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Autore: Semplicemente G    28/12/2010    1 recensioni
La famiglia Potter e la famiglia Weasley, sei anni dopo la sconfitta di Voldemort, si troveranno a combattere una forza oscura a loro ignota... distruttiva. Dovranno proteggere tutti, la famiglia... il Mondo Magico. Ma i nostri eroi ci riusciranno? Per scoprirlo basta solo leggere.....
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 18

Capitolo 18: Arrendetevi. Ora.

17/03/2005

Si fissarono per alcuni minuti immobili.

- Dobbiamo far parlare Warton. – bisbigliò Ron.

- Signor Potter? – un auror sui venticinque anni entrò in ufficio di corsa.

- Non si usa bussare? – disse Ron irritato.

- Mi scusi. –balbettò l’altro arrossendo e chinando il capo.

- Figurati. Dimmi. Avete preso l’uomo? –

- Purtroppo no, signore. Era già scappato. Ma appeso alle maniglia c’era questo biglietto. – spiegò l’auror porgendolo a Ron. Con un sopracciglio alzato, lui lo aprì. C’erano scritte solo due parole:

 

Arrendetevi. Ora.

 

Dopo aver letto quelle parole scritte con una calligrafia elegante, Ron alzò gli occhi verso Harry e gli porse il biglietto. Quando anche lui lo lesse, lo passò agli altri presenti nella stanza.

- Il Capo Roberson è già stato avvisato? – domandò.

- Si, signore. È venuto personalmente per arrestare l’uomo. –

- Bene. Ora dove si trova? – continuò a chiedere Harry. L’Auror ci pensò un attimo e poi gli disse che era nel suo ufficio.

- Grazie. Puoi andare. – lo congedò Harry con un gesto della mano.

- Agli ordini. – rispose l’altro prima di andarsene, chiudendo la porta dietro di se.

- Andiamo a parlare con il capo. Voi rimanete qui o venite con noi? – chiese Ron alzandosi.

- No, grazie Ron. Rimaniamo qui. – rispose Hermione per tutte le altre.

Harry rivolse un sorriso a Hilary e Ginny e insieme a Ron, uscì.

- Cosa facciamo? – domandò Ron davanti alla porta dell’ufficio di Roberson, spezzando il silenzio che li aveva accompagnati nel tragitto.

- Sentiamo cosa dice il capo. –

Harry bussò due volte alla porta e, dopo aver ricevuto il consenso del Capo degli Auror, entrò.

- Grazie per la soffiata, ragazzi. Purtroppo non siamo riusciti a prenderlo. –

- Sa il biglietto che c’era sulla porta… -

- Si, non sono riuscito a capire cosa significasse. – lo interruppe Roberson alzando una mano. Harry lanciò la lettera sul tavolo davanti a Roberson.

- Prima legga questa. L’abbiamo trovata sulla mia scrivania, insieme alla pubblicità. Poi legga il biglietto. – gli consigliò Harry sedendosi sulla sedia. Ron lo seguì, accomodandosi accanto a lui.

Passarono alcuni minuti in cui Roberson lesse la lettera e cercò di assimilarne il contenuto.

- È impossibile. Non possiamo arrenderci, ma non possiamo certo ignorare questa lettera. Da quello che scrive, presuppongo che non sappia che pozione stanno preparando. La stanza dove tua moglie – indicò Ron, sistemandosi in posizione più eretta rispetto a prima. – prepara la pozione è insonorizzata. Sicuramente non ha capito di cosa si tratta. – spostò lo sguardo su Harry. – Lo sapevo che c’era un infiltrato. Io me lo sentivo. – concluse sbattendo una mano sul tavolo.

- Come sempre Capo, ha ragione. – lo lodò Ron, beccandosi un’occhiata compiaciuta dal suo superiore.

- Direi che potremmo fare un’altra visitina al caro Warton. Senza il suo avvocato, perdonatemi il linguaggio volgare, tra le palle. Weasley, chiama le guardie di sicurezza e dirgli di portare l’imputato nella sala 10. –

Harry non trattenne un gemito quando Roberson nominò il luogo in cui si sarebbe svolto l’interrogatorio.

- Che c’è, Potter? Ti ricorda quella stupida udienza? –

Il capo Auror si alzò e raggiunse Harry, mentre Ron comparve sullo stipite della porta.

