Just play together~! – die Krippe♥
Toccava fare il presepe: decisero di lasciare tutto nelle mani dei più artistici. Ovvero Feliciano … e Feliciano.
Ad aiutarlo suo fratello Lovino, Lettonia, Sealand, Hong Kong e
Giappone. Insomma, una baraonda di gente che – tranne per Lovino
– aveva la capacità organizzativa che Veneziano non
possedeva.
Ma escludiamo anche i bambini, visto che stavano là per levarli dalle scatole altrui.
Ludwig s’impegnava come supervisore sul branco di simpatiche canaglie.
«Allora, ve~, abbiamo bisogno di un supporto, le montagne, il
cielo, gli alberi i pastori!», gridava come un matto Feliciano.
Intanto, Gilbert si lamentava: «Ahah! Hanno levato la punta
Natalizia con Ore-sama!! E pensare che der Tannenbaum l’ho
portato io!», gridava imbestialito.
«Su, sai che quest’anno è esperimento all’italiana!», cercò di convincerlo Antonio.
«Zitto tu! Hai sotto tutela quel razza di teppista, fratello di
quell'italiano là», il concetto ero contorto, ma si capiva
più o meno.
«Come ha OSATO sfiorare la Mia Magnifica Figuraa?? COMEE?»,
disse attorcigliando l’innocente foglio che aveva tra le mani.
‘Meglio non dire niente’, si dissero con sguardo d’intesa gli altri e due componenti del Bad Trio.
Cioè, gli altri tre: il Bad Trio comprende anche Gilbird –
in realtà lui è la mente di tutti, nonché il
più awesome, anche di Sua Awesomità Gilberto –
perciò il realtà il trio è formato da quattro
esseri: una rana, un uccello/canarino (o chissà che), un tomato
addicted e un Ore-sama. Mh. Male.
«Facciamo qualche gioco di gruppo!», propose Russia.
«Sìì», disse Francia entusiasto.
Sia Ivan che Francis pensavano a dei ‘giochi di gruppo’ che gli altri non apprezzavano.
Così, da un vecchio ripostiglio, il Trio Tremolante (T.T,
proprio degni di uno smile piangente) tirò fuori un gioco
diverso – grazie al cielo – da UNO.
Ormai Gilbird rischiava il linciaggio, povera creatura (?).
«Monopoli!» disse Lettonia strappando dalle mani di Toris il gioco e correndo felice fino al tavolo.
«Sìììì ♥! Invaderò le vostre regioni!», si rianimò il prussiano
«Vitali e non!» precisò Francis facendo l’occhietto a Seychelles, che lo picchiò.
«Sei così ripetitivo!», disse lei.
«Eliza, le tue regione vitali saranno mie!», diceva Gilbert.
«Sìsì» disse lei mentre una padella partì per schiantarsi contro la faccia del Magnifico Me.
Polonia, a cavallo di un pony, arrivò, soffiandosi sulle unghie: smalto rosa shocking messo a mani e piedi.
Scese, in stile amazzone rosa e si sedette vicino a Lituania.
«Toris, tipo, cosa ne pensi di questo rosa, cioè? Non è rosa, totalmente?», chiese.
«Mh», sorrise imbarazzato.
Un volto si affacciò: Ivan lo salutava sventolando un rubinetto.
Aprirono il tavolo: «Io voglio essere il poony!», disse Polandia (?)
«Quante volte devo dirti che non c’è!!», Eliza era fuori, totalmente fuori di sé
«Quello era UNO! Tipo», disse il povero polacco
«Oh, scusa!», disse lei.
«Voglio essere il fungo!», Polonia
«Ma che dici mai!», Ungheria.
I soliti.
«Voglio mettere trentadue alberghi!», Korea
«Io cinquantatre McDonald»
«Io metterò delle piantagioni di tea»
«Io delle piantagioni di Hamburger»
«Non si può!»
«Allora non esistono neanche gli unicorn!»
«Come noo?».
E tra uno schiamazzo ed un altro iniziò la benedetta partita.
Di quanti soldi spettavano ad ognuno se ne occupò Estonia.
«Su, sbrigati», disse Ivan, un sorriso innocente sul viso.
«S-sì!», disse il malcapitato.
«Eh», si guardò attorno, passò lo sguardo
sulle troppe presenze: «Ehm, non credo che i soldi siano
abbastanza».
«Mh»
«Mh»
«Bel modo di risolvere il problema, aru!», disse il cinese
«Allora dì tu qualcosa!», protestò l’inglese
«Zitto, oppiomane!».
E mentre i due bisticciavano, si decise che si poteva fare, in un modo o nell’altro.
«A chi tocca per prima?», chiese Russia
«Usiamo i dadi!» disse Germania prima che scoppiasse di nuovo il casino.
«Sìì» disse Impero Romano saltellando fino a
lì, al seguito Impero Germanico (lunga chioma bionda, o bella criniera, per gli amici) e Ancient Greece e Ancient Egypt.
Mentre si sedevano, c’era chi lanciava i dadi, chi beveva vino,
chi mangiava, chi flirtava, chi si soffiava lo smalto, chi discorreva
con uno unicorn. Ovviamente, non c’è bisogno che si sappia
chi. È ovvio; una persona, poi può fare più cosa
insieme.
Il primo a lanciare fu Russia, poi gli altri: a chi usciva un numero
più, alto, girava, inconsapevolmente un dado – ma anche no.
Alla fine toccò a Belarus: «Nove!», gridò.
«Russia-san, a te quanto era uscito?».
