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Autore: Shadowolf    31/12/2010    2 recensioni
"“Just look outside!” gli rispondo, il sorriso a trecentosessanta gradi.
Si sporge un po’ di più e sospira piano.
“What?”
“It’s snowing!”"
L'idea è quella di usare una canzone natalizia per ogni capitolo (dovrebbero essere cinque o sei in totale).
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'RolePlay'
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Lo guardo ballare in mezzo alla gente, il suo sorriso mi colpisce subito, ogni volta come fosse la prima. Gli faccio un cenno di saluto e mentre viene risucchiato nel vortice di note e corpi in movimento ne approfitto per allontanarmi un po’ dalla mischia, cercando un po’ di silenzio. Non sono triste, ho solo bisogno di cinque minuti di tranquillità, tutto qui. Il mio personale angolo di riflessione del 31 dicembre.
Venire qui è stata una buona idea, considerate le premesse forse addirittura la migliore. Tra il lavoro e tutto il resto non ci siamo preoccupati di organizzare qualcosa per fine anno, così alla fine ho pensato che saremmo stati soltanto lui ed io, e per Natale gli ho regalato un viaggio su quest’isola sperduta in mezzo al Pacifico. Vigilia di Capodanno alternativo, eccoci qua. Però in realtà ci servivano davvero un paio di giorni lontani da tutto e tutti, era diventato... fisiologico. Per me almeno. Oltre ad una bella ferita in faccia ne ho un paio dentro che bruciano parecchio, e so che mi serve averlo tutto per me per sperare di poter guarire. Ho bisogno di sentirlo mio, e mio soltanto. Già.
Le ultime 60 ore sono state a dir poco... frenetiche. Anche ora faccio fatica a ricapitolare tutto ciò che è successo. Il 29 era il suo compleanno, ed uno dei regali che gli ho fatto è stato quello di dire a Susan di noi. E non è andata bene, non è andata bene per niente. Adesso ho una bella linguetta per metà lato sinistro e qualche punto di sutura a tentare di chiuderla. Ma almeno abbiamo finito di tentare di nasconderci, per cui lo prendo come un passo avanti, nonostante il dolore che ancora sento dentro. Sapevo che non sarebbe stato semplice, ma provarlo... è tutta un’altra questione. E comunque l’avessi fatto prima probabilmente mi sarei risparmiato qualche fregio in faccia.
Così ieri pomeriggio sul tardi abbiamo preso una specie di piccolo jet privato e siamo volati qui, paradiso sperduto costituito da un paesino di 96 abitanti, di cui 24 impiegati nel nostro albergo; la suite in cui alloggiamo è una specie di bungalow superaccessoriato che dà direttamente sull’oceano, roba che ieri sera abbiamo fatto il bagno a mezzanotte, appena arrivati. Sì, ci serviva un po’ di tempo solo per noi.

Come along…
Will there be sunshine shining
Will we find a silver lining?
Come along…
Sing a song…
When today becomes tomorrow
Will we find joy or sorrow?
Sing a song...

