Crossover
Segui la storia  |       
Autore: Orfeo della Lira 2    29/12/2010    3 recensioni
Un colpo di stato. Un principe in fuga. Un'Organizzazione misteriosa. Una guerra all'orizzonte. L'oscurità più buia. Nel buio, la speranza. Saprà Eldolas rispondere alla minaccia dell'oscurità?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Anime/Manga, Film, Libri, Videogiochi
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
@Nyxenhaal89: Ma povero piccolo Zelgy, perché nessuno lo capisce? Grazie della recensione!
@Cipotta91: Non ti preoccupare, ma chere, il tempo è tiranno^^ Ma povero piccolo Gany, perché nessuno lo capisce? Grazie anche a te, per i baci e la recensione!
@Anonimo9987465: Bene, sappiamo la storia del fail, e per l’Hack ‘n’ Slash, ti posso dire che non era richiesto dalla trama, e mica mi chiamo Rowling, io! E poi, beh, se non combatti vieni annichilito, se combatti e ‘vinci’ te la cavi con le ossa rotte u.u

Ed ora, mesdames et messieurs(sì, il mio francese è pessimo), il capitolo 10, dopo un abomino di tempo!

Capitolo 10: Per Renais

Ephraim volse di nuovo lo sguardo verso l’enorme macchia nera. Stava quasi tremando, non per la paura di dover affrontare quelle creature, ma per il pesante fardello che doveva portarsi sulle spalle: non poteva perdere. Perdere la battaglia significava perdere la libertà. Una libertà secolare: mai Renais l’aveva persa, dal giorno della sua fondazione, subito dopo la fine dello Sterminio, a voler indicare che dopo quel sanguinoso conflitto, ci sarebbe stata una rinascita – da lì il nome della città. Perdere la libertà, secondo Ephraim, era peggio della morte. Si ritrovò a pensare che fosse l’esatta copia di suo padre: da piccolo lo ascoltava sempre a bocca aperta, quando parlava di libertà e onore, voleva diventare come lui. E lo era diventato.
O meglio, quasi pensò.
Si voltò verso i soldati. Stavano aspettando il discorso del loro re, per essere rinfrancati, perché loro avevano paura di perdere la loro libertà, come il loro re. Ephraim rivolse lo sguardo verso Marth e Eirika. Annuirono, sorridendo.
Diede di nuovo un fugace sguardo all’esercito nemico, poi tornò con lo sguardo sulla folla.
Odio queste cose pensò.
“Figli di Renais!” gridò “Oggi siamo chiamati in causa, ognuno di noi, a combattere per ciò che ci sta più a cuore, per le nostre vite, per le nostre famiglie, per la nostra LIBERTÀ.” Si fermò ad osservare di nuovo la macchia nera “Non abbiate timore di morire per Renais! Perché fin quando anche un solo uomo rimarrà a combattere per essa, Renais non perderà la propria libertà! In alto le spade, in alto gli scudi! Renais non cadrà oggi, non cadrà domani, non cadrà mai!”
I soldati levarono le loro armi al cielo, gridando.
Non sarò mai un abile oratore pensò Ephraim.
La massa nera iniziò a caricare, quasi non aspettasse altro che la fine del discorso del giovane re.
“Innes!”urlò Marth.
Il principe di Frelia sorrise. Prese una freccia dalla faretra e la incoccò. L’arco sacro, Nidhogg, sembrava fremere dall’eccitazione. L’arma era composta da due serpenti scolpiti nel legno che scendevano fino a mordere le radici di un ceppo. Tese la corda, imitato dagli altri arcieri, e mirò la prima linea. Lasciò la presa, e il dardo volò a velocità folle contro i nemici, imitato da quelli degli altri arcieri, falciando la prima fila di nemici.
“Tirate!” gridò divertito Innes “Tirate a volontà! Ephraim!” si rivolse all’amico “ La scommesa è ancora valida!”
Ephraim sorrise, prima di scendere insieme agli altri soldati al cancello.
Non diede troppo peso alle parole del principe di Frelia, infatti era turbato: il nemico stava caricando a testa bassa, non c’erano baliste o catapulte in vista; possibile che contassero solo sulla forza degli Heartless, per vincere l’assedio? Davvero non avevano una strategia? Jiol e Ganondorf davvero erano così imprudenti?
“Qualcosa non torna” disse a bassa voce, rivolto più a se stesso che agli altri. Poi ricordò.
“Eirika! Le segrete!”
“Cosa?” rispose lei.
“Le segrete! Potrebbero pianificare un attacco dal basso e prenderci tra due fuochi! Eirika, Seth, Marth, prendete una guarnigione, scendete nelle segrete e fate franare il passaggio, sperando che non stiano già entrando.”
I quattro si staccarono dall’esercito di testa, prendendo con loro un gruppo di soldati, e si diressero verso il castello. Ephraim salì sul suo cavallo, in attesa che i nemici fossero abbastanza vicini al portone, in modo da poter caricare senza per questo essere troppo lontani dalla città, nel caso in cui le sue intuizioni fossero state giuste. La pioggia di frecce continuava a mietere vittime, ma il numero degli assalitori permetteva un costante avvicinamento alle mura. Alcuni Heartless portavano delle scale.
“Carica!” gridò Ephraim, notando che gli Heartless erano a portata.
I cavalieri di Renais si scontrarono contro la prima linea dei nemici, respingendoli indietro, seguiti dai fanti che provvedevano ad ammazzare i superstiti. Ephraim affondava la sua lancia nelle carni di molti nemici, prima che sentisse un rumore secco. Un’arma da fuoco. La pallottola colpì il cavallo, che cadde a terra, proiettando il giovane in avanti. Si rimise in piedi con una capriola e prese la spada di un cavaliere morto, vibrandola contro i nemici vicini, mentre con la lancia si occupava di quelli più lontani. Lo scudo lo aveva perso quando era stato disarcionato, dunque non poteva essere colpito. Ingaggiò una lotta tremenda contro molti nemici, ammazzandoli tutti, fin quando uno di essi non riuscì a superare la sua guardia. Per sua fortuna fu salvato da una freccia scoccata da Innes. Avanzò ancora nel bel mezzo della battaglia, supportato dai suoi soldati, finché un pugno in pieno volto lo gettò a terra. Si portò la mano al naso, cercando di attutire il dolore, e alzò lo sguardo. Davanti a lui, torreggiava Ganondorf, che lo guardava divertito. Il gigante gli fece un cenno con la testa, e Ephraim si voltò verso il castello: stava bruciando.
“No…” Mormorò.
Ganondorf rise. Una risata roca e buia come le tenebre. Una rabbia mai provata prima si impossessò di Ephraim. In quel momento, avrebbe voluto bruciare Ganondorf, così come ora il castello di Renais era in fiamme. E, quasi ad esaudire quel proposito di vendetta, Siegmund si incendiò, e il re di Renais la puntò contro Ganondorf.
“Incontrerai qui la tua morte.” Sibilò il giovane contro il gigante.
“Oh, no” disse quello, mellifluo, sguainando la sua terribile arma “Tu non puoi uccidermi.”
“Lo vedremo.”

