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Autore: Lhea    22/12/2010    3 recensioni
[Seguito de “Il gioco dello Scorpione”]
Sono passati due anni da quando lo Scorpione è finito dietro le sbarre, due anni da quando Irina è tornata a essere una ragazza normale e due anni da quando tutto nella sua vita ha iniziato a prendere la giusta piega… Ma si sa che il passato è sempre difficile da dimenticare, e lei lo sa meglio di tutti.
Il passato si può nascondere, si può rinnegare, si può anche cercare di dimenticarlo, ma non si può cancellare. Perché rimane lì, a ricordarti ciò che sei stata e ciò che sei diventata; rimane lì a farti capire cosa hai perso e cosa hai guadagnato… Il passato torna. E quando torna, un motivo c’è sempre.
E se all’improvviso Fenice tornasse? E se all’improvviso se le venisse offerta la possibilità di correre ancora per una giusta causa, di passare dalla parte “giusta” e coniugare due cose che non aveva mai pensato di poter riunire? E se all’improvviso si rendesse conto che alla fine il suo passato non lo hai mai dimenticato, che ha sempre vissuto all’ombra di ciò che era stata?
Questa volta Irina deve fare una scelta che può cambiare definitivamente il suo mondo, il suo modo di vedere e di vivere… Una scelta che la dividerà da tutto e da tutti, e che sarà la sua unica possibilità per lasciarsi veramente il suo passato alle spalle. Per poi scoprire che in due anni molte cose cambiano, comprese le persone che hanno fatto parte della sua vita.
Questa volta, il passato torna per sconvolgere tutti, per dimostrare che si cade e ci si rialza; per dimostrare che si perde e si vince; per dimostrare che il bene e il male sono solo due visioni relative… Per dimostrare che alle volte le parti si invertono, e ti mostrano quello che veramente c’è da vedere.
[Nota dell’autrice: lasciatemelo dire: questo non sarà il solito seguito. Se torno, torno per stupirvi… E’ una promessa]
POSTATO ULTIMO CAP + EPILOGO
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Gioco dello Scorpione'
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Capitolo XXX

Capitolo XXX

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ore 06.00 - Yaroslav, Hotel Pan

 

Irina si svegliò lentamente, la luce fioca del primo mattino che brillava dietro le sue palpebre chiuse, con la forte sensazione che qualcuno la stesse fissando, anche se non ne era certa. Il formicolio che avvertiva sulla pelle però era il segnale che comunque c’era qualcuno in quella stanza, a parte lei… Tuttavia, non aveva voglia di aprire gli occhi: voleva ancora godere di quel calore che sentiva scorrere nel corpo, quella sensazione di assurda pace che aveva addosso…

 

Poi sentì un sussurro e la porta chiudersi con un tonfo sordo, e capì che ora era davvero sola. Non allungò il braccio per provare a sentire se ci fosse qualcuno, di fianco a lei; rimase ferma, stringendo nella mano un lembo del lenzuolo caldo, e aprì gli occhi.

 

La camera era vuota; sottosopra, ma vuota. Si mise a sedere, individuando i suoi abiti sparsi per il pavimento, le lenzuola metà a terra metà sul letto, le sedie spostate, un cuscino sul mobile… Ma nessun’altro, a parte lei. Nessuno, in quella stanza stranamente calda, eppure così estranea.

 

Sospirò.

 

Non si era aspettata di trovare Dimitri accanto a lei, né sveglio né tantomeno addormentato. Né si era illusa di poter aprire gli occhi e sperare di sentirlo rivolgerle un saluto di buon giorno, oppure un semplice sguardo gentile. Non era il tipo per quelle cose, e dopo quella notte lo capiva ancora di più. Forse era anche meglio così, però. Perché fingere che andasse tutto bene, che fosse tutto normale, se non lo era?

 

Si lasciò cadere nel letto, rendendosi conto che le lenzuola quasi bruciavano, sfiorando la sua pelle, come se non riuscissero a liberarsi del calore che le aveva possedute fino a poche ore prima… E subito le vennero in mente le sensazioni che aveva provato, mentre giaceva su quel letto non più da sola, sensazioni che malgrado tutti i suoi dubbi non poteva che definire travolgenti.

 

Aveva ancora sotto le dita il calore delle cicatrici sulla pelle di Dimitri, che forse avrebbero dovuto spaventarla, ma che invece aveva trovato quasi irresistibili… Una sorta di calamita, che le aveva fatto scoprire che il russo era tutt’altro che un pezzo di ghiaccio…

 

“Che cosa ho fatto?” pensò, senza riuscire a capire se fosse pentita, amareggiata o solo sorpresa,  “Cosa ho fatto? Sono impazzita… Non può essere successo…”.

 

Ma intanto era tutto vero, i ricordi lo confermavano. Le sensazioni erano ancora vivide dentro di lei…

 

Non lo sapeva se giusto oppure no, però… Però era stato… Bello.

 

Sì, era stato bello. Per quanto non dovesse dirlo, era stata una notte in cui aveva provato qualcosa di nuovo, che fino a quel momento le era sconosciuto… Qualcosa che fino a pochi giorni prima era stato solo rappresentato da Xander, unico con coi aveva condiviso tutta se stessa fino a quel punto…

 

Poi si sentì in colpa.

 

Era andata a letto con Dimitri…

 

Una serie di pensieri si affollarono nella sua testa, e le fu difficile trovare un ordine.

 

Perché si era lasciata andare?

 

Perché aveva deciso di rischiare?

 

Perché Dimitri l’aveva baciata?

 

Perché adesso, perché ora?

 

Guardò il soffitto, senza riuscire a trovare una risposta. Forse era tardi per cercarle. Ormai il danno era fatto…

 

“Danno? E’ stato veramente un danno?”.

 

Si passò una mano sul braccio, ma non riprovò la stessa sensazione che Dimitri le aveva fatto sentire. Lui era stato molto più… caldo. Molto più coinvolgente, più virile, più…

 

Era assurdo. Aveva sempre creduto che Dimitri fosse un pezzo di ghiaccio, ma non lo era. Appena gli aveva dato il via libera, si era completamente trasformato… Era come se avesse preso fuoco, e contemporaneamente avesse acceso anche lei, tanto da non farla riconoscere nemmeno a se stessa…

 

No, non era stato un danno, ma c’era solo un problema: lei non amava Dimitri.

