La
camera era semibuia, con le persiane abbassate, nelle quali la luce
del sole di prima mattina filtrava gettando qualche suo raggio tra i
due letti. In uno di essi una persona dormiva indisturbata; le
immacolate lenzuola bianche coprivano tutto il corpo, lasciando
vedere solo dei lunghi e lisci capelli rosso fuoco. L'altro letto era
occupato da una ragazza con lunghi boccoli castano color del miele.
Un rumore assordante fece sobbalzare le due
ragazze, svegliandole all'improvviso. Una sveglia blu, poggiata sulla
scrivania, cominciò a fare capriole.
“Alzarsi,
pelandrone!”urlava di tanto in tanto. Stava per ripeterlo per la
quarta volta quando la rossa, assonnata, si alzò all'improvviso e le
tirò sopra il cuscino, facendola planare miseramente a terra con un
botto rumoroso.
“Buon
giorno, Rose”disse sbadigliando e stiracchiando ben bene le
braccia.
“Ciao,
Lils”. Le due si diressero al piano di sotto, verso la cucina.
Quattro anni non avevano fatto altro che giovare alla giovane
Serpeverde. Ormai aveva un corpo slanciato e le forme ben definite.
Il viso si era allungato e ora portava i capelli lunghi e lisci,
naturalmente d'un scintillante rosso rubino. Dopo qualche minuto, li
raggiunsero un ragazzone tutto muscoli con i capelli arruffati e un
ragazzo mingherlino con dei luminosi occhi verdi.
“Ciao,
James. Ciao, Al”disse Lily al loro arrivo. I due risposero con un
cenno del capo e James mosse la bacchetta che aveva in mano, facendo
arrivare quattro tazze di caffellatte dal cucinotto. Con un altro
tocco della bacchetta le riscaldò e sorrise a mo' di un <<
Servitevi >>.
Dopo
la colazione, fecero a turno per i bagni. Finalmente, alle nove,
furono tutti pronti in macchina. Ginny era già a lavoro, li avrebbe
accompagnati Harry. In poco tempo arrivarono alla stazione di King's
Kross, affollata di Babbani. Tutti usarono la barriera magica,
trovandosi di fronte il maestoso treno che avrebbe portato i ragazzi
ad Hogwarts. Si salutarono, incontrandosi con Hermione e Ron, che
avevano portato Hugo, e i cinque cugini salirono sul vagone
scarlatto, pronti per il nuovo anno.
“Bé,
io vado da Adrian”disse Rose. Aveva rotto con Steven circa due anni
prima e da poco si era fidanzata con Adrian Morrison, un Corvonero
del sesto anno.
“Lise
mi aspetta”disse solenne James, sorridente e pimpante. Hugo sparì
con i suoi compagni, Albus andò nel vagone dei Prefetti, come l'anno
prima, e Lily venne lasciata sola, a cercare Monic. Qualcuno le saltò
sopra, spaventandola, e quando si girò (sapeva già chi era, tanto)
si trovò davanti la Zabini, che le sorrideva abbronzata, dopo
un'estate passata nel mare cristallino della Costa Azzurra con la
famiglia.
“Amore
bello! Come stai?”chiese Monic sorridente.
“Mi
hai fatto prendere un colpo, pazza!-disse Lily, fingendosi arrabbiata
e poi tornando dolce-Tesoro, quanto mi sei mancata! Io sto benissimo.
E tu? Cavolo, come sei abbronzata”.
“Invidiosa,
eh?-si diede delle arie Monic- anche io sto abbastanza bene. Forza,
andiamo a occuparci uno scompartimento, ne abbiamo di cose da dirci”.
Detto fatto, ne trovarono uno ancora libero verso la fine del treno e
si chiusero dentro, cominciando a parlare fitto fitto. Poi la
chiacchierata deviò dalle vacanze ai ragazzi.
“E
ne hai trovato ammiratori?”chiese Monic, buttando così la frase di
modo che sembrasse casuale, ma Lily sapeva bene a cosa l'amica
mirava. Sorrise mesta e scosse la testa.
“No.
Cioè, si, ma non mi interessava”disse Lily.
