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Autore: Egle e Elivi    12/12/2005    11 recensioni
Questa volta Hogwarts sarà lo scenario di un giallo targato Slytherin. Misteriosi incidenti coinvolgono gli studenti della succitata casa, ma nessuno, nemmeno i professori muovono un dito. E allora, chi chiamerai? Malfoy ha la risposta...insieme ai suoi più fedeli compagni di casa si improvviserà detective tra sospetti più o meno fondati e pericoli celati nel buio...una ff politicamente scorretta!
Genere: Commedia, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL NOME DELLA PIUMA

IL NOME DELLA PIUMA

 

- Chi di piuma ferisce, di piuma perisce -

E. E.

 

 

Premessa

A sorpresa siamo tornate con una nuova fanfic!

Sappiamo che abbiamo ancora alcune storie lasciate in sospeso e cercheremo di finirle al più presto. Intanto godetevi le avventure dei nostri amatissimi Serpeverde

 

 

E ora vi lasciamo alla storia…

 

Questa fanfic è politicamente scorretta!

 

 

 

Capitolo 1 – Agente 00Minchia.

 

Draco Malfoy si stava grattando distrattamente la testa, cercando di capire perché quel mattino il suo porridge avesse un aspetto così denso.

Quello era il culmine della sua giornata.

"Assassinio!" urlò una voce resa stridula dalla paura.

O forse no. Un omicidio poteva sempre risollevare le sorti di una giornata.

Era un'idea da non escludere a priori, forse avrebbe potuto pensarci lui ad eliminare qualcuno, giusto per animare il piattume quotidiano della vita scolastica. C'era solo l'imbarazzo della scelta.

Sollevò lo sguardo sul tavolo dei Tassorosso. Tutti probabili camionisti, scaricatori di porto, camerieri ed ortolani. Il gradino immediatamente sopra agli elfi domestici ma non in cima alla catena alimentare.

I Corvonero, al tavolo immediatamente successivo. Dottori, avvocati, ingegneri e tutti i liberi professionisti che, durante le pause dal loro lavoro altamente intellettualoide, si concedevano lunghe discussioni allietate da veli di cocaina che aleggiavano attorno alle loro teste come aureole mistiche.

Ed infine loro… i Grifondoro, coraggiosi e onesti Grifondoro. Auror, pompieri, guardie del corpo e un'insolita percentuale di assistenti sociali. Andiamo… volete davvero che certe persone stiano all'apice della nostra società?

"Assassinio!" gridò nuovamente la vocina stridula, non per la paura, come aveva sperato Draco in un primo momento, ma per il ritardo dell'adolescenza che non aveva ancora trasformato il giovane virgulto in un uomo.

Ottima risorsa il panico. In un nano secondo persino le facce spente dei Tassorosso si erano tramutate in maschere degne di un essere dotate di soffio vitale.

Il ragazzetto urlante entrò nella sala grande sventolando entrambe le mani, nella patetica imitazione di un cespuglio scosso dal vento.

Dio, l'adolescenza non gli aveva nemmeno risparmiato l'acne. Perché non mettere fine alle sue sofferenze con un atto di pietà come l'omicidio?

Draco allungò un piede, nell'attimo esatto in cui il giovane transitava gemente davanti alla sua postazione.

L'attimo dopo il suo corpo giaceva a terra inerme.

"Cazzo, l'ho accoppato davvero!" sussurrò Draco rivolgendosi ai suoi compagni di casa.

Stava già facendo il conto di quanto avrebbero dovuto sborsare per risarcire i genitori del ragazzo, quando quello stesso si rimise miracolosamente in piedi, e riprese la sua corsa al tavolo dei professori.

, quantomeno, a giudicare dalle risatine circostanti, doveva essere riuscito ad ammazzargli la vita sociale.

Cento punti per Serpeverde!

Draco si volse tronfio del suo successo verso il ragazzo seduto al suo fianco, alzando una mano per farsi battere il cinque. Rimase fermo per almeno dieci secondi buoni prima di ricevere in cambio un'occhiata ostile.

Theodore, che si legge Tiodor, Nott famoso per la sua loquacità, non disse nulla e tornò al suo porridge per nulla interessato alla scena in corso.

Nel frattempo il detentore della vita sociale ormai deceduta era sopraggiunto ansimante al cospetto del preside Albus Silente.

