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Autore: arylupin    30/12/2010    3 recensioni
La frase più famosa di tutta la saga di Harry Potter nella vita del mio Malandrino preferito: Remus Lupin.
Come quella volta che una densa nube di fumo viola fu vista uscire dalle finestre della stanza del dormitorio dei ragazzi del primo anno di Grifondoro, cioè dalla stanza di James, Sirius, Peter e Remus. Quando fu di nuovo possibile vederci, i quattro ragazzi notarono un piccolo gufo della scuola appollaiato sul letto di Remus. Il biglietto che portava legato alla zampetta diceva: 'Signor Lupin, è pregato di presentarsi immediatamente nel mio ufficio per essere condotto dal preside. È una questione urgente. Minerva McGranitt vicedirettrice.'
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Remus Lupin
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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GIURO SOLENNEMENTE DI NON AVERE BUONE INTENZIONI

Cap 5: La tenda




Remus John Lupin, nonostante frequentasse ormai da più di due anni la famosa scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, non conosceva ancora la magia della vera amicizia, ma non avrebbe dovuto attendere ancora a lungo per questa lezione.

La sera prima, come ogni plenilunio, si era nascosto nella Stamberga Strillante per aspettare l'abbraccio della luna piena, e con grande sorpresa di Madama Chips si era presentato all'appuntamento molto in anticipo, diversamente dalle altre volte, in cui si attardava fino all'ultimo minuto sicuro con i propri amici.

Il motivo di questo anticipo fu chiaro il giorno seguente agli altri Malandrini: durante la gita a Hogsmeade avevano trovato uno striscione con scritto GSDNABI appeso ad una finestra della Stambera Strillante.

“Che significa?” chiese Peter.
“Zuccone, è chiaro cosa significa, no? Giuro Solennemente Di Non Avere Buone Intenzioni” spiegò James.
“Ma come diavolo avrà fatto a metterlo li? Nessuno è mai riuscito ad avvicinarsi così tanto a quella casa. Credo che il nostro caro Remus ci nasconda qualcosa” disse Sirius.
“Ma va’, cosa vai a pensare?” rispose James, ma anche lui sentiva che qualcosa non quadrava.

Mentre si incamminavano per rientrare a scuola, nel pomeriggio, l'allegria di quella spensierata giornata fu rovinata in pochi secondi da un ragazzo del quinto anno di Serpeverde, un tale soprannominato Bolide, perchè la sua testa era vuota e dura come la palla a cui faceva riferimanto.

James, Sirius e Peter erano assorti in congetture su come Remus avesse potuto compiere quel prodigio, quando un sonoro scrocchio costrinse il braccio sinistro del giovane Black a cadere lungo il fianco con una strana angolazione. Lo studente verde/argento aveva lanciato una Fattura Fratturante che aveva spezzato in due le ossa del braccio di Sirius.

Niente di grave, con una piccola dose di Osso Fast l'infermiera della scuola era in grado di aggiustare quel danno in un batter d'occhio, ma la rabbia per l'affronto subito e la frustazione per non potersi subito vendicare bruciavano nelle vene più del dolore fisico.

Sirius aveva anche tentato di sfoderare la bacchetta, ma saggiamente i suoi amici lo avevano costretto ad abbandonare per il momento ogni ostilità e raggiungere quanto prima l'infermeria.

"Giuro che gliela farò pagare cara! Non può passarla liscia!"
"Sirius, per le mutande di Merlino! lascia perdere quel lurido verme per un momento e cerca di guardare dove metti i piedi, dobbiamo raggiungere l'infermeria prima che quel braccio sembri una Pluffa deforme!" disse il giovane Potter col fiato rotto dallo sforzo di guidare l'amico.
"E non fare il santarellino che non ti credo! So che anche tu vuoi vendetta!" rispose Sirius, sicuro della sua affermazione.
Ormai aveva il viso imperlato di sudore freddo, pallido, era agitato. Ma aveva ragione, nessuno dei tre amici voleva lasciare impunita l'onta subita, e sicuramente anche Remus, una volta informato dei fatti, avrebbe gridato vendetta!

