Quando la
porta si aprì, inizialmente vidi solo un ragazzo alto e
biondo, con gli occhi
chiari. Jane si illuminò e gli corse incontro.
–Benvenuto James.
-Buon
compleanno, Jane.
Si
abbracciarono e, dopo che il ragazzo fu entrato, altre persone lo
seguirono.
Vidi una
ragazza bionda bellissima, tanto bella da far invidia alla Venere di
Botticelli: i capelli le scendevano sinuosi lungo la schiena e
sembravano
brillare di luce propria. Gli occhi erano di un colore che non ero
riuscito a
distinguere. Indossava un vestito rosso, scollato sulla schiena e lungo
fino al
ginocchio.
Subito
dopo di lei, un ragazzo che dava l’impressione di essere un
giocatore di
football: le spalle erano larghe e il viso di una durezza da far paura.
I
capelli erano corti e tenuti all’indietro con il gel, gli
occhi azzurri e il
sorriso tirato.
Una
ragazza piccola, tanto da poter essere paragonata ad un folletto,
batteva le
mani e lanciava urletti divertiti. Era magrissima, con i capelli neri,
corti e
sbarazzini e gli occhi di una strana sfumatura d’azzurro,
grandi e vispi. Il
suo abito era grigio perla e scendeva a campana sulle gambe magre.
Al suo
fianco, un ragazzo alto e ben piazzato, i capelli biondo scuro e gli
occhi
verdi. Sembrava che stesse patendo le pene dell’inferno.
I
ragazzi, tutti, indossavano uno smoking nero.
Era
impressionante quanto tutti loro fossero belli: sembravano dei modelli
appena
usciti da una pubblicità
La porta
rimase aperta e capii che stava entrando qualcun altro, ma, non
incuriosito da
tanta bellezza, tornai a guardare, davanti a me, la sedia vuota di Jane.
Una
folata di vento primaverile riempì l’ampia sala e,
il rumore della porta che si
chiudeva, mi fece voltare.
La
ragazza più bella che avessi mai visto in tutta la mia vita.
Certo, forse, era
un po’ insignificante rispetto alle bellezze statuarie che si
erano fermate
sulla porta, ma mi parve una meraviglia caduta in terra.
Si era
fermata dietro ai suoi compagni, in attesa di poter salutare Jane e
sorrideva.
Il viso
ovale era perfetto, incorniciato dai capelli castano-rossicci,
leggermente
mossi.
Gli occhi
sembravano fatti di cioccolato. Castani, totalmente diverso da altri
occhi: le
labbra erano… non avrei saputo definirle. Il labbro
superiore era leggermente
più pieno di quello inferiore.
Il collo
era sottile e chiaro.
Abbracciò
Jane e scesi con gli occhi lungo la sua immagine. Il suo vestito era
blu,
scoperto totalmente su una spalle. Cadeva sui fianchi perfettamente,
risaltando
la linea snella della vita.
Il blu le
donava.
Quando
sciolse il suo abbraccio, sorrise ancora di più e sentii
qualcosa muoversi
all’altezza dello stomaco.
Il
ragazzo moro l’abbracciò e mi sentii infastidito,
tanto che mi girai verso mio
padre. –Chi sono quelli?
-Amici di
tua sorella.
-Frequenta
dei maggiorenni?
-Non sono
maggiorenni. Hanno qualche anno più di lei.
Probabilmente,
era arrivato il momento di salutare i nuovi ospiti e di farli
accomodare,
quindi, mi alzai e mi diressi alla porta.
Nessuno
sembrò far caso a me, troppo presi dalle loro chiacchiere,
fino a quando non
gli fui tanto vicino. –Buonasera.
-Salve.-
risposero alcuni.
-Lui è
mio fratello, Elwin.
-Piacere.-
dissi, alzando la mano, in segno di saluto.
-Loro
sono James.- il biondo alto, con gli occhi azzurri.
–Rosalie.- la modella.
–Emmett.- il giocatore di football. –Alice.- il
folletto. –Jasper.- il martire.
– E Bella. – la… Bella.
Mi
sorrise e fu l’unica a porgermi la mano. Di nuovo, il
tremolio allo stomaco.
Questa volta, però, si diffuse fino alla mano e
arrivò in tutti gli arti nel
momento in cui sfiorai la sua pelle bianca.
Mai
nessun nome era stato tanto adatto ad una persona. Bella.
-Isabella.
Bella solo per gli amici.
-Oh.
Piacere Isabella.
-Piacere
mio, El…- mi guardò con aria disorientata.
-Elwin.
Sentivo
le risate di mia sorella e dei suoi compagni, ma sembravano talmente
lontani…
-Che
strano nome! E’… da vecchio.
-Sì, lo
penso anche io.
Mi
soffermai a guardare i particolari di quel viso fantastico e mi resi
conto che
non c’era un difetto su quella pelle.
-Ragazzi,
vi prego, accomodatevi. Ho riservato un tavolo apposta per voi.
Scendemmo
le scale e Jane accompagnò i suoi ospiti fino al loro
tavolo, mentre io mi
sedetti al mio posto.
La
osservai, mentre rideva ancora e mi accorsi che in compagnia di quei
ragazzi
sembrava davvero felice.
James
prese posto accanto a Bella e le sorrise. Immediatamente mi sentii
geloso, come
se qualcuno stesse toccando qualcosa di mio: una gelosia simile a
quella che
provavo nei confronti di Jane.