 

Per quanto quella notte fosse stata stupenda, non lo amava, non per il momento. Non sapeva quali fossero i suoi sentimenti per lui… Le piaceva il fatto che la lasciasse libera, che la rispettasse sempre e comunque, che la trattasse come una pari… Le piaceva anche fisicamente, poteva ammetterlo, ma… Non provava per lui quegli stessi sentimenti che l’avevano legata a Xander.

 

“Allora perché ho accettato?”.

 

Mentre si poneva quella domanda, se ne fece un’altra.

 

“Dimitri cosa penserà di tutta questa storia?”.

 

Doveva parlare con lui. Non poteva lasciare in sospeso la questione… Doveva sapere cosa provava lui, che in fondo aveva anche fatto il primo passo. Perché, poi? L’aveva sempre disprezzata, fin dai tempi della Black List, e credeva che la loro collaborazione fosse solo una tregua… Forse aveva cambiato idea su di lei, una volta che l’aveva conosciuta davvero, ma non da indurlo a fare una cosa del genere…

 

Non credeva che Dimitri potesse aver visto qualcosa in lei che prima non aveva notato, qualcosa che magari lo aveva colpito… Era sempre stata stessa, fin dall’inizio: pasticciona, insicura, spaesata come riusciva a essere solo lei.

 

“Sai che non è così… Chi ha fatto vedere ai Referenti di che pasta è fatta? Chi ha fatto mangiare la polvere a Xander, Vladimir e tutti gli altri?”.

 

Sorrise rendendosi conto che dall’inizio era cambiata, che da quando era a Mosca il suo modo di vivere non era più lo stesso… Chi aveva preso in mano la propria vita, mettendo a rischio tutto quello che aveva?

 

Forse era stato quello, a colpire Dimitri. Forse era stata la sua decisione di prendere finalmente in mano la propria esistenza e scegliere davvero da sola la strada da imboccare…

 

Però le domande nella sua testa rimanevano, e lei non poteva rispondere. Finché il dubbio fosse rimasto nel suo cuore, non sarebbe stata in grado di guardare Dimitri dritto in faccia, non quando erano stati così vicini. E l’Irina che era ora gli suggeriva di prendere il coraggio a due mani e parlare chiaramente con lui, per quanto imbarazzante e difficile fosse. Era sicuro che lui la pensava allo stesso modo.

 

Si alzò e si rivestì in fretta, senza guardarsi intorno, lasciando tutto com’era, in quel disordine che corrispondeva a quello che aveva in testa. Uscì e bussò alla porta della stanza di Dimitri, rimanendo in attesa, il cuore che batteva velocissimo all’idea di vederlo di nuovo, dopo aver sentito le sue mani su di lei…

 

Il russo le aprì, e se lo ritrovò davanti a torso nudo, le cicatrici bianche che brillavano sotto la luce fioca del lampadario nell’ingresso. Irina arrossì leggermente, ricordando quanto in realtà quella pelle fosse piacevole sotto le dita, e facendosi forza cercò il suo sguardo.

 

Come si era aspettata, Dimitri sembrava impassibile, come se quella notte non fosse accaduto nulla, tra loro due. Era sempre il solito ragazzo barricato dietro al suo aspetto duro e distaccato, sempre il Mastino della Black List. Forse era talmente turbato anche lui, da quello che aveva fatto, che non era in grado di fare altro se non guardarla con quei suoi occhi grigi.

 

<< Ho bisogno di parlare con te… >> sussurrò Irina, titubante.

 

Dimitri le fece cenno di entrare, poi chiuse silenziosamente la porta alle loro spalle. Raggiunsero il centro della camera, senza dire niente, poi Irina si voltò e lo scrutò in volto, sempre più imbarazzata. Non sapeva bene da dove cominciare, né se fosse opportuno commentare quanto era accaduto… E soprattutto non sapeva come avrebbe reagito.

 

<< Dimitri… Io volevo dirti che… Non so cosa tu abbia pensato di me, ma non era mia intenzione… Usarti >>.

 

In effetti, poteva averlo benissimo pensato, visto che aveva appena scoperto che Xander era andato a letto con Nina… Dimitri non era così stupido da non arrivarci, anche perché era quello di cui avevano parlato appena un attimo prima che lui… Bé, le saltasse addosso.

 

Lui però inarcò un sopracciglio, infilandosi la maglia che aveva raccattato dal letto come per dire che la discussione era di poco conto.

 

<< Usarmi? >> disse finalmente, scettico, << Non cominciare a fare la paranoica… Mi sembra che siamo abbastanza grandi da decidere autonomamente cosa fare della nostra vita >>. Apparve quasi arrabbiato, al pensiero.

 

<< Sì, lo so >> ribatté Irina, << Appunto per questo… Non voglio che tu possa pensare che sia… sia venuta a letto con te per dimenticare la storia di Xander e Nina… Non sono così meschina >>.

 

Per un attimo pensò che Dimitri si mettesse a ridere, poi lo vide fare una smorfia divertita.

 

<< E anche se fosse? >> ribatté, << Dove sta il problema? >>.

 

Irina rimase interdetta dalla sua risposta: sembrava quasi che volesse fosse così, in realtà. Magari lui aveva preso molto più alla leggera la cosa, e non gliene fregava assolutamente niente del perché fosse successo: si era solo divertito, aveva staccato la spina, ma niente di che. Però lei sentiva che in realtà non la pensava così.

 

<< Dimitri… Perché mi hai baciata? >> domandò, a voce bassa.

 

Il russo sembrò irritato dalla domanda, e spostò il suo sguardo sulla stanza, non più su di lei. Nella camera sembrò calare una certa tensione.

 

<< Perché mi andava >> rispose, secco.

 

Questa volta fu Irina a inarcare un sopracciglio, sapendo di sfidare apertamente il suo senso dell’ironia.