Quando arrivarono in infermeria James e Peter erano riusciti a calmare un po' il sangue Black che scorreva nelle vene del loro amico con la promessa che quanto prima avrebbero organizzato una rappresaglia nella Sala Comune delle serpi.

Trovarono la porta spalancata, e dalle tende tirate attorno ad uno sconosciuto paziente arrivava la profonda voce di Hagrid, eccitata e impaziente. Bastò scambiarsi un'occhiata per decidere che valeva la pena avvicinarsi di soppiatto e cercare di capire di cosa stavano parlando.

"Ma perchè non posso andarci anche io la prossima volta? So badarci a uno di quelli!" stava gridando.
"Perchè non è possibile, è pericoloso. Lo sai meglio di me!" rispose Madama Chips.
"Ma i giganti non c'hanno paura di loro" si infervorò il guardiano.
"E tu sei solo un mezzo gigante, non dimenticarlo! Non puoi contare al cento per cento sulle caratteristiche della specie."
"Madama Chips, la prego, un'occhiatina e poi torno indietro!"

"Ma se neanche ci passi per il condotto! Ho detto che non è possibile! Sono ordini precisi di Silente. Nessuno può avvicinarlo con la luna piena."

Luna piena?
Hagrid era interessato a qualcosa che centrava con la luna piena?
Possibile che ci fosse un licantropo che giaceva al riparo della tenda?

"Ho sempre desiderato averne uno, non può fare una cessione? Giuro che non ci faccio male! So come si tratta un lupo mannaro." insisteva il mezzo gigante.
"No e poi no! E non insistere che non cambio idea. Inoltre non è un fenomeno da circo, povero ragazzo, ma un disgraziato che ha bisogno di essere trattato come qualunque altro studente."
Allora era vero, era un licantropo!
E per di più era uno studente. La storia si faceva molto interessante...
Peccato che non ci fosse anche Remus. Era un mago in Cura delle Creature Magiche, sarebbe stato contento di sapere che tra gli studenti c'era un lupo mannaro.

"Non insistere Hagrid! E abbassa il volume. Questa è un'infermeria e tu stai disturbando il mio paziente."
"Quarda che il suo paziente è sveglio, Madama Chips." disse Hagrid.
"Oh! Caro, come stai?" disse l'infermiera rivolta al suo paziente, "Sei conciato peggio del solito. Ora ti bevi una dose generosa di Pozione Adiuvante e poi riposo!"
"Non sto peggio del solito, Madama Chips" rispose il paziente.

Quella voce. Sembrava la voce di Remus.
Ma come diavolo faceva ad essere lì Remus...
"Lo dico io come stai ragazzo, e che tu lo voglia o no questa volta hai più graffi e più lividi del solito. E hai anche qualche morso. Ma cosa volevi fare? Divorare te stesso? Eppure lo sai che devi cercare di stare tranquillo i giorni prima della luna piena. Scommetto che ti sei agitato parecchio invece, confabulando chissà cosa con quei teppisti dei tuoi amici, visto il macello che hai combinato, e così facendo hai innervosito anche il lupo." disse l'infermiera della scuola.
"Ehi! Come stai? Mi ci porti con te la volta prossima? Ti prego Remus, dimmi di si!" continuò ad insistere Hagrid.

Remus. Ha detto Remus!
Il Lupo Mannaro era Remus!
"Non sono una compagnia raccomandabile" rispose il giovane con un filo di voce.

In quel preciso istante la tenda che circondava il letto di Remus venne spalancata e tre ragazzi attoniti guardarono il loro compagno di stanza incapaci di dire qualsiasi parola.
L'aria nella stanza si era istantaneamente solidificata, rendendo difficile il respiro.

"O cazzo..." disse Remus.

