#008 ~ Che sapore ha la libertà?
Era stato come acquisire in una sola volta
consapevolezza di tutto ciò che un uomo potesse provare: ogni sensazione, ogni
emozione si riversò nel petto di Sirius come un secchio di acqua gelida e il
carcerato dovette sedersi perché la testa aveva cominciato a girare.
Peter era vivo.
Peter aveva continuato a vivere. L’assassino di James e Lily era ancora in circolo
e sembrava stare bene, mentre lui era marcito per dodici anni – almeno secondo
quel giornale – in quella maledetta prigione.
La rabbia – cieca e folle – fu così forte da non
permettergli di respirare e il senso di disperazione e ingiustizia lo avvolse,
stordendolo, facendogli perdere la cognizione di tutto ciò che lo circondava.
Allora capì cosa aveva fatto sì che non impazzisse
in tutto quel tempo: non aveva avuto alcuna grazia o clemenza, nessun
risparmio. Semplicemente la rabbia non se n’era mai andata davvero e il grido
della coscienza che denunciava quell’ingiustizia non si era mai spento.
L’avevano sostenuto, fino alla fine.
Sarebbe evaso. Lo avrebbe trovato. Lo avrebbe
ucciso. Sapeva cosa fare e non importava quanto tempo avrebbe impiegato per
farlo: avrebbe avuto la sua vendetta.
Sirius si era reso conto che ogni cosa – bello a
brutta che fosse – valeva molto più dell’apatia in cui era scivolato in quegli
anni; anche gli incubi che continuavano a tormentarlo – incubi in cui Minus era
irraggiungibile e lui marciva in quella cella – valevano la pena di essere
vissuti, fosse solo perché gli dimostravano che era vivo.
Era notte fonda. Lo sapeva, anche senza vedere il
cielo.
Ma era diversa: qualcosa in più la animava, come una
leggera tensione elettrica che attraversava l’aria.
Ci ripensò. Quante volte aveva pensato a come
evadere? Era stato il suo unico pensiero per così tanti giorni che ne aveva di
nuovo perso il conto, ma non si era ancora stancato di tentare.
Peter era fuori, impunito e tanto bastava a
sostenerlo.
Fu un flash. Non sapeva come gli fosse venuto in
mente, ma quell’idea ora aleggiava semplice e risolutiva. Anche lui era un Animagus. Poteva trasformarsi in un cane. E i Dissennatori non avevano la vista, non se ne sarebbero
accorti.
Bastò solo pensarci perché il suo corpo divenne
quello di un magrissimo cane nero, tanto magro… da passare attraverso le
sbarre.
E poi corse, semplicemente corse, senza pensare a
nulla, solo con la voglia di correre, senza neanche sapere da dove venisse
quella forza. E fu fuori dalla prigione che si stagliava buia nel cielo, mentre
il mare calmo avvolgeva l’orizzonte. E allora nuotò, con forza, con
disperazione, con liberazione. Sapeva solo che era libero e tanto sarebbe
bastato a consentirgli di fare qualsiasi cosa.
Solo quando, bagnato e sfinito, raggiunse la terra
ferma, si concesse un attimo di respiro e riposo, accasciandosi a terra e
chiudendo gli occhi.
Che sapore ha la libertà? In quel momento? La
libertà era ogni cosa che lo circondava, ogni oggetto, ogni suono, ogni odore,
tutto.
Era libero e – Dio –
non si era mai sentito più felice di così.
~~~~~~~~~~~~~~~~~
Fine, direi. Non so voi, ma ogni volta che
metto “completa” ad una mia long, mi viene un po’ di tristezza. Assurdo, eh? E
ancor più se pensate che considero orrori tutto ciò che pubblico…
Ehm… quest’ultima flash non mi convince
molto… mi sembra troppo affrettata, come se mancasse qualcosa… no? Ma beh, c’è
da dire che finalmente Sirius è libero e pronto ad agire!
Miss Adler ^///////^ Il paragone tra “Vita” e “Morte” è
stata un’improvvisata lampo, non prevista e a quanto pare molto gradita. Mille grazie
per i tuoi complimenti, mi fai sempre arrossire! Eh, sì… Sirius doveva
rialzarsi prima o poi.. e a quanto pare è bastato un minuscolo ricordo del
passato per farlo tornare quello di sempre, come se 12 anni non fossero mai trascorsi!