Fossimo in un film, questo sarebbe un finale perfetto. Festeggiare la fine dell’anno vecchio in spiaggia, in compagnia della persona che ami. La base di ogni commedia romantica che si rispetti. Ma non siamo in un film, questa è la vita. E per quanto banale e retorico questo possa essere, ne ho passate troppe per pretendere che da ora in avanti le cose andranno sempre bene. Non scherziamo. Siamo solo all’inizio. Sì, adesso non dovremo più nasconderci, questo è vero, ma sopraggiungeranno altre cose. I sorrisi stupidi, le risatine, gli spifferi. Tutte cose a cui io sono abituato, più che abituato dati i miei trascorsi, ma è di lui che mi preoccupo. Non voglio che soffra ancora, basta soffrire, ne abbiamo passate tante, troppe per essere colpevoli solo di amarci a vicenda.
Trovo una palma a ridosso dell’acqua e mi ci siedo sotto, poggiando la schiena contro il suo tronco. C’è un bel caldo confortante qui, la neve londinese soltanto un lontano ricordo. Non sembra neanche Dicembre, a ben pensarci. Sembra di stare in un posto lontano nel tempo e nello spazio, un luogo dimenticato. Una zona di confine. Simpatica ironia per l’ultimo dell’anno. Come se fosse davvero possibile fare una cosa del genere. Dire basta e staccare la spina, magari per sempre. Volare via da impegni, obblighi, doveri. Un film dopo l’altro, in un cerchio continuo ed ininterrotto di lavoro, lavoro, lavoro. E la vita che ti sfugge via tra le dita come questa sabbia qui. Fine, leggera. Troppo perché una folata di vento non la spazzi via, portandola da qualche altra parte, disperdendola in mare. E alle volte mi viene solo voglia di prendere e mandare tutto a puttane, anche se so che me ne pentirei l’attimo dopo. Mi piace recitare, dico sul serio. Ma ci sono dei momenti, quando mi tiene tra le sue braccia se sono triste, o quando viene a rincantucciarsi contro di me dopo che abbiamo fatto l’amore, in cui riesce a farmi dimenticare di tutto il resto. E mi fa venire voglia di prenderlo con me e portarlo via da tutto il mondo attorno, per non lasciare che non un singolo attimo di vita in più venga sprecato in cose futili. E in quei momenti vorrei dirglielo, ogni volta sto per farlo, ma alla fine ci rinuncio. Chi sono io per chiedergli una cosa del genere, in fondo? Solo un idiota che vive di fantasie. Il mondo ne è pieno, non sono poi niente di diverso o di eccezionale.

Is it wrong
To put all our hopes together
And wish for something better?
Is it wrong?
To be loved
To face the future with another
Who means more than any other
Is to be loved

Sospiro e guardo l’orizzonte. Calmo, pacifico. Si sentono soltanto le onde rifrangersi ogni tanto sul bagnasciuga. Le voci della festa, la musica, sfumano leggere nell’aria, diventando quasi impercettibili al mio orecchio. Non sono triste, soltanto un po’... giù. Mi capita sempre, non è una novità. Ripenso all’anno appena passato e non posso fare a meno di pensare che è uno in meno, qualsiasi cosa questo voglia dire. Uno in meno per stare con lui. Appunto.
Ripenso a quest’estate, a quando mi venne a trovare, a metà luglio, e mi disse che aveva una cosa da dirmi. Il momento dopo mi stava baciando, in casa mia. In quella che era casa mia. Mi amava, diceva. Si era innamorato di me, mentre io scherzavo. Volevo solo rendere il film più credibile, non pensavo sarei finito per convincerne lo stesso protagonista. Sghignazzo piano a me stesso. Gran bel casino ho piantato su. Ho fatto diventare gay un latin lover.
Chiudo gli occhi e cerco di riportarmi alla mente quel pomeriggio caldo, riuscendoci solo a metà. Mi ricordo del divano, e delle sue mani intorno al mio collo. Di un succo d’arancia e di un bicchiere frantumato a terra. Di lui che mi allontanava i cocci di vetro con il piede, per farmi dispetto. Della sua indecisione e del suo essere tutto impacciato, nonostante fosse così dannatamente sicuro di quello che mi voleva dire. Dei miei tentativi di fermarlo, e di autocontrollarmi, in qualche modo. Perché sì, io non facevo sul serio, sul set, durante il tour promozionale, ma questo non significa che non avessi realizzato come il mio battito cardiaco variasse quasi impercettibilmente ogni qualvolta i nostri occhi si incrociavano, o quando mi toccava sul braccio, sul ginocchio. E poi mi era mancato, cazzo se mi era mancato. Per quasi sei mesi non l’avevo sentito, mi ero rifiutato di chiamarlo, in qualche modo, temendo ogni volta di non riuscire a trattenermi in sua presenza. L’avevo ignorato, sperando di rendergli le cose più semplici. Ovviamente non ha funzionato, come la maggior parte dei miei piani.
Ed eccoci qui, un anno dopo, quasi ufficialmente insieme, a festeggiare l’arrivo di un anno nuovo solo io e lui su un’isola nel mezzo del Pacifico. Curioso come le cose abbiano un loro particolare modo di girare, alle volte. Quasi fossero meccanismi complicati di un grande orologio, che aspettano solo la giusta molla per inserirsi l’uno sull’altro. Ormai è così che ci vedo, non so spiegarlo meglio. È diventato così bravo a leggere nelle mie espressioni, nei miei gesti, nei miei occhi, che alle volte non ho neanche bisogno di parlare per fargli capire cosa provo, o di cosa ho bisogno. Ed è... confortante, per uno come me, sapere di poter ogni volta contare su una persona del genere. Mi fa sentire... protetto, sempre e comunque. Non lo ringrazierò mai abbastanza di questo.