“Seth! Stai bene?”
Seth aprì gli occhi, ancora intontito. Ephraim ci aveva visto giusto: numerosi gruppi di Heartless stavano risalendo attraverso le segrete. Avevano provato a far crollare l’ingresso, ma la forza di tutti quegli Heartless aveva ripulito la via dalle macerie, rendendo il tentativo vano. Per salvare Eirika, Seth si era messo un mezzo quando i massi erano stati letteralmente ‘risparati’ dentro la stanza, ed ora ad opporsi agli Heartless, che stavano mettendo il castello a ferro e fuoco, rimanevano solo quella quarantina di uomini, compresi Seth, Eirika e Marth. Il cavaliere si rimise in piedi, aiutato da Marth, prendendo la sua lancia. Gli Heartless lanciavano di tanto in tanto delle grida da far accapponare la pelle, seminando il disagio tra i soldati. Marth fu il primo ad ingaggiare il nemico, tagliando di netto la testa ad un Heartless. I soldati ripresero coraggio e li caricarono urlando, mentre Seth e Eirika uccidevano quelli che ancora entravano dal passaggio segreto.
Ironico si ritrovò a pensare Seth Quello che dovrebbe essere un passaggio di salvezza, ora potrebbe essere la nostra più grande rovina
Marth continuò a mietere vittime con la sua Falchion, ma attorno a lui i soldati cadevano come mosche, nonostante un manipolo di circa dieci soldati continuava ad uccidere i nemici quasi senza problemi. In poco tempo la sala fu quasi sgombra dagli Heartless, finché Seth e Eirika vennero proiettati dentro la stanza. Il volto di Marth divenne una maschera d’odio: davanti a lui, bardato in una pesante corazza rossa, c’era l’uomo che aveva distrutto la sua vita.
“Jiol!”urlò, in preda alla collera.
L’uomo indossò il suo elmo, e si mise in posizione di guardia con la sua lancia.
“Non interferite” sibilò Marth “Questa è una questione personale.”
Estrasse Falchion dal corpo dell’Heartless appena ucciso, che scomparve in uno sbuffo di fumo nero.
Il giovane puntò la sua arma contro il re di Gra.
“Questa è la tua fine.”