Ti ringrazio per aver seguito questa raccolta ed aver espresso il tuo parere! A
presto, un bacio ♥
AnneEvans ^_____^ grazie dei tuoi complimenti! Eh sì…
Sir ora è pronto a far giustizia per sé e per i suoi compagni! Grazie per aver
seguito questa raccolta ed aver detto la tua. A presto! ♥
Lyrapotter *-* E così (ri)finisce
questa raccolta. Non ti ringrazierò mai abbastanza per le tue parole… sono
stata felicissima di aver partecipato a questo contest! Beh, ora sì che si
respira davvero un po’ d’aria pura! Perdona la claustrofobia che ho fatto
nascere: ho solo cercato di descrivere il tutto in modo realistico. ^/////^
mille grazie per i complimenti. Sono davvero felice che il paragone “Vita-Morte”
sia stato tanto apprezzato! Alla prossima, un bacio ♥
Ringrazio anche tutti i lettori
silenziosi, chi ha preferito, seguito o ricordato.
Giunti a questo punto (stavo quasi per
dimenticarmene) posto il giudizio ^_______^
3° Classificata – Vincitrice del premio Raccolta
_Alchimista_@-De profundis
Grammatica e sintassi: 8.8/10 punti
Stile: 10/10 punti
Originalità: 9/10 punti
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10 punti
Attinenza alla traccia: 10/10
punti
Gradimento personale: 10/10
punti
Totale: 57.8/60 punti
Mamma mia, che raccolta! Così a caldo, è davvero
l’unica cosa che mi è venuta in mente di dire, davvero! Mi aspettavo grandi
cose da te, ma, cavoli, hai superato le mie più rosee aspettative.
Considerata anche la lunghezza della fiction, non
ci sono molti errori e sono pressoché tutto di distrazione/battitura: lo
stesso eco, eco è femminile, non maschile; Patronus/Patroni
vuole la maiuscola;slanciò di umanità che
doveva essere slancio; sarò nostra premura, sarà nostra premura; un’aurea
fredda, penso tu volessi dire aura fredda; passò
altre, passo oltre; bello a brutta, bella o brutta. Inoltre, hai
sbagliato un paio di tempi verbali (sbarrata bagna il mondo, doveva
essere bagnava; perché il suo corpo divenne quello di, la
subordinata vuole il congiuntivo) e in questa frase [era sempre, troppo triste]
la virgola è scorretta.
Per il resto, mi hai regalato un bel testo pulito,
corposo (non lo nego) e di lettura gradevolissima, considerato anche
l’argomento trattato. Devo dirtelo, la tua fanfiction
mi è piaciuta da matti, ma in certi punto mi ha messo addosso un tale senso di
angoscia e claustrofobia che avevo l’impressione di essere pure io ad Azkaban
insieme a Sirius: in particolare Variabili e Atarassia sono state una cosa
mostruosa, te lo giuro, mi hanno fatto salire i brividi su per tutta la
schiena. È una sensazione che metti addosso anche lavorando per immagini (ora
come ora mi viene in mente la metafora del silenzio e il tic tac delle gocce
d’acqua): hai uno stile così vivido che come puoi vedere mi ha fatto immergere
pure troppo nel racconto. Per non parlare poi di certe frasi che meriterebbero
di entrare negli annali, davvero troppe per potertele elencare tutte, ma già
solo il raffronto tra Sirius e Caramell, Morte e
Vita, ti fa guadagnare una metaforica Palma D’oro.
Per contro, le ultime due shot (per non dire
direttamente gli ultimi due capoversi) sono più liberatori di una boccata
d’aria fresca.
Mi ha offerto un ritratto di Sirius stupendo,
davvero: c’è tutto, il senso di colpa, la rassegnazione, la disillusione,
l’odio, la rabbia, tutte le emozioni che hanno scavato nel suo animo nel corso
dei lunghi anni di prigionia e di fatto tutto ciò che l’ha fatto tirare avanti.
Ovviamente, lui la fa da padrone, essendo il protagonista assoluto della
storia; ciò nonostante, sei riuscita a tratteggiare bene anche i personaggi
secondari, dai Malandrini ad Andromeda, sia pure con poche incisive frasi e
questo è un grande pregio!
Magari sarà puro istinto masochista, ma ho amato
questa storia proprio per tutto quel connubio di emozioni (sì, claustrofobia
compresa) che mi ha trasmesso: da una storia ambientata ad Azkaban non potevo
aspettarmi nulla di meno che questo.
Con ciò credo sia proprio
tutti, quindi vi saluto e data l’occasione, auguro a tutti un buon Natale ed un
felice anno nuovo.
Alla prossima
Alchimista ~ ♥