We'll paint the grey clouds
With pretty rainbow hues
And we'll brush the gloom away
And save it for a rainy day…

“Why is my man trying and go away from me already?”
Ad un tratto non vedo più niente davanti a me, e sento il suo accento inglese parlarmi all’orecchio. Sorrido e scuoto piano la testa.
“He is not. He just needed some... air.”
“What if I didn’t believe him?”
“Hm… Let’s see if he can persuade you anyway…”
Mi giro un po’ seguendo il suono della sua voce e dopo qualche tentativo a vuoto trovo finalmente le sue labbra. Lo bacio dolcemente e sento le sue mani scivolarmi via dagli occhi per accarezzarmi piano la guancia. Lo guardo e gli sorrido di nuovo.
“Has he won you over?”
Finge di starci pensando, mettendo su un’aria poco convinta. Ridacchio e gli metto una mano in faccia, spingendolo piano all’indietro fino a farlo cadere sulla sabbia.
“You can’t just go around with that... thing around your neck and make requests, y’know?”
“Tsk, you don’t want to understand. This is a lucky charm necklace, you should wear it too.”
Annuisce convinto e se ne rimane lì a fissare l’oceano per qualche secondo, poi come smetto di guardarlo si alza di scatto e mi salta addosso, ricambiandomi il favore, in un certo senso.
“What now?”
“I’m over you, so you have to pay your forfeit.” annuisce verso di me, e allunga una mano all’indietro, prendendo un’altra collana di fiori e poggiandomela sul petto. “Wear this one, come on.“
“What!? No way, you can forget it.”
“Oh, you’ve lost, Mr. Stark. Be a gentleman and behave like one.”
Sospiro sorridendogli e alzo leggermente la testa, permettendogli di infilarmi la collana, poi prendo le sue mani tra le mie e lo guardo negli occhi, aspettando un po’ prima di parlare.
“Hey puppy... Are you happy?”
Annuisce con un sorriso a trecentosessanta gradi e si china su di me, baciandomi piano.
“So much, you – only you – can try and figure how much. Thank you. For everything.”

Oh, today
If troubles cast a shadow
And shadows make the sun afraid to stay
But it's okay
'Cause there'll be sunshine shining
And we'll find a silver lining
Another day

