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Autore: gemellina    28/12/2010    10 recensioni
“Chi ti scrive, Draco?!”
“Oh solo… ehm… pubblicità… sì, sapete madre… hanno aperto una nuova gelateria a Diagon Alley…”
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Narcissa Malfoy, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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-Segreti Inconfessabili!-

 
 
 
La giornata lavorativa per Ron era ufficialmente finita.
Nella pausa pranzo aveva stilato la lista della spesa per la cena del giorno dopo e, tutto contento si accingeva a riempire il carrello.
Voleva che tutto andasse per il meglio e che tutto fosse perfetto.
Dall’antipasto al dolce tutto doveva essere perfetto, anche perché più che la cena, per i suoi amici, non sarebbe stato facile digerire che lui amava, (ed era ampiamente ricambiato), e voleva sposare: Pansy Parkinson.
La loro relazione era nata più di un anno fa, e per un anno, aveva mantenuto il segreto. (Anche perché Pansy aveva paura di ciò che avrebbe potuto pensare il suo migliore amico Draco Malfoy, ed era particolarmente spaventata all’idea che lui scoprisse che la sua Pansy aveva socializzato col nemico e alla reazione che avrebbe potuto avere), ecco perché la relazione di per sé eccitante, perché non vissuta alla luce del sole, adesso, a parere di entrambi doveva uscire allo scoperto.
Ron così aveva proposto, per amor della sua bella, che i primi a doverlo sapere fossero i suoi due migliori amici, a Malfoy c’avrebbero pensato dopo.
 Loro avevano bisogno di essere appoggiati, e chi meglio del buon Harry e della comprensiva Hermione?
Nessuno.
Ecco perché, Draco Malfoy… poteva, (doveva), aspettare.
 
 
**
 
Intanto quel Draco Malfoy si trovava in compagnia della sua migliore amica in uno dei saloni di Villa Malfoy a sorseggiare una calda tazza di tè.
“Forse era meglio se mi facevi trovare un succo di zucca… fa troppo caldo!”, disse la ragazza, sventolando uno dei tovaglioli ricamati a mano che valevano più della sua vita, o almeno a detta della signora Malfoy.
“Avrei preferito anch’io un qualcosa di più fresco, ma mia madre ha dato ordine che venisse servito il tè…”, rispose lui pacato, nonostante un certo tono di fastidio nella voce, che non scappò all’udito della ragazza.
“A proposito, dove si trova tua madre?!”, chiese guardandosi intorno.
Ormai erano in quel salotto da una ventina di minuti, e di Narcissa neanche il profumo.
Draco sospirò “Le è arrivato un gufo, ed è praticamente scappata. Ma ti lascia i suoi più… ehm.. preziosi…saluti…”
“Preziosi?!”, domandò lei strabuzzando gli occhi.
Il ragazzo guardò prima lei, poi il tè e poi di nuovo la sua amica.
“Sì, preziosi… mia madre ultimamente è… particolarmente strana.”
Pansy abbassò lo sguardo: “Beh, probabilmente è ancora sconvolta per la morte di tuo padre…”.
Draco sorseggiò il suo tè, e in due morsi finì un biscottino di pastafrolla, assaporando sia il pasticcino sia le parole dell’amica.
“Sai, non credo… alla fine sono già passati tre anni, e ormai ha superato lo shock. Non so davvero cosa le prenda…”
“Magari… magari è la menopausa..”, azzardò.
“Uhm… magari!”
Un improvviso silenzio calò tra i due. Neppure un cavolo di elfo a ripristinare un qualcosa che somigliasse vagamente ad una conversazione.
Lei si sentiva in colpa perché il giorno dopo sarebbe stato il compleanno del suo migliore amico, e lei, lei non poteva esserci perché era a cena col Trio Miracoli.
Lui, lui si sentiva in colpa perché il giorno dopo, lui era impegnato e non avrebbe potuto festeggiare con lei, come ogni anno.
“Ok Draco, adesso basta!”, ruppe il silenzio, e quasi il ragazzo saltò in aria, “So che siamo amici da praticamente una vita, ma domani… per la prima volta non potrò essere con te per festeggiare…”, lo disse tutto d’un fiato per evitare di perdere il filo e dirgli quella verità che lo avrebbe fatto andare su tutte le furie.
Lui d’altro canto, si sforzò di non sorridere alla vittoria.
Non doveva dire nulla a Pansy, magari inventandosi scuse paradossalmente assurde, solamente perché lei… beh perché lei aveva fatto tutto da sola.
Si chinò verso l’amica e prese ad accarezzarle la mano: “Davvero? E non puoi rimandare? Sarà strano senza te… è la primissima volta dopo… dopo… dopo anni!!!”  
Lei scosse la testa e prese anche lei ad accarezzargli la mano.
“Draco, tu non sai quanto io mi senta in colpa, ma davvero… ho un appuntamento lavorativo che non posso posticipare… mi perdoni?”, domandò infine con sguardo da cucciolo.
La raggiunse un sorriso e poco dopo un forte abbraccio. “Ma certo che ti perdono!”.
Si sentiva in colpa, ma gli avrebbe spiegato tutto… a tempo debito!
 
