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Autore: Beliar    29/12/2010    3 recensioni
"Odiava quel posto."
AU, LaviYuu.
Autrice: L i a r
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Rabi/Lavi, Yu Kanda | Coppie: Rabi/Kanda
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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二 – “Andrà Bene”

 
Sentiva qualcuno parlare appena accanto alla porta socchiusa della stanza: era notte, non poteva essere già l’ora di misurare la pressione. Strizzò di nuovo gli occhi, stringendo appena il lenzuolo fra le mani – ma lui non aveva paura, la mamma glie lo diceva sempre che era un bimbo coraggioso – e aspettò che arrivasse il sonno. Arrivava sempre, anche se avrebbe preferito una ninna nanna, anche se era un bimbo coraggioso, lui…
“Yuu.”
Spalancò gli occhi ma mettendo a fuoco l’uomo che gli scuoteva una spalla si rilassò: era solo l’infermiere Edgar.
“Yuu, devi… – l’infermiere Edgar era un po’ bianco in volto, ma forse era solo per via della luna – dovresti venire con me. Alzati, per favore.”
Si mise seduto sul bordo del letto e fissò dubbioso la sedia a rotelle che l’uomo spingeva verso di lui; a cosa serviva? sapeva camminare benissimo. Senza chiedere nulla – era un po’ intontito, avrebbe voluto dormire… - fece ciò che gli veniva chiesto, sentendosi un po’ strano a venir spinto su quella sedia scomoda. L’infermiere Edgar aveva sorriso, comunque, quindi non c’era niente di diverso, niente di male.
“Non preoccuparti – gli sussurrava, e sembrava stesse piangendo, ma quando Yuu si voltò indietro aveva gli occhi asciutti – andrà bene.”
Lui non era preoccupato, e allora perché cercava di consolarlo? Andava tutto bene; le luci strane scorrevano sopra di lui e si riflettevano sul pavimento lucido e verde, e non sapeva dove stesse andando, ma l’ospedale era un posto sicuro, non gli sarebbe successo nulla di male. Il suo papà glie lo diceva sempre, quindi andava bene. Non aveva paura.
Poi era nell’ascensore tutto grigio, e poi in un altro corridoio, e poi in una stanza piena di luci, apparecchi strani e l’aria era fredda, sapeva di disinfettante, quello che non brucia.
C’erano un sacco di persone con un camice verde di carta e una mascherina sul volto, e l’infermiere lo fece stendere sul lettino che stava proprio al centro della stanza, ed era fastidioso sentirsi osservato da tutte quelle persone insieme.
“Tu sei Yuu Kanda, vero?” chiese qualcuno che gli dava le spalle, senza curarsi di guardarlo mentre annuiva; dall’altro lato gli stavano infilando un ago nel braccio, accanto a tutti gli altri buchetti che già aveva- ma se quella era una puntura come le altre, allora perché l’avevano portato lì? perché non era rimasto nella sua stanza?
“Perché non l’avete sedato?” sentì gridare da qualche parte, lontano.
“Esca subito fuori.” Una voce secca, cattiva.
Poi era solo dolore; non aveva avuto nessun avvertimento, e in un attimo gli faceva male dappertutto, e il suo corpo gli sembrava un unico pezzo di ghiaccio, e sicuramente si sarebbe spaccato, il più presto possibile.
E tutto, tutto veniva dall’ago ficcato nella pelle, e cercando di vincere gli spasmi del braccia e delle gambe e delle dita che si tendevano e si chiudevano e scalpitavano senza che lui riuscisse a fermarsi - e qualcuno urlava legatelo, presto - cercando di strapparsi via l’ago, cercando di urlare basta, all’improvviso non poteva più muoversi, e i polsi e le caviglie bloccate al lettino lo costringevano ad inarcare la schiena dal dolore, non vedeva più niente, stava morendo, esattamente come aveva visto morire la sua mamma, non era reale, non poteva esserlo, si sarebbe rotto in mille pezzi.
“Sedatelo! Dio mio, sedatelo, vi prego!”
Poi respirava di nuovo, e non era più tanto freddo. Poi, più nulla.
                                                                                                                          
 
 
“Yuu” ripeté di nuovo, premendo un po’ più forte del dovuto il polso per misurargli il battito “Yuu, io-”
“Mi chiamo Kanda” ribadì, testardo, senza guardarlo. L’aveva tradito. L’avevano tradito tutti, e non avrebbe pianto, se ne sarebbe andato via da lì. Subito.
“Mi dispiace tanto, Y- Kanda.” mormorò allora l’infermiere Edgar, e uscì senza far rumore.
Non avrebbe pianto. Era un bimbo forte, e non avrebbe mai e poi mai pianto.
Yuu affondò la faccia nel cuscino, lasciando andare tutta insieme l’aria che gli bruciava in gola, e singhiozzò forte, a lungo.
Voleva andarsene da lì, ma non c’era nessuno che sarebbe venuto a prenderlo.



































Note:
Per prima cosa vorrei ringraziarvi per le recensioni; davvero, non sapete quanto fate felice questo piccolo cuoricino di fanwriter >\\\<
Poi, uh, qualche dato sull'età di Kanda: in questo capitolo ha all'incirca 9 anni, mentre nel primo incontro con Lavi ne ha 11. I capitolo quindi non saranno disposti in ordine cronologico, ma uno sarà un ricordo di Kanda legato a Lavi, un'altro porterà avanti la trama.
@RebychanGrazie tantissimo per i complimenti *blush* Rendere partecipe il lettore dei sentimenti di Kanda è ciò a cui tengo di più. Spero di esserci riuscita anche stavolta! E ovviamente spero di finirla, ci tengo moltissimo a questa storia...spero che a voi faccia piacere leggerla quanto a me piace scriverla!<3
@matryoshka: Oddio, grazie! Sono felicissima che la storia ti abbia coinvolta <3 In effetti la trama nella mia testa è nata nel luglio/agosto 2009, quando del passato di Kanda non si sapeva praticamente nulla! Dopo le ultime night ho riflettuto a lungo, non sapevo se inserire o meno Alma...alla fine ho deciso di buttare giù l'idea originale, perché volevo appunto conservare l'ispirazione che avevo all'inizio... Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo!

Grazie ancora a tutti quelli che hanno messo la storia nelle preferite e nelle seguite, davvero!
L i a r
  
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