 

<< Non è una risposta, quella che mi hai dato >> disse, tranquillamente, per fargli vedere che non lo stava provocando, << Per favore, sii sincero. Sanno tutti che… che hai gusti difficili in fatto di ragazze… Non ho e non avrò mai la pretesa di piacerti, ma per favore dimmi la verità >>.

 

Dimitri le lanciò un’occhiata, sempre più irritato.

 

<< A cosa ti serve saperlo? >> ribatté.

 

<< Mi serve per chiarire le cose >> rispose Irina, cercando sempre di mostrarsi tranquilla, anche se non lo era, << Per capire cosa ci sta succedendo… Cosa mi sta succedendo. Non voglio che qualcuno soffra per quello che è successo… >>.

 

Dimitri la guardò ancora, e le sue iridi di ghiaccio scintillarono, forse di rabbia o forse di derisione.

 

<< Sei sempre la solita >> disse, seccato, << Cosa t’importa se qualcuno soffre? Come vedi nessuno si fa scrupoli nel far soffrire te… >>.

 

Si riferiva a Xander, era chiaro; ma era anche chiaro che cercava una scusa per non rispondere. Irina però apprezzò il fatto che lui avesse capito che si sentiva in colpa per quello che avevano fatto: confermava il fatto che il Mastino intuiva molte più cose di quelle che tutti credevano.

 

<< Dimitri… Non cambiare discorso >> sussurrò lei, << Perché mi hai baciata? E perché non ti sei fermato solo a quello? >>. Il suo cuore accelerò ancora, al pensiero.

 

Dimitri sembrò sul punto di sferrare un pugno sul muro, o di prenderla e sbatterla fuori dalla camera senza farsi scrupoli. Poi scosse il capo, e alzò lo sguardo su di lei, facendole venire i brividi.

 

<< Perché non sei quella che ricordavo >> rispose, finalmente, << Perché non ti conoscevo, prima di questa missione… Perché hai lasciato Went. Perché hai sfidato Nina… Perché hai sfidato me >>.

 

Si guardarono in faccia, con Irina che non sapeva cosa dire… Dimitri stava dicendo che provava qualcosa per lei? Qualcosa che non era esistito ai tempi della Black List?

 

<< Con questo che cosa vuoi dire? >> chiese lei, a voce bassissima.

 

Aveva improvvisamente paura di sentire la risposta. Se Dimitri avesse detto che in qualche modo provava qualcosa per lei, cosa avrebbe fatto? Come si sarebbe comportata?

 

Dimitri fece un sorrisetto mesto.

 

<< Voglio dire che avevo voglia di venire a letto con te, e l’ho fatto >> rispose, secco.

 

Irina alzò gli occhi al cielo: per un momento aveva creduto che le desse finalmente una risposta definitiva, ma aveva sperato troppo presto. Tutta la tensione che aveva accumulato in quel mezzo minuto di attesa scemò, lasciando spazio a una sorta di fastidio. Era riuscito a farle vedere tutto come uno stupido gioco nel quale si provocavano a vicenda.

 

<< E quando ti è venuta questa voglia? >> ribatté lei.

 

<< Sicuramente non hai tempi di Challagher >> rispose Dimitri.

 

Irina strinse le labbra e si trattenne per non sbuffare. Era chiaro che doveva essere esplicita, se voleva ottenere una risposta adeguata. Rimanere nel dubbio non le avrebbe fatto bene.

 

<< Dimitri… Provi qualcosa per me, oppure questa notte è stata solo un… caso? >> domandò, cauta, facendo attenzione a non apparire troppo presuntuosa.

 

Dimitri le gettò un’occhiata,

 

<< Ti giro la domanda >> ribatté.

 

Irina rimase un momento in silenzio prima di rispondere, cercando dentro di lei le parole giuste. Ripensò a quello che aveva provato, ma anche a quello che si era detta poco prima… Non amava Dimitri, non per il momento. Era stato un errore, il suo; non avrebbe dovuto dargli via libera, se non provava davvero qualcosa di forte nei suoi confronti…

 

<< Non… Non mi pento di quello che ho fatto, ma… Credo che sia meglio che… non si verifichi più una mancanza del genere da parte mia >> disse, e abbassò lo sguardo a terra.

 

Dimitri sembrò soppesare le sue parole.

 

<< “Una mancanza del genere da parte mia”… >> ripeté Dimitri, come se volesse farle il verso, << Nemmeno da parte mia, allora. E’ successo una volta, non succederà più, se è questa la tua preoccupazione… >>.

 

C’era un che di amaro nella voce di Dimitri, e Irina capì che in qualche modo doveva essersela presa.

 

<< Non intendevo questo >> disse lei, << Solo che… Credo di non essere pronta per un’altra storia, non proprio adesso che ho appena chiuso con Xander… E poi, perché adesso? Siamo stati per più di un mese sotto lo stesso tetto, nella stessa casa… >>.

 

Il russo le gettò un’occhiata che sembrava divertita, ma sicuramente non lo era.

 

<< Io non frego la ragazza a nessuno… >> ringhiò, voltandosi di spalle.

 

Irina lo guardò, e improvvisamente capì che tutto quello sarebbe potuto accadere prima… Ma lei prima stava con Xander, e anche se erano in crisi non lo avrebbe mai tradito… Dimitri lo sapeva.

 

Si morse il labbro, nel comprendere che aveva di fronte una persona che non aveva nulla in comune con quella che aveva conosciuto tanti anni prima, di cui aveva addirittura avuto paura… Dimitri aveva più valori di loro, vedeva oltre le apparenze, sapeva intuire i sentimenti delle persone molto meglio di altri, e lei si era presa gioco di lui in quel modo…

 

Stava per aprire bocca e chiedergli scusa, ma Dimitri si voltò di scatto, e lei si ritrovò di nuovo contro il muro, esattamente come la sera prima. Questa volta però il russo si limitò a guardarla in faccia, un mezzo ghigno sul volto, gli occhi grigi puntati su di lei. Il cuore di Irina tornò a battere forte, troppo forte, ed era sicura che anche lui riuscisse a sentirlo…

 

<< Se vuoi sentirti dire è stato solo sesso, non c’è bisogno che tu me lo chieda >> disse, a bassa voce, << Siamo piloti clandestini, siamo criminali, non esistono legami tra noi se non quelli che si creano con i soldi… Dove sta il tuo problema? Ci siamo usati a vicenda per una notte, e non verremo giudicati da nessuno per questo, perché io non lo andrò certo a sbandierare in giro. Non farti problemi dove non esistono, perché io non lo farò >>.

