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Autore: Miss_Slytherin    29/12/2010    15 recensioni
"Lilian Luna Potter, diversa dagli altri Potter. Fredda, crudele, insensibile, apparentemente senza cuore. Questa è la sua storia, la storia di un Giglio che non è un Giglio, non è puro, non è innocente". Dal primo capitolo: "...vedo ambizione, desiderio di gloria…intelligenza anche…poi…uno spiccato senso di autoconservazione…e se non mi sbaglio quella dovrebbe essere una punta di cattiveria mista ad astuzia…".
Genere: Generale, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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           CAPITOLO 38

                                                             Per voi

 

 

-Come stai?-

In un primo momento, Glorya Zabini attribuì il fatto di aver sentito la sua voce alla febbre. Sì, decisamente era colpa della temperatura altissima, che le provocava allucinazioni uditive piuttosto realistiche.

-Glorya? Mi senti?-

Un Liam Mackenzie piuttosto preoccupato guardava con occhi ansiosi Glorya Zabini che, adagiata fra le mille coperte che l’infermiere Hilton le aveva procurato, sembrava caduta in un coma profondo. Solo quando un occhio nocciola velato a causa della febbre fece capolino dall’ammasso di trapunte, Liam si convinse che dopotutto non era in coma.

Si sentì sollevato e subito dopo tremendamente in colpa. Insomma, aveva troncato qualsiasi cosa ci fosse stata –e c’era ancora- fra lui e Glorya e adesso non aveva alcun diritto di precipitarsi al suo capezzale con lo stomaco stretto dalla paura al pensiero che potesse esserle successo qualcosa di grave. Ma la verità era che, lupo mannaro o meno, non appena aveva sentito Lily Potter aggiornare Cassiopea Malfoy sulle condizioni della Zabini, non aveva potuto fare a meno di correre in infermeria.

-Mi sento come una che è stata appena torturata con un tritacarne gigante- rispose Glorya, richiudendo l’occhio che aveva aperto con tanta fatica.

-Non dev’essere piacevole- commentò Liam con un lieve sorriso.

Tra loro cadde un silenzio imbarazzante. Glorya dal canto suo sentiva di non avere neanche la forza per respirare, talmente era malmessa, mentre Liam, divorato da assurdi e quanto mai insensati sensi di colpa, si fissava le mani non sapendo dove altro guardare.

-Liam…non fraintendermi ma…perché sei qui?- chiese alla fine la Zabini con delicatezza, riaprendo gli occhi. Non che non fosse contenta, ma la presenza di Liam la destabilizzava non poco.

-Ecco…non lo so- ammise infine il Corvonero, in un sussurro.

-Tu sai che non si può andare avanti così…che io non posso andare avanti così- gli fece notare Glorya, cercando di trasmettergli con quelle poche parole tutto il dolore che la lontananza da lui le causava.

A togliere d’impiccio Liam fu l’arrivo burrascoso di Derek Zabini che, accompagnato da una Rose piuttosto imbarazzata, fece letteralmente irruzione in infermeria.

-Glorya!!! Cosa ti è successo?? Cos’hai?? Vuoi che avvisi…Blaise?- le domandò a raffica il fratello, con appena un cenno di incertezza nel pronunciare il nome del padre.

-No, Derek, tranquillizzati…sto bene. Cioè, se avere quaranta di febbre, una tosse fastidiosissima e un raffreddore da pinguino possa essere considerato star bene- rispose Glorya con un filo di voce, restia a rinunciare alla sua ironia made-in-Slytherin. Poi, posando con interesse gli occhi su Rose, chiese, con la sua solita educata eleganza:

-A cosa devo la visita di ehm…Rose?-

La Weasley si guardò le orribili (a detta di Glorya) scarpe color puzzola imbarazzatissima e, dato che non sembrava voler rispondere alla domanda postale, Derek intervenne al posto suo:

-Mi stava aiutando con dei compiti assegnati al nostro gruppo, prima che venissi a sapere che ti avevano portato qui- disse, non senza una certa timidezza.

-Capisco- fu l’unica parola che Glorya disse, e forse capiva davvero. Anche se forse non c’era molto da capire, a giudicare dal modo in cui suo fratello e la Weasley si guardavano di sottecchi.