"Professore, professore! Uno studente è stato spinto giù dalle scale! Hanno cercato di ucciderlo!" esclamò interpretando una certa enfasi.

La reazione fu immediata: un distinto e scandalizzato vociare si elevò dai presenti.

"Silenzio!" tuonò imperioso il preside, alzandosi in piedi, facendo scrocchiare tutte le articolazioni ormai arrugginite.

"Qual è il nome del ragazzo?" domandò il mago, facendo vibrare drammaticamente la sua voce.

Il giovane tremante scosse la testa in segno di diniego.

"So solo che è un Serpeverde!" rispose titubante e un po' intimorito dalla presenza di Silente.

Il silenzio nella sala si fece tombale.

"Ambè…" fu la laconica replica del preside dopo qualche secondo di perplessità.

Liquidò l'argomento con un vago cenno della mano "Tornate pure a mangiare. E non dimenticatevi di Cedric Diggory…"

Il silenzio fu immediatamente riempito dal rumore delle mascelle che si muovevano allegramente, triturando cibo, assolutamente disinteressati alla tragedia in atto.

"Signor preside, mi permetta…" si intromise il professor Piton, allungando il collo in direzione dell'anziano mago "Non crede sia il caso di soccorrere la vittima e altresì indagare sulla disdicevole vicenda?"

Silente si volse con uno scatto d'ira che gli costipò la mascella raggrinzita.

"Zitto tu! Mangiamorte di merda!" sibilò con la stessa voce di un posseduto.

Piton sgranò gli occhi, rattrappendosi sulla sedia, sperando di diventare tutt'uno con lo schienale della stessa.

"Suvvia Severus…" lo tranquillizzò consolatrice la professoressa McGrannith, posandogli una mano su un braccio "Non averla a male, stamattina non ha trovato erba nella serra…"

Draco, che aveva assistito perplesso alla scena, rimase a fissare il tavolo dei professori con espressione vuota finchè non udì il rantolo di Goyle che si era appena strozzato con il succo di zucca.

"Non è giusto!" sbottò, tirando un pugno sul tavolo per sottolineare il suo sdegno, beccando una forchetta che prese il volo, andando a conficcarsi nella mano suina di Millicent Bullstrode.

"Fatta male?" le chiese premurosamente Tracey Davis che le era seduta di fronte.

"Naaaa…" si elevò a sorpresa la voce di Theodore "E' tutto grasso."

"Stai attenta che arriva Natale e si cucina lo zampone!" diede il suo contributo Draco che aveva momentaneamente accantonato la sua indignazione. Di nuovo alzò la mano aperta a cinque dita verso Theodore, che di nuovo si volse a contemplare il porridge che tra l'altro ancora non aveva toccato.

"Dicevo…" riprese Draco, come se non fosse mai stato interrotto "Non è giusto! Un Serpeverde è stato vigliaccamente attaccato alle spalle… e il corpo insegnante non muove un solo dito!"

Preso dall'enfasi del suo discorso si mise in piedi, poggiando teatralmente un piede sul tavolo. Una luce divina lo investì improvvisamente, proiettata da una delle finestre.

"Noi serpeverde siamo la canticchiante e danzante merda di Hogwarts! Ma io dico… BASTA!" gridò pestando furiosamente il piede sul tavolo "Ai soprusi, se non siamo noi a farli, dico… BASTA!" e il piede colpì di nuovo il tavolo "Alle discriminazioni, che non prevedono la nostra superiorità! Io dico… BASTA!"

"Al fatto che continui a pestare il piede nel mio porridge…" giunse la voce piatta di Theodore che assisteva impotente allo scempio della sua colazione.

Draco, schifato, alzò la gamba imbrattata di cibo, fece un giro di centoottanta gradi ritrovandosi il viso di Tiger sottotiro.

"Lecca…" ordinò altezzoso, restando in posizione.

 

Nemmeno le successive ore di lezione riuscirono a calmare i bollenti spiriti di Draco che per un breve attimo aveva pensato di correre in bagno e reprimere l'euforia nel modo più tradizionale.

Siamo in un paese libero, speriamo ardentemente che Lord Voldemort assuma al più presto il potere, ma per ora siete liberi di interpretare la frase come più vi aggrada.

Quando tornò ai sotterranei, in una sala comune brulicante di Serpeverde sconvolti dall'accaduto, il suo umore non era affatto migliorato.

