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Autore: Nadia Emma Cartis R    08/12/2005    3 recensioni
E già, senza titolo! Curiosi? Bene allora benvenuti nel mio mondo, non entrateci se temete di non poter tornare indietro... se Harry vi ha conquistato capirete che vuol dire non poter più tornare indietro dopo una storia...Questa storia è tutta la mia vita, vi prego leggete e recensite severamente e crudelmente!...Per chi crede nella magia dei sogni ecco a voi una storia forte!
Genere: Avventura, Azione, Comico, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DUDLEY POSSEDUTO

Senza titolo...curiosi? Spero molto di sì...ora, sicuramente molti di voi temono che si tratti dell'ennesimo sesto anno banale ma sappiate che c'ho messo molto e per me è tutta la mia vita...per me è importante, quindi vi prego di leggere! e di lasciare commenti costruttivi. Buona lettura!!!: )

Harry Potter era tutto il contrario di un ragazzo normale: non perché andava in giro con abiti di un centinaio di misure più grandi, ne perché era costretto ad aggiustarsi gli occhiali con lo scotch e neanche perché ogni anno veniva mandato al Centro di Massima Sicurezza San Bruto per Giovani Criminali Irrecuperabili. Ma perché era un mago. Un mago che da cinque anni frequentava la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, e che era sfuggito ben quattro volte al mago, che per anni aveva seminato il terrore nel modo dei maghi tornando a vivere due anni prima, resuscitato da un passato che aveva segnato il ragazzo, lasciandogli una sottile cicatrice a forma di saetta sulla fronte che l’aveva reso famoso. Ormai tutti i maghi conoscevano la storia del giovane Harry Potter che,quando era solo un neonato, aveva misteriosamente fermato il Mago Oscuro Voldemort.

Ma ora Voldemort era tornato togliendogli anche il suo padrino Sirius Black che per il ragazzo era come un padre e che tutti i maghi,fino ad allora, avevano creduto un pericoloso assassino.
< p align=left>Ormai Harry si era rinchiuso in un religioso silenzio inquieto e lacerante, che riempiva la testa del ragazzo di parole e di ricordi: dovevamo vivere insieme, doveva portarmi via dai Dursley era il suo desiderio e anche il mio… ma Sirius era morto e Harry non sarebbe mi andato a vivere con lui come il padrino aveva promesso. Le lacrime che non aveva versato quella notte in cui morì, quella notte in cui Harry lo aveva visto morire davanti ai suoi occhi per mano di Bellatrix Lestrange, le versò in quei giorni dai Dursley quando quei ricordi dolorosi gli si affollarono nella mente allargano la voragine nell’anima di Harry che aveva lasciato la perdita del padrino.

Né le lettere degli amici né i regali per il suo compleanno né i gufi della scuola che gli annunciavano di aver superato tutti i G.U.F.O. che gli servivano per diventare Auror col massimo dei voti …addirittura in Pozioni (?!) riuscirono a tirarlo su. Persino i Dursley notarono un cambiamento nel ragazzo che si rinchiudeva più spesso nella seconda cameretta di Dudley e che a volte non scendeva neanche per mangiare, ma la cosa di certo non gli dispiaceva. No, loro avevano sempre disprezzato ciò che lui e la sua famiglia erano, figuriamoci se si preoccupavano che mangiasse. Certo, la vita era molto più facile a Privet Drive dopo le minacce dell’Avanguardia, tuttavia la lontananza del mondo magico lo faceva star male comunque. Harry si limitava a mandare ogni settimana lettere all’ordine:

Tutto ok. Oltre questo Harry non riusciva a fare niente.

Non riusciva a trovare alcuna via di fuga da quel dolore lancinante che lo attanagliava e perseguitava i suoi sogni.

Voleva sparire da ciò a cui era stato costretto, voleva che finisse, quel dolore, sarebbe voluto morire lui a posto di Sirius, così sarebbe finita… Ma quel giorno Harry era stanco di autocommiserarsi: doveva svegliarsi, non poteva passare la vita così. No. Quel giorno sarebbe uscito, si sarebbe distratto un po’. Così Harry si vestì in fretta e si allontanò da casa Dursley per passeggiare lungo i quartieri vicini fino a raggiungere il vecchio parco giochi distrutto da Dudley alias Big D, e la sua banda.

