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Autore: magicwally    01/01/2011    8 recensioni
Lo avevo lasciato 3 anni fa , e ora, me lo trovavo davanti.
Bello più che mai.
Ma lui non doveva tornare nella mia vita, non doveva sapere.
SCUSATE PRIMA FAN-FICTION, SIATE CLEMENTI. GRAZIE
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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BUON 2011 A TUTTI
 
  
PRIMA DI TUTTO, VOGLIO RINGRAZIARE LE PERSONE CHE MI HANNO RECENSITO, MESSO TRA LE PREFERITE, SEGUITE, RICORDATE,AUTORI PREFERITI E ANCHE A QUELLE PERSONE SILENZIOSE CHE SONO PASSATE A LEGGERE LA MIA STORIA. FA SEMPRE PIACERE
 
UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE A Giselle SPER I CONSIGLI E IL SUPPORTO NECESSARIO. GRAZIE INFINITE.
 
Ho pensato di farvi cosa gradita mettere delle foto per i alcuni personaggi.
 
 
 
Isabella Marie Swan Cullen
Anni 28
Moglie di Edward (quasi ex.)
Mamma di Thomas, Elisabeth,Sophie
Interprete proprietaria Agenzia Swan
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Edward Anthony Cullen
Anni 32
Marito di Bella (quasi ex.)
Papà di Thomas, Elisabeth,Sophie (ma lui non lo sa)
Stimato pediatra a livello Americano in microchirurgia infantile e attore di fama mondiale
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Thomas Edward Anthony junior Swan
Figlio  di Edward e Bella
Anni 2,5
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Elisabeth Alice Carlie , Shopie Lilian Esme Swan
Figlie  di Edward e Bella
Anni 2,5
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Claudio Ferri
Anni 35
Marito di Anna Bocedi
Avvocato
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Anna Bocedi
Moglie di Claudio Ferri
Anni 28
Baby sitter Tom,Lizzie e Sophie
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Laura Lolli
Anni 28
Segretaria personale di Bella
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James Smit
Anni 35
Amico e college Edward
Manager Smit & C. ENTERTAINMENT
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Gradito? Spero di sì. Fatemi sapere.
 
Ora vi lascio al capitolo
 
 
Capitolo 5
 
Bella pov.
 
Dopo mezzora di viaggio, alle 09,50 finalmente arriviamo davanti all’Hotel, parcheggiamo la macchina, faccio per scendere ma le forze vengono a mancare.
La tensione è al massimo, inizio a respirare a fatica, Claudio mi abbraccia incitandomi a reagire
-Marie, non fare così. Reagisci. Ora prendi un bel respiro e cerca di calmarti. Pensa hai tuoi figli che ti adorano,i sacrifici che hai dovuto affrontare per arrivare dove sei ora. E tutto questo lo devi solo a te stessa. Tu sei forte! Più di lui. Fatti valere!- continua a cullarmi tra le sue braccia cercando di calmarmi.
Dopo qualche minuto gli faccio segno che sono pronta, e con lui, entro nell’hotel.
Mi guardo attorno, non si vede nessuno di mia conoscenza, e con un sospiro ci avviciniamo alla reception –Buongiorno, sono la Sig.ra Marie Swan, avrei appuntamento con il Sig.James Smit-
-Buongiorno Sig.ra Swan, si il Sig.Smit la sta attendendo nella sala riunioni, insieme al suo staff. Prego, seguitemi- nel frattempo ci avviciniamo a una porta che prontamente mi viene aperta, facendomi segno di entrare.
Prendo un grosso respiro e attraverso la porta, il cuore va a mille, sembra voler uscire dal petto.
Istintivamente Claudio mi cinge la vita e ci avviamo dentro al sala piena di gente.
Vedo i miei collaboratori già intenti a parlare con il cast , ma lui non riesco a vederlo.
Mi si avvicina un uomo di bell’aspetto, alto biodo, fisico palestrato, occhi azzurri
-buongiorno sono il Sig.James Smit, lei deve essere la Sig.Marie Swan?- guarda con curiosità l’uomo accanto a me – Piacere Marie Swan,- gli stringo la mano -lui è il Sig.Claudio Ferri- si stringono a loro volta le mani, scrutandosi.
-Piacere di conoscerla Sig.Smit- parla in tono professionale
- allora Sig.ra Marie, come lei sa, voi sarete a disposizione 24 ore su 24 alla persona assegnata, per tutta la loro permanenza a Roma. Tuttavia, nei momenti che loro non hanno bisogno del vostro intervento, avrete delle ore libere. Purtroppo dovrete tutti dormire in Hotel, per ogni evenienza- comunica gentilmente, continuandosi a guardare intorno fino a che il suo sguardo si blocca.
 