“Buttate giù quelle scale!”
Innes gridava ordini a destra e sinistra: gli Heartless erano riusciti a piazzare le scale sulle mura e si erano arrampicati fin sui bastioni. Gli arcieri avevano dovuto smettere di dare supporto ai soldati con le loro frecce e stavano tentando disperatamente di respingere l’assalto alle mura. Innes diede un calcio ad in Heartless che stava tentando di salire, spingendo di sotto la scala, schiacciando numerosi Heartless. Prese una spada dal cadavere di un soldato, e colpì con un fendente un Heartless, mentre diede un pugno ad un altro, gettandolo di sotto. Diede uno sguardo alla situazione dei soldati davanti il cancello: l’intervento del gruppo di Hector, Eliwood, Lyndis e Pent non aveva migliorato la situazione; infatti, i soldati di Renais stavano venendo ricacciati dentro le mura.
“Cazzo, ci serve un miracolo.” Bisbigliò, trapassando il collo di un nemico.

Ephraim attaccò con un affondo, che venne facilmente parato, abbassando la spada, lasciandolo così scoperto per il pugno di Ganondorf, che lo fece barcollare all’indietro; si riprese in tempo per schivare un colpo di spada. Il re passò all’offensiva con un calcio al ginocchio del nemico, che si piegò a destra, ed in seguito cercò di affondare Siegmund nel collo del re di Hyrule, ma la punta della lancia venne bloccata con il piatto della spada dei Saggi. Ganondorf tirò un calcio al petto di Ephraim che gli mozzò il fiato e lo fece ruzzolare per qualche metro. Il giovane re si rimise in piedi tossendo e sputando sangue, cercando di colpire il gigantesco essere con un colpo di taglio, ma Ganondorf piegò il collo indietro, rendendo l’attacco vano, e gettando a terra il principe spingendolo.
“Te l’ho già detto” disse, sollevando la spada “Tu non mi puoi uccidere.”
Una goccia di sangue cadde sul viso di Ephraim. Conficcata nella mano del re di Hyrule c’era una freccia luminosa.
“Lui no” disse Zelda “Ma noi sì.”
Link e Zelda scesero da cavallo, confrontandosi con il loro acerrimo nemico. Sul dorso delle loro mani, si vedeva, brillante, il simbolo della Triforza.
“VOI!” Tuonò Ganondorf “OGGI FINALMENTE VI VEDRÒ SOCCOMBERE AI MIEI PIEDI!”
“Sono quasi quattro secoli che cerchiamo di ammazzarci a vicenda.” Disse Link “Sarà una gioia liberarci della tua presenza, una volta per tutte.”
Link si mise in posizione di difesa, mentre Zelda incoccava un’altra freccia.
“Re di Renais, la guerra non è ancora finita.” Disse Zelda.
Ephraim annuì, riunendosi ai suoi soldati, che stavano venendo ricacciati indietro.
“È tempo di finirla” disse Ganondorf.

Marth attaccò il nemico con un fendente, che tuttavia non riuscì a oltrepassare la spessa corazza di Jiol. L’unica parte non coperta dall’armatura era il collo, ma Jiol non era un avversario che si faceva sorprendere: il principe di Altea doveva crearsi un apertura. Il ragazzo saltò all’indietro schivando un colpo di lancia, poi con una finta si portò alla sinistra di Jiol, provando a colpirgli il collo. Jiol ruotò, colpendo Marth con una gomitata e mandandolo a terra.
“Così non si va da nessuna parte” disse il tiranno, provando un affondo.
Il principe scansò la lancia. L’occasione era arrivata.
Bloccò l’arma del nemico a terra con un piede e saltò contro Jiol, che provò a difendersi con un pugno; tuttavia, il giovane principe fu più veloce e piantò Falchion nel suo collo. Marth cadde a terra, ma si rialzò subito.
“Questo è per mio la mia famiglia!” gridò.
L’aveva finalmente vendicata.