 

Il tono di Dimitri era piuttosto duro, arrabbiato, come se lo infastidisse il fatto che Irina avesse paura in qualche modo di averlo ferito, eppure il suo ragionamento le suonò strano, quasi sbagliato… Si erano davvero usati per una notte, senza altro scopo se non quello di staccare la spina dai loro problemi?

 

Forse Irina ci avrebbe creduto, se non avesse conosciuto Dimitri molto più di quanto aveva sperato e immaginato: lui non era così, da quel punto di vista. Era stata addirittura sua sorella a dirlo. L’unica spiegazione era che forse non gli era tanto indifferente come voleva mostrare, che forse era riuscita a fare breccia in quello strato di ghiaccio che ricopriva il suo cuore…

 

“No, non era questo che volevo… Non era mia intenzione… Non ho mai mirato a lui, volevo solo conoscerlo e imparare ad apprezzarlo per quello che è…”.

 

Lo guardò in faccia.

 

<< La pensi davvero così? >> soffiò.

 

Dimitri esitò prima di rispondere, poi si avvicinò ancora di più al suo volto, tanto che lei sentì il suo fiato caldo sulla bocca. Era come se volesse mostrarle che poteva starle così vicino senza provare niente, rimanendo sempre il solito pezzo di ghiaccio, senza cadere in tentazione… Però era successo, la sera prima.

 

<< E’ quello che vogliamo sentirci dire >> rispose, << E’ quello in cui credo… Quello che vuoi tu, se non sbaglio >>.

 

Irina tacque.

 

<< Dimitri… >> sussurrò.

 

Lui le rivolse un’occhiata che aveva un che di famelico.

 

<< E adesso, vattene immediatamente da qui, altrimenti scoprirai davvero cosa penso >> ringhiò.

 

Irina assunse un’espressione di sfida: non aveva paura di lui, non l’avrebbe più avuta. Se per darle una risposta, doveva dimostrarle cosa pensava, che lo facesse pure: avrebbe potuto tirarsi indietro, lo sapeva.

 

<< Allora lo voglio scoprire >> ribatté lei, << Voglio sapere perché lo hai fatto… >>.

 

Dimitri le lanciò un’occhiata di fuoco.

 

<< Non mi provocare >> ringhiò, arrabbiato, << Non lo fare mai più… Per il mio, ma soprattutto per il tuo bene. Esci da questa stanza e non farti mai trovare svestita da me, chiaro? >>.

 

Il tono di Dimitri era così feroce che Irina capì che voleva spaventarla, costringerla a girare al largo da lui per un po’, se non volevano replicare la scena nella sera prima. Ma era anche chiaro che le stava dando una risposta: se le fosse stata indifferente, se non fosse stata in grado di turbarlo, non avrebbe mai cercato di tenerla lontana… O no?

 

Irina si abbassò e si tolse da sotto le sue braccia, lanciandogli un’occhiata. Annuì e uscì dalla camera, lasciandolo da solo a mettere a posto i suoi pensieri.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Irina passò il resto della sua giornata chiusa in camera, a cercare di non pensare a quanto era accaduto, sia a lei, sia a Xander.

 

Era assurdo, non si riconosceva. Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe andata a letto con Dimitri, che non si sarebbe tirata indietro di fronte a una cosa simile, soprattutto quando aveva appena lasciato Xander?

 

Già, Xander… Forse era per causa sua che stava succedendo tutto quello… Forse per il fatto che non stavano più insieme, che lei si comportava in quel modo…

 

“No, Xander non centra. Sarebbe accaduto anche se lui non fosse esistito”.

 

In effetti, il suo primo pensiero non era certo andato a lui… Non era andata a letto con Dimitri perché voleva ripagarlo con la stessa moneta, e non ci era andata nemmeno per dimenticare che lui si era consolato con Nina: sarebbero state scuse stupide, quelle. Lo aveva fatto perché in quel momento lo voleva fare, al di là di ogni spiegazione.

 

Forse lo capiva solo ora, ma le apparve chiaro che in qualche modo lei e Dimitri erano compatibili sotto molti punti di vista: forse diversi nel modo di porsi, ma simili nel carattere.

 

Prima di tutto, entrambi condividevano un passato doloroso che avevano cercato di mantenere nascosto, di dimenticare per ritrovarsi più forti e ricominciare una nuova vita, ed entrambi loro malgrado sapevano che era impossibile. I loro fantasmi alla fine non avevano smesso di inseguirli, di farsi vedere anche nei giorni più luminosi della loro esistenza…

 

Entrambi erano piloti clandestini, entrambi avevano fatto parte della Black List, entrambi erano stati i fedeli di William Challagher, ed entrambi lo avevano tradito di loro spontanea volontà.

 

Poi, iniziavano le differenze, differenze che però li completavano, che li rendevano un tutt’uno. Dimitri era freddo, distante, duro, esattamente come lei era debole, emotiva e timida. Eppure lui era perspicace, sapeva capire le persone più di quanto chiunque avrebbe creduto, e lei invece era stata capace di accettarlo per come era, non si era fermata all’apparenza.

 

Si erano scoperti a vicenda, si erano dati fiducia e avevano capito che l’altro non l’avrebbe deluso. Dimitri le aveva dato la possibilità di esprimersi, di commettere errori, di godersi la sua libertà come chiunque, senza giudizi, senza paternali; Irina aveva accettato i suoi silenzi, i suoi segreti, i suoi modi di fare, e non aveva mai cercato di invadere il suo spazio. Nessuno di loro due aveva cercato di cambiare l’altro, ed era questo che li aveva portati ad unirsi.

 

“Forse con un po’ di tempo… Forse… No, non è questo che voglio. Non posso prendermi gioco delle persone né di me stessa: finché Xander rimarrà dentro il mio cuore, non farò finta di averlo dimenticato”.