 
**
 
Hermione Granger aveva camminato per kilometri e l’ultima cosa che aveva mangiato era stata la coppa gelato in compagnia di Ron.
Ora, molte ore dopo, era distante da casa sua, era sporca, stanca e morta di fame.
Prese la decisione di smaterializzarsi a casa, mangiare qualcosa e fare un bagno caldo per rilassarsi e schiarirsi le idee.
Era anche vero che aveva mandato il lavoro a quel paese, giusto per schiarirsi le idee, ma la lunga passeggiata non aveva sortito l’effetto desiderato.
Stava giusto per addentare il suo mega sandwich quando un gufo fece capolino dalla finestra aperta.
Probabilmente dio… esiste!
Completamente libero per domani sera, non vedo l’ora tu sia con me.
 
D.
 
 
Con un incantesimo non verbale dette letteralmente fuoco alla pergamena.
Lui era libero e spensierato.
Lei era nervosa e in preda al panico.
Non poteva di certo disdire la cena col suo migliore amico. Anche perché non aveva scuse plausibili. Nessuno sapeva della relazione con Draco Malfoy. Nessuno.
Mandò a quel paese il mega sandwich per dirigersi a passo spedito in bagno: lì, avrebbe annegato i suoi problemi, prima però afferrò per il collo una bottiglia di vino rosso.
 Era meglio annegarli più che bene.
 
 
**
 
Pansy, dopo la tazza di tè bollente a Villa Malfoy, aveva raggiunto il suo Ron nell’appartamento che dividevano, dove aveva deciso di fare un aperitivo con fiumi di Martini ghiacciato.
“Quindi Malf… Draco, non ti ha detto nulla?!”, chiese stranito.
Lei mandò giù l’ultimo sorso del secondo bicchiere.
“E’ stato parecchio strano, devo ammetterlo… ma meglio così, no?”
Andò per baciarlo, ma lui sembrava più colpito da una missiva dell’amico Harry.
“T…tutto bene?”
Lui si grattò la testa un po’ intontito.
“Sì… cioè… no… uh… Harry mi sta chiedendo se può portare un’amica…”
“E che c’è di strano?”
“L’unica amica di Harry è Hermione…”
“Ah!”
 
**
 
Hermione era visibilmente brilla.
Buttava la schiuma in aria e cantava, urlava…
“Jingle Bells, jungle bells jingle bells all the way… Bells on bob-tail…”
Improvvisamente la sua interpretazione canora, venne interrotta dall’arrivo di Leotordo.
Direttamente in bagno, s’era accomodato sul gabinetto, lasciando che la pergamena volasse dritta tra le mani della ragazza.
 
Harry mi ha chiesto se domani può portare un’amica.
Che altre amiche ha oltre te?
 
Ron
 
 
 
Un sorriso beffardo le si dipinse sul volto.
Aveva, forse, trovato la soluzione a tutti i suoi problemi.
Con un incantesimo d’appello, richiamò a sé piuma e pergamena, e scrisse:
 
Non ne ho idea, ma se non ti è di troppo disturbo anch’io domani porto un amico.
 
Hermione
 
E poi, infervorata più che mai, ne scrisse un altro:
 
Ho una fantastica idea per domani sera. Non ti anticipo nulla. Tu seguimi e … non te ne pentirai!
 
Hermione
 
 
**
 
Casa Weasley-Parkinson
 
“La Granger ti ha illuminato?”
“No, anzi chiede se può portare anche lei un amico! Ma che hanno tutti?!”
 
Villa Malfoy
 
“Chi ti scrive, Draco?!”
“Oh solo… ehm… pubblicità… sì, sapete madre… hanno aperto una nuova gelateria a Diagon Alley…”
 
Vasca di Hermione
 
“Uh… la bottiglia di vino è finita… beh, poco male!!! Per Merlino, speriamo non mi lancino l’anatema che uccide!”
 
  
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