IL NOME DELLA
PIUMA
- Chi di
piuma ferisce, di piuma perisce -
E. E.
Premessa
A
sorpresa siamo tornate con una nuova fanfic!
Sappiamo
che abbiamo ancora alcune storie lasciate in sospeso e cercheremo di finirle al
più presto. Intanto godetevi le avventure dei nostri amatissimi Serpeverde…
E ora
vi lasciamo alla storia…
Questa
fanfic è politicamente
scorretta!
Capitolo 1 – Agente 00Minchia.
Draco
Malfoy si stava grattando distrattamente la testa, cercando di capire perché
quel mattino il suo porridge avesse un aspetto così
denso.
Quello
era il culmine della sua giornata.
"Assassinio!" urlò una voce resa
stridula dalla paura.
O forse
no. Un omicidio poteva sempre risollevare le sorti di
una giornata.
Era
un'idea da non escludere a priori, forse avrebbe potuto pensarci lui ad
eliminare qualcuno, giusto per animare il piattume
quotidiano della vita scolastica. C'era solo l'imbarazzo della
scelta.
Sollevò
lo sguardo sul tavolo dei Tassorosso. Tutti probabili camionisti, scaricatori di
porto, camerieri ed ortolani. Il gradino immediatamente sopra agli elfi
domestici ma non in cima alla catena alimentare.
I
Corvonero, al tavolo immediatamente successivo. Dottori, avvocati, ingegneri e
tutti i liberi professionisti che, durante le pause dal loro lavoro altamente
intellettualoide, si concedevano lunghe discussioni allietate da veli di cocaina
che aleggiavano attorno alle loro teste come aureole
mistiche.
Ed infine
loro… i Grifondoro, coraggiosi e onesti Grifondoro. Auror, pompieri, guardie del corpo e un'insolita percentuale
di assistenti sociali. Andiamo… volete davvero che certe persone stiano
all'apice della nostra società?
"Assassinio!" gridò nuovamente la
vocina stridula, non per la paura, come aveva sperato Draco in un primo momento,
ma per il ritardo dell'adolescenza che non aveva ancora trasformato il giovane
virgulto in un uomo.
Ottima
risorsa il panico. In un nano secondo persino le facce spente dei Tassorosso si
erano tramutate in maschere degne di un essere dotate di soffio
vitale.
Il
ragazzetto urlante entrò nella sala grande sventolando entrambe le mani, nella
patetica imitazione di un cespuglio scosso dal vento.
Dio,
l'adolescenza non gli aveva nemmeno risparmiato l'acne. Perché non mettere fine
alle sue sofferenze con un atto di pietà come l'omicidio?
Draco
allungò un piede, nell'attimo esatto in cui il giovane transitava gemente
davanti alla sua postazione.
L'attimo
dopo il suo corpo giaceva a terra inerme.
"Cazzo,
l'ho accoppato davvero!" sussurrò Draco rivolgendosi ai suoi compagni di
casa.
Stava già
facendo il conto di quanto avrebbero dovuto sborsare per risarcire i genitori
del ragazzo, quando quello stesso si rimise miracolosamente in piedi, e riprese
la sua corsa al tavolo dei professori.
Bè, quantomeno, a giudicare dalle
risatine circostanti, doveva essere riuscito ad ammazzargli la vita
sociale.
Cento
punti per Serpeverde!
Draco si
volse tronfio del suo successo verso il ragazzo seduto al suo fianco, alzando
una mano per farsi battere il cinque. Rimase fermo per almeno dieci secondi
buoni prima di ricevere in cambio un'occhiata ostile.
Theodore,
che si legge Tiodor, Nott
famoso per la sua loquacità, non disse nulla e tornò al suo porridge per nulla interessato alla scena in
corso.
Nel
frattempo il detentore della vita sociale ormai deceduta era sopraggiunto
ansimante al cospetto del preside Albus
Silente.
"Professore, professore! Uno
studente è stato spinto giù dalle scale! Hanno cercato di ucciderlo!" esclamò
interpretando una certa enfasi.
La
reazione fu immediata: un distinto e scandalizzato vociare si elevò dai
presenti.
"Silenzio!" tuonò imperioso il
preside, alzandosi in piedi, facendo scrocchiare tutte
le articolazioni ormai arrugginite.
"Qual è
il nome del ragazzo?" domandò il mago, facendo vibrare drammaticamente la sua
voce.