“Oh,
dai, sarà stato almeno un po' carino. E anche se non fosse stato
proprio bello di aspetto, magari conoscendolo...”.
“No,
Monic, non mi piaceva, punto e basta. Non mi piace nessuno, se non
l'hai ancora capito”rispose Lily scorbutica. Monic sgranò gli
occhi.
“Ascolta,
Lils, te l'ho detto mille volte. Basta così, non ti puoi illudere.
Insomma, non ti sembra di stare esagerando? Cosa aspetti? Che ritorni
col cavallo bianco a chiederti scusa? Dio, basta, sul serio!
Fregatene ed esci, fai amicizi...”.
“Monic,
non ricominciamo! Io ho detto che non mi piaceva quel tipo, non che
sto sperando in qualcosa. Non lo aspetto sul cavallo bianco, non lo
aspetto proprio. So che non c'è, so che se ne è andato,
fottendosene bellamente di me, lo so, ok? E anche tu sai che ne sono
consapevole. Non sono più quella bambina ingenua del primo anno, lo
vuoi capire?!”disse Lily, con le guance arrossate e gli occhi
umidi. Uscì fuori dallo scompartimento, chiudendolo di malo modo e
andò dritta verso il bagno. Tutti la fissavano dai loro
scompartimenti e Lily li cruciava con lo sguardo, arrabbiata con se
stessa. Si sbatté la porta del bagno alle spalle e la chiuse a
chiave, prima che Monic potesse raggiungerla. Difatti, poco dopo
sentì dei passi e qualcuno bussò.
“Dai,
Lils, esci fuori”.
“Lasciami
stare, Monic. Voglio stare da sola”. La Zabini rimase ancora
qualche minuto, prima di arrendersi.
“Ok,
io sono lì”disse sconsolata dirigendosi al suo scompartimento. Si
era appena seduta, che qualcuno entrò. Lei alzò la testa,
sorridendo triste.
“Ehi,
ciao, Just”. Justin Zabini, in tutto il fascino dei suoi diciannove
anni stava davanti a lei, con un'espressione preoccupata e seria in
viso. Si sedette affianco alla sorella.
“Ehi,
che è successo a Lily?”.
“L'hanno
sentita tutti, vero?”.
“No,
dai. Forse il conducente ha perso qualche parola”disse Justin,
cercando di farla sorridere.
“Uffa,
Just, ma perché ogni santissima volta che le do un consiglio, si
infiamma così?”.
“Sai,
credo che ancora le bruci. Anzi, non è la parola giusta, ancora le
dispiace. Molto, penso. E forse farle capire così che ha sbagliato e
che è stata troppo ingenua le da quasi fastidio”.
“Wow,
non ti ho mai visto così serio”scherzò Monic dandogli un colpo
alla spalla. Lui contraccambiò con un “Ehi” da offeso, ma che
scemò in una risata. Le fece il solletico, a mo' di vendetta, sino a
quando non crollarono sfiniti per terra, tutti e due ridendo.
“Così
impari a portare rispetto ai più anziani”disse Justin, solenne.
“Tzè,
vecchietto, sei più stanco tu di me-rispose a tono lei-vado a
parlare con Lily. Magari adesso si è calmata”. Si alzò e uscendo
salutò il fratello. Si diresse velocemente ai bagni. Una volta
dentro quello femminile, chiamò incerta il nome della sua migliore
amica, per vedere se era ancora lì.
“Che
c'è?!”chiese quella da dentro a una toilette.
“Lils,
scusa. Hai ragione, dovevo capire che non dovevo dirtelo così.
Scusami, davvero. L'ho fatto perché ti voglio bene, non ho pensato
che potesse...insomma...intristirti”disse Monic avvicinandosi al
bagno dov'era la Potter. Dopo qualche secondo di silenzio, la porta
si aprì, rivelando Lily, con gli occhi rossi e un sorriso tra le
lacrime.
“Scusami
tu, non dovevo prendermela così. Volevi solo darmi un consiglio. Ti
adoro troppo per tenerti il broncio per più di mezzora”disse
abbracciandola. Si strinsero forte ed uscirono, mentre Monic le
asciugava qualche lacrima, sorridente.