- Possiamo andare. Lo stanno già trasferendo. –

- Perfetto. Andiamo. –

Scesero di nuovo nei sotterranei passando attraverso l’Atrium, nell’aula10, al livello 9 del Ministero. Aprirono l’ormai nota porta dell’aula giudiziaria e entrarono. La prima cosa che videro fu Warton, seduto su una sedia, con due guardie ai sui lati che controllavano ogni suo movimento.

- Oh, oh! Ma guarda chi si vede! Il caro signor Roberson! Ma ci sono anche il signor Potter e il signor Weasley. Che piacere! – esclamò l’uomo alzandosi. Le guardie lo trattennero per le spalle, impedendogli ogni movimento. Erano sue uomini tarchiati con le sopracciglia aggrottate che formavano una sola linea continua.

- Tranquilli. Potete uscire, dobbiamo parlare da soli con l’imputato. – ordinò Roberson, facendo segno ai due uomini di andarsene. Loro si misero sull’attenti, ma non si spostarono neanche di due centimetri.

- Come sta la bambola? È uscita dal coma? – scherzò Warton mettendo i piedi sul tavolo. Ron si alzò si scatto, afferrò con una mano le caviglie dell’uomo e le gettò a terra.

- Ohh!! Il signor Weasley si è arrabbiato!!! – urlò Warton.

Un metro più in la, Roberson stava conversando con le guardie, per convincerle a lasciar solo l’imputato. A quel grido, si girarono accigliati, per controllare cosa fosse quel rumore.

- Cosa succede? – domandò Roberson avvicinandosi.

- Niente, signore. Non si preoccupi. – rispose Harry, zittendo Ron e Warton che continuavano a stuzzicarsi. – Cominciamo. – Harry si alzò in piedi, facendo stridere la sedia e camminando intorno al tavolo. Fece due giri prima di parlare di nuovo.

- Allora, Warton. Ora, lei mi dirà che colpo grosso sta organizzando Bancroft. –

- Il Capo Bancroft. – lo corresse l’uomo, lanciandogli un’occhiataccia. Harry non diede segni d’impazienza continuando a girare intorno al tavolo. Ron non staccava lo sguardo dall’uomo seduto di fronte a lui, percependo ogni singolo suo movimento.

- Non mi interessa come voi seguaci lo chiamate. Io ho bisogno di informazioni e lei può darmele. –

- Sono d’accordo sul fatto che a lei, Potter, non gliene freghi una mazza sul nome del mio illustre capo. –

E sentire quel aggettivo attribuito al capo di una setta di Mangiamorte, Ron non poté trattenersi dallo sbuffare.

- Ma non sono d’accordo sul fatto che io debba darle delle informazioni. E poi, mi scusi, ma cosa ci guadagno io? Perchè dovrei condividere delle informazioni così preziose con un mucchio di palloni gonfiati corrispondenti al nome di... – Warton si mise una mano sotto il mento, fingendo di pensarci su. – Auror? – completò.

- Vedi di lavarti la bocca prima di parlare o di rivolgerti ad una delle più alte cariche dello stato in questa maniera. – urlò Roberson, che nel frattempo si era sbarazzo della sicurezza. Si girarono tutti verso di lui. era rosso dalla rabbia, con un dito puntato verso Warton. Quasi tremava.

Si avvicinò lentamente al tavolo, mentre Warton lo guardava tranquillo, con un ghigno sul volto trasandato.

- Voi criminali siete tutti stupidi. Vi rifiutate sempre d collaborare con noi. E perennemente preferite il carcere, anche l’ergastolo, solo per non aver detto un nome, una data e un luogo. Riducono la pena!! In che cazzo di lingua dobbiamo dirvelo! Turco? Il turco lo conosci? Ti porto qui un interprete, per noi non ci sono problemi. -

Roberson rimase per alcuni secondo immobile, continuando a puntare l’indice vero l’uomo.

Lentamente mise un piede di fronte all’altro, avanzando verso di lui, per poi sedersi al suo lato opposto, accanto a Ron.

- E chi mi garantisce che i patti vengano rispettati? – continuò imperterrito, lisciandosi la barba incolta sul viso.