-Beh, io andrei…ciao, Glorya- si defilò Liam, che aveva ancora in mente l’ultima frase della Zabini; lei non lo degnò di risposta.

-Derek…sarebbe meglio che anch’io andassi, credo che fra poco arriveranno gli altri amici di ehm…tua sorella- esordì Rose, alludendo a sua cugina &company. Non ebbe neanche il tempo di finire la frase che Lily Potter, fumante di rabbia repressa, Cassiopea Sofia Malfoy, se possibile ancora più incazzata dell’amica, Scorpius Malfoy con un ghigno che la diceva lunga, Edward Nott, venuto a far visita alla sua vecchia amica nonostante rischiasse il pestaggio da più di una persona e suo fratello Thomas, con fidi compari al seguito, fecero il loro rumoroso ingresso.

 

 

-Glorya!!! Hai un aspetto orribile!- esclamò Cassiopea Sofia Malfoy, in parte perché ancora incazzata ferocemente, in parte perché non sapeva come esternare la preoccupazione per la salute della sua amica.

-Grazie Cassiopea, tu sì che sai come risollevare il morale della gente- replicò Glorya piccata, ma con un sorriso nascosto agli angoli delle labbra. Avrebbe voluto chiedere alla Malfoy come fosse andato il tanto segreto appuntamento, ma qualcosa nella postura e nelle sopracciglia contratte della biondina le diceva che sarebbe stato meglio rimandare la questione ad un altro momento.

Lilian Luna Potter, al contrario, fissava irrigidita sua cugina Rose Weasley, che tentava inutilmente di nascondere la sua presenza. La fissò per un lungo momento, gli occhi gelidi puntati sulla sua figura poco attraente, prima di dire:

-A cosa dobbiamo l’onore di averti qui, Rose?-

Rose continuò a fissarsi le scarpe, non sapendo cosa ribattere. Sapeva che quel momento sarebbe arrivato. Sapeva che Lily l’avrebbe fatta sentire a dir poco a disagio, come era sempre riuscita a fare negli ultimi dieci anni. Sapeva che avrebbe voluto scavarsi una buca e rimanervi sepolta viva, eppure non sapeva cosa dire. Generalmente Rose era una persona coraggiosa, dalla battuta spesso sarcastica pronta, ma era come se una gigantesca palla di piombo le si fosse bloccata in gola impedendole di parlare.

Fu allora che Derek Zabini decise di scatenare l’Apocalisse.

-Lei è con me- annunciò, sollevando fiero il mento.

-LEI È CON TE?!?!??!- esclamarono contemporaneamente Lily, Scorpius, Edward, Cassiopea e Glorya, con le mandibole in piena caduta libera verso il pavimento.

-Non starai dicendo che…- iniziò Scorpius sospettoso.

-…è lei la ragazza per la quale…- continuò Edward, completando la frase dell’amico come non faceva da quando si erano quasi ammazzati di botte, -hai completamente perso la testa?!?!?!?-

Derek rimase in silenzio, senza smettere di guardarli negli occhi.

-Dimmi che stai scherzando- affermò serio Scorpius, ma Derek scosse la testa.

-Andiamo Derek! È Rose Weasley, la Secchia, la Sciatta, il Mostro...insomma, l’abbiamo presa per il culo per sette anni!!!!- rincarò Edward, senza preoccuparsi minimamente di offendere Rose, che dal canto suo non osò fiatare.

Cassiopea scoppiò improvvisamente a ridere, con la sua tipica risata fredda e cinica.

-Con tutte le ragazze che potevi scegliere…proprio una Weasley, Babbanofila e Sangue Sporco??- chiese.

A quel punto fu il turno di Rose, che odiava la Malfoy con tutta sé stessa, più di qualsiasi altra persona al mondo, di ribattere:

-Parli bene tu Malfoy!!! Ma oggi non sei forse uscita con Burke?-

Cassiopea sbiancò. Non pensava di essere stata vista, e quella stronza della Weasley sapeva bene come avrebbe reagito suo fratello!

