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Autore: _Ayame_    25/12/2010    2 recensioni
È il seguito di "The Hetalian Xsam Tree": è sempre il periodo natalizio, sempre lo stesso posto sperso tra le montagne chissà dove, sempre gli stessi protagonisti che ora si prendono a bastonate - o a rubinettate,a seconda dei casi - oppure si alleano a punzecchiare ora il "cuoco pasticcione", ora un "vinofilo a caso" ora un "macho-patata a scelta multipla"...
Solo che, dopo aver addobbatto l'albero di Natale, ora tocca fare il presepe!! Ma Italia ha scordato un sacco di cose nel suo Paese: eppure sapeva che quest'anno il tema era "Natale all'italiana"!
Dovranno affrontare molte prove difficili (?) per riuscire a combinare qualcosa...
Tra mille peripezie, good luck ♥, again!
Citazione casuale (dalla prefazione): "Kiku, da bravo giapponese … gridò quando una mano gli afferrò una caviglia come in qualsiasi anime/manga horror/demenziale/pauroso."
*seguono citazioni random dai vari capitoli, ci potrebbero essere evenutali mezzi-spoiler (?)*
Primo capitolo: Per loro: TIME=MONEY.
Secondo: E ora si trovava lì, con quello sciroccato del suo alleato, a montare una tenda che non ne voleva sapere di fare il suo lavoro e di cooperare.
Terzo: «Ahaah! Tu bastardo spagnolo! Come osi! E dilla la verità! Sei imparentato con Natalia, quella specie di stalk…» guardò la ragazza avanzare verso di lui «brava ragazza».
Quarto: Erano rimasti in tipo tre, tipo; Elizabeta sbuffò: lei voleva stare solo con Austria-san, e invece si ritrovava quella sottospecie di Nazione morta tra le scatole.
Quinto: La conclusione era una: anche Korea rubava l’oppio a Cina.
Sesto: Dopo il caos iniziale, tutto tornò alla normalità: cioè il caos si amplificò.
Settimo: Sia Ivan che Francis pensavano a dei ‘giochi di gruppo’ che gli altri non apprezzavano.
Extra chapter: Natale era vicino, vicinissimo, anzi: e lui ancora si arrovellava il cervello per fargli il regalo.
Ottavo (ultimo capitolo): Quella mattina non era una mattina come le altre. Oh no: era il 25/12/2010. Natale.
Genere: Comico, Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Hetalian Xmas Version~'
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hetalia xmas ed cap7

