Capitolo due
Poche ore dopo in Giappone nel distretto di Shinjuku...
- Sakura -
- Si capo - la ragazza entrò nell'ufficio del capo della polizia
- Per una ventina di minuti non deve entrare nessuno e non devi passarmi
telefonate ok? -
- Ok capo - e la ragazza uscì.
Alla scrivania una donna dai capelli neri accavallò le gambe, prese il telefono
e, mentre componeva un numero di telefono, pensò "Che Dio me la mandi
buona".
Dall'altro capo del filo: - Pronto - rispose un uomo assonnato.
- Ryo? -
- Saeko? - chiese l'uomo.
- Si sono io -
L'uomo subito si svegliò - Dimmi, cos'è successo? - chiese preoccupato.
La donna si stupì "Possibile che dalla mia voce abbia già capito che ci
sono problemi? Sono così tanto una frana a recitare?"- Niente perché? -
- Primo perché qui sono le due di notte e secondo perché hai una voce un po’
preoccupata -
- Scusa, non mi ero ricordata del fuso orario. Comunque si, qualcosa è successo
-
- A Kaori? - disse preoccupatissimo. Sapeva che alla fine quella ragazza
avrebbe combinato qualcosa; lui aveva cercato di tenerla fuori da quella storia
non facendosi sentire per quasi un anno, cosa che a lui era costato tantissimo poiché,
era duro doverlo ammettere, lei gli era mancata molto e non capiva ancora perché.
- Beh, si -
- Lo sapevo-
- Ma mi vuoi far finire di parlare, quando si tratta di Kaori, non capisci più
niente -
Menomale che in quel momento Saeko non lo poteva vedere altrimenti si sarebbe
messa a ridere vedendolo diventare rosso come un peperone - Ma cosa dici, è
normale che mi preoccupi, lei e la sorella di Hide e lui l'ha affidata a me -.
- Si si ok - lei non ne era molto convinta ma lasciò perdere - Comunque non le
è successo nulla, ma penso che fra dieci ore a te succederà qualcosa di molto
brutto -
- Come scusa? - Ryo non riusciva a capire.
- Svegliati!!!! Kaori sta venendo lì! -
- Che cosa? Sei impazzita, perché l'hai lasciata partire? -
- In effetti, io non l'ho lasciata partire, avevo messo dei poliziotti di
guardia, solo che erano nuovi e lei è riuscita a seminarli. Devo dire che ha
imparato dal migliore. Comunque mi ha telefonato circa un'ora fa e mi ha detto
che era all'aeroporto -.
- Bene, benissimo, non poteva capitare in un momento peggiore. Certo che oggi
ho avuto due ottime notizie -.
- Perché? Qual è la seconda? -
- A me e Mick ci hanno affiancato una nuova partner -
Saeko non riuscì a trattenere una risata - Ehi, cosa ridi? -
- Niente Ryo, scusa - e continuando a sghignazzare - Ciao Ryo e imbocca al lupo
- e chiuse la conversazione.
- Maledetta Saeko, ridere delle disgrazie altrui - intanto però il sonno se ne
era andato e allora, mentre canticchiava un motivetto allegro, decise di
rimettere un po’ in ordine l'appartamento; a quanto pare l'arrivo di Kaori lo
aveva messo di buon umore!
Pochi secondi dopo a Boston ...
Drinn ... drinn ... - Pronto ... ah, Saeko, finalmente, ma che fine avevi
fatto - Kaori era agitatissima, pensava che la sua amica si fosse dimenticata
del suo problema.
- Scusa Kao e che ho avuto una mattinata allucinante -
- Allora? -
- ci ho parlato ... - e le raccontò della balla che aveva detto a Ryo per
giustificare la sua presenza a New York l'indomani mattina.
- Ok, e a che ora dovrei arrivare da lui? -
- A mezzogiorno, è un problema per te? -
- No no va benissimo - anche Kaori da una parte era contenta di vedere Ryo dopo
un anno, ma per niente al mondo l'avrebbe ammesso con lei - Grazie Saeko, ho un
debito con te -
- L'ennesimo. Comunque fammi sapere come va, ok? -
- Ok, ciao - e riattaccò.
Kaori era molto preoccupata, non sapeva come raccontare a Ryo la verità, non perché
dovesse dar conto a lui di quello che faceva, lei era grande e vaccinata, il
problema e che non voleva che la rispedisse in Giappone, purtroppo lei non
aveva alleati lì, era completamente sola. Poi un ricordo di ciò che aveva letto
sui fascicoli le ritornò in mente: Ryo aveva un partner, Mick Angel; poteva
incontrarlo prima di vedere Ryo e spiegargli tutto. Umi le aveva detto che
anche lui e Ryo si conoscevano da tanto tempo, forse le poteva dare una mano.
Sollevata per la soluzione presa finalmente riuscì a prendere sonno.