-Tu cosa?- chiese infatti Scorpius, sentendo le viscere congelarsi, mentre fissava sua sorella.

-Io…- esordì incerta, mentre Rose sorrideva trionfante, e Derek sentiva montare la collera verso i suoi amici. Come facevano a non capire quanto contasse Rose per lui? Era più importante la sua felicità o degli stupidi pregiudizi?

-Stai dicendo che sei davvero uscita con quel maledetto bastardo Grifondoro?- insistette Scorpius, anche se la risposta alla sua domanda era scritta sul volto di Cassiopea.

-In realtà sì- ammise infine la Malfoy, conscia che mentire non sarebbe servito a nulla.

Nella stanza scese il gelo.

Scorpius non riusciva a distogliere lo sguardo disgustato dalla sorella, Edward continuava a spostare gli occhi da Derek a Rose non riuscendo ancora a capacitarsi di quanto aveva appena appreso, Thomas &company si godevano lo spettacolo con identici ghigni sarcastici stampati in faccia e Glorya fissava Lily, pur sapendo che cosa avrebbe letto sul viso dell’amica.

Lily era pietrificata, il volto scolpito nel marmo. Cassiopea era uscita con Shane Burke e non le aveva detto niente. Sentì che qualcosa le si spezzava dentro.

Senza fiatare, voltò le spalle e uscì dall’infermeria.

Scorpius attese un attimo, ma poi, temendo di esplodere letteralmente, la seguì fuori.

Cassiopea li seguì con gli occhi e mosse impercettibilmente la mano, come per trattenerli: resasi conto del suo gesto, e sentendo lacrime agli occhi, corse fuori dalla stanza.

-Credo sia meglio andare…- sussurrò Thomas agli amici, che annuirono e salutarono Glorya augurandole una pronta guarigione, prima di defilarsi a loro volta.

-Passo a trovarti più tardi- disse Derek scombussolato alla sorella, che annuì; le baciò delicatamente la fronte e se ne andò in silenzio, seguito da Rose che non osava guardare la Zabini.

-Credo sia meglio…- iniziò a dire Edward, rimasto solo con la malata.

-Sì- sospirò Glorya, con l’umore sotto terra. Stava male, vedere Liam le aveva fatto a pezzi il cuore e le sue due migliori amiche avevano appena silenziosamente litigato: aveva decisamente bisogno di stare sola.

 

*****

 

-Smettila di seguirmi- disse Lily continuando a camminare spedita, non sapendo dove stava andando.

-E tu smettila di correre- ribatté Scorpius, tentando di affiancarla.

-Cosa accidenti vuoi Malfoy eh? Posso sapere cosa diavolo vuoi dalla mia vita?- perse il controllo Lily, fermandosi e voltandosi a fronteggiarlo. Era sconvolta, e si vedeva: aveva le guance chiazzate di rosso e gli occhi lucidi, la consueta compostezza frantumata ai suoi piedi.

Scorpius non rispose, intuendo che la rossa stava per esplodere. Ed infatti Lilian riprese a parlare, senza aspettare una sua replica.

-TU hai baciato Marìkaa Stewart sotto i miei occhi stamattina, le hai ficcato la tua maledettissima lingua in bocca e poi sei venuto ad interrompere me ed Ethan! E fai il geloso, ti comporti come se io fossi una tua proprietà! Ma chi credi di essere, eh? Pensi di essere Dio? Il Dio del sesso magari? Beh ti sbagli!- urlò furiosa come lui non l’aveva mai vista, -non ce l’hai solo tu sai? Ed io sono stanca di te, stanca delle tue stupidissime proposte indecenti, stanca di non capire che cosa diavolo mi fai, stanca di tutto! E tua sorella, lei…lei…lei non si fida di me, ed io sono una stronza senza cuore che se ne sta qui in corridoio a gridare contro…contro…oh Dio…- terminò esausta, lasciandosi scivolare contro la parete. Due lacrime le rigarono il viso.

Scorpius si aspettava di tutto, compreso il monologo furioso e pressoché privo di connessioni logiche, ma non quello. Non si aspettava di veder crollare Lily in quel modo, non lei.

