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Autore: ross_ana    23/12/2010    9 recensioni
Il Ministero della Magia, sotto la guida del nuovo Ministro, Kinsgley Shacklebolt, aveva messo in atto molte riforme ed aveva attivato nuove leggi, cosicché anche la Magisprudenza aveva subito notevoli cambiamenti.
E a dispetto di ciò che Hermione Granger aveva risposto all’allora Ministro Rufus Scrimgeour sulle sue intenzioni per il futuro, aveva intrapreso esattamente una carriera in Magisprudenza.
E nel suo campo – come era stato ad Hogwarts in ogni materia – era la migliore.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Capitolo Tre.
Buona Lettura :)


La nuova legge emessa dal Ministero della Magia prevedeva che i processi Magici, di qualunque tipo fossero, si svolgessero allo stesso modo di quello babbano.
A causa di ciò, il MagiAvvocato Granger e il suo cliente Malfoy furono costretti a incontrarsi periodicamente per preparare la linea di difesa da seguire davanti all’intero Winzegamot che, in seguito alla riforma legislativa, svolgeva il compito di Corte.

-MagiAvvocato Granger, prego, si accomodi.
Hermione aveva bussato all’ufficio del Ministro e non era stata affatto sorpresa di trovare anche il suo cliente nello studio.
L’aveva capito il giorno prima in Diagon Alley che il suo cliente sarebbe stato Draco Malfoy.
-Buongiorno Signor Ministro. Buongiorno Signor Malfoy.
Aveva preso posto nella poltroncina accanto alla sua e aveva guardato Kinsgley in attesa di spiegazioni.
-Il Signor Malfoy è il direttore del Parco Divertimenti in accusa. Mi sono permesso di chiedere personalmente i suoi servigi in quanto il suddetto Parco Divertimenti è motivo di introiti per il Ministero, e noi tutti sappiamo che lei è l’unica in grado di poter far volgere le cose a nostro favore.
Il MagiAvvocato Granger si sentì profondamente lusingata da quei complimenti ma non lo diede affatto a vedere e si limitò semplicemente ad annuire.
Draco Malfoy, che da quando la MagiAvvocato era entrata nella studio non le aveva tolto gli occhi di dosso, continuava a rimanere affascinato ogni secondo di più da quella donna che una volta aveva tanto disprezzato.
-Naturalmente ciò che le ho appena detto è strettamente confidenziale, per cui le chiedo di mantenere riservato il coinvolgimento del Ministero in questa storia.
-Naturalmente.
Il Ministro Shacklebolt si alzò e tese la mano ad entrambe le persone che erano sedute davanti alla sua scrivania, perché lui non aveva nient’altro da dire.
Draco Malfoy si avvicinò alla porta e la tenne aperta per far passare Hermione Granger che, sorpresa da quel gesto di estrema cavalleria, non riuscì a nascondere l’imbarazzo che l’aveva colta impreparata.

