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Autore: DalamarF16    27/12/2010    1 recensioni
Spin-off di Supernatural,ambientato agli inizissimi della quarta stagione.
Dalamar è un giovane angelo, un adolescente, fa parte della guarnigione di Castiel.
La sua storia inizia quando gli ordidnano di prendere un tramite, e lui scopre che si tratta di un ubriacone violento contro il proprio figlio.
Marika ha 13 anni e mezzo e aiuta come può il suo amico Kevin quando il padre lo picchia.
Che succede quando i due si incontrano? Verranno ostacolati da Castiel? o aiutati?
E perchè il titolo è Lost Memories, memorie perdute? Lo scoprirete solo leggendo
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Castiel, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione, Contesto generale/vago
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Ciao a tutti!
Eccomi con una nuova fanfic, che come avete letto nella recensione è uno spin off di Supernatural, ambientato agli inizi della quarta serie.
Non so ancora se compariranno i Winchester, ma sicuramente ci sarà Castiel, pur non essendo il protagonista assoluto della fanfic
I protagonisti sono i Dalamar, Marika e Kevin di Loose Control, ma non è necessario aver letto Loose control per poter comprendere questa, che resta comunque una storia a parte.
Non mir esta che augurarvi buona lettura!
Baci
Dalamar_f16


LOST MEMORIES

CAPITOLO 1 – THIS IS YOUR VESSEL

-Devi scendere sulla terra. Questo è il tuo tramite-
Dalamar si era messo sull’attenti e aveva annuito. Non gli piaceva un granchè quell’uomo. Lui era un angelo molto giovane, aveva appena qualche secolo di vita, e l’idea di infilarsi nel corpo di un cinquantenne non gli andava troppo a genio –E non azzardarti a disobbedire di nuovo!-
Si lasciò andare a un sospiro di esasperazione, ma il suo superiore aveva ragione.
Ultimamente aveva tirato troppo la corda, e se non l’avevano ancora ucciso era solo grazie al lui, che aveva sorvolato sulle sue insubordinazioni.
-Sissignore- rispose girando sui tacchi e uscendo da quella stanza.
Spiegò le ali e in un istante era di fronte alla casa dove viveva quell’uomo.
Qualcosa non andava.
Preoccupato si avvicinò all’abitazione, da dove provenivano suoni poco rassicuranti.
Rumore di botte, e poi le grida di un ragazzino.
Entrò nella stanza, e quello che vide lo lasciò paralizzato per un istante.
L’uomo che doveva essere il suo tramite era ubriaco fradicio e si stava avventando con un bastone su un ragazzo, che urlava e piangeva disperato.
Agì d’istinto, scatenando i suoi poteri sul padre, lo lanciò dall’altra parte della stanza, mandandolo a picchiare contro il muro.
Si avvicinò poi al ragazzino, ancora cosciente ma completamente nel panico. Dalamar ne avvertiva senza fatica il terrore. Gli accarezzò delicatamente la fronte, poi sparì, quando sentì entrare qualcuno in casa.

-Kevin!- la voce della sua amica Marika gli fece riacquistare lucidità. Non sapeva cosa era successo, ma qualunque cosa fosse stata, non era niente di normale. Marika non avrebbe mai avuto la forza di togliere suo padre da lui in quel modo. E inoltre, gli sembrava di aver visto qualcuno, o qualcosa, avvicinarsi a lui e fargli una carezza, prima di scomparire all’arrivo della ragazza.
Aveva sognato?
Stava delirando per la paura?
Non lo sapeva.
A fatica si mise a sedere, abbracciando forte l’amica che era accorsa come al solito, avendo sentito le sua urla. –stai bene, Kevin?- gli chiese
-Sì, sì…sto bene…-
-Che è successo?-
Questo gli diede la prova che non era stata lei a toglierlo dai guai.
-Non lo so…- la guardò per un attimo, poi si riscosse. Al diavolo! Marika era la sua migliore amica, l’unica che sapeva esattamente cosa succedeva in casa sua. Decise di essere sincero con lei. –Mi stava massacrando ma qualcuno…l’ha lanciato via da me. È sparito quando sei arrivata-
-Non ho visto nessuno uscire da questa casa- obiettò lei perplessa forse chiedendosi se la paura non l’avesse fatto delirare. –Ad ogni modo, è una fortuna che tuo padre sia svenuto. Vieni, andiamo a casa mia-
Casa di Marika. Il suo rifugio, la sua tana e, occasionalmente, il suo ospedale, quando suo padre ci andava troppo pesante e lo riduceva in uno stato pietoso. Sarebbe finita così anche questa volta, se non fosse stato per quell’essere che lo aveva salvato.
Chiunque tu sia, grazie. Pensò mentre si alzava in piedi aiutato da Marika, che lo portò come sempre tra le mura sicure della sua casa.



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Spero abbiate gradito, fatemelo sapere con una recensione, che costa zero, ci mettete solo due minutini e serve a me per capire dove migliorare, e mi rende felice ^__^
Grazie!


   
 
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