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Autore: Tugs    30/12/2010    4 recensioni
Dunque, fanfic sulla new generation,un ritratto di Lily, Scorpius e Hogwarts che spero vi piaccia e vi affascini come ha fatto con me. "Era così bello che guardarlo faceva star male. I tratti del viso avrebbero potuto appartenere a un angelo. O a un diavolo. I capelli erano modellati per essere accarezzati da una donna, le mani fatte per sfiorare con una lentezza esasperante, la bocca aveva il taglio della seduzione, e gli occhi… Dio, avrebbe potuto annegarci in quegli occhi! Ma no, no, no! Che stava dicendo? Lui era Scorpius, Scorpius Malfoy. E lei era Lily Potter. E due cose così diverse non avrebbero mai potuto fondersi insieme. Mai e poi mai."
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UNA PESSIMA GIORNATA


C’era una campana in lontananza che suonava con lentezza. Lily era immersa nella nebbia, densa e fredda, e non riusciva a muoversi. Avrebbe tanto voluto che la campana si fermasse perché il suono le faceva dolere la testa e non riusciva proprio a sopportarlo, avrebbe voluto, ma per quanto si sforzasse non riusciva a muovere un muscolo. Poi fra il buio vide una luce, e d’improvviso la nebbia sparì e Lily riuscì a liberarsi, anche la campana smise di suonare. La luce dapprima la scaldò, poi si fece troppo calda, la scottava, le bruciava la pelle…
Lily si svegliò con un sussulto.
Le servì ancora qualche momento per rendersi conto di essere al sicuro, sotto il suo letto al dormitorio di Grifondoro, dopodiché si sfregò le braccia con le mani, quasi volesse sfregare via il senso di disagio che si sentiva ancora addosso.
Si alzò ancora inquieta e andò a farsi una doccia, sperando che l’acqua bollente le scacciasse dal corpo un po’ di quel disagio che ancora la attanagliava.
Erano otto giorni che non parlava più con Malfoy. Otto giorni che lo evitava, faceva finta che lui non esistesse e, se proprio doveva rivolgergli la parola, lo faceva con la massima freddezza e per un tempo più breve possibile. Lui ogni tanto provava a parlarle, a stuzzicarla o anche ad insultarla. Ma lei aveva proseguito a testa bassa ogni volta che si era trovata di fronte a lui. Lily poteva capire che anche lui si sentisse confuso, insicuro, ma proprio non capiva perché non riusciva a lasciarla in pace. D’altronde anche lei aveva il diritto di chiarirsi la mente come meglio poteva, no?
Era così ostinato…
Lily aveva anche cominciato ad avere paura anche del suo amico, Aslan, oltre che di lui. Compariva quando meno se l’aspettava. Pur di evitare un’altra “chiacchierata” come l’ultima che avevano fatto, Lily aveva iniziato a modificare i suoi orari: a fuggire ogni volta che le finiva una lezione per attraversare i corridoi senza incrociare quasi nessuno; dopo pranzo si rinchiudeva nella Casa Comune o nel Dormitorio, dove nessun Serpeverde indesiderato poteva raggiungerla.
Tuttavia sembrava che anche gli amici di Lily ora riuscissero a metterla a disagio. E come dar loro torto? Anche un cieco avrebbe capito che in Lily c’era qualcosa che non andava. Era continuamente silenziosa ed irritabile, non desiderava la compagnia di nessuno e il suo senso dell’umorismo sembrava essersi estinto senza lasciar nessuna traccia.
Così una sera Lily, stanca delle continue occhiate preoccupate che le venivano rivolte, sbottò infastidita: “Allora si può sapere che c’è?”
 Bella e Denise si lanciarono un’occhiata d’intesa, poi Denny rispose: “Andiamo Lily, puoi dircelo, qualunque cosa sia…”
Bella annuì con decisione: “Sputa il rospo. Le amiche ci sono per questo”.
Lily aveva sbuffato e aveva deciso di raccontar loro tutto, dopotutto peggio di così non poteva andare. Inizialmente si era tenuta sulla versione che aveva riferito anche a James: il semi-bacio era stato un errore ed era ben decisa a non rivolgere la parola a Malfoy per nessun motivo. Ma ben presto le fu chiaro che le sue amiche la conoscevano troppo bene per crederci; la loro Lily non stava per giorni con il muso solo perché non parlava a una persona di cui non le importava nulla.
Alla fine Lily confidò loro tutto. Tutti i suoi dubbi, le sue speranze, la decisione che aveva preso, e il perché della sua inquietudine, il malessere che nonostante tutto le provocava non parlare con lui e non guardarlo mai negli occhi.