Da quel giorno erano passati cinque mesi, sette istanze di processo, e innumerevoli incontri tra la MagiAvvocato Granger e il suo cliente.
Tali incontri si erano svolti non solo nell’ufficio della MagiAvvocato, ma anche in Diagon Alley dove si erano seduti a prendere un caffè.
E proprio al solito Caffè dove si incontravano di solito, Draco Malfoy era in attesa che la sua MagiAvvocato lo raggiungesse.
Quando Hermione Granger, con le mani impegnate a tenere la cartellina con i documenti e l’ombrello, varcò la porta del locale, fu accompagnata al suo tavolo da un numero considerevole di sguardi.
Draco Malfoy, che era girato di spalle, si accorse di lei solo quando lei gli sorrise e lo salutò.
-Buon pomeriggio, Draco.
In quei cinque mesi e in quegli innumerevoli incontri avevano raggiunto una confidenza tale da permettersi di chiamarsi per nome.
-Buon pomeriggio, Hermione.
Subito si alzò per spostarle la sedia per farla accomodare, ed essendo alle sue spalle poté rivolgerle un profondo sguardo di ammirazione mentre lei si toglieva il cappotto.
Portava un vestito di lana nero che le fasciava i fianchi in maniera molto libidinosa e Draco fu costretto a schiarirsi la voce per non farle capire quanto, in realtà, avesse apprezzato il suo abbigliamento.
L’ultima istanza del processo si sarebbe tenuta due giorni dopo, perciò era una settimana che si incontravano tutti i giorni, anche se ormai era tutto definito.
Difatti, ci fu poco di cui parlare riguardo al processo, e dopo pochi minuti il loro incontro si sarebbe potuto considerare concluso. Ma nessuno dei due aveva voglia di farlo notare.
Così, con una spavalderia che Draco pensava di aver perso, le sfiorò la mano.
Quando Hermione arrossì e abbassò lo sguardo ma non ritrasse la mano, lui la coprì completamente con la sua.
-Siamo cambiati, da quando eravamo ragazzini, vero?
-Tu sei cambiato, Draco. Io sono sempre la stessa.
Lui incassò quella risposta senza battere ciglio, e poi le sorrise.
-Sei diventata una bellissima donna, credo di avertelo già detto.
-Ed io ti ringrazio per questo complimento.
-Come mai non stai con nessuno?
La domanda arrivò a bruciapelo ed Hermione si costrinse ad alzare lo sguardo.
Pensò all’unica storia seria che avesse avuto, e scrollò le spalle.
-Ho incontrato soltanto uomini che si intimorivano di fronte alla mia intelligenza.
-Io non sono intimorito, direi piuttosto che ne sono affascinato.
Hermione si sentì molto lusingata e molto imbarazzata, e visto che quello era il suo cliente e che lei era altamente professionale, scostò la sedia dal tavolo e si alzò.
-Devo andare, adesso. Ho altri impegni.
Quella era una bugia e probabilmente lo aveva capito anche Draco, ma seppure rimase deluso da quelle parole non lo diede a vedere e alzandosi a sua volta la aiutò ad indossare il cappotto.
-Allora ci vediamo dopodomani al Ministero.
-Cerca di arrivare puntuale.
-Come sempre.

Hermione si era smaterializzata direttamente a casa di Ginny che stava cercando di far addormentare il piccolo Albus Severus.
Bastarono pochi minuti e poi le due amiche si poterono concedere una sana chiacchierata davanti a un boccale di Burrobirra.
-Credo che voglia farmi innamorare.
-E ci sta riuscendo?
-Forse. Ma è pur sempre Malfoy.
-Si, il direttore del Parco Divertimenti più importante di tutta la Gran Bretagna.
-Lo sai che non sono i soldi che mi interessano.
-Non mi riferivo a questo. Lui è cambiato, Hermione, e se può ammetterlo persino Harry, credo proprio che tu non abbia alcuna scusa.
Hermione finì la sua Burrobirra e tornò a casa. Dove rimase per tutta la sera e per tutto il giorno dopo.

Kinsgley Shaklebolt, che era stato nominato Ministro ad interim, aveva impresso un Sonorus alla sua voce cosicché poteva farsi sentire da tutta la Sala senza bisogno di microfoni.
C’erano pur sempre delle differenze tra la Magisprudenza e la Giurisprudenza Babbana.
-La Corte del Winzegamot ha raggiunto un verdetto. Tutte le accuse sono state respinte, e l’imputato Draco Malfoy è stato ritenuto innocente. Il Parco Divertimenti del Signor Malfoy non subirà nessuna restrizione e continuerà ad essere diretto dal suddetto. La seduta è tolta.
Piuttosto che sbattere un martelletto sul banco, il Ministro firmò un documento che consegnò ai MagiAvvocati di entrambe le parti, poi si congedò.
E per Draco fu semplice e naturale abbracciare Hermione.
La MagiAvvocato, che per lui da ora in poi altro non sarebbe stata sen non semplicemente Hermione, si sentì invadere dalla soddisfazione e dalla felicità per quell’abbraccio inaspettato.
-Cosa possa fare per ringraziarti?
Seppure in cuor suo avrebbe voluto dire tutt’altra cosa, la sua risposta fu seria e professionale.
-Niente, ci pensa il Ministero a pagarmi.
Ma tutta quella serietà e professionalità non bastarono a scalfire la determinazione di Draco.
-Permettimi almeno di portarti a cena.
Ed Hermione non si sentì in grado di rifiutare.

