N o
v e n
a .
Nove
giorni al
Natale.
7.
spettacolino
- che ne
dite, ragazzi – suggerì il professor. Kirke quella
mattina a colazione – se oggi
pomeriggio andassimo a visitare il mercatino natalizio che organizzano
in
paese? –
Lucy si
voltò piena d’aspettativa verso Peter, che vide
Miss McReady alzare gli occhi
al cielo.
Poi il
biondo si girò per sorridere alla sorellina.
- Ed, tu
vuoi andare? – domandò al fratello più
piccolo, che finiva il suo toast
imburrato.
- uh,
certo – rispose lui distrattamente, allungandosi a prenderne
un altro.
- Sue?
–
continuò Peter, rivolgendosi poi alla sorella.
- per me
va bene.. e, Edmund! – gli tolse di mano il toast che aveva
appena afferrato. –
ne hai già mangiati abbastanza, di questi, non ti sembra?
–
Edmund
guardò Susan a bocca spalancata.
- ma..
ma .. Susan.. –
Narnia,
aveva beneficiato a Edmund soprattutto per un motivo (secondo lui) : la
scoperta dei toast a colazione.
Da allora,
a colazione, lui non mangiava altro che toast. E, se qualcuno non
l’avesse
interrotto, avrebbe tranquillamente continuato a mangiarli per il resto
della
mattinata.
- bene,
ragazzi. Allora è deciso. – fece tutto allegro il
professore – andate pure a
giocare, ora –
- senza
rompere niente, grazie – gracchiò inasprita Miss
McReady, memore della finestra
rotta e dell’armatura ridotta in pezzi.
Quel
pomeriggio,
verso le tre, scesero in paese con la carrozza, Edmund che, come al
solito,
protestava perché non voleva mettersi il cappello
poiché, a suo dire, gli
impediva di “prendere aria ai capelli”.
In
realtà,
odiava quel cappello con tutte le sue forze, perché il
ricamo rappresentava
delle renne dal grosso naso rosso e perché aveva un
gigantesco “pon-pon “ sulla
punta, rosso quanto i nasi degli animali rappresentati.
Come tutte
le volte, però, Susan l’ebbe vinta -grazie anche
all’aiuto della piccola Lucy
che trovava che quel cappello donasse in modo particolare al fratello-
ed
Edmund fu costretto a indossare l’orribile copricapo.
Una volta
scesi dalla carrozza, s’avviarono per le vie del paese,
curiosando per le
bancarelle che vendevano di tutto e di più, dai giocattoli,
a pezzi d’antiquariato,
al cibo.
C’era
tantissima gente, bambini a mano con le madri che additavano entusiasti
qualsiasi cosa, uomini pieni di sacchetti della spesa, guidati dalle
mogli
altrettanto cariche di regali per parenti, amici e conoscenti.
Lucy si
divertì un modo a trascinare per mano Peter vicino ad ogni
bancarella ritenuta
interessante, e Susan decise di rimanere indietro con Edmund, fermo da
più di
un quarto d’ora ad una bancarella di libri antichi,
sfruttando l’occasione per
curiosare nella bancarella dei vestiti lì di fianco.
Il
professore
e Miss McReady, invece, girovagarono per diverse bancarelle, lasciando
però i
ragazzi liberi dalla loro sorveglianza almeno per quel pomeriggio.
All’improvviso,
Lucy, adocchiò qualcosa di molto più interessante
di una semplice bancarella.
Afferrò
la
mano di Peter e lo trascinò entusiasta fino al centro della
piazza, dove era
stato allestito uno spettacolo di marionette.
- Peter,
Peter! Possiamo fermarci a guardarlo? – gli
domandò implorante.
- Lucy,
non so se possiamo. Magari Ed e Sue vengono a cercarci .. forse
dovremmo
avvisare –
- daii..
ti prego! – lo supplicò, fissandolo con i suoi
classici “occhioni da cucciolo
abbandonato”. Un signore con un grande cappello, che doveva
essere l’organizzatore
dello spettacolo, sorrise vedendo la scena.
- va
bene, Lu. – acconsentì il maggiore.
Si sedettero
su due delle seggioline disposte intorno al piccolo palchetto fatto in
legno e
attesero che anche le altre seggiole si riempissero e che lo spettacolo
cominciasse.
La scritta
“Natività di Gesù”, che era
posizionata ad arco sopra il piccolo teatro, venne
illuminata di colpo, e la voce narrante cominciò a
raccontare.
Quando
Susan ed Edmund li raggiunsero, Lucy era tutta presa nel dare ad Erode
del “brutto
cattivo” insieme ad altri bambini piccoli, mentre Peter
cercava inutilmente di
tenerla ferma sulla sedia.
Edmund
scoppiò a ridere, e si zittì non appena si rese
conto di disturbare lo
spettacolo, anche se non riuscì a trattenere il sorriso
divertito che gli era
salito alle labbra vedendo la sorellina ribellarsi contro Erode.
Incredibile
come Lucy riuscisse a mantenere lo stesso spirito di giustizia e la
stessa
perseveranza sia a Narnia che nel loro mondo.
Susan
rimase in piedi accanto a lui per il resto dello spettacolo, guardando
dolcemente Lucy che partecipava attivamente alla storia.
Quando il
sipario calò, la piccola di casa Pevensie si
lanciò in un lungo: “noooo..”,
prima di prendere da Peter le monete da consegnare all’uomo
che aveva narrato
la storia e che ora aveva appoggiato per terra il cappello in cui
raccogliere
le monete.
- oh,
ragazzi. – esalò Peter non appena raggiunse Ed e
Susan. – vi siete divertiti? Che
avete comprato? –
Edmund
annuì
con un sorriso a trentadue denti, mostrando orgoglioso il libro di
leggende
arturiane che aveva comprato.
Susan
sorrise,
facendo un cenno verso il sacchetto che teneva in mano, dentro cui
c’era una
sciarpa lilla.
-
com’è
stato lo spettacolo? – domandò e Peter fece per
rispondere, ma Lucy lo batté
sul tempo:
- Quel
cattivone
di Erode voleva uccidere Gesù, ma alla fine i Magi
l’hanno ingannato! – esultò.
Edmund
le sorrise.
-
abbiamo preso anche dei dolcetti – disse Susan, tirando fuori
un pacchettino
dal sacchetto. – ne volete uno? –
Lucy
s’avventò
sul proprio dolcetto mentre, mano nella mano con Peter,
s’avviava di nuovo verso
il mercato, alla ricerca del professore e di Miss McReady.
Salve a
tutti e scusate per l’immenso
e assurdo ritardo ma.. emh, ecco.. beh, ok, non ho scuse -.-
È
che.. boh. Mi sono ricordata
che dovevo scrivere solamente dopo.
Colpa della
mia mente, che è
partita per le Hawaii.
Beh, che
dire? Ringrazio come al
solito chi recensisce e spero che questa shot vi abbia divertito quanto
ha
divertito me.
È
ambientata dopo il ritorno dei
Pevensie da Narnia. Mi sono detta: sicuramente, a causa della guerra,
sono
rimasti lì abbastanza da passarci il Natale, no?
Quindi
è uscita questa shot :D
Spero di non
deludere nessuno ^^
A Domani :3
Smàck
<3
_ L a l a