Buona lettura~

Chapter 7:
Just play together~! – die Krippe♥

Toccava fare il presepe: decisero di lasciare tutto nelle mani dei più artistici. Ovvero Feliciano … e Feliciano.
Ad aiutarlo suo fratello Lovino, Lettonia, Sealand, Hong Kong e Giappone. Insomma, una baraonda di gente che – tranne per Lovino – aveva la capacità organizzativa che Veneziano non possedeva.
Ma escludiamo anche i bambini, visto che stavano là per levarli dalle scatole altrui.
Ludwig s’impegnava come supervisore sul branco di simpatiche canaglie.
«Allora, ve~, abbiamo bisogno di un supporto, le montagne, il cielo, gli alberi i pastori!», gridava come un matto Feliciano.
Intanto, Gilbert si lamentava: «Ahah! Hanno levato la punta Natalizia con Ore-sama!! E pensare che der Tannenbaum l’ho portato io!», gridava imbestialito.
«Su, sai che quest’anno è esperimento all’italiana!», cercò di convincerlo Antonio.
«Zitto tu! Hai sotto tutela quel razza di teppista, fratello di quell'italiano là», il concetto ero contorto, ma si capiva più o meno.
«Come ha OSATO sfiorare la Mia Magnifica Figuraa?? COMEE?», disse attorcigliando l’innocente foglio che aveva tra le mani.
‘Meglio non dire niente’, si dissero con sguardo d’intesa gli altri e due componenti del Bad Trio.
Cioè, gli altri tre: il Bad Trio comprende anche Gilbird – in realtà lui è la mente di tutti, nonché il più awesome, anche di Sua Awesomità Gilberto – perciò il realtà il trio è formato da quattro esseri: una rana, un uccello/canarino (o chissà che), un tomato addicted e un Ore-sama. Mh. Male.
«Facciamo qualche gioco di gruppo!», propose Russia.
«Sìì», disse Francia entusiasto.
Sia Ivan che Francis pensavano a dei ‘giochi di gruppo’ che gli altri non apprezzavano.
Così, da un vecchio ripostiglio, il Trio Tremolante (T.T, proprio degni di uno smile piangente) tirò fuori un gioco diverso – grazie al cielo – da UNO.
Ormai Gilbird rischiava il linciaggio, povera creatura (?).
«Monopoli!» disse Lettonia strappando dalle mani di Toris il gioco e correndo felice fino al tavolo.
«Sìììì ♥! Invaderò le vostre regioni!», si rianimò il prussiano
«Vitali e non!» precisò Francis facendo l’occhietto a Seychelles, che lo picchiò.
«Sei così ripetitivo!», disse lei.
«Eliza, le tue regione vitali saranno mie!», diceva Gilbert.
«Sìsì» disse lei mentre una padella partì per schiantarsi contro la faccia del Magnifico Me.
Polonia, a cavallo di un pony, arrivò, soffiandosi sulle unghie: smalto rosa shocking messo a mani e piedi.
Scese, in stile amazzone rosa e si sedette vicino a Lituania.
«Toris, tipo, cosa ne pensi di questo rosa, cioè? Non è rosa, totalmente?», chiese.
«Mh», sorrise imbarazzato.
Un volto si affacciò: Ivan lo salutava sventolando un rubinetto.
Aprirono il tavolo: «Io voglio essere il poony!», disse Polandia (?)
«Quante volte devo dirti che non c’è!!», Eliza era fuori, totalmente fuori di sé
«Quello era UNO! Tipo», disse il povero polacco
«Oh, scusa!», disse lei.
«Voglio essere il fungo!», Polonia
«Ma che dici mai!», Ungheria.
I soliti.
«Voglio mettere trentadue alberghi!», Korea
«Io cinquantatre McDonald»
«Io metterò delle piantagioni di tea»
«Io delle piantagioni di Hamburger»
«Non si può!»
«Allora non esistono neanche gli unicorn!»
«Come noo?».
E tra uno schiamazzo ed un altro iniziò la benedetta partita.
Di quanti soldi spettavano ad ognuno se ne occupò Estonia.
«Su, sbrigati», disse Ivan, un sorriso innocente sul viso.
«S-sì!», disse il malcapitato.
«Eh», si guardò attorno, passò lo sguardo sulle troppe presenze: «Ehm, non credo che i soldi siano abbastanza».
«Mh»
«Mh»
«Bel modo di risolvere il problema, aru!», disse il cinese
«Allora dì tu qualcosa!», protestò l’inglese
«Zitto, oppiomane!».
E mentre i due bisticciavano, si decise che si poteva fare, in un modo o nell’altro.
«A chi tocca per prima?», chiese Russia
«Usiamo i dadi!» disse Germania prima che scoppiasse di nuovo il casino.
«Sìì» disse Impero Romano saltellando fino a lì, al seguito Impero Germanico (lunga chioma bionda, o bella criniera, per gli amici) e Ancient Greece e Ancient Egypt.
Mentre si sedevano, c’era chi lanciava i dadi, chi beveva vino, chi mangiava, chi flirtava, chi si soffiava lo smalto, chi discorreva con uno unicorn. Ovviamente, non c’è bisogno che si sappia chi. È ovvio; una persona, poi può fare più cosa insieme.
Il primo a lanciare fu Russia, poi gli altri: a chi usciva un numero più, alto, girava, inconsapevolmente un dado – ma anche no.
Alla fine toccò a Belarus: «Nove!», gridò.
«Russia-san, a te quanto era uscito?».
Lui prese il foglio con le annotazioni e scrisse “6” al posto di “11”, mentre diceva: «Sei, sei, Natalia!»
«Ah, onii-san, tocca prima a me».
Lanciò di nuovo i dadi: sei. Finì su “Hong Kong”.
«Ce l’ha qualcuno?», chiese innocente – come solo suo fratello poteva essere.
«I…io!», disse Ucraina
«Kekkon kekkon»
«Ma-ma noi siamo sorelle, perciò…».

Intanto, Veneziano cantava allegre canzoni natalizie; Lovino l’accompagnava con il mandolino; Hong Kong faceva il ritmo (?) con le maniche e Kiku seguiva le istruzioni dell’italiano per poi applicare leggi anti-sismiche.
L’impalcatura era su buona strada, soprattutto grazie al giapponese.

Alcuni turni dopo:
«Di chi è Londra?», chiese Ucraina
«Mia», disse Natalia, porgendo una mano
«Ah. Mh.»
«Mi devi 75€»
Questo è amore sorellesco (?) ♥.