Sirius partì alla carica, dimentico perfino del dolore al braccio, che per fortuna non rispondeva agli ordini del suo padrone ma giaceva inemre lungo il fianco, perchè il giovane Black cercava di fiondarsi verso il collo di Remus, trattenuto a fatica da James e Peter.
"Tu, lurida bestia schifosa! Come hai potuto!" stava urlando.
Madama Chips sfoderò la bacchetta, dalla cui punta affiorò una specie di fumo argentato che subito si dissolse dirigendosi oltre il soffitto.
"Signor Black," disse con la voce ferma e il viso rosso dall'indignazione, "le ricordo che siamo in una infermeria, non ad una partita di Quiddich, qui non le consento di urlare contro nessuno, tanto meno contro un paziente."
Sirius parve non averla neanche ascoltata ma continuò a inveire contro il ragazzo steso sul letto, guardandolo con occhi pieni di ribrezzo. "Chi ti ha dato il diritto di spacciarti per nostro amico? Non sei altro che uno schifoso animale!".

"Sirius calmati, è solo Remus!" disse James cercando di riportarlo alla ragione.
Peter non osava parlare. Odiava le situazioni di tensione ancora più delle interrogazioni di Trasfigurazione. Non le sapeva gestire, aveva perennemente paura di prendere posizione, col rischio di finire con i perdenti ed essere emarginato, di tornare ad essere da solo senza amici, o peggio di diventare il bersaglio dei loro scherzi. Si limitava a trattenere Sirius per la spalla sinistra, mentre James lo tratteneva dal braccio destro, che essendo quello sano era dotato di una notevole forza.

"Dimmi perchè Remus! Dimmi perchè ci hai mentito tutto questo tempo!" continuò ad urlare Sirius.
"E c'è bisogno di spiegarlo?" rispose Remus, la voce affaticata dalla lunga notte.

Mentre ancora il giovane Lupin parlava, una imponente figura avvolta in una veste viola a stelle dorate, con una lunga barba candida entrò nella stanza e si diresse verso gli astanti.
Silente ringraziò Madama Chips di aver mandato un Patronus per avvisarlo e con un sospiro spiegò di non esserne sorpreso, perchè prima o poi sarebbe successo. "Mi rammarico solo" aggiunse, "che le cose siano avvenute in modo così brusco. Avrei preferito una soluzione meno traumatizzante.".
Poi si rivolse ad Hagrid e gli chiese di lasciare la stanza, con un tono così autorevole che il mezzo gigante non osò controbattere e si allontanò a lunghi passi.

"Mi dispiace Albus," disse Madama Chips appena tornò il silenzio, "non mi sono accorta che Hagrid aveva lasciato aperta la porta, altrimenti avrei capito che qualcuno era entrato in infermeria".
"Non preoccuparti, prima o poi avrebbero saputo comunque. Ora," disse rivolto ai Malandrini, "confido nella vostra intelligenza e nella vostra lealtà. In questo letto giace lo stesso ragazzo che ha convissuto con voi fin dal vostro arrivo in questa scuola. L'aver conosciuto un nuovo aspetto di lui non deve in alcun modo alterare quello che di lui sapete fino ad ora. Tutti noi abbiamo segreti nascosti. Vi chiedo solo di mantenere nascosto il segreto del vostro amico, e immagino comprendiate bene il perchè della mia richiesta. Se e quando rivelarlo apertamente, è una decisione chespetta solo a lui."

Sirius, con uno strattone, si liberò dalla presa di James e di Peter, e si avviò verso l'uscita senza dire una parola, il portamento fiero e altezzoso dei Black esploso incontrollato nei suoi gesti.
Remus, con un enomre sforzo, si alzò a sedere e cercò di richiamarlo. Neanche lui sapeva cosa dire, ma sapeva che non voleva che i suoi amici si allontanassero da lui.
Sirius si girò con l'intento di lanciare un ultimo sguardo disgustato al ragazzo steso sul letto, ma quello che vide lo colpì come un Incantesimo delle Pastoie. Nel tentativo di fermare l'amico, infatti, Remus aveva accidentalmente fatto scivolare le coperte, ed ora il suo corpo tutto pelle e ossa era completamente visibile. Era così mal ridotto che l'infermiera gli aveva risparmiato la tortura del pigiama e lo aveva lasciato solo con gli slip, nudo e martoriato, in modo da poter facilmente applicare le varie pozioni sui numerosi graffi, lividi, tagli e morsi che lo ricoprivano quasi interamente.