 

Forse era da stupidi, ma quello era il suo ragionamento. Non avrebbe preso in giro Dimitri, usandolo, approfittando del fatto di essere riuscita a sciogliere quel ghiaccio che permeava il suo cuore, sempre che fosse così. Non meritava una cosa del genere, e non l’avrebbe mai accettata. Anzi, molto probabilmente sapeva già cosa stava pensando, e per questo le aveva detto che era stata solo una notte…

 

Non era sicura di quello che stava passando per la testa di Dimitri, cosa stesse provando, ma era certa di non volerlo far soffrire in alcun modo, per questo non avrebbe mai permesso che nascesse qualcosa, tra loro due, non finché tutta quella storia fosse finita, non finché lei stessa non avesse deciso cosa fare della propria vita…

 

C’erano troppi ostacoli da superare, troppi problemi che in quel momento non potevano risolvere. Dimitri doveva ancora finire di scontare la sua pena in carcere, ed aveva ucciso troppe persone per non avere dei fantasmi da portarsi dietro. Lei aveva appena scoperto di essere in grado di fare l’agente dell’F.B.I., e le si erano aperti davanti troppi scenari, difficili da valutare… Non era il momento giusto, quello. Se davvero doveva succedere qualcosa, avrebbe atteso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ore 09.00 – Mosca

 

William scrutò sospettoso il viso del russo che aveva davanti, con il collo sfregiato da una cicatrice biancastra e un’espressione piuttosto strafottente. Il tizio che lo accompagnava aveva un’aria più amichevole, anche se entrambi avevano la faccia di chi ha viaggiato senza sosta per molte ore e aveva davvero bisogno di una notte di sonno.

 

<< Offrimi qualcosa da bere, Challagher >> disse Vladimir Buinov, indicando un tavolo vuoto del bar dell’hotel, << Mi sono sparato milleottocento chilometri in un giorno, per venire a trovarti… E ho anche abbandonato la Mosca-Cherepova, per parlare con te. Credo di avere bisogno di un drink, e anche il mio amico >>.

 

William fece un sorrisetto e strinse la mano del russo, tranquillo. Il locale per la verità era quasi vuoto, e l’unico barista non li avrebbe disturbati: era stato pagato profumatamente per tenere le orecchie ben chiuse.

 

<< Sediamoci >> disse William, << Abbiamo un bel po’ di cose da raccontarci… >>.

 

Presero posto e ordinarono da bere. Daniel, su suo ordine, era rimasto in camera: meglio che conducesse da solo quella storia, perché ancora non sapeva chi si trovava davanti.

 

<< Allora, Challagher, quali sono i tuoi piani? >> chiese Vladimir, dopo aver bevuto la sua vodka tutta d’un sorso, << Hai scelto un bel posto per nasconderti, ma non altrettanto per dare la caccia a qualcuno: la Russia è un covo di lupi, come sai >>.

 

<< Per il momento il mio unico piano è quello di trovare Irina, Dimitri e un altro tizio che fa di nome Alexander Went, dopodiché entrare in contatto con la Lince >> rispose William, << Prima, però, voglio capire quali sono i conti in sospeso che hai con Dimitri… >>.

 

Si guardarono in faccia, e Vladimir e gettò un’occhiata di sbieco a Cyril. Nonostante cercassero di fare gli “amiconi”, era chiaro che aleggiava una certa aria di sospetto, tra loro.

 

<< E’ tutto iniziato una decina di anni fa >> rispose, << Ho ucciso suo padre per motivi personali, ed è tutto degenerato in una faida familiare… Ci siamo ammazzati a vicenda per un bel po’, poi gli ho teso una trappola prendendo sua sorella gemella in ostaggio. L’ho uccisa, e da quel momento ci siamo giurati guerra >>.

 

“Dimitri aveva una sorella gemella!?”.

 

Se non fosse stato stupito da quella novità, William si sarebbe soffermato maggiormente sul fatto che la risposta di Vladimir era piuttosto sommaria e presentava numerose lacune. Però quel fatto era troppo interessante, e per il momento poteva tralasciare i dettagli.

 

<< Non sapevo che avesse una gemella… >> disse, quasi ridendo al pensiero.

 

<< Non ti ha mai raccontato nulla, di tutta quella storia? >> chiese il russo, stupito. Cyril, di fianco a lui, sembrava altrettanto perplesso.

 

<< No. Quando siamo venuti da queste parti, mi ha accennato al fatto di avere problemi con qualcuno di voi, ma non si è mai soffermato a raccontarmi tutto. A dire la verità, non mi interessava nemmeno poi molto… >>.

 

Quindi era per quello che Dimitri era tornato ogni tanto in Russia… Una vecchia faida familiare e una sorella gemella… Non lo avrebbe mai detto, per un tipo come lui: il Mastino era tutto tranne un tipo che amava i legami, soprattutto quelli di sangue.

 

<< Perché hai ucciso suo padre? >> chiese, per cominciare a togliere un po’ di nebbia dal racconto del russo.

 

Vladimir non rispose subito.

 

<< Mi voleva fregare… Riguardo a un affare che volevamo concludere >> rispose, << Anzi, alla fine mi ha fregato davvero… >>.

 

William lo guardò sospettoso: non stava dicendo la verità, era chiaro. C’era qualcos’altro sotto che non voleva rivelare.

 

<< Un affare di che genere? >>.

 

<< Il controllo di una parte di Mosca >> rispose Vladimir, sicuro, << Una zona piuttosto importante della città >>.

 

William gli gettò un’occhiata e fece finta di credergli: quel russo non si fidava di lui, a buona ragione, e non voleva raccontargli i fatti suoi. Che si aspettasse il medesimo trattamento.

 

<< Invece tu come sei finito dietro le sbarre? >> chiese Vladimir, con un mezzo sorrisetto.

 

William stirò un braccio sul tavolo, poi rispose: << Ho lasciato che un agente dell’F.B.I. si infiltrasse nel mio giro, sottovalutando il fatto che è stato poi aiutato da Irina. Mi aveva quasi fregato, ma ero riuscito a scappare insieme a un paio di piloti e a Irina… Peccato che Dimitri ci abbia fatti trovare, così siamo stati catturati tutti >>.

 

Quello era il massimo che gli avrebbe detto, ed era anche troppo. Meglio mantenere una certa aura di superiorità.