"Ma si sa almeno il nome della vittima?" gli chiese Pansy, spalmandoglisi addosso sul divano.

"T'importa?" ribattè Draco, scostandola malamente per allungare le gambe sui cuscini "Il punto è: uno di noi è stato aggredito. Se uno di noi viene aggredito, è come se tutta la casa venisse aggredita."

"Davvero?" domandò Tracey, arcuando un sopracciglio incredula "Da quando?"

Draco le scoccò un'occhiata arrogante.

"Da quando lo dico io!" esclamò imperioso.

"E quando lo dici tu?" replicò Tracey sempre più perplessa.

"Quando? Te lo dico io quando!"

"Dimmi quando quando quaaaaaando..." canticchiò Tiger, mentre i suoi occhi fissi sul caminetto acceso, riflettevano il vuoto cosmico.

"L'anno, il giorno, l'ora in cui…" lo seguì a ruota Goyle non certo più sveglio.

"28 giorni, 6 ore, 42 minuti, 12 secondi… la data di scadenza per la fine del mondo" Si intromise Theodore piegando le labbra in una smorfia disgustata.

Gli occhi del gruppetto Serpeverde si posarono sul ragazzo che se ne stava leggermente in disparte a leggere.

Draco si artigliò i coglioni scaramantico.

"Davvero?" chiese, mentre tutti gli altri trattenevano il respiro.

Theodore scrollò le spalle, tornando a dedicarsi al suo testo.

"No, ma almeno avete smesso di sparare cazzate." Sentenziò immergendo la testa nel libro, sperando di essere dimenticato.

Cosa che peraltro non risultò poi tanto difficile.

"Qui ci vuole un leader, qualcuno che prenda in mano la situazione…" cianciò Draco, avvertendo una strana sensazione all'inguine.

"Pansy, tieni giù quelle mani! La situazione ho detto, non il mio pisello…"

"Draco, il tuo favellare è oltremodo inappropriato e offensivo." La voce di Blaise Zabini, cognome italiano, viso d'ebano, si elevò come il canto delle sirene tentatrici alle orecchie di Odisseo.

Draco alzò la testa, al di sopra della sua spalla per osservarlo dritto negli occhi tenebrosi.

"Ma stai zitto tu, preferisco chiamarlo pisello che non Signor Pene come fai tu, tutte le mattine per convincerlo ad evacuare."

Blaise si limitò a stringersi elegantemente nelle spalle degnandolo di un sorriso bastardo… purtroppo i sorrisi purosangue erano riservati ad altri membri della casa. Sempre per restare in tema.

"Stavo dicendo…" riprese Draco, assumendo una posa ferina "Qui ci vuole una soluzione drastica. Bisogna sradicare il problema alla radice, quindi…" s'interruppe per portarsi al centro della Sala Comune, richiamando l'attenzione dei presenti "Tutti fuori! Da adesso la Sala Comune diventa il mio ufficio personale per indagare sull'omicidio del nostro congiunto… congiunto…". Abbassò la voce, girandosi verso Tracey in cerca di suggerimenti.

"Gilderoy Allock…" sussurrò la ragazza completamente presa alla sprovvista.

"Gilderoy Allock!" ripetè Draco con enfasi, senza notare le espressioni confuse dei presenti.

Battè le mani come per risvegliarli dal torpore che li aveva invasi.

"Ohu! Fuori dai coglioni! Siete tutti nel mio ufficio!" esclamò, agguantando un ragazzino del primo anno per la collottola e spintonandolo verso l'uscita.

"Ma non puoi farlo!" si lamentò uno studente dell'ultimo anno indignato. Draco serrò le mascelle, altamente infastidito dall'intromissione e, afferrato a tradimento il libro di Theodore, lo lanciò a parabola attraverso la stanza, beccando il malcapitato in fronte.

"Cercatore mica per la mia bella faccia" si gongolò "Ho una mira da cecchino. E adesso fuori!".

Lentamente la stanza andò svuotandosi, tra mormorii e imprecazioni a stento trattenute.

"Tu no" disse Draco, circondando la vita di Pansy con un braccio. L'attirò contro di sé, accarezzandole il collo con il naso.

"Tu sei la mia Malfoy Girl" le bisbigliò e fu ricompensato da un risolino della ragazza.

Theodore che aveva allungato i piedi sul puff per nulla intenzionato a lasciare la sala comune defraudato del suo libro e abbastanza indignato, alzò la testa, fulminandolo con lo sguardo.