- Perchè non credi che rispetteremo gli accordi? Spiegacelo. Vogliamo sapere. – prese la parola Harry, mentre sulla sedia davanti a Warton, Roberson ribolliva di rabbia e Ron lo guardava stupito.

- Perchè siete degli Auror di merda! Voi non capite un cazzo! Succede sempre così. Noi vi diamo informazioni importanti, e poi voi... track! Finita l’indagine, ci rispedite in prigione. -

- Ma che cosa crede? Che solo perchè hai detto un nome, un luogo, e una data noi possiamo lasciarti libero? Sei un criminale, hai rubato, ingannato e ti aspetti che per quattro parole in croce noi chiudiamo un occhio? – gridò Roberson, alzandosi dalla sedia di scatto e sbattendo le mani sul tavolo. – Fottiti! - aggiunse a bassa voce. Ci mancava solo che Warton lo denunciasse per aggressione verbale, inventando chissà quale scusa.

“Magari neanche esiste l’aggressione verbale...” pensò stringendo i pugni sul tavolo. Warton rimase ad occhi sgranati, fissando Roberson stupito.

Dopo qualche minuto si ricompose, rimanendo a fissare un punto del tavolo di fronte a lui.

Rimase molti minuti in silenzio, poi parlò con voce roca.

- Va bene, collaboro. – accettò infine. Harry, Ron e Roberson volsero lo sguardo verso di lui.

- Perfetto. Ci dica tutto quello che sa. – lo spronò a continuare Roberson, che finalmente si era calmato.

- Io non sapevo bene cosa sarebbe successo a casa della bambola. So solo che avrebbero dovuto ucciderla. Perché sapeva troppo. Ma voi siete arrivati prima che riuscissero a finirla per bene. – raccontò l’uomo. – Ma ormai non serve niente che io vi racconti i particolari. Cazzo, neanche c’ero io!! – urlò.

- Va bene. Non si agiti. Vada avanti. Poi cosa ha in mente Bancroft? –

- Credo che abbia in mente un colpo grosso. Qualcosa di fantastico, che sbalordirà tutti. – rivelò. Roberson si protese di più verso di lui, incitandolo a continuare il racconto. Warton si sistemò meglio sulla sedia e assunse l’aria di un uomo civile e non di Magiamorte assetato di sconfiggere quanti più Babbani può.

- Credo che abbia capito che non serve uccidere e Babbani, ne tanto meno assaltare la regina Babbana o cose del genere. Credo che voglia attaccare il Ministero della Magia. Non so ne quando ne come e neanche se voglia veramente prendere possesso del Ministero. –

- Ma non aveva detto di essere il suo preferito? – domandò Harry. Qualcosa non tornava e Harry l’aveva capito.

- Si. Ma non condivideva con tutti i suoi piani. Solo con Sackville. Era tipo… come il suo vice. Lui sa tutto. Io ero… il “soldato” preferito. Il migliore a combattere, ovviamente dopo Sackville. – disse sprezzante. Ron e Harry si appoggiarono allo schienale della sedia e mentre Roberson continuava a chiedere informazioni a Warton, loro si scambiarono le solo opinioni.

- Non credo che stia mentendo. – confessò Ron, grattandosi la nuca.

- Già. – asserì Harry. – Dobbiamo rafforzare la sicurezza. Dobbiamo impedire la Materializzazione all’interno dell’edificio e prendere altre precauzioni, come l’Incanto Gnaulante. Potrebbe aiutarci. – snocciolò lui, e ad ogni sua idea l’amico annuì.

Roberson chiamò nella stanza la sicurezza e ordinò di riportare in cella Warton.

- Ma avrò delle attenuanti nel processo? – chiese impaurito. Ora non sembrava più un Mangiamorte spavaldo, sono un agnellino impaurito di rimanere in carcere per il resto della sua vita.

- Certo, signor Warton. Sia io che i miei colleghi qui presenti metteremo una mezza parola buona per lei. –

- Grazie, signor Roberson. – ringraziò mentre lo portavano via.

-  Diventano tutti dei poveri cuccioli impauriti di fronte alla legge e ad un’autorità quando rischiano la vita. – commentò Roberson con un sorriso amaro.

Risalirono al loro ufficio e Roberson li chiamò per “fare il punto della situazione”, parole testuali.

