Storie originali > Storico
Segui la storia  |       
Autore: nefert70    03/01/2011    2 recensioni
Il racconto della vita di Anna d'Este, duchessa di Guisa e di Nemours, che ha ispirato il personaggio della principessa di Cleves di M.me de La Fayette.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Anna'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mio marito era morto e la mia disperazione stupì e spaventò l’intera corte.
Solo Nemours sapeva che il mio stato d’animo era sincero, gli altri alle mie spalle ne ridevano, pensando ad una messinscena.
Le parole di Francesco, sul letto di morte mi avevano aperto una nuova visione dell’anima del mio sposo che prima non avevo scorto.
Ora mi rimproveravo di non averlo apprezzato abbastanza.
Mi sentivo quasi in colpa per la sua morte e nonostante le parole consolatorie dei mie cognati e della regina non mi destavo da questo stato di torpore morboso.
Questa volta furono gli altri a preparare il sontuoso funerale di mio marito.
Francesco di Lorena fu seppellito nella cripta di famiglia a Joinville accanto a suo padre.
Il duca di Nemours non fu presente alla cerimonia, sia per i doveri che lo trattenevano nel Dauphinè sia perché sapeva benissimo che la sua presenza sarebbe stata per me motivo ulteriore di dolore. Quanto mi conosceva bene.
I primi mesi furono per me strazianti, mi ero rinchiusa nel mio dolore e non volevo vedere nessuno. Poi mi ricordai delle parole di Francesco, avevo dei figli di cui occuparmi e una vendetta da compiere.
La duchessa di Guisa non poteva piangere il suo sposo come una qualsiasi donnetta.
Ritornai a corte con il preciso impegno di non far dimenticare alla Francia il suo più valoroso condottiero.
Purtroppo la situazione finanziaria che mi aveva lasciato in eredità il mio sposo non era delle migliori.
Per la Francia e per il suo re Francesco aveva sperperato molto del nostro patrimonio e lasciava tanti debiti quanta gloria militare.
Presi in mano la situazione e misi un freno alle spese inutili.
Mio figlio Enrico, nuovo duca di Guisa aveva tredici anni e la regina madre gli concesse il governatorato dello Champagne.
Mandai i più giovani in collegio.
Rividi il duca di Nemours molti mesi dopo, iI miei abiti erano neri, nessun gioiello li ornava, solo pochi anelli alle dita.
Pensavo che non mi avrebbe più ammirata, invece appena i nostri occhi si incontrarono lessi tutto il suo amore.
Fu  come sempre molto rispettoso nei miei confronti ed io cercai di convincerlo e convincermi che orami la mia vita era dedicata solo alla vendetta e ai miei figli.
Il duca per il momento accettò la mia decisione e si dimostrò ancora una volta un amico sincero approvando la mia scelta di intentare un processo contro l’ammiraglio Coligny, che era stato accusato da Merè di essere stato il mandante dell’assassinio del duca di Guisa.
Presentai la mia petizione contro l’ammiraglio ai primi di settembre del 1563.
Il duca di Nemours, pur non essendo un parente mi accompagnò.
Quando fummo ricevuti dal re mi buttai ai sui piedi e implorai giustizia .
Re Carlo IX ci assicurò che sarebbe stato fatto tutto il necessario e il 26 settembre 1563 approvò un decreto che autorizzava l’apertura del processo contro l’ammiraglio, che sarebbe stato giudicato dai pari di Francia.
L’ammiraglio chiese di essere giudicato dal grande consiglio ma io mi opposi nettamente, c’erano troppi ugonotti nel consiglio e per questo la richiesta mi sembrò sospetta.
Il 5 gennaio 1564 re Carlo IX non volendo scontentare ne l’una ne l’altra parte, decise che il giudice supremo sarebbe stato lui ma rinviò il giudizio a tre anni, proibendo ad entrambe le parti qualsiasi atto.
Avrei voluto farmi giustizia da sola ma disobbedire ad un atto del re era impensabile. Mi rassegnai ad aspettare.
Ridussi la mia presenza a corte soprattutto per la presenza costante del duca di Nemours.
In più di una occasione aveva tentato di parlarmi di un nostro eventuale matrimonio, ma io l’avevo sempre zittito. 
Il mio primo pensiero ora era ottenere giustizia per la morte di mio marito.
Nel frattempo il processo intentato da Francesca di Rohan nei confronti del duca di Nemours era diventato una sfida tra cattolici e ugonotti.
Il duca di Nemours nel frattempo era stato investito del governatorato di Lione e aveva chiesto ed ottenuto dalla regina madre che il processo fosse spostato da Parigi a Lione.
Raggiunsi la corte in Lorena per il battesimo  della nipote della regina madre Caterina e poi continuai a seguirla nello spostamento al castello di Roussillon.
Ormai a corte si mormorava di un mio prossimo matrimonio.
La regina madre Caterina mi propose persino il duca di Condè, cosa impensabile in quanto fervente ugonotto e pertanto alleato dell’assassino di mio marito.
Però la cosa sembrava procedere e persino mia madre mi chiese espressamente se avevo intenzione di sposarmi.
Quando mi pose questa domanda rimasi al quanto indignata, e le risposi “Non penso assolutamente al matrimonio. E non voglio che nessuno me ne parli”.
Per fortuna mia madre si convinse e mi lasciò tranquilla.
Non altrettanto fece la regina Caterina.
Il 24 settembre la corte arrivò ad Avignone per soggiornarvi tre settimane.
Un giorno alla presenza del re, della duchessa di Savoia, di mia madre, della regina di Navarra e di altri lì riuniti, senza troppi preamboli la regina Caterina mi chiese “Duchessa, desiderate sposarvi?”
Altrettanto schiettamente risposi “Assolutamente no. Desidero rimanere vedova”
All’età di quindici anni ero stata promessa in sposa a Francesco di Guisa, gli altri avevano deciso il mio futuro, ora ero una donna matura, la duchessa vedova di Guisa, nessuno avrebbe più deciso della mia vita.
Se avessi deciso di risposarmi avrei scelto io il mio sposo! 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: nefert70