Loro sorrisero, capirono senza difficoltà e diedero anche consigli. La aiutarono a mettere ordine nel caos primordiale che ora come ora albergava nella testa di Lily. Quando tutte andarono a letto, Lily ringraziò Merlino più e più volte di averle dato amiche che per nessuna ragione al mondo meritava. Erano state gentili con lei nonostante tutto il malumore che aveva scaricato su di loro in quel periodo; erano state comprensive, non l’avevano giudicata, non l’avevano fatta sentire in colpa.
Purtroppo il suo problema non stava in quel Dormitorio. Il problema di Lily stava fuori e dentro di sé.
Come poteva fare quello stesso discorso con Frankie e Al o ancora peggio con James, o con, e qui rabbrividì, suo padre e sua madre e i suoi zii?
Non avrebbero mai capito. Troppa acqua era passata sotto i ponti, troppo rancore, troppi morti, troppe guerre. E la scuola? Anche l’intera scuola sarebbe stata contro di lei, non solo la famiglia.
Serpeverde e Grifondoro: le due Famiglie reali. I loro discendenti non potevano stare insieme. Era assolutamente impossibile. Non l’avrebbero mai appoggiata. Li avrebbero divisi per sempre.
E questo Lily non poteva permetterlo.
Non poteva permettersi di innamorarsi e poi di separarsi da lui. Perciò era molto meglio troncare lì tutto. Non permettere a nessuno di capire come stavano le cose in realtà. Neanche a sé stessa.
Questo era il ragionamento assolutamente inconscio che aveva portato Lily alla decisione drastica che ora stava tentando di seguire.
Si era addormentata quella sera piena di dubbi e di speranze faticosamente sepolte. Ma con l’unica certezza di avere qualcuno che l’avrebbe appoggiata qualsiasi cosa avesse scelto di fare.
Eppure, come se non avesse abbastanza problemi a cui badare, Lily vedeva sul suo fronte altri problemi da risolvere. Problemi che si rivelarono presto essere le attenzioni ossessive di Daniel Robbins, di Frankie e di Rose.
Robbins era rimasto disgraziatamente colpito da lei e non faceva altro che seguirla fra una lezione e l’altra, finché Lily non si era decisa per la disperazione a urlargli contro che doveva educatamente levarsi dalle scatole. E dopo di lui c’era Frankie che sembrava sopportarlo ancora meno di lei, e le chiedeva continuamente se le desse fastidio; ma per quanto Lily gli assicurasse che era capacissima di gestire la faccenda da sola, sembrava incapace di starsene al suo posto. E purtroppo Lily non poteva urlargli contro come aveva con Robbins perché era suo amico. Una cosa di cui stava cominciando a dispiacersi.
Per completare il quadretto Rose Weasley ormai l’aveva assunta come consulente matrimoniale, e la assillava (anche in Dormitorio, dove di solito Lily era al sicuro)sul perché Daniel Robbins non si era ancora deciso a chiederle di uscire di nuovo, visto che il primo appuntamento era andato “cooooooosì beeeeeeeene” (cit. Rose). Naturalmente Lily dubitava della capacità di giudizio di Rosie, anche perché non si era neanche posta il problema del fatto che Daniel parlasse solo ed esclusivamente di Lily.Si era anche arrabbiata perché Lily gli aveva urlato contro.
In quell’occasione Lily aveva dovuto usare tutto il suo autocontrollo per evitare di insultare anche lei, ed era riuscita a farlo solo in nome del loro recente buon rapporto.
Comunque, tutto questo avrebbe potuto anche essere alla portata di Lily, perché (questa occasione l’aveva dimostrato più che bene) era capace di sopportare un numero infinito di cose finché Bella e Denny erano dalla sua parte, tuttavia da due giorni a quella parte Malfoy, invece di arrendersi all’evidenza che lei non voleva più avere nulla a che fare con lui, aveva deciso di farla impazzire.
La seguiva. Le rivolgeva continuamente la parola. La scherniva e le sorrideva. Insomma faceva di tutto per farsi notare, e questo le dava sui nervi in una maniera incredibile.
Ogni volta che se lo trovava di fronte avrebbe voluto tirargli un pugno.
Oppure baciarlo.
No, questo no.
Lily pensò a tutto questo mentre si faceva la doccia. Chiuse di scatto il getto di acqua bollente e si avvolse in un asciugamano morbido. Pronta ad affrontare un’altra pessima giornata.