Non sapendo bene cosa fare, si sedette accanto alla ragazza, la schiena contro il freddo muro di pietra ed una mano che le scostava i boccoli dal viso. Le due lacrime solitarie si erano trasformate in un pianto convulso, con tanto di singhiozzi a scuoterla, e lei non sembrava in grado di smettere.

Aveva appena messo insieme due parole che potessero consolarla, quando udì in lontananza le allegre voci degli studenti di ritorno dalla gita fuori porta. Senza pensarci su due volte, passò un braccio sotto le ginocchia di Lily e l’altro intorno alle sue spalle, e se la caricò addosso.

Prendendo un corridoio secondario e solitamente deserto, la portò nella sua stanza, dove la mise sul letto e chiuse la porta a chiave. Se c’era qualcosa che poteva fare per lei, era evitare che la sua reputazione andasse a puttane.

Lily si rannicchiò in posizione fetale, come se sentisse freddo e si asciugò piano le guance bagnate. Si sentiva svuotata e stranamente leggera e si domandò da quanto tempo non piangeva.

-Cassiopea ha deluso anche me- esordì infine Scorpius, andando a sedersi accanto a lei.

Lily annuì, non sapendo cos’altro dire. Stranamente non provava vergogna, nel trovarsi lì, in quella camera, con gli occhi gonfi per il pianto e il mascara colato. In quel momento, era una normalissima, dannatissima quindicenne che provava per la prima volta i tumulti e gli sconvolgimenti dell’adolescenza.

 

 *****

 

-Ma vi rendete conto?! Mi ha baciata!!! Scorpius Malfoy mi ha baciata!!! Ha baciato me!!!- trillò per l’ennesima volta Marìkaa Stewart, al settimo cielo.

-Si ce ne stiamo rendendo conto, sarà almeno la centocinquantesima volta che lo ripeti da stamattina!- le rispose Rose, un po’ più acida del solito, forse per quanto era accaduto in infermeria.

-E non lo trovi fantastico? Cioè, capita una sola volta nella vita!!!- insistette Marìkaa, attorcigliandosi felice un ricciolo castano intorno al dito.

Lei, Molly e Rose  erano nella loro stanza, le prime due appena rientrate da San Francisco, la terza vi si era rinchiusa a pensare dopo aver salutato Derek. Stranamente mancava Albus, ed infatti Marìkaa, dimentica per un momento della sua straordinaria esperienza domandò:

-Ma Albus?-

Molly fece spallucce:

-Non saprei- rispose, anche se in realtà sapeva benissimo dove fosse Albus: rinchiuso in camera sua a chiedersi come diavolo era potuto accadere il bacio fra Marìkaa e Scorpius. Insomma, sembrava che il piano di Lily stesse riuscendo alla grande ed anche se l’americana non era caduta immediatamente fra le sue braccia alla vista del bacio fra sua sorella e il biondastro non significava che non provava nulla per lui, no?

-Non lo vedo da stamattina, in effetti- aggiunse Rose, pensierosa, mentre si infilava un paio di vecchi pantaloni della tuta per stare più comoda.

-Sarà meglio che vada a cercarlo- disse Marìkaa, l’umore un po’ meno gioioso.

Alla fine trovare Albus non fu difficile: si trovavano in una scuola che non conoscevano bene ed anche se il secondogenito dei Potter aveva un ottimo senso dell’orientamento non si arrischiava mai troppo a girovagare per il college; l’americana lo scovò nella sua stanza, intento a studiare qualcosa.

-Ehi- gli sorrise, sedendosi sul suo letto; gli altri suoi compagni evidentemente non erano ancora rientrati dalla gita.

-Ehi- ribatté lui, tetro. Solo guardandola in volto, gli tornava in mente l’immagine di lei che baciava Malfoy.

-Va tutto bene?- gli domandò Marìkaa, accorgendosi che qualcosa non andava.

-Come no, va tutto alla grande- rispose Albus, tornando alla sua pergamena.

-Non sembrerebbe- osservò la Corvonero, cercando di non sembrare troppo insistente-

-E perché non dovrei star bene?- chiese Albus, sempre senza guardarla.

-Non saprei…dimmelo tu-.

Marìkaa conosceva ormai bene il suo migliore amico, e quegli occhi verdi non gliela raccontavano giusta.