Non era certo la prima volta che lo vedevano praticamente nudo e ormai erano abituati a vedere le varie cicatrici, anche se non ne conoscievano la vera origine, ma mai lo avevano visto di ritorno da una luna piena.

"Perchè è conciato così?" chiese Black a nessuno in particolare.
"E' conciato così perchè ha scelto di non nuocere ad alcuno quando è in forma di lupo, ma un lupo non sopporta la gabbia." rispose Silente. "Prima che sorga la luna piena il signor Lupin viene accompagnato nella Stamberga Strillante. Numerosi incantesimi impediscono l'accesso se non da un unico passaggio, così come impediscono a chiunque di avvicinarsi all'esterno. Lì il lupo prende il sopravvento, e quando si accorge di essere prigioniero si avventa contro i mobili, le pareti, o addirittura verso il proprio corpo, per cercare di placare i suoi istinti animaleschi. Quella del giovane Lupin è una decisione difficile e dolorosa."
"Non permetterei mai a nessuno di avvicinarsi al lupo." aggiunse Remus con un sospiro che raccoglieva tutta la sua tristezza e la sua angoscia.

Silente lasciò soli i quattro amici a decidere dei loro rispettivi sentimenti.
Madama Chips costrinse Sirius a rimanere in infermeria per alcune ore, il tempo necessario ad aggiustargli il braccio.
James e Peter rientrarono nella loro Sala Comune e si avviarono meditabondi verso la loro camera senza parlare con nessuno, nemmeno tra loro.
Remus venne di nuovo circondato dalle candide tende che lo isolavano dal resto dell'infermeria, sicuro di essere più solo che mai in vita sua.

La convalescenza del giovane Lupin durò più a lungo del solito. Prima di poter tornare tra i compagni gli ci vollero cinque giorni. Madama Chips suppose che ciò fosse dovuto al forte stress a cui era stato sottoposto. In parte era vero, anche perchè le ferite più numerose del solito impiegarono più tempo per rimarginarsi. Ma il vero problema era che Remus non voleva affrontare i suoi compagni. Se rimaneva nascosto in infermeria poteva cullarsi nell'illusione di avere ancora degli amici, piuttosto che scontrarsi con la dura realtà di essere rimasto solo.


Quando fu dimesso dall'infermeria i suoi sospetti furono purtroppo confermati.
Sirius, James e Peter erano sempre in disparte a confabulare tra loro, e ogni tanto guardavano verso di lui in modo strano, ma quasi non gli rivolgevano la parola, se non con poche formali frasi di circostanza. Ogni tanto discutevano tra loro, e a Remus sembrava di leggere il proprio nome sulle loro labbra.

Questa situazione durava già da due settimane, tant'è che Remus cominciava a meditare di ritirarsi dalla scuola, quando una domenica si sedette per colazione ad un'ora insolitamente tarda per lui, ma con la certezza che la Sala Grande era quasi vuota. Mentre sorseggiava il suo Succo di Zucca i tre Malandrini entrarono nella stanza, la camminata fiera, lo sguardo diritto, gli occhi puntati su di lui, le bocche piegate in un ghigno di trionfo.

"Ecco che vengono a farmi a pezzi..." pensò Remus.

Peter si sedette di fianco a Remus, James si mise capotavola e Sirius si sistemò di fronte, il busto proteso in avanti, per poterlo guardare dritto negli occhi.