***

Bella si alzò con la consapevolezza di star conducendo una vita pessima.
Osservò crucciata Lily che usciva dalla doccia e prendeva la biancheria dal suo baule. Le sembrò particolarmente bella con i capelli rossi bagnati che venivano colpiti e screziati di mille sfumature ramate dal sole che stava entrando dalla finestra. Certo aveva una vita incasinata, e tanti problemi.
Per esempio le piaceva un ragazzo che odiava tutta la sua famiglia. Ma era intelligente, era determinata, e Bella era sicura che avrebbe superato anche quella faccenda.
Invece lei?
Da anni amava un ragazzo che la vedeva solo come l’amica della sorella, magari pure sfigata. Era mediocre. Era grassa. Aveva la pessima abitudine di parlare troppo e quando non avrebbe dovuto. Era talmente irritante che a volte scocciava anche sé stessa. Forse avrebbe dovuto parlarne, dire tutto questo alle sue amiche. Ma a cosa sarebbe servito? Erano solo lamentale di qualcuno che non riusciva ad accettare sé stessa. Che tristezza.
Scaraventò le coperte via e si avviò con tristezza in bagno.
La giornata proseguì come se l’aspettava. Non accadde nessun dato rilevante tranne che prese una E in Erbologia e un’altra in Cura delle Creature Magiche, le sue materie preferite. E le uniche in cui riusciva davvero bene.
Nonostante i bei voti fu di umore pessimo per tutto il giorno, visto che l’impronta negativa della riflessione avuta la mattina le rimase addosso sempre. E così dopo le lezioni del pomeriggio, grazie al tempo che era stranamente clemente, Bella decise che voleva evitare di farsi odiare dai suoi amici per via del cattivo umore e decise di andare a studiare fuori, sotto gli alberi.
Anche se c’era  il sole era un sole novembrino, il tempo era freddo e non erano passati neanche cinque minuti che Bella cominciò a pentirsi della decisione che aveva preso. L’erba era umida e fredda, il vento le sferzava il viso senza pietà, e sciarpa e cappotto riuscivano ben poco a scaldarle il freddo che sentiva dentro.
Arrabbiata con sé stessa per quella giornata pessima che non aveva fatto altro che peggiorare, ficcò stizzosamente i libri nella borsa a tracolla e andò a fare una passeggiata fra la boscaglia più vicina al castello. Anche quella, come tutte le idee che le erano venute quella giornata, si rivelò pessima perché era davvero troppo freddo per fare una passeggiata; e infatti l’unica cosa che si poteva fare in una boscaglia fredda a metà Novembre era solo cercare un po’ di privacy con il proprio ragazzo. E effettivamente Bella incontrò un certo numero di coppiette che le diedero semplicemente la nausea.
Ma la sfortuna, che quel giorno sembrava essere attratta da Bella come una calamita, era decisa a perseguitarla fino in fondo; infatti Bella si era quasi convinta a ritornare al castello quando questa decise di condurla proprio nel luogo dove James era felicemente appartato con una ragazza. Una ragazza diversa dall’ultima che Bella aveva visto. Appena li vide fece un passo indietro.
 Ancora! Non poteva, non poteva essere vero.
 E non poteva esistere giornata più pessima di quella.
Girò sui tacchi di scatto e si allontanò, furibonda con sé stessa per avere avuto l’idea malsana di studiare fuori. Come poteva essere misticamente attratta dai luoghi dove si trovava James? Logicamente sempre con un’ altra… le salirono le lacrime agli occhi.

Stupida. Stupida Bella.
Smettila di piagnucolare. Dimentica.
Non c’è niente che tu possa fare se non lasciarlo perdere.
Tanto non gliene importa nulla di te…