Lui prese il foglio con le annotazioni e scrisse “6” al
posto di “11”, mentre diceva: «Sei, sei,
Natalia!»
«Ah, onii-san, tocca prima a me».
Lanciò di nuovo i dadi: sei. Finì su “Hong Kong”.
«Ce l’ha qualcuno?», chiese innocente – come solo suo fratello poteva essere.
«I…io!», disse Ucraina
«Kekkon kekkon»
«Ma-ma noi siamo sorelle, perciò…».
Intanto, Veneziano cantava allegre canzoni natalizie; Lovino
l’accompagnava con il mandolino; Hong Kong faceva il ritmo (?)
con le maniche e Kiku seguiva le istruzioni dell’italiano per poi
applicare leggi anti-sismiche.
L’impalcatura era su buona strada, soprattutto grazie al giapponese.
Alcuni turni dopo:
«Di chi è Londra?», chiese Ucraina
«Mia», disse Natalia, porgendo una mano
«Ah. Mh.»
«Mi devi 75€»
Questo è amore sorellesco (?) ♥.
«OH~, devo andare in prigione senza passare per il via!», disse Lili.
«Ti verrò a salvare io, con il mio carro armato,
Liechtenstein», disse Svizzera, che prese la sua miniatura
– un carro armato, rosa – e la portò fino lì;
finse di rompere delle pareti facendo dei versi, mentre la sorellina
rideva.
Tutti li guardavano come fossero idioti; ma non capivano che la
differenza era che tutti – Vash e Lili compresi – erano
idioti? A quanto pare, no.
«Oh, sono su Varsavia, la compro!», disse Feliks, felice e
rosa come non mai «Tutto sarà come deve essere:
rosaaa!».
«Mh, tocca a me», disse Lud, buttando un’ultima occhiata al presepe che procedeva.
«Venezia, di chi è?»
«MIA!», disse subito Veneziano «Dopo faccio un albergo
così ci andiamo tutti insieme, okay? Ci sarà una grande
pista da ballo, una cantina e uno chef che cucina SEMPRE pasta!»
«Buona idea, Felciano!», disse Francia, malizioso, mentre il povero Doitsu arrossiva.
Eh no, non ci siamo.
«Roma!», chiese esausta Taiwan
«Mia», disse acido Lovino mentre Nonno Roma:
«Tessoro» alche tutti pensano “?” «ma
è MIA!».
«A parte gli scherzi!», disse lei.
Silenzio, mentre Nonno Roma ancora vaneggia: «Nonno, guarda che Roma ora è mia!», disse Romano.
«Lo dice anche il mio nome: Roma – no!!».
Altro silenzio.
Kiku si piegò: «Veramente la carta con Roma è qui!», disse dopo essersi rialzato.
Silenzio penoso.
Dopo mezz’ora, il presepe era a buon punto: c’erano le
montagne, il cielo, le stelle, i pastori, le locande, altri personaggi ... il muschio rosa.
«Ve~», Italia era felice.
Intanto, dalla cucina un tonfo. Avrete capito chi era.
No, Doitsu giocava, e no, Inghilterra non aveva fatto altri biscotti
– tranne quelli per Alfred – quindi nessuno era stato
avvelenato.
Era Finlandia che era tornato dal suo giro di compere:
«Quest’anno finirò in banca rotta!», disse
guardando il portafoglio, ormai pieno di soli spicci.
«Monaco! Chi ce l’ha?»
«Io»
«Monaco?».
E tutti giù a ridere: Monaco ha Monaco? Ma LOL!
Intanto lei continuava la sua partita a Poker con Gilbird. Che stava avendo la meglio.
Ma si sa: fortunato con le carte, sfortunato in amore. Per questo
Gilbert forse non aveva successo: come si contagiava
l’awesomità, anche questa legge seguiva la regola.
Momento di pausa, il presepe era quasi finito e tutti osservavano le ultime strategiche (?) mosse di Feliciano l’artista.
Lovino suonava, teso anche lui.
Inghilterra si avvicinò a Francia dicendo: «Oggi mi hai lasciato solo a cucinare quella cavolo di torta!».
Francis rise sotto i baffi: «Antoine aveva bisogno di me», si giustificò.
«Ma anche no!», disse l’inglese
«Anche tu influsso nonciclopedico?», chiese il francese.
Momento di imbarazzo; Igirisu arrossisce appena: «Sì», ammise infine.
«Non pensi di aver già dato?!», chiese Svizerra a Polonia, chee voleva mettere altro rosa; lui trillò allegramente: «Ma anche no, tipo!»
C’erano tutti. E già.
«Ci siamo ridotti all’ultimo giorno», disse l’inglese
«E già», disse Finlandia spuntando dal pavimento come un fungo.
«Pazienza», disse Lud
«È un bellissimo lavoro» disse Kiku
«Mh».
«Allora prepariamoci a festeggiare il Natale~!», disse Feliciano, entusiasta.
«Sì!».
E allora sgombrarono il tavolo e, chi in cucina chi in salotto, si diedero da fare.
NOTE:
Note veloci velocissimeee!
Tannebaum è l’albero di Natale in tedesco. "Die Krippe" è il presepe.
Poi, veramente l'Impero Prussiano portò la tradizione dell'albero di Natale in Europa! E c'è anche una nota storica! **
Per errori mi scuso sistemerò appena posso.
EDIT: 25/12/2010-->Ho corretto qualche errore, ma devo rileggere meglio. Comunque, per quel “ Roma – no”, significherebbe “di Roma”, quindi Lovino intende qualcosa tipo: ‘ehi, guarda che il mio nome lo dice, cocco bello’ (?).
_Ayame_