 

<< Hai visto Fenice? >> aggiunse poi, di getto.

 

<< Sì, l’ho vista >> rispose Vladimir, << Le avevo anche proposto di aiutarmi a incastrare Dimitri, ma non ha voluto… E’ un bel peperino, quella ragazzina. Ci ha dato filo da torcere, durante la gara >>. Il tono del russo non era di scherno, piuttosto di fastidio.

 

Un sorriso si disegnò sul volto di William, e lui non cercò di nasconderlo: allora non era cambiata, non aveva perso la mano… Era sempre lei, quella che l’aveva davvero fregato in tutto. Chissà perché, saperlo lo rendeva felice.

 

<< Come volevi attirare Dimitri? >> chiese.

 

<< Avevo intenzione di prendere in ostaggio la ragazza >> rispose Vladimir, << E costringerlo a incontrarmi… >>.

 

William inarcò un sopracciglio, perplesso. Non gli sembrava un piano particolarmente brillante, anche perché, da quello che ricordava, Dimitri non aveva mai sopportato Irina… Non rappresentava un’esca abbastanza allettante, per lui. E poi, perché mai pensava che il Mastino abboccasse?

 

<< Perché credi che Dimitri possa muoversi per lei? >> chiese, improvvisamente sospettoso.

 

Vladimir si scambiò un’occhiata con Cyril.

 

<< Sembra che la tua donna sia entrata nelle grazie di Goryalef >> rispose il russo, serafico.

 

William ridusse gli occhi a fessure. << Cosa vuoi dire? >>.

 

<< Non abbiamo mai visto Dimitri portarsi appresso una ragazza per così tanto tempo >> rispose Vladimir, << E sappiamo che ha piantato un coltello nella mano a un Referente, per lei. Se non ne approfittiamo ora, non troveremo più un bersaglio così facile… >>.

 

William sentì l’irritazione crescere: un bersaglio facile?

 

<< Ma questo era prima che arrivassi io >> ringhiò, improvvisamente aggressivo, << Irina non farà da esca a nessuno, perché sono qui per lei. Siccome li vogliamo entrambi, dobbiamo usare un altro modo per prenderli >>. Fissò il russo per fargli capire che non accettava obiezioni, a riguardo. << E poi, sono sicuro che Dimitri non ci cascherà. Irina per lui non ha mai rappresentato niente >>.

 

A dispetto di quello che aveva detto Vladimir, ne era veramente convinto. Ricordava bene quale astio provasse Dimitri nei confronti di Irina, fin da quando lei era entrata nel loro giro; era stato il primo a consigliargli di mandarla via, di non darle modo di diventare una pilota clandestina. Anche se alla fine aveva fatto in modo che Xander la trovasse, era certo che non l’avesse fatto per lei: in quel modo si era comunque salvato, aveva visto la sua condanna al carcere ridotta. Si era trattato di semplice convenienza, e non poteva certo aver cambiato opinione su Irina.

 

<< Se lo dici tu… >> disse Vladimir, poco convinto, << Ma non credo di conoscere un altro modo per attirarlo in trappola… >>.

 

Improvvisamente, William capì perché quel russo non era ancora riuscito a incastrare Dimitri: era un codardo, in fondo. Molto probabilmente temeva il Mastino, e voleva trovarsi faccia a faccia con lui solo se fosse stato sicuro di poterne uscire vincitore… Figuriamoci se non esistevano altri modi per costringerlo a incontrarsi. Fosse stato per lui, sarebbe andato a casa sua, e con un colpo di pistola avrebbe messo fine alla storia.

 

 

Questo però volgeva a suo favore: se Vladimir non poteva contare su un grande coraggio di fondo, sarebbe stato molto più facile servirsi di lui e poi liberarsene. A quel punto avrebbe preso due piccioni con una fava.

 

<< Non esiste un’altra persona che possa fungere da esca? >> chiese, << E’ lui che dobbiamo attirare; una volta sola, Irina sarà completamente indifesa e non sarà un problema catturarla… >>.

 

<< Non credo esista qualcuno che possa indurre Dimitri a incontrarci >> rispose Vladimir, << Non in questo momento, visto che è impegnato nella tua “liberazione”, o qualunque cosa ci sia dietro… >>.

 

Gettò un’occhiata a Cyril, e William capì che c’era qualcos’altro, sotto.

 

<< Non girarci intorno >> disse, seccato, << Se hai in mente qualcosa, dillo subito >>.

 

Vladimir stese una mano sul tavolo, come per cercare le parole giuste.

 

<< Esiste qualcuno per il quale Dimitri rischierebbe tutto, o almeno credo >> rispose lentamente, << Ma c’è un problema. Forse non lo sai, ma tra noi vige la regola che donne e bambini non si toccano fintanto che decidono di stare fuori dal nostro giro… Non possono essere tirati in mezzo da nessuno e per nessuna ragione. Sono intoccabili, per così dire. Se uno di noi infrange questa regola, si scatena una faida familiare che non avrà fine finché il colpevole non verrà punito. E’ quello che ho fatto io, uccidendo la sorella gemella di Dimitri >>.

 

William non sapeva di quella regola, ma ne capì subito i risvolti, così come comprese la situazione di Vladimir.

 

<< Ho capito >> disse, << Non vuoi rischiare un’altra faida, immagino >>.

 

<< A quel punto non avrei davvero scampo >> ribatté il russo, << Mi darebbero tutti la caccia… Sarebbe un suicidio >>.

 

<< E chi sarebbe la persona in questione? >>.

 

<< La nipote di Dimitri, una bambina di sei anni >>.

 

William strinse il pugno sul tavolo. Una bambina. Dimitri si sarebbe mosso per una marmocchia di sei anni?

 

Ormai nella sua testa non esistevano più scrupoli, ma prendere in ostaggio una bambina in qualche modo strideva con il suo modo di fare… Non gli piaceva granché, come piano, ma si chiese se il gioco valesse la candela: Irina e Dimitri in cambio di una bambina…

 

“Sì, vale tutto. Li rivoglio davanti… Si tratta solo di prendere in ostaggio per qualche ora una bambina e poi lasciarla andare. Non ho intenzione di farle del male… Dovrei essere davvero caduto in basso, per farlo”.

