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Autore: electric storm    03/01/2011    2 recensioni
I pensieri di una malinconica Hermione durante il faticoso e oppimente viaggio alla ricerca degli Horcrux. Una Hermione che tenta di rialzarsi, ad ogni costo.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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I personaggi della saga di Harry Potter e Nick Cave (autore della canzone inserita nella storia) non mi appartengono. Per tutelarmi, meglio scrivere che neanche gli attori del film mi appartengono. Inoltre, non scrivo a scopo di lucro.
Credo che ci siano alcuni particolari un po’diversi. So che la scena descritta fa parte solo del film, ma non credo sia rilevante. E’ un momento descritto dal punto di vista di Hermione. Buona lettura!
 

 
Erano ormai ore che me ne stavi abbandonata sugli instabili scalini di legno della tenda. Di fianco a me c’era la piccola radiolina di… non riesco neanche a pensare il suo nome, anche se il suo volto sgorga e irrompe nell’argine dei miei pensieri, il quale tento di costruire per non sprofondare nel dolore. Il piccolo aggeggi, sintonizzato su “Radio Potter”, elencava un numero interminabile di vittime che scivolavano nella mia mente lasciando solo un baratro dentro di me in cui rimbombavano i miei sottili sospiri ogni volta che mi giungeva un cognome familiare.
Avevo le mani unite in grembo e ne avevo studiato tutte le venature, ascoltando il ritmo della voce cadenzata di Remus proveniente dalla radio. Erano tutti dei matti quelli di “Radio Potter”, compresi Fred e George e si davano alla macchia come me e Harry… lui non era più con noi…non era con me.
Harry entrò nella tenda a passo strascicato e si sedette su una sedia abbandonata lì per caso. Fissava il vuoto e il pensiero del gelo lì fuori ci accomunava.
Il piccolo cuore metallico dell’Horcrux batteva sul mio e faceva sembrare il battito di quest’ultimo come un orrido rullare di tamburi da guerra.
Poi, la voce alla radio che, riconobbi come quella di Fred, annunciò una canzone di Nick Cave. Ma la sua voce bassa e vibrante non riuscì a scaldare il mio cuore, attanagliato dall’Horcrux. Guardavo il suolo, poi udii dei passi felpati. Harry era di fronte a me.
Alzai lo sguardo e le mie pupille si allacciarono alle sue iridi verdi. Mi tese la mano e la afferrai. Mi alzai, il mio viso a pochi centimetri dal suo. Lo sguardo di Harry era quello sicuro di un uomo, ormai. Vi trovai malinconia. Sembrava che quegli occhi volessero parlarmi.
Harry, incerto, mi tolse l’Horcrux. E mi sentii libera.. per un attimo fui convinta che se mi fossi voltata avrei trovato Ron. Ma non c’era…
Harry mi portò al centro della stanza, sentivo il gelo delle sue mani nelle mie. Harry… il mio migliore amico. Cominciò ad ondeggiare e mi resi conto di amarlo come un fratello. La sua performance si dimostrò la più goffa, impacciata e scoordinata alla quale abbia mai assistito.
La musica accennava a note di speranza e iniziammo a ridere. La mia prima risata da mesi. Scoprii di avere i muscoli del viso completamente disabituati ad un’espressione di felicità. Harry mi fece volteggiare e feci lo stesso con lui. Il coro alla radio riempiva la tenda e la voce di Nick riuscì a sciogliermi il cuore.
Volevo piangere di felicità e allo stesso tempo di tristezza. Volevo piangere per il destino di tutti noi tre, piangere per lui che mi aveva abbandonata come un vecchio straccio.
Avevamo tanta strada alle spalle e tanti Horcrux da rintracciare e forse non avrei mai più rivisto Ron. La musica divenne un tutt’uno con noi e al tatto sentivo il maglione di Harry in cui affondavo le mie dita insieme alla mia disperazione.
Io e Harry rimanemmo abbracciati finchè la musica non scemò. Abbandonata sulla sua spalla capii quanto gli volevo bene. Avrei dovuti aiutarlo e non crogiolarmi nel doloroso pensiero di Ron. Nel silenzio alzai lo sguardo per fissare Harry. Sapeva per chi soffrivo, forse si era accorto dei miei sentimenti da anni.
La mia espressione tornò seria e lo lasciai in mezzo alla tenda.
Tornai sulle scale e lo sguardo di Ron sembrava abbandonare la mia mente.
Sapevo, però, che il tuo sorriso non mi avrebbe mai lasciata.
 

 
Angolo dell’autrice:
Troppo noiosa? Troppo pesante? Sappiate che le critiche costruttive sono quelle che preferisco :)
  
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