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Autore: Chamomile    24/12/2010    4 recensioni
"Fammi vedere.." disse Neville avvicinandosi al bancone. Ma dopo un secondo sobbalzò "Hannah, dove hai preso questa pianta?" gridò scioccato.
"P-perchè me lo chiedi? c'è qualcosa che non va?" chiese lei turbata.
Neville si voltò di scatto a fissarla "Lo sai che cos'è questa?"
"Ehm.."
"E' una Byblis liniflora" rispose Neville.
"E cioè?" fece Hannah che stava cominciando a preoccuparsi.
"E' una pianta carnivora australiana" spiegò Neville.
"Una pianta carnivora?" strillò Hannah allontanandosi terrorizzata dal bancone "sei sicuro?"
"Insegno Erbologia ad Hogwarts, Hannah, certo che sono sicuro! Piuttosto, come ti è saltato in mente di comprarla?"
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hannah Abbott, Neville Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Questo mini-capitolo è dedicato a tutti voi che seguite questa fic. Buon Natale <3

 

Alcuni giorni dopo la visita dei critici d’arte, Susan arrivò al lavoro più tardi del solito. La causa non era, però, la sua pigrizia (come credeva quell’anima candida di Hannah) .
Era una strategia di battaglia che aveva elaborato ormai da tempo, per la precisione dalla sera dell’incidente con la pianta carnivora.
Quella era stata la prima volta in cui si era accorta che Neville e Hannah potevano essere più che amici - sul serio.

 

Fin dal giorno del suo arrivo, infatti, Susan aveva fatto battute su quella convivenza, ma più per scherzo che per altro.
Era stato il divertimento che le procurava vedere l’amica in imbarazzo a farla parlare.
Ma quando aveva visto Hannah svenuta tra le braccia di Neville, oltre al tono con cui il ragazzo l’aveva rimproverata per la sua imprudenza, l’idea di loro due insieme le era apparsa come illuminata da una luce abbagliante.


Aveva deciso, quindi, di dare loro qualche aiuto, qualche spintarella.
Perché sì, erano perfetti insieme, ma Merlino!, erano così lenti e impacciati che Neville avrebbe fatto prima ad andare in pensione piuttosto che a farsi avanti.
Il piano che aveva elaborato si basava su due regole piuttosto semplici: lasciarli il più possibile da soli e fare in modo di eliminare eventuali ostacoli.

Il primo momento utile era la colazione.
Dato che lei era tanto refrattaria ad alzarsi in orario, Neville e Hannah avevano preso l’abitudine di fare colazione insieme.
La cosa era nata quasi per caso, ma adesso era diventata quasi un rito.


Due giorni prima Susan si era alzata prima del solito a causa di un incubo (le veniva imposto di lavorare in coppia con Ernie McMillan, il quale non faceva altro che darle ordini) e li aveva visti insieme, seduti al tavolo della cucina, che chiaccheravano e ridevano.
Aveva trovato la scena tanto adorabile che non aveva avuto il coraggio di interromperli.
Così era tornata a letto e aveva finto di dormire fino a quando Hannah era venuta a svegliarla alla solita ora.

 

Una volta entrata al Ministero, Susan trovò che il Reparto Artistico era stato addobbato per il Natale.
Decine di piccole luci danzavano sospese in aria, le porte e le finestre erano decorate con festoni bianchi e rossi, e in ogni piano era stato addobbato uno strepitoso albero di Natale.
“Non hanno badato a spese, eh?” commentò Lilian, una delle studentesse che lavoravano con lei al quadro Trecentesco.

 

 “Figurati, rimedieranno con i nostri stipendi” rispose Susan “ma le decorazioni mi piacciono troppo per arrabbiarmi”
“A proposito, lo sai che oggi arriveranno i risultati dell’ispezione dell’altro giorno?” fece Lilian mentre salivano verso la sala restauro.
A Susan per poco non andò di traverso il succo di zucca che stava sorseggiando.
“Che cosa?” chiese “ci sono anche dei risultati?”


Lily sbatté le palpebre “Ma certo. Non lo sapevi?”
“No”
Susan sentiva che stava per essere riassalita dal panico di quella mattina. E pensare che si era illusa che tutto fosse finito.
“Ma a cosa servono i risultati?” chiese con tono agitato “Voglio dire, non gli basta metterci sotto esame? Devono rigirare il coltello nella piaga?”