Ecco, ci siamo, penso. Prendo coraggio e volgo lo sguardo dove si è fermato quello del Sig.Smit, e in tutto il suo splendore, dopo tre anni lo rivedo.
È appoggiato al muro in fondo alla sala, ha lo sguardo pensieroso. Quando si accorge di essere osservato, mi guarda confuso, e con la sua solita andatura si avvicina a noi.
 
Lui non ha nessuna reazione vedendomi. Quindi , lui sapeva già chi sono. Era tutto programmato!
 
Panico. Rabbia. Dolore. Sono questi i sentimenti che mi avvolgono tutto il corpo, quel corpo che ora tenta di cedere. Claudio se ne accorge e mi stringe ancora di più al suo fianco, infondendomi un po’ di sicurezza, mi guarda dolce facendomi l’occhilino, come a comunicarmi che sono forte.
 
-ah... Edward finalmente sei arrivato. Ti stavamo aspettando.- volge lo sguardo a Edward e poi a me, e viceversa turbato - ti presento la Sig.ra Marie ...- Edward lo interrompe
– non c’è bisogno che ci presenti...- mi guarda negli occhi, e noto che nel suo sguardo c’è dolore, e allo stesso tempo gioia.
-B.bella...-
-non sono più Bella , per lei Sig.Cullen sono la Sig.ra Marie Swan e nient’altro- lo guardo con gli occhi pieni di odio, lui rimane shoccato, non riesce a proferire parola.
-Marie calmati...- mi dice Claudio senza farsi sentire dagli altri
-Sig.ra Marie, spero che... non ci siano problemi in merito- mi chiede il Sig.Smit, facendomi capire che è al corrente dei nostri rapporti.
- da parte mia assolutamente no! Sono qui per lavoro...  Spero che sia così anche per il Sig.Cullen?- guardo Edward negli occhi, facendogli capire che non potrà sperare in nessun altro tipo di rapporto.
-no... anche per me non ci saranno problemi- mi guarda sconsolato.
Per togliermi dall’imbarazzo, Claudio prende l’iniziativa – Buongiorno Sig.Cullen sono l’Avv.Claudio Ferri, un caro amico di Marie- calcano sulla parola “caro amico” e lo guarda con un sorriso sulle labbra
Edward spalanca gli occhi, sembra sorpreso, un lampo di gelosia gli attraversa lo sguardo, poi punta uno sguardo  freddo su Claudio -Piacere mio Edward Cullen- ora lo sguardo è molto affilato.
-bene signori, se non c’è altro, io andrei... ah Sig.ra Marie, alla reception le consegneranno la chiave della sua camera, dove troverà tutto il programma della settimana. Per questa mattina non c’è nulla da fare , ci troveremo tutti alle 13,00 nella sala da pranzo- mi comunica il Sig.Smit con uno sguardo  supplichevole, sembra che voglia dire “non ucciderlo. Per favore!”
 
-Sig.Cullen...- faccio un movimento con la testa , come per salutarlo
- Arrivederci Sig.Cullen- Claudio mi fa segno di uscire dalla stanza.
 
Lui non si muove, è pietrificato dalla mia reazione nei suoi confronti, non riesce neppure a fare un gesto in segno di saluto. È proprio quello che speravo...
 
Quando finalmente riusciamo a lasciare la sala riunioni, mi sento stanca, tanto che Claudio mi deve sostenere di peso, le forze sembrano venirmi a mancare.
Si fa consegnare la scheda della mia camera, e sua volta consegna le chiavi della sua auto dicendo loro di farmi avere i bagagli in camera.
-su... fai un ultimo sforzo, ti accompagno in camera- dolcemente mi spinge verso l’ascensore.
 
Mi sento osservata , mi volto verso la reception, e noto che c’è Edward che ci guarda, ci fissa insistentemente, fino a quando non entriamo in ascensore e le porte si chiudono.
Il suo sguardo è disperato, le pupille dilatate, sembrava quasi in stato di shock.
 