«OH~, devo andare in prigione senza passare per il via!», disse Lili.
«Ti verrò a salvare io, con il mio carro armato, Liechtenstein», disse Svizzera, che prese la sua miniatura – un carro armato, rosa – e la portò fino lì; finse di rompere delle pareti facendo dei versi, mentre la sorellina rideva.
Tutti li guardavano come fossero idioti; ma non capivano che la differenza era che tutti – Vash e Lili compresi – erano idioti? A quanto pare, no.
«Oh, sono su Varsavia, la compro!», disse Feliks, felice e rosa come non mai  «Tutto sarà come deve essere: rosaaa!».
«Mh, tocca a me», disse Lud, buttando un’ultima occhiata al presepe che procedeva.
«Venezia, di chi è?»
«MIA!», disse subito Veneziano «Dopo faccio un albergo così ci andiamo tutti insieme, okay? Ci sarà una grande pista da ballo, una cantina e uno chef che cucina SEMPRE pasta!»
«Buona idea, Felciano!», disse Francia, malizioso, mentre il povero Doitsu arrossiva.
Eh no, non ci siamo.

«Roma!», chiese esausta Taiwan
«Mia», disse acido Lovino mentre Nonno Roma: «Tessoro» alche tutti pensano “?” «ma è MIA!».
«A parte gli scherzi!», disse lei.
Silenzio, mentre Nonno Roma ancora vaneggia: «Nonno, guarda che Roma ora è mia!», disse Romano.
«Lo dice anche il mio nome: Roma – no!!».
Altro silenzio.
Kiku si piegò: «Veramente la carta con Roma è qui!», disse dopo essersi rialzato.
Silenzio penoso.

Dopo mezz’ora, il presepe era a buon punto: c’erano le montagne, il cielo, le stelle, i pastori, le locande, altri personaggi ... il muschio rosa.
«Ve~», Italia era felice.
Intanto, dalla cucina un tonfo. Avrete capito chi era.
No, Doitsu giocava, e no, Inghilterra non aveva fatto altri biscotti – tranne quelli per Alfred – quindi nessuno era stato avvelenato.
Era Finlandia che era tornato dal suo giro di compere: «Quest’anno finirò in banca rotta!», disse guardando il portafoglio, ormai pieno di soli spicci.
«Monaco! Chi ce l’ha?»
«Io»
«Monaco?».
E tutti giù a ridere: Monaco ha Monaco? Ma LOL!
Intanto lei continuava la sua partita a Poker con Gilbird. Che stava avendo la meglio.
Ma si sa: fortunato con le carte, sfortunato in amore. Per questo Gilbert forse non aveva successo: come si contagiava l’awesomità, anche questa legge seguiva la regola.

Momento di pausa, il presepe era quasi finito e tutti osservavano le ultime strategiche (?) mosse di Feliciano l’artista.
Lovino suonava, teso anche lui.
Inghilterra si avvicinò a Francia dicendo: «Oggi mi hai lasciato solo a cucinare quella cavolo di torta!».
Francis rise sotto i baffi: «Antoine aveva bisogno di me», si giustificò.
«Ma anche no!», disse l’inglese
«Anche tu influsso nonciclopedico?», chiese il francese.
Momento di imbarazzo; Igirisu arrossisce appena: «Sì», ammise infine.

Una volta finito, ognuno voleva mettere qualcosa di personale: bisognava che rappresentasse tutti tutti, non solo i fratelli Vargas. Quindi le figure delle più disparate etnie comparirono.
Chi mise un famoso poeta, chi una citazione.
«Non pensi di aver già dato?!», chiese Svizerra a Polonia, chee voleva mettere altro rosa; lui trillò allegramente: «Ma anche no, tipo!»
C’erano tutti. E già.
«Ci siamo ridotti all’ultimo giorno», disse l’inglese
«E già», disse Finlandia spuntando dal pavimento come un fungo.
«Pazienza», disse Lud
«È un bellissimo lavoro» disse Kiku
«Mh».
«Allora prepariamoci a festeggiare il Natale~!», disse Feliciano, entusiasta.
«Sì!».
E allora sgombrarono il tavolo e, chi in cucina chi in salotto, si diedero da fare.

NOTE:
Note veloci velocissimeee!
Tannebaum è l’albero di Natale in tedesco. "Die Krippe" è il presepe.
Poi, veramente l'Impero Prussiano portò la tradizione dell'albero di Natale in Europa! E c'è anche una nota storica! **
Per errori mi scuso sistemerò appena posso.

EDIT: 25/12/2010-->Ho corretto qualche errore, ma devo rileggere meglio. Comunque, per quel “ Roma – no”, significherebbe “di Roma”, quindi Lovino intende qualcosa tipo: ‘ehi, guarda che il mio nome lo dice, cocco bello’ (?).

_Ayame_
   
 
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