Quando aveva accettato l’invito aveva subito pensato a un ristorante di lusso, forse perché in lui tutto sembrava richiamare quella parola, perciò si era vestita adeguatamente all’occasione e quando lui era comparso sulla porta di casa sua con un mazzo di rose rosse in mano si era detta che non avrebbe potuto scegliere abito migliore.
Nero, con le rifiniture in pizzo, le arrivava fino alle ginocchia e non poteva essere definito in altro modo che elegantissimo.
Lui non era da meno.
Perciò Hermione rimase più che stupita quando, aggrappata al suo braccio, si smaterializzarono nel centro del Parco Divertimenti che a quell’ora era chiuso.
Lui le sorrise sornione, felice di essere riuscito a sorprenderla, e senza parlare la guidò verso la Tavola Calda che, eccezionalmente, era stata preparata apposta per quella serata.
Candele profumate illuminavano la saletta a loro riservata e un tavolo apparecchiato per due faceva bella mostra di sé nel centro della stanza.
Un carrello a due ripiani era stipato di piatti coperti e Draco sorrise compiaciuto quando vide Hermione trattenere il fiato.
-Stasera sei ancora più bella del solito.
E lei, ancora frastornata per tutte quelle emozioni, per la prima volta si lasciò andare.
-Anche tu.
Draco avrebbe voluto baciarla, lì e subito, ma si costrinse ad essere paziente e la fece accomodare. Servì la cena mostrando la sua nascosta abilità di servitore, e chiacchierava con lei di tutto ciò che gli passava in mente.
Voleva scoprire anche i più piccoli segreti di quella donna che lo aveva letteralmente stregato.
Quando consumarono anche il dolce insieme all’ultimo argomento di conversazione, scese un silenzio carico di elettricità.
Hermione si torturava le mani tenendo lo sguardo basso, Draco guardava lei senza riuscire ad esprimersi. Poi le parole esplosero quasi come un fiume in piena.
-Ti ho sognato.
-Come?
-La notte prima di incontrarti a Diagon Alley. Ti ho sognato.
Hermione sgranò gli occhi e lo fissò per qualche secondo senza dire niente.
Draco pensò immediatamente che lei sarebbe scappata a gambe levate ed era già pronto a rincorrerla quando invece l’espressione di Hermione si ammorbidì e un sorriso imbarazzato le nacque sulle labbra.
-Anch’io ti ho sognato quella notte.
Fu il turno di Draco di rimanere sorpreso. Poi recuperò il controllo di se stesso e si alzò.
Fece il giro del tavolo e le prese la mano, perché voleva che anche lei si alzasse.
-Stai dicendo che se siamo qui adesso è a causa di un sogno?
-No, è grazie ad un sogno.
E poi entrambi spensero il cervello.
Le loro labbra si trovarono automaticamente e le loro mani si intrecciarono in abbracci e carezze che non avrebbero mai avuto eguali.




Questa è l’idiozia più assurda che io abbia mai scritto. Frutto di vaneggiamenti notturni in seguito a serate leggere ***
Grazie a chi è arrivato fin qui, grazie a chi ha commentato, a chi commenterà anche quest’ultimo capitolo, e grazie anche a chi non ha lasciato segni del suo passaggio.
Grazie a Morgana, gioiello prezioso del mio scrigno.
Grazie a _zafry_, onnipresente in ogni mia avventura.
E grazie a chi una volta c’era e adesso non c’è più. Infondo mi avete insegnato il significato dell’ipocrisia.


Buon Natale :***
   
 
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