Lo abbraccio e lo prendo tra le mie braccia, lasciandogli un bacio sulla tesa e tenendolo stretto a me, cullandolo dolcemente come fosse un bambino. La verità è che adesso c’è qualcosa di cui ho paura. È il futuro, ho paura di perderlo, in qualche modo. Di fare una stronzata e ritrovarmi con un addio scritto con inchiostro permanente. Non sarebbe la prima volta, ho la tendenza ad incasinare sempre tutto. Per questo non voglio lasciare il 2010. È stato un anno tremendo, sotto certi punti di vista, ma è anche stato quello che mi ha fatto trovare il pezzo mancante della mia vita. E non so se sono pronto a rimettermi in gioco con Gennaio, a propormi nuovi obiettivi da raggiungere, se tutto quello che avrei mai potuto immaginare ce l’ho proprio ora tra le mie braccia.
Lo guardo e lui sorride, continuando a poggiarmi sabbia sul petto, quasi lo stesse facendo per caso. Alzo un sopracciglio nella sua direzione come a rimproverarlo e in risposta ricevo un bacio leggero sulle labbra. Come faccio ad arrabbiarmi con il mio dolce cucciolo?
“You’re having your fun, I reckon.”
“Yes, hun. I’m totally having fun.”
“Then I am the child, isn’t it?”
“Right. Because you are, I’m just… trying and keep that funny brain of yours distracted from one of your… crisis.”
Lo guardo negli occhi per una manciata di secondi ed annuisco, sfregandomi il naso contro i suoi capelli a sorridendogli. I’ll call him my prince and he shall be mine.
“Thank you. Don’t really wanna end up like... Christmas day…”
“Oh no, God’ forsake us, no, please!”
Sospiro piano e gli lascio un bacio sullo zigomo, stringendolo un po’ più forte a me e coccolandolo tra le mie braccia, fino a quando veniamo letteralmente sommersi da un fiumiciattolo di persone che si riversano sul bagnasciuga e capiamo che è quasi mezzanotte. Ci alziamo e ci uniamo a loro, i piedi nell’acqua, e proprio mentre le sue braccia scivolano intorno al mio corpo, abbracciandomi da dietro, partono lungo tutta la riva tanti fuochi d’artificio bianchi, che si stagliano nel cielo disegnando il benvenuto per il nuovo anno. Appoggio la testa all’indietro sulle sue spalle e lo guardo di nascosto, sorridendo un po’. Perché sì, è vero, non so cosa ci aspetta da qui a sei giorni, o a sei mesi, o ad un anno, ma in fondo alla fine è bello anche così. È la stessa identica conclusione a cui arrivo ogni mezzanotte a cavallo tra il 31 e l’1, e forse non cambierà mai. Non credo nel destino più di quando creda in Dio, però credo che certe cose hanno più motivo di accadere rispetto ad altre. Ed è questa la sensazione che ho quando sono con lui, ogni volta. Quella di star vivendo qualcosa che è un di più rispetto al normale amore. È quel senso di completezza, e di protezione reciproca.
Intreccio le mie dita con le sue e lo bacio sulla guancia, sorridendo sulla sua pelle. Mi fa stare bene. Fosse anche soltanto per lui, andrebbe la pena salutare allegramente questo nuovo anno, perché in fondo porterà tante cose buone. Qualche mese fa mi sarebbe sembrato impossibile tutto questo, lasciare Susan, prender casa in Massachusetts con lui, fare dei progetti insieme, pensare al nostro futuro. E invece eccoci qua, su un’isola dispersa nel Pacifico, a lasciarci alle spalle il 2010 del nostro inizio e a sperare in un 2011 ancora migliore. Ci trasferiremo nella nostra nuova casa, avremo dei cani. E non importa quanti momenti tristi e bastardi ci capiteranno nel mezzo, una parte di me sa perfettamente che torneremo insieme una, cinque, dieci volte se fosse necessario. Perché siamo fatti così, non c’è modo di tenerci lontano uno dall’altro. L’abbiamo imparato.
Raggiungo il suo orecchio e gli sussurro piano.
“You’re stuck with me now. You know that, right?”
Mi lancia un’occhiata divertita ma seria, annuisce.
“Yep. Poor me, I know I’m gonna regret this promise of mine.”
“You’re still in time…”
“Nah. 2010 is gone, it’s too late now. I’m condemned forever.”
“Hm, I see. I could think how to make this thing better…”
“Like what?”
“Like… I could marry you, what you think?”
“Oh. Double punishment then.”
Ridacchio piano e mi arrendo, questa l’ha vinta lui. Bacio il suo orecchio e sorrido.
“I love you.”
“Love you too. Happy new year.”
“Yep. It’s gonna be one for the ages.”
“How… How can you tell?”
“I can’t. I just know it.” 

Tomorrow is another day
How I hope you'll always stay…

 


AUTHOR'S CORNER: Il mio Terry mi ha pressato affinché la scrivessi, per cui eccomi qua xD Con questa finisce la long, e tutto sommato sono soddisfatta di come sia andata avanti (strano ma vero). Non so se e quando ci risentiremo, ho un mezzo progetto ma boh, probabile che non ne faccia poi più niente. Anyway, grazie a tutti quelli che mi hanno seguito, spero di aver trasmesso un po' di atmosfera natalizia anche a voi :D
Awwwww bb, this is for you :3

   
 
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