Il
giovane tremante scosse la testa in segno di diniego.
"So solo
che è un Serpeverde!" rispose titubante e un po'
intimorito dalla presenza di Silente.
Il
silenzio nella sala si fece tombale.
"Ambè…" fu la laconica replica del preside dopo qualche
secondo di perplessità.
Liquidò
l'argomento con un vago cenno della mano "Tornate pure a mangiare. E non
dimenticatevi di Cedric Diggory…"
Il
silenzio fu immediatamente riempito dal rumore delle mascelle che si muovevano
allegramente, triturando cibo, assolutamente disinteressati alla tragedia in
atto.
"Signor
preside, mi permetta…" si intromise il professor Piton, allungando il collo in
direzione dell'anziano mago "Non crede sia il caso di soccorrere la vittima e
altresì indagare sulla disdicevole vicenda?"
Silente
si volse con uno scatto d'ira che gli costipò la mascella
raggrinzita.
"Zitto
tu! Mangiamorte di merda!"
sibilò con la stessa voce di un posseduto.
Piton
sgranò gli occhi, rattrappendosi sulla sedia, sperando di diventare tutt'uno con lo schienale della
stessa.
"Suvvia
Severus…" lo tranquillizzò consolatrice la professoressa McGrannith, posandogli una mano su un braccio "Non averla a
male, stamattina non ha trovato erba nella serra…"
Draco,
che aveva assistito perplesso alla scena, rimase a fissare il tavolo dei
professori con espressione vuota finchè non udì il
rantolo di Goyle che si era appena strozzato con il
succo di zucca.
"Non è
giusto!" sbottò, tirando un pugno sul tavolo per sottolineare il suo sdegno,
beccando una forchetta che prese il volo, andando a conficcarsi nella mano suina
di Millicent Bullstrode.
"Fatta
male?" le chiese premurosamente Tracey Davis che le era seduta di fronte.
"Naaaa…" si elevò a sorpresa la voce di Theodore "E' tutto
grasso."
"Stai
attenta che arriva Natale e si cucina lo zampone!" diede il suo contributo Draco
che aveva momentaneamente accantonato la sua indignazione. Di nuovo alzò la mano
aperta a cinque dita verso Theodore, che di nuovo si volse a contemplare il
porridge che tra l'altro ancora non aveva
toccato.
"Dicevo…"
riprese Draco, come se non fosse mai stato interrotto "Non è giusto! Un
Serpeverde è stato vigliaccamente attaccato alle spalle… e il corpo insegnante
non muove un solo dito!"
Preso
dall'enfasi del suo discorso si mise in piedi, poggiando teatralmente un piede
sul tavolo. Una luce divina lo investì improvvisamente, proiettata da una delle
finestre.
"Noi
serpeverde siamo la canticchiante e danzante merda di Hogwarts! Ma io dico… BASTA!" gridò pestando
furiosamente il piede sul tavolo "Ai soprusi, se non siamo noi a farli, dico…
BASTA!" e il piede colpì di nuovo il tavolo "Alle discriminazioni, che non
prevedono la nostra superiorità! Io dico… BASTA!"
"Al fatto
che continui a pestare il piede nel mio porridge…"
giunse la voce piatta di Theodore che assisteva impotente allo scempio della sua
colazione.
Draco,
schifato, alzò la gamba imbrattata di cibo, fece un giro di centoottanta gradi
ritrovandosi il viso di Tiger
sottotiro.
"Lecca…"
ordinò altezzoso, restando in posizione.
Nemmeno
le successive ore di lezione riuscirono a calmare i bollenti spiriti di Draco
che per un breve attimo aveva pensato di correre in bagno e reprimere l'euforia
nel modo più tradizionale.
Siamo in
un paese libero, speriamo ardentemente che Lord Voldemort assuma al più presto il potere, ma per ora siete
liberi di interpretare la frase come più vi aggrada.
Quando
tornò ai sotterranei, in una sala comune brulicante di Serpeverde sconvolti
dall'accaduto, il suo umore non era affatto migliorato.
"Ma si sa
almeno il nome della vittima?" gli chiese Pansy, spalmandoglisi addosso sul divano.
"T'importa?" ribattè Draco,
scostandola malamente per allungare le gambe sui cuscini "Il punto è: uno di noi
è stato aggredito. Se uno di noi viene aggredito, è come se tutta la casa
venisse aggredita."