Dopo un lungo attimo di silenzio, Albus infine alzò lo sguardo su di lei, chiedendosi cosa dirle. Per un attimo fu tentato di dirle la verità, di confessarle i suoi sentimenti; al pensiero del certo rifiuto cambiò idea.

-Ecco, c’è una ragazza che mi piace…- disse infine, optando per una mezza verità.

-Oh! Sapevo che c’entrava una fanciulla!- esclamò Marìkaa, sollevata; temeva di essere lei, per qualche strana ragione, la causa della tristezza di Albus.

-Già, peccato che non ricambi il mio interesse- replicò lui, fissandosi le mani, per non mostrarle gli occhi.

-Ma solo una scema potrebbe non interessarsi a te!- affermò Marìkaa, sbalordita.

Una scema o una ragazza innamorata di uno stronzo, pensò Albus, senza avere il coraggio di pronunciare quelle parole ad alta voce.

-A quanto sembra mi vede solo come un amico- disse invece.

-Andiamo, allora è proprio cieca!-

-Già- confermò lui e nonostante la tristezza, fece un piccolo sorriso. Se Marìkaa avesse saputo che era proprio lei la ragazza in questione…

-Dai, cerca di non pensarci e vieni di là con me!  Io e Molly abbiamo comprato un sacco di schifezze da mangiare e non abbiamo proprio idea di che cosa siano…magari tu puoi darci una mano- gli disse poi, cercando di risollevargli il morale.

-Ma sì, andiamo a spararci il colesterolo a mille…- annuì Albus e, aprendole la porta per farla uscire prima di lui, non poté trattenersi dallo sfiorarle una mano.

I corridoi del college erano ora piuttosto affollati e i due amici ebbero non poca difficoltà a farsi spazio. Il caso volle che passassero accanto a Melissa Summers e Isabelle Blackwell che, ferme nel bel mezzo della ressa intralciavano il passaggio; erano infatti intente a divulgare l’ennesimo pettegolezzo ad una folla di ochette ovviamente interessate.

-Sì, e con la Weasley c’era anche Derek, Derek Zabini!- stava dicendo la Blackwell, distrutta al pensiero del suo unico amore che baciava quella sfigata di Rose.

-Weasley?- chiese Albus perplesso e, per la prima volta in sette anni rivolse parola alle due Slytherin:

-Di chi state parlando?- chiese, piuttosto sospettoso.

-Ma come, Potterino, non lo sai che tua cugina sta con il nostro amato Derek?- gli rispose la Summers, a metà fra il dispettoso, l’incredulo e il maligno.

-Stai scherzando spero!- esclamò Albus, assolutamente sbalordito; dal canto suo Marìkaa si chiedeva come la storia fra Rose e Derek potesse essere stata scoperta.

-E credi che scherzerei mai su una cosa del genere?- intervenne Isabelle, il cui eterno amore per Derek era noto persino al Grifondoro. Senza risponderle, Albus voltò loro le spalle, dirigendosi a passo di marcia verso la stanza delle cugine. Una volta che l’ebbe raggiunta, spalancò la porta, fissò trucemente Rose e dichiarò:

-Io e te dobbiamo proprio fare due chiacchiere!-

 

Angolo Autrice:

 

Salve a tutti. So che è passato un bel po’ di tempo da quando ho pubblicato il mio ultimo (spero) avviso e che molti di voi si saranno dimenticati di me. Non ho parole per ringraziare le 38 meravigliose persone che, con le loro parole, hanno cercato (e vi assicuro che ci siete riuscite) di starmi vicino in un momento così difficile. Se oggi sto pubblicando questo capitolo, è esclusivamente merito vostro. Magari non è quello che vi aspettavate (anzi, sicuramente non lo è) ma, per quello che può valere, è interamente dedicato a voi, che mi avete sostenuto, incoraggiato, spronato. Il titolo, che non c’entra nulla con la storia, si riferisce proprio a voi, che avete fatto sì che Poisonous Lily continuasse. Grazie di cuore e buona lettura, mie meravigliose lettrici.

 

Con affetto, Miss_Slytherin

  
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