***
James
non ci mise molto a trovare la sua ragazza. Infatti, dopo qualche
minuti di ricerca tra la folla di studenti nel treno, la trovò,
intenta anche lei a cercarlo. Aveva un vestitino estivo bianco a pois
neri, con un fiocco sotto il seno e scarpe con i tacchi nere. Subito
James si diresse verso di lei e l'abbracciò, per poi darle un bacio
sulle labbra.
“Ciao,
amore”disse Lise, sorridendo. Aveva con sé il suo baule e James,
con un atto di galanteria, glielo prese. Accanto a loro, c'era uno
scompartimento libero. Lo occuparono subito e James sistemò i due
bauli, per poi sedersi con Lise in grembo.
“Come
stai?-chiese lui-mi sei mancata così tanto”.
“Bene.
Anche tu mi mancavi”disse Lise, dandogli un bacio sulla punta del
naso e ridacchiando. James depositò una scia di bacetti nel collo
della francese e l'avvicinò a sé. Ben presto li raggiunsero Liro e
Sheena. Mano nella mano, a volte i due si guardavano negli occhi e si
sorridevano con amore. Liro, i capelli neri più lunghi, quasi alle
spalle, era diventato più alto, ma era rimasto comunque mingherlino
come sempre. Sheena, invece, aveva ora delle ciocche blu elettrico
nei capelli neri lisci e lunghi e i suoi occhi color cioccolato
fondente andavano sempre al viso del suo ragazzo. Sheena aveva una
maglietta blu chiaro con dei teschi neri e dei pinocchietti in pelle che le
arrivavano alle ginocchia. Una cinta con le borchie e diversi
bracciali. Ai piedi aveva delle converse in pelle basse con dei lacci
blu abbinati al colore della maglietta.
“Ehi,
ciao, ragazzi”disse Liro entrando con Sheena.
“Ciao,
come va?”chiese Lise ai due mentre si sedevano. In breve
cominciarono a parlare animatamente, sino a quando la conversazione
non si diresse su Felix.
“Mi
ha detto che si sta trovando bene nella sua squadra. Non è
fortissima, ma gli piace stare con loro”spiegò James. L'amico
infatti aveva concluso la scuola al settimo anno, perché gli era
stata offerta una proposta dall'allenatore di una squadra di
Quidditch. Era un ottimo battitore e non appena l'avevano visto ad
una partita, gli era stato subito chiesto se avesse voluto far parte
dei Greenwich Tigers. Liro annuì.
“Si,
anche a me ha detto la stessa cosa”.
***
Hogwarts,
a distanza di quattro mesi (?), era tale e quale a come era stata
lasciata a giugno. Il castello era splendido come sempre, con tutti
quei pinnacoli e le finestre strette. Il Lago Nero era solitario e
ghiacciato, vicino alla Foresta Proibita, cupa e folta come non mai.
La casupola del guardiacaccia Hagrid, ormai molto vecchio, sempre
decrepita ma accogliente, col suo focolare dove usciva il fumo
dell'unica stanza. Niente era cambiato, eppure ogni volta rivederla
per Lily era sintomo di felicità. Sorrise alla vista del castello e
strinse la mano a Monic: il loro quarto anno ad Hogwarts era
iniziato. Entrarono dall'enorme portone, con la fiumana di studenti
che si riversava dentro e si diressero alla Sala Grande. Il soffitto
magico lasciava vedere un cielo blu notte trapuntato di stelle. Le
solite cinque tavolate erano sempre lì al loro posto, quattro
parallele per le casate e una in fondo per gli insegnanti, che erano
già seduti. Da due anni, la McGranitt era andata in pensione ed era
stata sostituita dall'alto e anziano professor Borrow, che ora era al
centro della tavolata degli insegnanti e guardava trionfo e severo
gli studenti che pian piano entravano e si sedevano. C'era anche
Penelope, la loro compagnia di dormitorio e Jessica, che però
dedicava tutta la sua attenzione ad un Serpeverde quattro posti più
avanti rispetto a lei. Lily, Monic e Penny conversavano indisturbate,
tra l'allegro chiacchiericcio della popolazione Hogwartsiana.