Quando le porte dell’ascensore si sono chiuse, sono crollata addosso a Claudio, non riuscivo più a stare in piedi. Mi prende in braccio, e mia avvolge nel suo caldo abbraccio, ora mi sembra l’oasi del deserto, senza di lui mi sentirei morta. Non ce l’avrei mai fatta.
 
Arriviamo al piano, cerchiamo la camera, ed entriamo.
 
Il mio sguardo è meravigliato, non è possibile che questa sia la mia camera, guardo Claudio – ma non può essere, questa è una suite,!- esclamo guardandomi in giro sempre più affascinata da quello che sto vedendo
- vedila così, almeno non ti mancherà nulla, starai molto comoda- mi comunica Claudio con sguardo divertito.
- te la senti di rimanere sola? Se vuoi rimango qui, e ti accompagno a pranzo- mi guarda con aria indagatrice
- no... vai pure... anche se pensavo che fosse più facile. Ma sono qui per lavoro, e non per lui...- mi avvicino alla vetrata e guardo fuori. Ma non riesco a vedere nulla, vedo solo il suo sguardo addolorato e null’altro.
Mi volto – vai pure Claudio, ora ce la devo fare da sola, se dovessi avere bisogno...  ti chiamo. Dai un grosso abbraccio hai miei piccoli, già mi mancano- mi avvicino e lo abbraccio , gli faccio un piccolo sorriso, come per dire che va tutto bene, ma lui non ci crede.
-ascoltami, forse è meglio se rimango con te...- nota il mio disappunto – ok fai come vuoi. Io ci sono... per qualsiasi cosa...- mi sorride e si avvia alla porta, mi guarda e se ne va.
- ciao Claudio...- è solo un sussurro. Ora sono veramente sola.
 
Guardo il mini appartamento, perché questa non è una camera, è meraviglioso.
Nel frattempo mi hanno consegnato i bagagli, decido di disfare la valigia.
 
Passa un po’ di tempo e finalmente ho finito, e quando chiudo le ante dell’armadio, noto che c’è una porta con una chiave sopra. Strano, il bagno e dall’altra parte. Dove porta questa porta?
Mi avvicino e appoggio l’orecchio alla porta, sento dall’altra parte qualcuno che parla, probabilmente al telefono, ma non riesco a capire cosa dicono.
Svelta mi allontano, ho una strana sensazione...
Mi sento molto inquieta, decido di guardare il programma della settimana “domenica 30 Ottobre 2011 ore 16,00 studio cinque di Cinecittà, intervista in diretta a una trasmissione della rete televisiva nazionale”. Uffa , pure la televisione! Speriamo solo, che nessuno mi riconosca...
Guardo l’orologio e noto che sono soltanto le 11,30, non riesco a stare in questa stanza fino alle 13,00, quindi decido di andare a fare una passeggiata.
 
Presi il cappotto e la borsa e mi avviai verso l’ascensore per uscire dall’hotel.
Quando le porte si aprirono, andai dall’addetto della reception comunicandogli che andavo a fare una passeggiata e che sarei tornata in tempo per il pranzo.
 
Mi avviai fuori dall’hotel e mi incamminai verso Villa Borghese, ci volevano cinque minuti per raggiungerla, era molto vicina.
Mi addentrai nel parco, e come per magia ritrovai quella serenità che mi serviva per poter affrontare quella lunga giornata.
Cammino, cammino fino ad arrivare vicino al piccolo lago, mi siedo su una panchina e mi rilasso completamente. Penso a quanto la vita mi ha dato ma che allo stesso tempo mi ha tolto.
 
Passa il tempo senza che me ne accorgo, è tardi. Devo rientrate, mi tocca pranzare al suo stesso tavolo! C’è la farò? Si! Bella tu ce la puoi fare!
 
Mi avvio alla volta dell’hotel, c’è un sacco di gente al parco e non mi accorgo che una persona mi sta seguendo. Si avvicina, mi strappa la borsetta dalla spalla, mi fa cadere, tira, facendomi strisciare a terra e alla fine sbatto la testa.
Attorno a me c’è un gran trambusto,gente che urla e sento una voce che urla:
-oddio Bella che ti hanno fatto?  Bella rispondimi ti prego! Bellaaa!- alzo lo sguardo per capire chi è che urla, guardo... ma il buio mi fa sprofondare in un luogo senza luce.
 
 
 
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento.
Vi aspetto numerose.
 
 
Prox. Aggiornamento entro fine prossima settimana
 
 
 
Questi personaggi non mi appartengono,sono proprietà di Stephenie Meyer. 
  
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