J.D. correva verso il portone di Turk e Carla, in cerca di Elliot. Ma sotto a quel portone incontrò qualcuno che sperava si fosse arreso. J.D. rallentò la corsa, fino a camminare, avvicinandosi al ventisettenne in attesa davanti alla porta a vetri.
"Che cosa vuoi, Keith?"
"Ho saputo che hai chiesto a Elliot di sposarti. Complimenti. Alla fine ci sei riuscito"
"Porta rispetto, pivello, sei sempre un mio sottoposto." Keith rise alle parole di J.D. " Ascolta, Keith. tu hai avuto una possibilità con lei e l'hai sprecata."
"Appunto! Io ne ho avuta una! Tu molte di più."
" Lascia perdere, Keith."J.D. tentò di oltrepassarlo per entrare, ma il ragazzo gli sbarrò il passo.
" Non ci andrai." J.D. rise con voce stridula, schernendolo.
" Perchè, sennò che fai, Grande Capo?"
Un colpo secco fece indietreggiare J.D. La sagoma del pugno di Keith stava già diventando viola, intorno all'occhio.
"Ne vuoi un altro?"
- Un calcio sui gioielli! Dagli un calcio sui gioielli e scappa! - Si ordinò J.D. Un attimo dopo Keith era a terra, lamentoso. J.D. corse verso la porta di Carla, lasciandolo lì. "Perchè hai un occhio nero?" gli avrebbe chiesto Elliot pochi minuti dopo, e lui avrebbe risposto evasivo. Non voleva farla soffrire ancora.
- Yuhuuuuu, J.D.??? Sei in questo universo? - Turk fu costretto a mollargli la bottiglia di birra in testa. - Caspita, Coso, sei rimasto assente per un po'. Di quanti mesi sei dovuto andare indietro per avere questo film-flashback?
J.D. sbuffò: - circa cinque mesi.
- J.D., sei un idiota.
- Perchè?
- Pensi ancora alla rissa con Keith? Pensa a domani, che ti sposi! Pensa a oggi, che è il tuo addio al celibato!!
- EHI, RAGAZZI! C'E' QUELLA TIPA LI' CHE HA DELLE TETTE DA URLO, MI HA APPENA SGANCIATO UN CINQUE FACCIALE STREPITOSO!!!!
- Gira al largo, Todd. - lo scacciò Turk. - Perchè hai voluto invitarlo al tuo addio al celibato?
- Perchè mi serviva per la partita a freccette.
- Pensa anche a Glenn. Perchè mai è vestito in quel modo? - scoccarono un'occhiata verso l'Inserviente. Se ne stava lì, a scolare birra insieme ad un procione imbalsamato assolutamente disgustoso (NDA: Specialmente per me...), lontano da tutti, con una stranissima gonna scozzese sopra i pantaloni della divisa. Aveva spiegato, mugugnando poche parole, che era in ritardo e doveva farla in fretta. Non se l'era bevuta nessuno.
- E invece Carla e Elliot dove sono? – chiese Turk.
- Al bowling insieme a tutte le ragazze.
- Perchè le donne devono sempre fare qualcosa di più figo rispetto a noi?
- Guarda che anche questa festa è bellissima! – esclamò J.D. – Ted, attacca!
- Ehm… s-salve… forse questa canzone non c’entra niente, ma… un, due, tre, quattro… Out the door just in time./Head down the 405/ Gotta meet the new boss by 8 am…
- GARA DI BEVUTEEEEEE!!!
J.D. non se ne volle andare finchè non crollò letteralmente sul bancone del bar e Turk dovette riaccompagnarlo a casa e buttarlo sul letto. J.D. se la dormì sodo per un po’, ma verso le sei e mezzo si svegliò. Fissò il soffitto e sospirò. Il cuore gli batteva all’impazzata, e un solo pensiero gli vorticava nella testa: “Sto per sposarmi.”
Passò la mattinata in compagnia di Turk, il suo testimone, preparandosi. Indossò lo smoking, con calma innaturale. Si passò il gel fra i capelli, non toccò cibo. Tutto, per lui, si svolgeva in un sogno irreale. Stava per incontrare Elliot. Eccoci qui. Tutti quegli anni a fare il tira e molla, con lei, in un valzer continuo di baci, imbarazzi e amicizie a lungo termine. Tutto per quel giorno.
- Coso, dobbiamo andare.
Lui e Turk erano vestiti uguali. J.D. non riusciva a staccarsi quel sorriso ebete dalla faccia. E dire che quella situazione aveva dell’incredibile e del comico, soprattutto: avevano noleggiato una mini, ma all’ultimo momento, per chissà quale motivo, l’ordine era andato a farsi benedire, e la macchina di Turk ce l’aveva Carla, per Elliot. Così, si dovettero arrangiare.
- Corri come il vento, Sasha! – urlò J.D. a squarciagola, ridendo come un folle.
Arrivarono alla chiesa di St. John, nel roseto dietro alla navata principale. La sera era limpida e c’erano candele bianche dappertutto. Era stato invitato tutto l’ospedale: da Todd, nel suo smoking senza maniche, all’Inserviente, avvolto in una pelliccia di scoiattolo orripilante. C’era anche Jordan, e il dr.Cox, l’altro testimone. Ma quello da cui J.D. non riusciva a staccare gli occhi, era Elliot.
E il suo pensiero continuava a ronzare assordante.
“STO PER SPOSARMI. ANCORA POCHI PASSI, J.D. STO PER SPOSARMI”.