Ed ecco, purtroppo in ritardo, il 3°capitolo.

Sto scrivendo una storia ma mi servirebbe una beta! Chi vuole esserlo???...Grazie!!!

Sola.

Mi svegliai improvvisamente, sicuramente per il forte fruscio del vento sulla finestra. Mi alzai e andai vicino al calendario: oggi erano due mesi che non c'erano più. Senza avvisarmi, né chiamarmi...spariti nel nulla. É dal quel giorno io non ero più la stessa!

Mi lavai e mi vestii. Non feci colazione e così andai direttamente a scuola, anche se era un po' presto.

La prima cosa che feci quando arrivai a scuola è guardare il loro parcheggio vuoto. Mi ero molto affezionata a loro. Era una famiglia bellissima , educata e la cosa più bella è che avevano un figlio sorprendente e misterioso di tutti i ragazzi che io abbia mai visto. Perché erano spariti? Che cosa sarà successo?

Lola e Samantha mi vedevano sempre più triste: non avevo detto niente a loro quello che era successo al coro.

A pranzo non mangiai niente e a questo punto le mie amiche scoppiarono.

“ Bella ma si può sapere che hai? É successo qualcosa e non c'è lo vuoi dire?” mi chiese Lola preoccupata.

Non risposi. Samantha prese la mia mano.

“Bella siamo tue amiche, puoi parlarne con noi. Lo sai!”.

“ Ragazze scusate non sono dell'umore giusto. Non voglio parlare” dissi con voce singhiozzante.

Presi la borsa e me ne andai. Avevo un forte mal di testa e quindi decisi di farmi fare una giustifica. Girovagai per le strade di Forks finché non arrivai fino alla riserva indiana, La Push.

Quando ero più piccola venivo sempre qui con mio padre. Qui mi sento a mio agio. Non solo è diventato il rifugio dei miei ricordi ma anche dei miei pensieri. Mi sedetti su un tronco e incominciai a pensare alle giornate passate con i Cullen: tra i centri commerciali con Alice, a sentire le lunghe sonate di Edward, alla cara Esme con i suoi lavori di ristrutturazione, al dottor Carlisle, a Rosalie, a Emmet, a Jasper......Spariti nel nulla. Avevo una rabbia così forte che …..Incominciai a piangere. Mi mancavano troppo!

All'improvviso vidi vicino ad un tronco un ragazzo che mi guardava con un sorriso. Era scuro, alto circa 1.90, con i capelli corti e neri. Un bel ragazzo direi!!! Ma la cosa strana è che era a petto nudo. Ma come cavolo faceva a rimanere solo con un pantaloncino di jeans????

Si avvicinò e si sedette al mio fianco.

“Chi sei?” dissi. Mannaggia a me e quando non tengo la bocca chiusa!

“ Io ti conosco. Non sarai mica Isabella Swan?” disse con un bel sorriso bianco scintillante.

Ma come cavolo conosce il mio nome? Perché io non lo conosco?

“ No. Chiamami Bella! Ma come mi conosci? Chi sei?” dissi irritata.

“ Bella ma non mi riconosci? Cioè sono un po' cambiato ma sono sempre io!” disse ridendo.

“No scusami non mi ricordo chi sei!”.

“ eh va bene. Sono Jake...Jacob Black! Adesso ricordi?”disse sospirando.

“Jacob Black? Il figlio di Billy?”. Si era proprio lui. Il mio migliore amico d'infanzia. Lui annuì.

“ Posso abbracciarti? É da molto che non ti vedo!” disse allargando le sue possenti braccia. E mi buttai fra le sue braccia. O mamma mia quanto era caldo!!!! L'esatto opposto di Edward. Signore quanto mi mancava. In così poco tempo mi ero affezionata!!!

Si fece tardi.

“ Jake mi ha fatto molto piacere rivederti. Ma adesso devo proprio andare. A presto!” dissi sorridendo. Con lui ero stata molto bene.

“ Certo. Magari possiamo passare una bella serata insieme!” mi disse. Era forse un appuntamento?

“ Ok Jake!” risposi senza pensarci.

“ Passate tu e Billy da casa. Charlie sarà molto contento!”

Jake sorrise tristemente e andò via, sfiorando la mia mano. Era più calda di prima e provai una sensazione di brivido assoluta.

Lungo la strada del ritorno l'asfalto incominciò a diventare più scivoloso. Erano circa le 19.00...Non me ne ero accorta ma con Jake avevo parlato parecchio! Arrivai a casa e pian piano aprì la porta. Vidi papà sul divano mezzo addormentato. Poverino oggi sicuramente avrà lavorato parecchio. Andai dritta in camera, mi spogliai e andai subito a letto. Non riuscivo a dormire per i soliti rumori che provenivano dalla finestra: sospiri, ululati e continui graffi vicino alla finestra. Allora decisi di leggere un po': Cime Tempestose. Alle 2.00 mi addormentai con il libro fra le mani. Quella notte lo sognai: si allontanava da me ma io cercavo di seguirlo ma era tutto inutile.

“ Perdonami”.