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Autore: Gloom    03/01/2011    2 recensioni
Per tutti, Mem è mitica: sempre presente per tutti, sempre disposta ad ascoltare, ad aiutare, a sorridere.
Eppure non permette mai a nessuno di avvicinarla troppo: l'unico che ci è riuscito è un Old Boy tenero e non troppo alto.
Ma Mem ha anche un padre, dilaniato dalla paura di perdere l'ultima donna della sua vita; qualche sua iniziativa potrebbe compromettere la fama della mitica Mem che tutti conoscono.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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(E lei e ricordi e Monica e l'errore e il biasimo)

A volte lui la guarda e deve riflettere un attimo prima di realizzare che è sua figlia.
Non gli sembra quasi possibile: si chiede se davvero abbia contribuito anche lui. Spesso si risponde di no: c'è poco di lui in Mem.
 Mem è più come lei.
E' stata lei a portarsela dietro nove mesi, lei a nutrirla e ad allattarla e a farla giocare quando non sapeva balbettare che poche parole. Era lei che la prendeva in braccio come se fosse naturale, come se quel corpicino di neanche un anno fosse ancora complementare al suo; Mem si incastrava perfettamente tra le sue braccia, come non si è mai incastrata in quelle del padre.
Tutt'ora, lui non l'abbraccia quasi mai: non quando era lei ad abbracciare Mem.
 Fino a quando Mem aveva dieci anni, tutto era andato per il meglio: era una bambina forse un po' svampita, con spessi occhiali da vista e i gomiti sempre sbucciati.
Suo padre riusciva a starle dietro abbastanza facilmente: anche senza nessun altro aiuto, gli riusciva ancora facile farla divertire e mandarla in giro vestita come si deve.
Fin quando era bambina, Mem era ancora Filomena.
Forse sentiva la mancanza di sua madre, forse no. L'unica cosa sicura era che ricordava perfettamente quel breve periodo in cui aveva vissuto con lei... e furono proprio quei ricordi, che custodiva gelosamente, la causa del suo precoce sviluppo.
 Tutto ebbe inizio con la voglia di suo padre di consolazione: ora che la sua bambina era cresciuta, perché avrebbe dovuto temere di rimettersi in gioco?
 La nuova donna era arrivata nelle loro vite all'improvviso: prima Mem giocava con le bambole, poi si era ritrovata chiusa in camera, con le lacrime agli occhi, a scrivere furiosamente sul primo foglio che le era capitato sotto mano quanto la odiasse.
 La nuova donna si chiamava Monica.
 Era più giovane della madre di Mem, più magra e più elegante. A detta di Mem (che ora aveva dodici anni e tanto tanto rancore) era anche più stupida, ma tant'è.
Non aveva né potuto né tantomeno voluto fare niente per ostacolare l'unione: da tempo suo padre non era più la colonna portante della sua vita e, se Monica lo faceva stare felice, che facesse pure. 
 Era stata Monica il motivo? Era a causa sua che Mem si era allontanata così tanto da lui?
 No, Monica non c'entrava. Alla lunga, forse Mem sarebbe anche riuscita ad andarci d'accordo.
 Il problema fu che Monica era arrivata proprio nel momento in cui Mem aveva più che mai bisogno di suo padre.
E lui aveva commesso invece l'errore madornale di dedicarsi a Monica, considerando che ormai sua figlia fosse abbastanza cresciuta da poter pensare un po' a sé.
 Nessuno si accorse in tempo di quell'errore: persino Mem era intimamente convinta di potersela cavare da sola.
Stava entrando nella pubertà, mio dio. Nel suo corpo stavano accadendo cose troppo intime da poter essere confidate a un padre... no, meglio farsi i fatti propri.
Papà aveva Monica.

 Ed ora eccoli lì: di nuovo soli, di nuovo insieme.
Legati dal sangue che scorreva loro nelle vene, ma estranei quanto due passeggeri di un autobus.
A volte lui la guarda, e non la riconosce. Gli sembra che sia cresciuta in un minuto: il tempo di assentarsi un attimo e sua figlia era diventata una persona diversa. In casa sua. 
A volte lui la guarda e si morde le labbra: ha paura. Teme che non riuscirà mai a capirla, a conoscerla.
Ma lui è suo padre, per Dio! Come ha potuto lasciare che accadesse una cosa del genere? Dov'era lui, mentre Mem faceva a gomitate per ritagliarsi un posto in quella sfigatissima vita dove era capitata?
 Però tiene ancora una foto, sul comodino della sua camera, e in quella foto c'è la risposta: Monica. Ecco dov'era.
 E la cosa peggiore era che né lui stesso né Mem riuscivano a provare biasimo per lui.

  
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