo a
Cherepova >>.
Nella stanza di levò un brusio concitato, e Irina gettò un’occhiata a
Dimitri: i rifornimenti vincolati sarebbero stati sicuramente un problema,
soprattutto perché non sapevano quanta strada avrebbero realmente percorso,
visto che il tragitto lo avrebbero scelto loro…
<< Vi ricordo
che non ci sono regole, a parte queste >> continuò
Karim, << Se qualcuno verrà sbattuto fuori non
venga a lamentarsi da noi. Il vostro obiettivo è arrivare alla fine, come e quanto
lo deciderete voi. Vi daremo mezz’ora di tempo per studiare qui il percorso che
più vi aggrada, poi inizieremo con le partenze. Ricordo che chi arriverà per
primo vincerà la Mosca-Cherepova >>.
Karim si ritirò, e Irina
tornò a guardare Dimitri.
<< Ho già
studiato il percorso >> disse lui, secco.
<< Di già? Quando? >>.
<< Stanotte
>> rispose lui, lanciandole un’occhiata eloquente, << Al posto di
dormire, per tenermi occupato… >>.
Irina abbassò lo
sguardo, sentendosi inspiegabilmente in colpa. Dimitri le fece cenno di
seguirla in macchina, e lasciarono il bar, sedendosi nei sedili gelidi della
Punto.
<< Smettila
di farti venire dei complessi per quello che è successo >> esordì lui,
all’improvviso, serio, << Non è un problema. Non passare il resto dei
tuoi giorni a evitare il mio sguardo perché ti senti in colpa… Odio quando mi
parlano guardando da un’altra parte >>.
Irina annuì.
<< Ok,
scusami >> mormorò.
Forse per cambiare
argomento, Dimitri dispiegò la cartina e le mostrò il percorso che aveva
tracciato con un pennarello blu, e le due stazioni che avrebbero dovuto
passare.
<< Questa è
la strada che ho pianificato >> disse, << Ma potremmo
essere costretti a delle variazioni. Alcuni tratti saranno chiusi al traffico,
altri invasi dalla neve… >>. Indicò due tratti rossi. << Questi
sicuramente sono inutilizzabili: ho controllato stanotte su Internet, e sono
stati chiusi. Non perderemo tempo inutile provando da quella parte… >>.
Irina alzò
improvvisamente lo sguardo su di lui, e si rese conto che senza Dimitri non
avrebbe mai avuto la speranza nemmeno di terminarla, la Mosca-Cherepova.
Senza di lui la missione forse non sarebbe nemmeno cominciata.
<< Dimitri…
>> iniziò, cauta, guardandolo.
<< Che c’è?
>> ribatté lui, e per un attimo parve confuso.
<< Grazie
>> disse Irina, << Grazie per quello che stai facendo, e per quello
che hai fatto… Riconosco che senza il tuo aiuto non
sarei arrivata da nessuna parte. E riconosco che nessuno ti ha obbligato a
farlo. Grazie >>.
Dimitri le lanciò
un’occhiata.
<<
Ringraziami a missione finita >> disse, sarcastico, << Non sai
ancora come andrà a finire… >>.
<< In
qualunque modo andrà a finire, tu mi hai salvato più volte la vita, e non me lo
dimenticherò >> ribatté Irina, << Anche se falliremo, continuerò a
dirti grazie >>.
Dimitri ripiegò la
cartina, come se fosse esasperato. Gettò prima uno sguardo fuori, poi disse:
<< Non sei l’unica che dirà grazie alla fine di
tutto questo >>.
Nell’auto calò il
silenzio, e Irina mascherò un sorriso: quello era il modo di Dimitri per dire
che aveva gradito la sua compagnia, che in fondo non la disprezzava più tanto,
non certo come all’inizio.
Girò la chiave e la
Punto si accese, pronta all’ultimo sforzo. Accarezzò il volante, poi si portò
alla linea di partenza, di fianco alla Ferrari rossa. Erano
in parità, sarebbero partiti assieme, testa a testa.
Gettò un’occhiata a
Xander e Nina, chiusi dentro la 458, e fece un cenno
col capo, che però non aveva nulla di strafottente: era un semplice augurio di
buona fortuna.
“Che vinca il migliore”.
Xander fece altrettanto,
e Irina tornò a guardare la strada davanti a lei, ricoperta di neve.
“Avanti, bella mia, abbiamo
un’ultima gara da disputare… Siamo arrivate fino a qui, e non molleremo proprio
ora”.
Scaldò il motore,
poi guardò Dan, che avrebbe dato il via. Lo vide fare un cenno per segnalargli
di prepararsi, e alzare la pistola in aria.
<<
Giochiamoci il tutto per tutto >> disse Dimitri, << Niente regole,
questa volta >>.
Irina annuì, poi lo
sparo riverberò nell’aria gelida, e lei affondò il piede sull’acceleratore. La
Punto si catapultò in avanti, fianco a fianco alla
Ferrari, e insieme scesero giù, fin sulla strada, finché la 458 svoltò a
sinistra, e la Punto a destra, divedendo i loro percorsi. Un attimo, ed
entrambe sparirono alla vista.
Spazio
Autrice
Salve ragazzi!
Scusate l’enorme ritardo, ma purtroppo ho
avuto impegni improrogabili che mi hanno impedito di andare avanti con il cap: un lavoro di gruppo per l’università che abbiamo effettuato con un po’ di difficoltà… E poi sono stata presa
alla sprovvista da un’ideuzza riguardo a una
storiella folle delle mie, che non so se si tradurrà in qualcosa, ma che mi ha
tenuto sveglia diverse ore, in questi giorni. Quindi,
chiedo perdono e spero da questo momento in poi di riuscire a postare un po’ prima.
Per il resto, spero che il cap sia stato di vostro gradimento… Non so come
immaginavate il post-Irina/Dimitri,
ma credo che questo sia il più verosimile di tutti quelli possibili. Il
risveglio con brioches calda, coccole e caffè fumante
era davvero da altro mondo.
Un bacione enorme a tutti, e un grande
augurio di Buon Natale!
Lhea