Si sentiva così triste, così sconvolta e arrabbiata da non accorgersi che un ragazzo era sbucato da un cespuglio lì vicino e fu così sfortunata da andare a sbattere contro il suo petto abbastanza violentemente.
L’impatto fu abbastanza forte da farla indietreggiare di qualche passo, e, rossa in volto per l’imbarazzo, alzò lo sguardo per scoprire l’identità del ragazzo.
Cosa che forse sarebbe stato meglio non fare.
Il ragazzo che aveva di fronte era eccezionalmente affascinante, anche se non apparteneva ai canoni di bellezza consueti. Aveva uno sguardo altero che ora la stava squadrando da capo a piedi, inducendola quasi a raggomitolarsi su sé stessa per l’imbarazzo; il taglio delle sopracciglia aveva qualcosa di simile all’arco che descriveva un predatore nell’atterrare sulla propria preda, e negli occhi scurissimi brillava una scintilla selvaggia che la faceva intimorire. La pelle scura e la camicia sbottonata priva di cravatta non contribuivano a rendere più rassicurante il suo aspetto. Il ragazzo era Blaise Zabini.
Lui era una di quelle persone che se Bella avesse incontrato nei corridoi, si sarebbe premunita di evitare accuratamente, meglio ancora se riusciva anche ad evitarne lo sguardo.
E invece ora, disgraziatamente, Signora Sfortuna glielo poneva davanti alla strada in un momento tutt’altro che favorevole, mentre Bella era a un passo dallo scoppiare in lacrime, e li faceva andare a sbattere.
Beh, tante grazie, si ritrovò a pensare Bella rivolta alla sfortuna prima ancora di tentare di svignarsela.
Stava per mormorare uno: “scusami” di circostanza e scappare a gambe levate al sicuro nel suo Dormitorio, quando, con sua profonda sorpresa, lui le parlò: “Chi sei? Mi sembra di averti già vista”.
Si ricordava del suo viso? Beh, questo sì che era davvero un fatto straordinario.
“Sono Bella, un’amica di Lily Potter” disse, certa che avrebbe capito. Lily era un personaggio assai più facile da notare di lei. Bella si sentì una perfetta imbecille, maledì la sua voce che ancora tremolava, impastata dalle lacrime che non le erano neanche scivolate giù per le guance.
Un lampo di comprensione passò per il volto di Zabini.
Bella pensò che fosse giunto il momento di rientrare nel Dormitorio, ma lui non accennava a muoversi e continuava a scrutarla in volto; la cosa la stava mettendo in agitazione. Bella non sapeva cosa fare così rimase in silenzio e non si mosse.
Che pessima, pessima giornata l’aveva condotta in quella situazione assurda? Davvero stava chiacchierando (quasi) tranquillamente con Blaise Zabini vicino a una boscaglia per coppiette da cui lui era appena uscito per ovvi motivi? E da cui lei stava scappando per altrettanto ovvi motivi?
Infatti Zabini aveva sicuramente appena finito un incontro galante, mentre lei stava fuggendo per l’ennesima volta di fronte all’incontro galante del fratello della sua migliore amica.
Beh, era davvero il colmo!
“Vai al castello?” chiese di scatto. Bella quasi sobbalzò, si era persa nei suoi pensieri troppo a lungo.
“Si” rispose d’istinto. Senza neanche pensarci.
“Ok, tanto ci devo andare anch’io” concluse indifferente e cominciò ad incamminarsi con la mani in tasca. Ma… la stava accompagnando? Davvero?
Questo sì che era imbarazzante. In quel momento Bella sentì che avrebbe dato tutto l’oro del mondo per non dover fare quei pochi metri in compagnia di uno dei ragazzi più celebri della scuola. La cosa la metteva in un imbarazzo terribile. Non sapeva come comportarsi. Avrebbe dovuto dire qualcosa? O semplicemente rimanere in silenzio o parlare di ciò che le veniva in mente come al solito? Si, e poi fare una figuraccia…
Per trenta millisecondi rimase a scervellarsi su quell’argomento con la testa che viaggiava più rapidamente di una Nimbus 3000, quando James Potter e la ragazza sconosciuta uscirono sghignazzando come cretini dal loro cespuglio e senza degnare di una occhiata né Bella né Zabini corsero verso il castello sgambettando.
Disgustoso.
Bella si irrigidì e continuò a fissare le due figure con rabbia finché non svanirono dietro il portone di Hogwarts. Quando ritornò in sé notò con un sussulto che Zabini era ancora lì e la stava fissando.
Poi fece una faccia schifata e disse: “Non mi dirai che ti piace Potter, vero?”
Oddio.
NO! Se si era accorto anche Zabini sì che doveva farsi ricoverare. Ma fantastico! Ora doveva anche preoccuparsi di evitare che tutta la scuola lo venisse a sapere. Spettacolare! Ok, non sarebbe più uscita dalla sua stanza, non avrebbe più messo il piede in Sala Grande…
Bella entrò in panico.
“Come?! Non è vero! Chi te l’ha detto?! È falso, impossibile… cioè…” e ridacchiò nervosamente, “perché mai dovrebbe piacermi lui, è…”
A quel punto Zabini scoppiò a ridere.  Bella non ricordava di averlo mai sentito ridere, ma era un suono piuttosto piacevole: caldo ed avvolgente; certo, ppiacevole se solo non avesse indicato l’irrimediabile perdita della sua reputazione…
“Scusami, Bella, giusto? Ma ce l’hai scritto in fronte…”
Mentre lui rideva Bella sentì il suo già basso umore scenderle sotto i tacchi.
Era troppo arrabbiata per ricordarsi di chi aveva di fronte e cominciò a parlare a vanvera come suo solito: “Ma sì, tanto che importa… James Potter e Bella Robinson, sembra una barzelletta solo a dirlo, vero? Come se anch’io non ne fossi consapevole! Ma ridi, ridi… a te che importa?! Sei appena uscito da quello stramaledetto cespuglio e solo un idiota non saprebbe cosa hai fatto! Tu non te li poni questi problemi! Chissenefrega, basta che davanti hai una femmina e il gioco è fatto!! Ma non ti rendi conto che magari, e dico solo magari, ci sono persone che pensano ad altro nella vita… con, che so, sentimenti, o, cosa strana, emozioni o…”
“Davvero mi stai facendo la morale?” la interruppe scettico Zabini.
Già. Davvero stava facendo la morale a Blaise Zabini?
Per quanto sarebbe servito… tanto valeva smetterla…
“Sì… me lo sto chiedendo anch’io. Ci vediamo” sbottò Bella. Girò i tacchi e se ne andò senza una parola in più; non si voltò neanche per vedere la sua reazione, sinceramente, non ne aveva voglia.
Da arrabbiata, Bella si sentì rassegnata. Ora non le importava un accidente della pessima figura che aveva fatto. Non le importava niente di come Zabini avrebbe raccontato a tutta la scuola la sua cotta. Voleva solo tornarsene al Dormitorio e dimenticare tutta quella pessima giornata.
***