La sera era fresca ed era piacevole trovarsi lì con tutto quel silenzio che liberava la mente. L’aria fredda gli penetrava nei vestiti, lo faceva stare bene.

Harry respirò a fondo e chiuse gli occhi.

Stava bene.

Certo.

Quasi.

Harry si arrese: non riusciva a levarsi Sirius dalla testa. Harry si sedette deluso su un muretto, sicuro, che, di li a poco sarebbe passata la banda del cugino e sarebbe stato molto divertente umiliarlo sfruttando la paura di Dudley della magia.
p align=left>Si, si sarebbe fatto quattro risate.

Almeno questo lo consolava un pochino.

Come aveva previsto, Dudley e la sua banda sbucarono da un vicolo lì accanto, sembravano storditi, tant’è che Harry si chiese seriamente se non avessero fumato niente di strano oltre alle solite sigarette. Il ragazzo non osò avvicinarsi ad un Dudley ridotto in quello stato.

La banda si sciolse e i ragazzi si allontanarono salutandosi frettolosamente. Harry si avvicinò al cugino solo quando questo si fu ripreso sedendosi su una giostra ancora intatta. “Ehi che ti prende?” fece il ragazzo non appena ebbe raggiunto Dudley.

Il cugino gli rivolse uno sguardo interrogativo ancora un po’ intontito “Che roba vi siete fumati tu e i tuoi amici?” chiese Harry beffardo, il cugino per tutta risposta grugnì alzandosi a fatica “Chissà che cosa direbbe zia Petunia se sapesse che il suo Diddino piccino si è fumato uno spinelli…” “Dacci un taglio ok?” fece Dudley con l’aria di chi non ha molta voglia di scherzare. Anche Harry si fece serio: per quanto odiasse Dudley non poté fare a meno di preoccuparsi per il cugino “Dì, è stata un’idea vostra o dei vostri nuovi amichetti venticinquenni?” chiese Harry “Lasciami in pace” borbottò il ragazzo. Harry stava portando il cugino fino a casa. Che diavolo. Per un giorno che voleva stuzzicare Dudley questo doveva proprio fargli pena? E poi perché? Dudley, che aveva scelto da sempre per hobby la “Caccia a Harry” con la sua banda, come faceva, ora, a far pena a lui, Harry? Harry scosse la testa imprecando contro la sua sfortuna. Intanto Dudley stava riacquistando lucidità “Stiamo tornando a casa” notò Dudley “Ma bravo, sei perspicace!” disse Harry “Ma chi ti credi di essere, mia madre?” fece Dudley fermandosi “Non ci tengo grazie” disse Harry seccato, ora Dudley stava smettendo di fagli pena “Decido io quando torno a casa, chiaro?”affermò il ragazzo, Harry sbuffò “Non riesci minimamente a capire la cavolata che hai fatto?” sbottò Harry “E chi ti dice che io mi sia fatto?” fece il cugino con uno sguardo di sfida, incrociando le braccia ”Ma se si vede lontano un miglio”Harry strine i pugni nelle tasche furioso “Beh ci hai visto male”rispose quello facendo diminuire sempre più la pazienza di Harry “Senti, siamo a solo un isolato da casa, ora non mi rompere” esclamò “Tu non hai diritto di dirmi ciò che devo o non devo fa…” Dudley non fece in tempo a finire la frase che cadde rovinosamente a terra “Non ti sei fatto eh?” fece Harry inarcando le sopracciglia, voltandosi “Sei il tipico Babbano, dalla punta dei capelli alla punta delle unghie dei piedi” commentò; una voce fredda e acuta risuonò nel quartiere facendo venire a Harry i brividi lungo la schiena “Ne sei convinto Potter?”

Harry si voltò di scatto “D Dudley?” balbettò Harry. Dudley si stava alzando lentamente in piedi, il capo ancora chino, c’era qualcosa nei suoi movimenti che faceva venire i brividi a Harry.

“Non poi così Babbano” mormorò la voce…Harry l’avrebbe riconosciuta tra mille… no…era impossibile che fosse proprio…Harry cercava di convincersi, con tutte le sue forze, che si stava sbagliando. Non poteva essere...

O si?

Il cugino fu finalmente in piedi, alzò la testa sempre lentamente sfoggiando degli orrendi occhi rossi dalla pupilla verticale e una carnagione lattea. Harry trasalì mentre il cugino sorrideva “ Ehm…Dudley, non per niente ma sei leggermente pallido come un cadavere forse è meglio che chiami tua madre” disse preoccupato, le mani cominciavano a sudargli.