"Sì, e tu sei l'agente 00Minchia." Borbottò.

Draco fece un sorrisino compiaciuto. Lui non sorride bastardo. Lui è un Purosangue.

"00, come la farina più buona" si vantò, facendogli l'occhiolino.

Theodore sospirò esasperato, mimando il gesto di farsi una pera.

Draco sgomberò uno dei tavoli, sistemandolo vicino al camino per avere più luce.

"Adesso" disse a quelli rimasti "Vi assegnerò i vostri compiti. Pansy! Seduta sulla mia scrivania, mostra le gambe. Autoreggenti d'ordinanza!" ordinò.

La ragazza si affrettò ad eseguire, tutta felice.

"Tracey, tu, che sai scrivere, sei la mia segretaria. Annota i messaggi e redigi i verbali degli interrogatori."

Tracey si strinse nelle spalle, sventolando una piuma.

"Tiger, Goyle. Voi sarete i miei bodyguard. E dovrete, all'occorrenza, intimidire i testimoni."

"Ma non è quello che fanno sempre?" intervenne Zabini, annoiato.

"Zabini, tu canta. Non è questo quello che fanno i negri e gli italiani? Quindi canta almeno un'opera lirica" ribattè prontamente Draco, fissando poi Millicent.

"Tu, che devi dimagrire, sarai la portalettere."

"Ma ci sono i gufi per questo…" azzardò la ragazza, arrossendo.

"Ti ho detto di parlare? Non hai questo compito. Parlo solo io. E Blaise, ma può farlo solo cantando, possibilmente in rima e senza usare parole come evanescere, che mi stimola la diuresi. Teddy…"

Il ragazzo era sparito.

"Accio Teddy" pronunciò Draco, sventolando la bacchetta in direzione del dormitorio.

Il ragazzo non arrivò.

"Tiger. Goyle. Andate a prendere Teddy. Lui è il mio consigliere e factotum."

"Che culo" recitava il cartello che mostrava Tracey. Lei non poteva parlare, però, poteva scrivere.

"E adesso tutti al lavoro!"

 

 

Il Professore Severus Piton non era un tipo collerico.

Dopo mezza bottiglia di sherry, fregata dalle scorte della Cooman, anche Hulk sarebbe diventato docile come un agnellino.

Per questo, quando arrivò davanti all'entrata della sala comune e vide tutti gli studenti che bivaccavano nel corridoio, non iniziò a lanciare maledizioni senza perdono, ma si limitò ad avvicinare uno studente, chiedendogli nel suo peggior tono intimidatorio che diavolo facessero tutti lì.

"Malfoy, signore, ha preso possesso della sala comune, facendone il suo studio personale" rispose il ragazzino, bianco come un cencio.

Piton represse un ringhio. E un rutto. I mangiamorte non ruttano. Solo McNair, ma questa è un'altra storia. Entrò con passo deciso nella Sala comune, individuando l'indaffarato signor Malfoy seduto a uno dei tavoli, intento a rollarsi una canna.

"Signor Malfoy" sibilò, non del tutto certo che il regolamento impedisse di farsi canne, visti i trascorsi e i presenti del preside. "Lei ed io dobbiamo parlare, adesso."

"Ma certo, professor Piton" ribattè Draco, sfoderando un sorriso sicuro. Si alzò in piedi, indicando elegantemente una sedia.

"Nel mio ufficio o nel suo?".

Piton lo prese per un orecchio e lo portò fuori dalla sala comune.

 

Continua…

 

 

Ed eccoci alla fine del primo capitolo di questa nuova fanfic!

Speriamo che vi abbia appassionato…la continueremo al più presto!

Un bacione

Egle & Eli

 

 

p.s. venite a visitare il nostro gioco di ruolo su Harry Potter: http://www.greatestjournal.com/community/equilibrium_rpg

Un Alternative Universe dove Lord Voldemort ha preso il potere, dopo aver vinto la guerra, ed Harry Potter è a capo della resistenza.

P.P.S Non vogliamo alimentare polemiche e nemmeno puntare il dito contro qualcuno, ma saremmo veramente onorate se evitereste di attingere a piene mani dalle nostre idee, perciò vi chiediamo di non ispirarvi in alcun modo a questa storia, né per la caratterizzazione dei personaggi, né per i dialoghi, né per lo stile di scrittura.

Grazie.

  
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