Avresti messo la tua vita nelle sue mani.
Non ci avresti pensato nemmeno mezzo secondo prima di sacrificare la tua vita per la sua.
E ora eccoti lì,su quel letto,rannicchiata su te stessa,brilla e con le lacrime che scendono come un fiume in piena.
In un certo senso la tua vita è andata distrutta esattamente come se l’avessi sacrificata per lui,con l’unica pecca che sei ammaccata,ma viva. Lui è stata l’arma letale.
Vorresti prenderlo a sberle,vorresti usarlo come sacco da boxe e nello stesso tempo sputargli addosso quanto gli vuoi bene,quanto tu gli sia grata.
Perché tu,nonostante tutto il male che ti ha fatto e continua a farti per egoismo,gli vuoi un bene dell’anima.
“Come si fa a non voler bene a un tenero ragazzo che si atteggia a uomo navigato e con gli occhi più espressivi e belli che tu abbia mai visto?” ti chiedi.
Gli hai detto di non tornare più.
A lui fa male tornare e convivere con quello che ti ha fatto.
A te fa male la sua assenza,ma tutto sommato sono qualcosa come 130 giorni che tenti di conviverci.
E allora,per l’ultima volta,metti lui prima di te.
Non tornare più,preferisco stare di merda io che sapere che tu soffra.
Le tue ultime parole per lui.
Il tuo addio.