 

<< Si potrebbe fare, però >> disse improvvisamente Vladimir, << Se tu ti prendessi la responsabilità del rapimento, io ne uscirei pulito… Non si aspettano che tu sia libero, e ci penserebbero un attimo prima di agire contro di te… >>.

 

William gli rivolse un’occhiata piuttosto disgustata: che furbo, far ricadere la colpa su di lui… Era davvero un coniglio, quel russo.

 

Allungò la mano oltre il tavolo, però: non era stupido, e rimaneva comunque lo Scorpione, quello che otteneva sempre quello che voleva.

 

<< Affare fatto, Buinov >> disse, << Ma niente scherzi, o non dovrai guardarti solo dai russi >>.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ore 10.00 - Yaroslav, Hotel Pan

 

Irina diede un ultimo sguardo alla Punto, ancora parcheggiata nel garage, e si chiese se sarebbe stata la stessa che quella sera avrebbe guardato a Cherepova, se ci sarebbe mai arrivata…

 

Trasse un respiro profondo, poi montò al posto di guida e condusse la Punto fuori, sul piazzale ancora pieno di neve, e la parcheggiò vicino alla linea di partenza, l’unica parte di asfalto libera dal ghiaccio. I Referenti stavano visionando le tabelle delle partenze, mentre un grosso spazzaneve passava proprio fuori dal cancello, liberando la carreggiata che portava di sotto, all’autostrada.

 

Anche se avevano atteso un giorno, la gara si preannunciava difficile, molto difficile. Il tempo era stato impietoso, e molto probabilmente avrebbero incontrato strade impraticabili, durante la corsa. Gettò una rapida occhiata ai Referenti, poi tornò dentro, nel bar, per bersi l’ultimo caffè della giornata.

 

La sala era già gremita di piloti, e dalle facce era chiaro che tutti sapevano che sarebbe stata una gara durissima, lunga e faticosa. Sembrava che tutti stessero raccogliendo le ultime energie e la concentrazione in preparazione della fase finale.

 

Vide Xander seduto in un angolo, da solo, a sorseggiare con aria truce un caffè forse diventato freddo, visti i suoi occhi di ghiaccio in quel momento. Abbassò la testa e non gli rivolse nessun cenno, andandosi a sedere al bancone.

 

Il giorno prima non l’aveva visto, perché era rimasta chiusa nella sua stanza, ma forse anche perché lui non si era fatto vivo, molto probabilmente impegnato a intrattenersi con la sua nuova amica Nina, approfittando della libertà ritrovata.

 

Non sapeva se Xander fosse cosciente o meno del fatto che tutto l’hotel, compresa lei, era al corrente della sua notte di passione con la bellissima russa, e scoprì che la cosa non le interessava. Improvvisamente, dopo quello che era successo tra lei e Dimitri, le apparve un evento stupido e quasi di poca importanza, perché aveva capito che era una cosa che poteva accadere a tutti, compresa lei. Se Xander aveva fatto quella scelta, aveva i suoi motivi, ed entrambi erano liberi di fare quello che volevano. Non stava a lei giudicare.

 

Ordinò il suo caffè e aspettò, finché non sentì una presenza al suo fianco, e dal profumo capì che si trattava di Dimitri; non poteva negare che dalla notte precedente aveva imparato a riconoscerlo anche da quello.

 

<< Parti tu? >> fu la sua domanda, in tono perfettamente neutro.

 

<< Sì, se sei d’accordo >> rispose lei.

 

Era difficile comportarsi come sempre, adesso che in qualche modo avevano saldato il loro legame in modo così… intimo, e Irina faceva fatica a guardarlo negli occhi. Lui, dal canto suo, non dava segni di diversità, se non un impercettibile distanza nei modi di fare, come se non volesse permetterle di darle più confidenza.

 

<< Saremo costretti a delle deviazioni >> disse lui, calmo, << Sembra che molte strade siano chiuse al traffico… L’auto è a posto? >>.

 

<< Stamattina si è accesa senza esitazioni >> Irina lanciò un’occhiata verso l’esterno, << Non dovremmo avere problemi, ma ho paura per la neve… Guarda là >>.

 

Con suo enorme stupore, vide la Ferrari 458 percorrere la strada dal garage alla linea di partenza con una certa difficoltà, con al volante una Nina che procedeva lenta e insicura sul ghiaccio. L’auto, per quanto potente e veloce, scivolava facilmente sul terreno, ed era ostacolata dalle montagnole di neve che si erano formate ai lati: era troppo bassa per un terreno del genere, e poteva benissimo incagliarsi.

 

Sul volto di Dimitri affiorò un sorrisetto di scherno.

 

<< Ecco che rischi si corrono partecipando alla Mosca-Cherepova con una Ferrari… >> commentò, sarcastico.

 

Irina gettò un’occhiata a Xander, ma lui pareva totalmente disinteressato alla situazione di Nina, come se non gli importasse del fatto che la russa fosse in difficoltà. Continuò a bere il suo caffè con indifferenza, finché Irina vide entrare la ragazza e andare da lui, furibonda. Parlottarono per qualche istante, forse del fatto che la 458 sembrava non essere l’auto adatta per la corsa, poi Nina si sedette e rimasero ad aspettare anche loro.

 

Un attimo dopo, Karim Gulaf, uno dei Referenti, attirò la loro attenzione, un foglio in mano e l’espressione truce.

 

<< Partirete in ordine di classifica >> disse ad alta voce, guardandoli in cagnesco, << Dal primo fino all’ultimo, a distanza di cinque minuti l’uno dall’altro. La vostra destinazione è Cherepova, a mille chilometri da qui, indicata sulla cartina che vi abbiamo fornito. Come avrete visto, non è specificato alcun percorso: sarete liberi di prendere la strada che preferite, quella che ritenete la più breve, la più veloce o la più semplice. Ma avrete due vincoli da rispettare: saranno posizionati due stazioni lungo il percorso, dove dovrete passare obbligatoriamente. Vi forniremo benzina e ed eventualmente catene… Non potrete fare rifornimento da nessun’altra parte, eccetto usare la vostra tanica di scorta: stiamo sigillando i tappi del carburante. Vince chi arriva in meno tempo possibile al traguardo a Cherepova >>.