Dopo
lo Smistamento, i tavoli non si riempirono di cibi deliziosi e dal
profumo prelibato come di consueto, poiché Borrow voleva fare un
annuncio. Allora tutti si fecero attenti, curiosi per ciò che il
preside voleva dire.
“Naturalmente
benvenuti a tutti voi. Prima di dissetarci e soddisfare la nostra
fame, devo avvisare che da quest'anno avremo nuovamente tra noi
l'ahimè perso alunno Scorpius Hiperion Malfoy, che era dovuto andar
via a causa di problemi che andavano contro la sua volontà.
Quest'anno ci è stato richiesto che fosse riammesso alle lezioni a
partire dal sesto anno. Detto questo, buon appetito e felice anno
scolastico”concluse sorridente e benevolo. Calò un silenzio
attonito.
Nel
frattempo che il preside aveva parlato, i portoni si aprirono. Entrò
un alto ragazzo dai capelli color del grano, che camminava con un so
che di elegante e altero. Molti sguardi, dopo essersi posati
insistentemente sull'ormai diciannovenne Scorpius Malfoy, si
rivolsero a Lily, curiosi della sua reazione. La rossa aveva la bocca
spalancata e un'espressione incredula in viso. Monic le strinse la
mano, per rincuorarla.
Quando
Scorpius si fu seduto tra i Serpeverde, l'attenzione scemò,
sostituita con la fame. Durante la cena, Scorpius non guardò neanche
un secondo Lily, neanche per sbaglio, mentre lei lo fissò diverse
volte, senza sapere bene cosa pensare.
Non
parlò molto e alternava sguardi dal piatto quasi vuoto al biondo.
Jessica colse subito l'occasione, maligna.
“Ehi,
Lily, com'è che Scorp è ritornato?”. Lily la fissò paonazza.
“Jessica,–disse
sputando con rabbia il suo nome–taci, se non vuoi che ti infili
quell'insulsa bacchetta su per il culo”. Monic la guardò, un po'
sbalordita e un po' orgogliosa e un sorrisetto le spuntò tra le
labbra.
Jessica
la guardò scioccata.
“Ripetilo,
se ne hai il coraggio”disse acida.
“Se
mi dai la tua bacchetta, posso anche dimostrarti che non scherzo”.
“Non
ne avresti il coraggio!”soffiò incazzata la Carter.
“Quanto
ci scommetti, eh?”.
“Brutta
stronza, non mancarmi così di rispetto! Sei solo una insulsa sangue
sporco che non sa qual'è il suo posto!”rispose Jessica paonazza.
Lily allora si alzò in piedi, stringendo la bacchetta con la mano e
facendo sprizzare alcune scintille. Monic le guardò allarmata,
mentre alcuni ragazzi guardavano interessati la lite.
“Ripetilo.
Ti basta ripeterlo che ti lancio un incantesimo come pochi”.
“Siediti,
mezzosangue e porta rispetto a...”cominciò Jessica, ma venne
bloccata da un incantesimo della Potter, che la beccò in pieno
petto. La Carter cadde a terra in un fracasso immane, mentre tutta la
Sala Grande si voltava (professori compresi) verso il tavolo dei
Serpeverde. Si sentì un “Lily!” scioccato, proveniente dalla
Zabini, forse.
“Se
l'è meritato. Puttana”rispose Lily, prima di uscire dalla sala.
Good morning! Felice anno nuovo, care lettrici! E visto che non lo avvo fatto, anche Buon Natale! Vi auguro che sia migliore del 2010 e portatore di grande felicità! Pace e amore (fa la hippie *-*). Bien, scusatemi per il ritardo .___. non cambio mai v__v Comunque, si inizia a capire qualcosa di Scorpius e la sua mistheriosa lettera? Ammetto che non viene svelato molto xP Inoltre per chi non l'avesse capito, Lily sta iniziando il suo quarto anno :D Bé, che dire altro se non alla prossima? Anche se il cerchio di chi recensisce si fa sempre più stretto, adoro le poche persone di buona volontà xD che commentano la storia *-* perciò un grazi speciale va a voi <3