Era davvero una pessima giornata.
Patetico. Se solo si fosse visto pochi mesi prima avrebbe pensato esattamente quello: patetico. Ma come poteva ridursi a causa di una donna? Evidentemente molto male…
La stava spiando come il più patetico degli sfigati, fortunatamente lui rimaneva Scorpius Malfoy, e anche lo spionaggio poteva diventare un’arte. Era in biblioteca, e aveva accuratamente selezionato un tavolo da cui potesse vederla. Lily Potter era la donna più afrodisiaca che gli fosse mai capitato di incontrare. La maniera con cui si passava una mano fra i capelli era più erotica di uno spogliarello. Molto più erotica.
Quel giorno sembrava particolarmente sciupata: aveva le borse sotto gli occhi, sbadigliava in continuazione e i capelli erano tutti scompigliati, teneva anche una posa piuttosto rigida e questo gli faceva supporre che si fosse accorta della sua presenza, anche se sembrava tenacemente determinata a non alzare mai lo sguardo. Scorpius era affascinato, e altrettanto determinato a non abbandonare lo sguardo prima che lei non avesse fatto qualcosa. Poteva urlare, disprezzarlo… qualsiasi cosa. Era l’indifferenza con cui aveva preso a trattarlo che lo stava facendo impazzire.
La situazione continuò a non subire sviluppi per qualche minuto; a un certo punto però Lily si alzò con una certa dose di polvere addosso e due pesanti volumi che stava andando a riporre, si alzò con una certa fatica e, evitando accuratamente di guardare dalla sua parte, si inoltrò fra gli scaffali. Scorpius si alzò silenziosamente e la seguì. Risalirono due scaffalature, girarono a destra, e si inoltrarono nel reparto dei volumi più vecchi, lui si fermò nel lato opposto della scaffalatura dove lei si stava sforzando per rimettere a posto i pesanti libri. Era evidentemente in difficoltà, ma Scorpius non pensò neppure di alzare un dito per darle una mano. Aveva arrotolato le maniche della camicia fino ai gomiti, e quella, tesa per lo sforzo, sottolineava la curva della vita. Scorpius sentì che gli si seccava la gola.
A un certo punto entrambi i libri caddero a terra con un tonfo sonoro, alzando una nuvola di polvere. Scorpius la vide tremare per l’indignazione e la rabbia, improvvisamente si voltò di scatto come una furia rossa, e con gli occhi pieni di lacrime gli puntò un dito addosso: “Si può sapere che diavolo vuoi, Malfoy?! Io sto cercando di allontanarmi, è quello che hai sempre voluto, no?! Sei IMPOSSIBILE!! Smettila di seguirmi, di guardarmi, di assillarmi. Lasciami in pace!”
Scorpius sentì che anche lui era sul punto di crollare, era stanco del suo atteggiamento, delle sue reazioni infantili, della sua determinazione a non affrontare i problemi. Senza neanche pensare a cosa stava facendo, si avvicinò a lei di scatto, rompendo qualsiasi distanza fisica e per la rabbia fece scattare una mano a bloccarla proprio a lato del suo viso: “Credi che per me sia facile, Potter?! Ma io almeno ammetto che c’è qualcosa che non va… se solo fossi abbastanza matura da capire quello che vuoi! Ti stai comportando da stupida, Potter, solo perché hai paura!”
Vide le lacrime nel suo viso tentare di cadere, e lei questa volta non le trattenne ma lasciò che cadessero, rigandole il viso offuscato di polvere, poi la vide tremare, e le sue gambe oscillarono, ma con il consueto orgoglio si fece forza per restare in piedi. Chiuse gli occhi per qualche momento, mentre le lacrime continuarono a cadere.
Scorpius si sentì morire nel momento stesso in cui lei li riaprì lanciandogli stoccate invisibili dagli occhi azzurri. Frecce di dolore.
Quando parlò la voce tremava, ed era talmente debole da farlo impallidire: “Cosa devo fare?”
Scorpius si accorse di avere il respiro affannoso, come se avesse corso per chilometri.
“Io… non lo so, ma forse dovresti accettare il mio aiuto…”
Erano così vicini da sentire i reciproci respiri sul viso. Scorpius aveva paura di quello che sarebbe potuto accadere se avesse provato a farlo di nuovo, ma non aveva scelta. Non riusciva semplicemente a trattenersi, e forse non voleva neanche provarci più di tanto.
Respirando pesantemente ad ogni centimetro che eliminava fra i loro volti, annegò in quello sguardo che ormai gli pareva di conoscere da tanto tempo, e senza neanche rendersene conto aveva chiuso gli occhi e sfiorava le labbra di Lily con le sue.
Ecco, forse non si sarebbe rivelata una giornata così pessima.