Dudley proruppe in una risata glaciale “Non hai ancora capito?” fece la voce acuta e fredda l’ho capito idiota sto solo aspettando… voglio dire a quest’ora dovrei gia… la cicatrice di Harry esplose in un’ondata di dolore che lo fece gridare ecco appunto Harry guardò il cugino negli occhi scarlatti, su Harry coraggio! È nel corpo di un Babbano, non può fare magie Harry deglutì a fatica “Certo che ho capito Big D e trovo molto strano che il grande Voldemort si sia abbassato a possedere un corpo Babbano” disse in tono beffardo il ragazzo “Come dicono i Babbani –il fine giustifica i mezzi-“ rispose con un sorrisetto il mago.

Ora il cugino–Voldemort si stava avvicinando lentamente a Harry “Immagino che questo sia il tuo motto eh?”chiese furioso mentre riaffioravano nella sua mente gli articoli della Skeeter sui recenti crimini commessi fin dall’inizio dell’estate dai Mangiamorte.

Voldemort lo raggiunse spingendo Harry violentemente contro il muro, Harry urlò, afferrando le mani del cugino strette attorno al suo collo, cercando di liberarsi, ma si fermò subito: la cicatrice continuava a bruciare come non mai, Harry urlò “Gia indovinato” disse la voce gelida trionfante. “Non passerai quest’anno Potter, stavolta non farai più ritorno dalla tua scuola” mormorò eccitato.

Harry non riusciva a respirare, guardò con gli occhi appannati l’espressione truce di Voldemort e il sorriso sadico dipinto sul volto stranamente scarno in contrasto col corpo enorme di Dudley e le mani grassocce che gli stringevano il collo; che diavolo voleva dire? E allora gli anni precedenti cosa aveva cercato di fare? “Fermo!” Harry girò la testa: un mago con i capelli rosso fuoco levò la bacchetta contro Dudley, Mundungus Fletcher pensò Harry sollevato, Harry sentì un urlo proveniente da una casa vicina No! Zia Petunia!! Voldemort lasciò Harry, che cadde a terra massaggiandosi il collo e riprendendo fiato, mentre una luce rossa sprizzava dalla bacchetta di Mundungus Fletcher contro Dudley che schivò con facilità il colpo. Harry strisciò all’indietro osservando la lotta, per fortuna aveva ragione: Voldemort non poteva usare i suoi poteri. Harry vide con orrore zia Petunia correre verso Voldemort urlando a squarciagola “Attenta non è Dudley”le urlò Harry, zia Petunia lo ignorò completamente “Che stai facendo?Che state facendo?” urlò guardando prima Harry, poi Mundungus “Levati dai pie…” cercò di dire Mundungus, quando zia Petunia, si gettò, con orrore dei due, disperatamente su Voldemort “Diddino della mamma, cosa ti hanno fatto?” Dudley si sottrasse inorridito dall’abbraccio “Sta lontana da me orrenda Babbana” esclamò arretrando “Orrenda a me? Orrenda a tua madre? Dopo tutto quello che ho fatto per te?”urlò, Harry guardava con orrore la scena senza saper minimamente cosa fare “È questo che pensi di me, tua madre? Io ho sempre cercato di farti felice…di esaudire ogni tuo desiderio? E’questa la tua considerazione verso di me?”ora le stavano venendo i lacrimoni “Si, ora abbattiti e vatti a buttare sui binari di un treno per la disperazione…e sta lontana da me” aggiunse appena zia Petunia provò ad avvicinarsi di nuovo. La situazione avrebbe potuto essere estremamente divertente, se non fosse stata tragica.

Mundungus si stava seriamente preoccupando “Sparisci stupida! Quello non è il tuo Dudley” sbottò furioso.

Zia Petunia girò la testa verso Mundungus Fletcher con un’espressione indecifrabile che fece tremare il mago “Che cosa avete fatto al mio bambino?che razza di diavoleria lo ha fatto diventare così?” urlò disperata “Io questa l’ammazzo” esclamò Voldemort esasperato.

Inaspettatamente Mundungus levò di nuovo la bacchetta investendo Dudley con una luce candida. Un leggero fumo bianco uscì dalla bocca di Dudley muovendosi lentamente a zigzag dirigendosi verso Mundungus aspirando qualcosa dagli occhi dell’uomo; poi scomparve.