Zelda scoccò una delle sue frecce contro Ganondorf, che la evitò senza fatica. Link ne approfittò per portarsi dietro di lui, e lo colpì con forza, aprendogli una profonda ferita. Il re di Hyrule ruggì di dolore, dando un manrovescio all’eroe del Tempo, mandandolo a tappeto. Si girò verso la principessa, ma prima che potesse fare qualcosa, Link lo placcò, gettandolo a terra, e gli diede un pugno in faccia. Ganondorf se lo scrollò di dosso, e sollevò la sua enorme spada, parando la freccia di luce che Zelda gli aveva scagliato contro, poi provò a calarla su di Link, incontrando la resistenza del suo scudo. L’eroe spinse via Ganondorf, rialzandosi in piedi, ingaggiando un duello a colpi di spada con il re di Hyrule. Con una finta, Ganondorf entrò nella guardia di Link, mandandolo a terra con un montante, poi si rivolse verso Zelda, che gettò a terra con un pugno, ma per la seconda volta fu placcato da Link. Ganondorf rotolò per mettere un po’ di distanza tra lui e l’eroe, per poi partire di nuovo alla carica, incrociando di nuovo le spade. Mettendo più forza, il re di Hyrule fece perdere l’equilibrio all’eroe del Tempo, ma così facendo Link riuscì a passare la guardia del gigante e a infilzargli la spada in pieno petto, mentre una freccia di luce lo colpiva all’altezza del cuore.
“Abbiamo vinto noi.” Commentò Link, togliendo la Master Sword dal corpo di Ganondorf.
“Link! Renais sta cadendo!”
“No.” Disse, sorridendo “Arriva la cavalleria.”
Raust era arrivata.

In poco più di mezz’ora, la situazione si era ribaltata: grazie all’arrivo di Raust, i soldati di Renais avevano riacquisito vigore, e avevano letteralmente schiacciato gli Heartless. Altro tempo era passato, e la notte era giunta, stendendo il suo freddo velo sulla piana antistante Renais, coperta di cadaveri.
Ganondorf era ormai in attesa della morte, quando un varco oscuro apparve davanti ai suoi occhi.
“Tu…”
“Ti sei comportato bene. Un’ottima pedina.”
“Pedina?”
“Non sei mai stato altro che una pedina nelle nostre mani.”
“Tu… Bastardo.”
“Non sprecare fiato. Non ho un cuore per potermi offendere.”
Si sedette accanto a lui.
“Il grande e temuto re dell’Oscurità, nient’altro che un burattino nelle mani di noi Nessuno. Suona come qualcosa di ironico, non credi?”
“Cosa vuoi fare di me, Xaldin?”
Il Nessuno gli indicò il dorso della mano.
“Tu hai qualcosa che ci serve. E che ci appartiene.”
“Ah…”
“È inutile tentare di spiegarti, non capiresti mai.”
In un attimo, un piccolo turbine di sabbia prese a roteare, e da esso saltò in cielo una lunga lancia azzurro metallizzato, le cui estremità erano modellate per sembrare un drago stilizzato. Xaldin la afferrò al volo, roteandola in mano per qualche volta.
“Voi umani siete imperfetti. Siete schiavi delle vostre emozioni, basta promettervi il potere e siete talmente stupidi da accettare, anche se il patto viene fatto col demonio in persona.”
Si alzò in piedi.
“Addio.”
Lo infilzò con la lancia, mentre la Triforza usciva dal suo corpo. Il Nessuno la prese in mano, scomparendo nel varco oscuro dal quale era apparso.

Riapparve seduto sul suo trono. Tutti e tredici i posti ora erano occupati. Il numero I alzò al cielo le braccia.
“Le chiavi si sono risvegliate.” Annunciò.

Note dell’autore:

Fine parte uno, yeeeeeeeeeeee * Balla la danza della vittoria * Ringrazio di cuore tutti quei coraggiosi che si sono avventurati fin qui, alla fine di questo obbrobrio^^

Ne approfitto per fargli gli auguri di buon anno, sperando che questo 2011 non abbia nulla da spartire con questa ciofeca di 2010.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: Orfeo della Lira 2