Il Capo Auror si sedette al suo posto mentre Harry e Ron si accomodarono sulle due sedie davanti alla scrivania.

- Bene. Rifacendo il punto della situazione: c’è questo uomo denominato Bancroft che ha reclutato un gruppo di ex Mangiamorte per…. Per… per fare cosa, Potter? – domandò.

- Per sterminare i Babbani o per attuare un colpo di stato, e far cadere il Ministero. Come ha detto prima Warton. –

- Ronald, credi che Bill Warton ci abbia detto la verità? – continuò a domandare Roberson, rigirandosi una penna tra le mani.

- Si, io credo che le ultime notizie siano veritiere. – affermò Ron, guardando il suo Capo con le sopracciglia aggrottate.

- Bene. Bene. – commentò solo. – Poi c’è questo Mangiamorte Sackville, che sembra un bravo ragazzo,  mentre è il braccio destro di Bancroft. Esatto? –

Harry e Ron annuirono fissando interessati l’Auror.

- Poi questo Warton, che crede di essere un Mangiamorte esperto e di essere nella cerchia dei preferiti del “Capo Bancroft”, come lo chiama lui. In seguito, Natasha Cole. Ex moglie di Sackville e vittima della violenza a cui a partecipato il suo ex marito. Lei dovrebbe ricordare cosa è successo quella sera, i Guaritori hanno confermato che non ha perso la memoria. Quindi, proporrei domani di andare a interrogarla. Andate voi. – disse puntando il dito prima verso Harry e poi su Ron. – Vi porterete dietro la signorina Hilary Matthew. Con lei sarà, spero, più semplice fare delle domande scomode. – ordinò.

- Potete andare. Mandatemi il primo Auror che trovate in giro. Devo commissionargli alcuni affari. - 

Harry e Ron si alzarono dal posto e salutando Roberson uscirono dal suo ufficio.

- Thomas!! – chiamò Harry. Immediatamente un Auror molto giovane, sui venti anni, si materializzò davanti a lui.

- Si, Harry?? –

- Roberson ti vuole nel suo ufficio. E mi faresti un piccolo piacere?? –

- Sicuramente dimmi tutto… -

Harry si avvicinò all’ Auror e gli sussurrò qualche parola all’orecchio.

- Vorrei che scoprissi che Auror hanno piazzato di fronte a casa mia e facesse delle indagini su di loro. Non mi fido… - mormorò Harry. Ron lo guardò con le sopracciglia inarcate e un’espressione curiosa e stupita dipinta sul volto.

- Certamente. Come vuoi. Ti farò avere le notizie domattina sulla tua scrivania. – gli rispose gentile.

- Perfetto. Ora vai, meglio non far aspettare Roberson. – lo congedò Harry, indicando la porta dell’ufficio. Thomas sorrise e se ne andò.

- Harry? Perché hai chiesto quelle informazioni? – domandò Ron a bassa voce mentre tornavano nel loro ufficio.

- Ginny mi ha detto che non si fida. Hanno un’aria sospetta ed Hermione, Agnes e Hilary sono d’accordo con lei. Per non parlare di Kreacher e Winky. Lei li vuole fuori dalle scatole. Parole testuali. –

Ron mormorò qualcosa di incomprensibile ed entrò nell’ufficio.

- Pensavo di mettere più sorveglianza alle entrate del Ministero. E alcuni incantesimi protettivi, come stavamo dicendo prima. Andiamo a parlarne con la Sicurezza. – propose Ron, indicando la porta.

- Ok. Andiamo. -

 

Salve a tutti!!

Spero abbiate passato delle belle vacanze natalizie!

Il capitolo è stato abbastanza faticoso da scrivere... C'era la collaborazione di Warton e alcune informazioni importanti e la richiesta di Harry di controllare gli auror davanti a casa sua...

Ma la notizia più importante è stata l'attacco di Bancroft al Ministero. Credete che attaccherà il Ministero oppure no??

Per scoprirlo basta aspettare un po'... e continuare a seguirmi...

Mi spiace che nessuno abbia lasciato una recensione al capitolo precedente... Io ci tenevo molto...

Bene, a presto!!

Luna Renesmee Lilian Cullen :=)

 

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Grazie a tutti e al prossimo capitolo!

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'Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K. Rowling; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro'.

 

  
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