Guardai
ancora un po’ il modo complice con cui James e Bella si
guardavano e l’intimità
nei loro gesti. Probabilmente, stavano insieme.
Ancora
una volta, quel movimento sgradevole allo stomaco.
Jane
tornò a sedersi accanto a me, sprizzando felicità
da tutti i pori.
-Era
questi gli ospiti?
-Sì. Non
trovi che siano fantastici?
-Fantastici…
che termine…esagerato.
-Vorresti
essere come loro, eh?
-Affatto.
Chi sta con chi?- chiesi, con nonchalance, fissando l’ultimo
tavolo occupato.
-T’interessa?
-Sono
curioso.
-Mh,
allora. Rose sta con Emmett, Alice sta con Jasper, James sta con
Jane…
-Ah, con
Jane… Jane? Non c’è nessuna Jane
lì.
-Lì no…
-Quello è il tuo ragazzo?
-Sì.
-Ma… ma…
Jane! Avrà almeno vent’anni.
-Ha la
tua stessa età. Elwin. E comunque, Bella non sta con nessuno.
Nessuno:
da sola, senza alcuna bocca da baciare, senza mani da accarezzare e da
cui
farsi accarezzare, senza qualcuno da desiderare.
Il resto
della serata passò tranquillamente. Certo, non avevo mandato
giù la notizia che
Jane mi aveva dato… ma cosa potevo fare?
Mi aveva
chiesto di non rovinarle il compleanno con la mia gelosia e le avrei
fatto
questo enorme regalo, almeno per questa sera.
L’indomani,
poi, le avrei comunque parlato.
La musica
riempì di nuovo la sala e riconobbi le note di una melodia
dolcissima.
Tutti gli
invitati si diressero al centro della sala e cominciarono a ballare.
Jane,
ovviamente, si strinse a James che le accarezzò dolcemente
una guancia: la
guardava come non esistesse altro in tutta la galassia.
Le voleva
bene davvero, visti i gesti che le dedicava.
In tutto
quel vorticare di abiti, non ne vidi uno blu, quindi mi voltai in
direzione del
suo tavolo.
Bella era
seduta lì, con lo sguardo perso ad ammirare il centrotavola
di fiori che aveva
di fronte.
Le guance
rosee sembrano fatte della porcellana più fine e costosa.
Mi
avvicinai a lei e la vidi spostare lentamente lo sguardo nella mia
direzione.
Non l’avevo spaventata e questo voleva dire che era una
ragazza molto attenta.
-Non
balli?
-Non sono
in grado di farlo.- schietta, diretta, sincera.
-E se ci
fosse qualcuno accanto a te?
-Poveri i
suoi piedi: se potessero parlare, mi maledirebbero.
-Vuoi
provare?
-Mi stai
invitando a ballare?
-In un
certo senso.
-E
sarebbe?
-Diciamo…
che ti sto invitando a provare.
-Una
differenza sottilissima.
-Ti va?
-Vuoi
davvero rischiare di non camminare mai più?
-Mi pare
che ne valga la pena.
-D’accordo
allora.
Le presi
la mano e la portai al centro della sala e la posizionai di fronte a
me, poi le
diedi il segno di cominciare a ballare.
Mosse due
passi e mi resi conto che era davvero negata in quell’arte.
–Poggia i piedi sui
miei.
-Ti è
saltata qualche rotella?
-No, ma mi
piacerebbe ballare con te.
-Se
proprio ci tieni…- disse con tono distaccato.
-Sì, ci
tengo davvero.
Mi
sorrise e poggiò i piedi sui miei: pesava poco
più di una piuma.
Cominciai
a muovermi in senso rotatorio, come se stessi ballando insieme a lei e
non con
lei addosso.
Non le
tolsi gli occhi di dosso neanche per un momento: sembrava che, oltre la
pelle
pallida, ci fosse una calamita o qualcosa di talmente potente da
rendermi
impossibile il gesto di distogliere lo sguardo.
-La
musica è finita.
Me n’ero
accorto anche io, ma avrei voluto tenere ancora la sua mano nella mia e
cullarla al ritmo di quella melodia dolcissima.
-Sì…
Tornammo
a sederci ognuno al proprio tavolo. Mi ritrovai a guardarla
più di una volta,
ma mai il suo sguardo incrociò il mio.
Quando la
sala si fu svuotata degli invitati, vidi gli amici di Jane andare via e
salutarmi, avvicinandosi a stringermi la mano o a baciarmi una guancia.
Bella si
limitò a sorridermi e salutarmi con la mano, sempre nascosta
dalle spalle di
James.
Non
appena la porta fu chiusa da Angela, mi lasciai cadere sulla sedia con
la
stanchezza che poteva avvertire addosso un lavoratore di miniera e
guardai
davanti a me, nel vuoto che prima era occupato da quella meraviglia
della natura.
***
Angolo
Autrice:
Eccomi
qui. Questa volta, devo dire la verità il ritardo
è stato volontario: una sola recensione?
E' talmente brutta questa storia?
Comunque, torniamo al capitolo: è arrivata Bella!
Finalmente, i due si sono incontrati e lui ne è rimasto
subito attratto. Ma Bella la penserà allo stesso modo? Voi
cosa ne pensate?
Beh, fatemi sapere!
Ringrazio
le 16 seguite, le 4 ricordate
e le 3 preferite.
Alla
prossima, la vostra Exentia_dream