 

Nella stanza di levò un brusio concitato, e Irina gettò un’occhiata a Dimitri: i rifornimenti vincolati sarebbero stati sicuramente un problema, soprattutto perché non sapevano quanta strada avrebbero realmente percorso, visto che il tragitto lo avrebbero scelto loro…

 

<< Vi ricordo che non ci sono regole, a parte queste >> continuò Karim, << Se qualcuno verrà sbattuto fuori non venga a lamentarsi da noi. Il vostro obiettivo è arrivare alla fine, come e quanto lo deciderete voi. Vi daremo mezz’ora di tempo per studiare qui il percorso che più vi aggrada, poi inizieremo con le partenze. Ricordo che chi arriverà per primo vincerà la Mosca-Cherepova >>.

 

Karim si ritirò, e Irina tornò a guardare Dimitri.

 

<< Ho già studiato il percorso >> disse lui, secco.

 

<< Di già? Quando? >>.

 

<< Stanotte >> rispose lui, lanciandole un’occhiata eloquente, << Al posto di dormire, per tenermi occupato… >>.

 

Irina abbassò lo sguardo, sentendosi inspiegabilmente in colpa. Dimitri le fece cenno di seguirla in macchina, e lasciarono il bar, sedendosi nei sedili gelidi della Punto.

 

<< Smettila di farti venire dei complessi per quello che è successo >> esordì lui, all’improvviso, serio, << Non è un problema. Non passare il resto dei tuoi giorni a evitare il mio sguardo perché ti senti in colpa… Odio quando mi parlano guardando da un’altra parte >>.

 

Irina annuì.

 

<< Ok, scusami >> mormorò.

 

Forse per cambiare argomento, Dimitri dispiegò la cartina e le mostrò il percorso che aveva tracciato con un pennarello blu, e le due stazioni che avrebbero dovuto passare.

 

<< Questa è la strada che ho pianificato >> disse, << Ma potremmo essere costretti a delle variazioni. Alcuni tratti saranno chiusi al traffico, altri invasi dalla neve… >>. Indicò due tratti rossi. << Questi sicuramente sono inutilizzabili: ho controllato stanotte su Internet, e sono stati chiusi. Non perderemo tempo inutile provando da quella parte… >>.

 

Irina alzò improvvisamente lo sguardo su di lui, e si rese conto che senza Dimitri non avrebbe mai avuto la speranza nemmeno di terminarla, la Mosca-Cherepova. Senza di lui la missione forse non sarebbe nemmeno cominciata.

 

<< Dimitri… >> iniziò, cauta, guardandolo.

 

<< Che c’è? >> ribatté lui, e per un attimo parve confuso.

 

<< Grazie >> disse Irina, << Grazie per quello che stai facendo, e per quello che hai fatto… Riconosco che senza il tuo aiuto non sarei arrivata da nessuna parte. E riconosco che nessuno ti ha obbligato a farlo. Grazie >>.

 

Dimitri le lanciò un’occhiata.

 

<< Ringraziami a missione finita >> disse, sarcastico, << Non sai ancora come andrà a finire… >>.

 

<< In qualunque modo andrà a finire, tu mi hai salvato più volte la vita, e non me lo dimenticherò >> ribatté Irina, << Anche se falliremo, continuerò a dirti grazie >>.

 

Dimitri ripiegò la cartina, come se fosse esasperato. Gettò prima uno sguardo fuori, poi disse: << Non sei l’unica che dirà grazie alla fine di tutto questo >>.

 

Nell’auto calò il silenzio, e Irina mascherò un sorriso: quello era il modo di Dimitri per dire che aveva gradito la sua compagnia, che in fondo non la disprezzava più tanto, non certo come all’inizio.

 

Girò la chiave e la Punto si accese, pronta all’ultimo sforzo. Accarezzò il volante, poi si portò alla linea di partenza, di fianco alla Ferrari rossa. Erano in parità, sarebbero partiti assieme, testa a testa.

 

Gettò un’occhiata a Xander e Nina, chiusi dentro la 458, e fece un cenno col capo, che però non aveva nulla di strafottente: era un semplice augurio di buona fortuna.

 

“Che vinca il migliore”.

 

Xander fece altrettanto, e Irina tornò a guardare la strada davanti a lei, ricoperta di neve.

 

“Avanti, bella mia, abbiamo un’ultima gara da disputare… Siamo arrivate fino a qui, e non molleremo proprio ora”.

 

Scaldò il motore, poi guardò Dan, che avrebbe dato il via. Lo vide fare un cenno per segnalargli di prepararsi, e alzare la pistola in aria.

 

<< Giochiamoci il tutto per tutto >> disse Dimitri, << Niente regole, questa volta >>.

 

Irina annuì, poi lo sparo riverberò nell’aria gelida, e lei affondò il piede sull’acceleratore. La Punto si catapultò in avanti, fianco a fianco alla Ferrari, e insieme scesero giù, fin sulla strada, finché la 458 svoltò a sinistra, e la Punto a destra, divedendo i loro percorsi. Un attimo, ed entrambe sparirono alla vista.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio Autrice

 

Salve ragazzi!

Scusate l’enorme ritardo, ma purtroppo ho avuto impegni improrogabili che mi hanno impedito di andare avanti con il cap: un lavoro di gruppo per l’università che abbiamo effettuato con un po’ di difficoltà… E poi sono stata presa alla sprovvista da un’ideuzza riguardo a una storiella folle delle mie, che non so se si tradurrà in qualcosa, ma che mi ha tenuto sveglia diverse ore, in questi giorni. Quindi, chiedo perdono e spero da questo momento in poi di riuscire a postare un po’ prima.

Per il resto, spero che il cap sia stato di vostro gradimento… Non so come immaginavate il post-Irina/Dimitri, ma credo che questo sia il più verosimile di tutti quelli possibili. Il risveglio con brioches calda, coccole e caffè fumante era davvero da altro mondo.

Un bacione enorme a tutti, e un grande augurio di Buon Natale!

 

Lhea

 

  
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