Ta- dan!!!! Eccomi qua, (si non sono morta) con un'altro capitolo!!
ok, dato che mi sto affezionando a tutti i miei pesonaggi, in questo capitolo una fetta di narrazione è dedicata a Bella, spero che non vi dispiaccia.
personalmente la adoro! certo, con tutti i suoi difetti...
comunque, fatemi sapere, perchè credo che modificherò il mio iniziale proposito di dedicarmi esclusivamente al filone Scorpius/Lily e aggiungerne qualcun'altro che per ora sto solo pensando ma che spero prenderà corpo...
allora, in questo capitolo succedono poche cose rilevanti ma si da spunto per avvenimenti che accadranno in seguito, quindi... beh, spero che vi sia piaciuto :D

SBRILLUCCICA: grazie per aver recensito, è la prima volta che lo fai, vero?
spero che ti sia questo capitolo, scusami per aver aggiornato tardi e ti ringrazio tantissimo per i complimenti =)

MALTERIO: ciao, sono contenta di risentirti!! eh, si, hai ragione James si impiccia sempre negli affari altrui... e anche in questo non fa una gran figura come hai visto...
bello che ti piaccia Aslan, anche io lo adoro e mi diverto molto a scrivere le scene dal suo punto di vista. grazie ancora per i complimenti.

TANGLED: vero, lo ammetto, sto facendo un po' soffrire i miei personaggi... ma altrimenti dov'è il divertimento?! XD XD
grazie per i complimenti, spero di vederti recensire anche questo capitolo :D

MAYETTA: perdono, perdono per aver fatto passare un'eternità prima di recensire.... ma, va beh... piano piano buono buono (doppiazione della pubblicità del panettone...-.-)
Comunque, si, Lily avrà i suoi problemi per risolvere la situazione e sarà problematica come previsto... spero che ti piaccia come si sta evolvendo la storia, fammi sapere :D

grazie a tutti,

Tugs**
  
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