Dudley cadde a terra con un tonfo sordo seguito da un gemito disperato di zia Petunia. Mundungus rimase immobile per qualche secondo, poi rovesciò gli occhi all’indietro e cadde accanto a Dudley. Harry si chinò su Mundungus Fletcher preoccupato“Mundungus!” Harry si voltò la voce era senza ombra di dubbio quella della signora Figg. Infatti la donna si precipitò accanto a Harry ad esaminare il corpo del mago “Oddio l’ha ammazzato, l’ha ammazzato” gemette disperata “Non ha ammazzato un bel niente!” esclamò Harry furioso cercando di sentire il polso di Mundungus…ok, il cuore batteva “E’ vivo” disse alla signora Figg che sospirò sollevata “E al mio Dudley non pensate?” esclamò zia Petunia in lacrime “È stato posseduto, è solo svenuto, si riprenderà” disse la signora Figg “L lei è una, una di loro?” chiese sbarrando gli occhi, la signora Figg annuì. “P per tutto questo tempo lei ha sempre s saputo di lui?” chiese spalancando ancor di più gli occhi, per un attimo Harry temette che questi potessero cadere a terra, la signora Figg annuì di nuovo. Zia Petunia non sapeva cosa dire, così guardò Harry “Non pensare di essertela cavata così, signorino. Vedrai quando arriverà zio Vernon” minacciò con voce aspra “Io mando una lettera a Silente e aspetto istruzioni” disse la signora Figg.

Harry annuì ignorando le minacce di zia Petunia: che si arrabbiassero, che urlassero pure. Ormai non gli importava proprio più.

Dudley aprì gli occhi, si alzò a sedere ignorando zia Petunia, guardò Harry “Insomma mi hai capito?Decido io quando tornare a casa” Harry gemette esasperato: non poteva crederci.

***

Zio Vernon misurò a grandi passi il grande salone di casa Dursley “E va bene” cominciò zio Vernon sull’orlo di una crisi isterica “È gia da un anno che fai capitare cose strane a discapito di mio figlio…” “Non le faccio capitare io” urlò Harry “È lui che continua a darmi la caccia” esclamò alzandosi dalla sedia “Lui chi?Ce lo vuoi spiegare? Che diavolo è successo in questi cinque anni in quella dannata scuola?” sbraitò zio Vernon facendo sussultare più volte i grossi baffi “Cos’è vuoi un resoconto?” chiese Harry sarcastico “Si!Voglio sapere che pericoli corre mio figlio stando vicino a te…e siediti” Harry non si mosse “Non ti preoccupare, i pericoli maggiori capiteranno a me” disse Harry brusco “A quanto pare non solo a te e ho detto siediti” Harry ubbidì, sospirò, non avrebbe mai sospettato di ritrovarsi in una situazione simile con i Dursley, a parlare con loro di cinque anni uno più pericoloso dell’altro “Va bene” disse. Harry cominciò a raccontare del primo anno, con Raptor a due facce, la Pietra Filosofale e la scoperta di Voldemort scomparso miracolosamente grazie a lui, Harry, che così era diventato famoso. Poi il secondo anno, col padre di Malfoy, il famoso Erede di Serpeverde, il Basilisco e il diario di Tom Riddle ovvero Voldemort. Terzo anno (e qui Harry non riuscì a parlare senza una breve pausa) parlò di Lupin il Lupo Mannaro, e di Sirius Black, della sua innocenza e dalla fuga dai Dissennatori. Tutto per colpa di Minus, quel maledetto vigliacco. Quarto anno, il Torneo Tremaghi, il suo nome misteriosamente finito nel calice e nessuno che gli credeva, la trappola della Coppa Tremaghi, Voldemort che ritornava, Voldemort che lo torturava e che duellava con lui, il filo d’oro, i fantasmi dei suoi genitori e la fuga. Quinto anno Voldemort che non si faceva vedere, i giornali che lo schernivano e che sostenevano che fosse un bugiardo, la Umbridge, Silente che scappava per salvare Harry, l’Ufficio Misteri, Bellatrix Lestrange che uccideva Sirius che cadeva dietro a quel dannatissimo velo. La profezia e il suo destino segnato per sempre. Questo non l’aveva detto nemmeno a Ron e a Hermione…ora aveva detto proprio tutto.

  
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