"Davvero?" domandò Tracey, arcuando un sopracciglio incredula "Da
quando?"
Draco le
scoccò un'occhiata arrogante.
"Da
quando lo dico io!" esclamò imperioso.
"E quando
lo dici tu?" replicò Tracey sempre più
perplessa.
"Quando?
Te lo dico io quando!"
"Dimmi
quando quando quaaaaaando..." canticchiò Tiger,
mentre i suoi occhi fissi sul caminetto acceso, riflettevano il vuoto
cosmico.
"L'anno,
il giorno, l'ora in cui…" lo seguì a ruota Goyle non
certo più sveglio.
"28
giorni, 6 ore, 42 minuti, 12 secondi… la data di scadenza per la fine del mondo"
Si intromise Theodore piegando le labbra in una smorfia
disgustata.
Gli occhi
del gruppetto Serpeverde si posarono sul ragazzo che se ne stava leggermente in
disparte a leggere.
Draco si
artigliò i coglioni scaramantico.
"Davvero?" chiese, mentre tutti
gli altri trattenevano il respiro.
Theodore
scrollò le spalle, tornando a dedicarsi al suo testo.
"No, ma
almeno avete smesso di sparare cazzate." Sentenziò
immergendo la testa nel libro, sperando di essere
dimenticato.
Cosa che
peraltro non risultò poi tanto difficile.
"Qui ci
vuole un leader, qualcuno che prenda in mano la situazione…" cianciò Draco,
avvertendo una strana sensazione all'inguine.
"Pansy, tieni giù quelle mani! La situazione ho detto, non il
mio pisello…"
"Draco,
il tuo favellare è oltremodo inappropriato e offensivo." La voce di Blaise Zabini, cognome italiano,
viso d'ebano, si elevò come il canto delle sirene tentatrici alle orecchie di
Odisseo.
Draco
alzò la testa, al di sopra della sua spalla per osservarlo dritto negli occhi
tenebrosi.
"Ma stai
zitto tu, preferisco chiamarlo pisello che non Signor Pene come fai tu, tutte le
mattine per convincerlo ad evacuare."
Blaise si limitò a stringersi
elegantemente nelle spalle degnandolo di un sorriso bastardo… purtroppo i
sorrisi purosangue erano riservati ad altri membri della casa. Sempre per
restare in tema.
"Stavo
dicendo…" riprese Draco, assumendo una posa ferina "Qui ci vuole una soluzione
drastica. Bisogna sradicare il problema alla radice, quindi…" s'interruppe per
portarsi al centro della Sala Comune, richiamando l'attenzione dei presenti
"Tutti fuori! Da adesso la Sala Comune diventa il mio ufficio personale per
indagare sull'omicidio del nostro congiunto… congiunto…". Abbassò la voce,
girandosi verso Tracey in cerca di
suggerimenti.
"Gilderoy
Allock…" sussurrò la ragazza completamente presa alla
sprovvista.
"Gilderoy
Allock!" ripetè Draco con enfasi, senza notare le
espressioni confuse dei presenti.
Battè le mani come per risvegliarli dal
torpore che li aveva invasi.
"Ohu! Fuori dai coglioni! Siete tutti nel mio ufficio!"
esclamò, agguantando un ragazzino del primo anno per la collottola e
spintonandolo verso l'uscita.
"Ma non
puoi farlo!" si lamentò uno studente dell'ultimo anno indignato. Draco serrò le
mascelle, altamente infastidito dall'intromissione e, afferrato a tradimento il
libro di Theodore, lo lanciò a parabola attraverso la stanza, beccando il
malcapitato in fronte.
"Cercatore mica per la mia bella
faccia" si gongolò "Ho una mira da cecchino. E adesso
fuori!".
Lentamente la stanza andò
svuotandosi, tra mormorii e imprecazioni a stento trattenute.
"Tu no"
disse Draco, circondando la vita di Pansy con un
braccio. L'attirò contro di sé, accarezzandole il collo con il
naso.
"Tu sei
la mia Malfoy Girl" le bisbigliò e fu ricompensato da un risolino della
ragazza.
Theodore
che aveva allungato i piedi sul puff per nulla
intenzionato a lasciare la sala comune defraudato del suo libro e abbastanza
indignato, alzò la testa, fulminandolo con lo sguardo.
"Sì, e tu
sei l'agente 00Minchia." Borbottò.