“Lo so, hai ragione” disse Lilian comprensiva, dandole una pacca sulla spalla “neanch’io ho tutta questa voglia di vedermi sbattere in faccia quello che pensano del nostro lavoro. Ma ho paura che non ci sia scelta” alzò le spalle “non ci resta che sperare bene e aspettare che McMillan ci porti i risultati”
Di bene in meglio - pensò Susan - ci mancava solo Ernie che mi ride in faccia sventolando l’esito del nostro fallimento. Perfetto.


Con un sospiro fece il suo ingresso in sala, e si apprestò tristemente a cominciare il lavoro.
Per fortune tra pochi giorni sarebbero cominciate le vacanze, e allora tutto questo non sarebbe stato altro che un lontano ricordo.
Il lavoro filò liscio per quasi tutta la mattinata. Quegli studenti d’Arte erano fantastici.
Non solo conoscevano alla perfezione opere e autori (decisamente molto meglio di buona parte degli impiegati), ma erano anche umili e desiderosi di rendersi utili, per cui accettavano qualunque incarico senza lamentarsi.


Susan lasciò correre uno sguardo soddisfatto tutt’intorno.
Amava il suo lavoro, nonostante le macchie di vernice, la vecchia salopette e le orde di critici snob.
Era in momenti come quello che sentiva che avrebbe potuto affrontare qualsiasi difficoltà pur di avere l’opportunità di stare con persone così in gamba.


Chissenefrega del giudizio di quattro mummie francesi - si disse, dando allegramente una pennellata di azzurro al quadro.
“Signorina Bones, il signor McMillan chiede di lei”
A queste parole Susan per poco non cadde dalla scala su cui era appollaiata “Eh?”


“Dice che vorrebbe vederla nel suo ufficio” disse Mary che era appena rientrata in sala. “Pare che i risultati siano arrivati”
Oh. Mamma. Mia. - pensò Susan scendendo dalla scala con le gambe che cominciavano a tremare.
Una cosa era sentirsi leggere i risultati circondata dagli affetti più cari (magari non proprio i più cari, ma comunque affetti) e una cosa era trovarsi sola nella tana del Basilisco e affrontare Ernie - perfezione - vivente - McMillan tutta sola.


Ma si fece forza. Non poteva permettere che i colleghi la vedessero spaventata, ne andava della sua reputazione.
“Buona fortuna” le disse Lilian come se stesse per presentarsi di fronte
“Terremo le dita incrociate per lei” aggiunse Mary.
Susan rise “Tornerò tutta intera, ragazze, non c’è bisogno di farmi gli auguri”

Ma se per caso vi andasse di prendere il mio posto ve ne sarei eternamente grata.


L’ufficio di Ernie si trovava, per somma sfortuna, allo stesso piano della sala di restauro, così Susan non ebbe nemmeno il tempo di riacquistare padronanza di sé che era già davanti alla porta.
Mentre prendeva un respiro profondo non poté fare a meno di notare che quella era davvero una porta antipatica.
Così perfetta, senza neanche un graffio.
Finalmente si decise a bussare ed entrare

 

 

Spazio Autrice

Ok, come avete potuto constatare, questo è un capitolo nano. Un mini capitolo. Ma nonostante le sue dimensioni, ha avuto una genesi di tutto rispetto: la prima parte è stata scritta l'ultimo giorno di scuola, durante l'ora di biologia. La prof spiegava le leggi di Mendeel, e io gettavo al vento anni di onorata carriera di studentessa modello per mettere giù un inizio (guardate un po' gli immensi sacrifici che si fanno a volte ^^). Il resto è venuto giù a morsi e bocconi, perchè in questi giorni non sono stata ferma un secondo (alla faccia delle vacanze) a causa dei classici regali dell'ultimo minuto (dei quali, modestamente,  sono una specialista). Però ci tenevo ad aggiornare prima di Natale: domani e dopodomani non avrò un momento per scrivere, e mi dispiaceva farvi aspettare ancora. Quindi, ecco a voi il frutto delle mie fatiche XD  Spero vi abbia divertito comunque un po', il seguito arriverà molto presto :)  Un abbraccio stritolatore, tanti auguri di Buon Natale <3

 

  
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