"Remus, abbiamo pensato. E abbiamo raggiunto la nostra decisione" disse solenne il giovane Potter.
"Avete pensato... questa si che è nuova." rispose Remus. Il sarcasmo era da sempre la sua arma di difesa.
James parve non sentirlo. "E abbiamo capito che tu non sei una bestia, ma semplicemente il caso più strano di ragazzo che abbiamo incontrato."
"Hai altri agghiaccianti segreti che non ci hai detto?" intervenne Sirius, senza togliere gli occhi da quelli del licantropo.
"Sirius, eravamo d'accordo! Niente prediche!" sbuffò James.
"Ho detto: hai altri agghiaccianti segreti che non ci hai detto? La verità questa volta!" ripetè Sirius.
Remus non abbassò lo sguardo. Sapeva di non poter mentire. "In effetti c'è un altro piccolo segreto. Ecco, io ho qualcosa di nascosto... Nel fondo del baule, in un doppio fondo per la precisione, nascondo sempre della cioccolata per i momenti di crisi. Sapete, mi aiuta col morale post-lupo." Un mezzo sorriso era comparso sulle sue labbra.
"Tutto qui?" chiese Sirius, che non si era mosso di un centimetro.
"Tutto qui!" confermò Remus.
Sirius si rilassò, leggendo la sincerità in quegli occhi che aveva fronteggiato con fierezza. "Ma quello non è un segreto! Lo sappiamo dal primo anno..."
"E non mi avete mai detto niente?"
"Certo che no, altrimenti tu avresto cambiato nascondiglio e noi avremmo dovuto faticare per trovare anche quello." confessò Peter.
"Tornando a noi", si intromise James, "stavamo dicendo che tu sei un ragazzo, un uomo di sesso maschile, insomma.
Eppure hai un problema mensile, un problema che ti altera l'umore, un problema che comporta sangue, tanto sangue. Insomma sei un ragazzo col ciclo!" esclamò trionfante!

"James, stupido, smettila di urlare certe oscenità!" lo riprese Remus, "io non ho il ciclo... o forse hai ragione tu, ho il ciclo, ma è meglio chiamarlo in un altro modo o la gente comincerà a malignare di brutto!"

La prima risata calorosa, avvolgente, coinvolgente, dopo quel periodo di tensione, fu un toccasana.

Silente, dalla sua sedia al tavolo dei professori, arricciò le labbra in un sorriso quando udì quelle risate.

"Allora," riprese James, "lo chiameremo... problema. Il tuo problema mensile..."
"Non è migliorato molto" intervenne Peter.
"Fammi pensare... Tu sei afflitto da un problema Remus, che non osiamo definire mensile, ma che possiamo definire peloso! E già... un piccolo problema peloso!" concluse James.
"Così va un po' meglio..." acconsentì Remus.

"Tornando seri" disse Sirius, "Tu sei un Malandrino, noi siamo gli altri Malandrini, e ora che sappiamo come fai ad appendere striscioni stai certo che non ti lasceremo divertire da solo!"

"Ragazzi, cosa avete in mente? Ma siete impazziti? Non potete avvicinarmi quando... ho un piccolo problema peloso! Non è un gioco, è questione di vita o di morte! Giurate di starmi alla larga!"
"Giuriamo solennemente di non avere buone intenzioni!" esclamarono a turno i Malandrini.

Remus ancora non sapeva cosa nascondesse quel giuramento pronunciato per lui, ma la sola idea di avere ancora degli amici disposti a mettersi in gioco per lui gli scaldava il cuore.

Solo mesi dopo capì la serietà di quel giuramento e la magia di una vera amicizia, quando il lupo condivise per la prima volta la luna piena con un cervo, un cane e un topo.



FINE 5 capitolo!!!




Ciao a tutti!
Con questo nuovo capitolo ne approfitto per fare gli auguri di Buone Feste a tutti i miei cari lettori, che hanno la pazienza di aspettre mesi per un aggiornamento! Baci baci, alla prossima! :D



Baci baci Ary ^^
  
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