Draco
fece un sorrisino compiaciuto. Lui non sorride bastardo. Lui è un Purosangue.
"00, come
la farina più buona" si vantò, facendogli l'occhiolino.
Theodore sospirò esasperato, mimando il
gesto di farsi una pera.
Draco
sgomberò uno dei tavoli, sistemandolo vicino al camino per avere più
luce.
"Adesso"
disse a quelli rimasti "Vi assegnerò i vostri compiti. Pansy! Seduta sulla mia scrivania, mostra le gambe.
Autoreggenti d'ordinanza!" ordinò.
La
ragazza si affrettò ad eseguire, tutta felice.
"Tracey, tu, che sai scrivere, sei la mia segretaria. Annota
i messaggi e redigi i verbali degli interrogatori."
Tracey si strinse nelle spalle,
sventolando una piuma.
"Tiger, Goyle. Voi sarete i miei
bodyguard. E dovrete, all'occorrenza, intimidire i
testimoni."
"Ma non è
quello che fanno sempre?" intervenne Zabini,
annoiato.
"Zabini, tu canta. Non è questo quello che fanno i negri e
gli italiani? Quindi canta almeno un'opera lirica" ribattè prontamente Draco,
fissando poi Millicent.
"Tu, che
devi dimagrire, sarai la portalettere."
"Ma ci
sono i gufi per questo…" azzardò la ragazza, arrossendo.
"Ti ho
detto di parlare? Non hai questo compito. Parlo solo io. E Blaise, ma può farlo solo cantando, possibilmente in rima e
senza usare parole come evanescere, che mi stimola la
diuresi. Teddy…"
Il
ragazzo era sparito.
"Accio Teddy" pronunciò Draco,
sventolando la bacchetta in direzione del dormitorio.
Il
ragazzo non arrivò.
"Tiger. Goyle. Andate a prendere
Teddy. Lui è il mio consigliere e
factotum."
"Che
culo" recitava il cartello che mostrava Tracey. Lei
non poteva parlare, però, poteva scrivere.
"E adesso
tutti al lavoro!"
Il
Professore Severus Piton non era un tipo collerico.
Dopo
mezza bottiglia di sherry, fregata dalle scorte della Cooman, anche Hulk sarebbe
diventato docile come un agnellino.
Per
questo, quando arrivò davanti all'entrata della sala comune e vide tutti gli
studenti che bivaccavano nel corridoio, non iniziò a lanciare maledizioni senza
perdono, ma si limitò ad avvicinare uno studente, chiedendogli nel suo peggior
tono intimidatorio che diavolo facessero tutti lì.
"Malfoy,
signore, ha preso possesso della sala comune, facendone il suo studio personale"
rispose il ragazzino, bianco come un cencio.
Piton
represse un ringhio. E un rutto. I mangiamorte non ruttano. Solo McNair, ma
questa è un'altra storia. Entrò con passo deciso nella Sala comune, individuando
l'indaffarato signor Malfoy seduto a uno dei tavoli, intento a rollarsi una
canna.
"Signor
Malfoy" sibilò, non del tutto certo che il regolamento impedisse di farsi canne,
visti i trascorsi e i presenti del preside. "Lei ed io dobbiamo parlare,
adesso."
"Ma
certo, professor Piton" ribattè Draco, sfoderando un sorriso sicuro. Si alzò in
piedi, indicando elegantemente una sedia.
"Nel mio
ufficio o nel suo?".
Piton lo
prese per un orecchio e lo portò fuori dalla sala comune.
Continua…
Ed eccoci alla fine del primo capitolo di questa nuova fanfic!
Speriamo
che vi abbia appassionato…la continueremo al più presto!
Un bacione
Egle
& Eli
p.s. venite a visitare il nostro gioco
di ruolo su Harry Potter: http://www.greatestjournal.com/community/equilibrium_rpg
Un
Alternative Universe dove Lord Voldemort ha preso il potere, dopo aver vinto la guerra, ed
Harry Potter è a capo della resistenza.
P.P.S Non
vogliamo alimentare polemiche e nemmeno puntare il dito contro qualcuno, ma
saremmo veramente onorate se evitereste di attingere a piene mani dalle nostre
idee, perciò vi chiediamo di non ispirarvi in alcun modo a questa storia, né per
la caratterizzazione dei personaggi, né per i dialoghi, né per lo stile di
scrittura. Grazie.