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Autore: _blackfireflies    03/01/2011    11 recensioni
Pur essendo entrambi Serpeverde, lei e Scorpius Malfoy si detestavano apertamente, così apertamente che perfino le armature, probabilmente, erano a conoscenza del cattivo rapporto che c'era fra di loro. Sin dal primo anno di Lily - anzi, per essere ancora più precisi, sin dal momento in cui si era seduta al tavolo di Serpeverde per la prima volta, incrociando lo sguardo di lui - fra lei e Scorpius era stato un litigio continuo. Col passare degli anni, entrambi avevano fatto il possibile per farsi finire nei guai a vicenda. (...) Lily era a conoscenza di quanto diventasse infantile quando si trattava di Malfoy, ma aveva sempre liquidato la questione pensando che, in fondo, non era colpa sua se lui le faceva tirare fuori il peggio di sè.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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~ l'essentiel est invisible pour les yeux



Chapter 2.
Era universalmente riconosciuto che Lily Potter, di prima mattina, era l'essere più intrattabile del mondo. C'è chi, appena sveglio, decidere di alzarsi con il sorriso sulle labbra; poi c'è chi, come Lily, apre gli occhi, scende dal letto e, del tutto priva di qualsivoglia espressione gioiosa, borbotta contro tutto e tutti. Quella mattina non fu poi tanto diverso, fatta eccezione per il fatto che il dormitorio era deserto e che, diamine, si sarebbe già dovuta trovare nela Sala Grande per la colazione. Buttò di lato le coperte, e, scalza e con i piedi che si stavano lentamente congelando a contatto con il freddo pavimento, si preparò più in fretta che poté. Non era da lei essere in ritardo - a dirla tutta, era una cosa che detestava, così come anche i ritardatari. Senza curarsi di darsi un'occhiata allo specchio - tentava di farlo il meno possibile, in verità, dal momento che quello che vedeva raramente le piaceva; tanto voleva eliminare il problema alla radice - afferrò la borsa con i libri e corse a tutta la velocità consentita dalle sue gambe e, soprattutto, dal consueto semi-intontimento che la accompagnava sempre appena alzata. Riuscì ad arrivare alla sala comune di Serpeverde senza inciampare neppure una volta - il che era quasi un record -, trovandola quasi interamente vuota, eccetto per alcuni studenti più grandi che, probabilmente, avevano già terminato la colazione e avevano delle ore buche. Procedette spedita verso la Sala Grande e, appena arrivata, si avvicinò al suo tavolo, cercando con lo sguardo Cathy, la sua migliore amica, nonché sua compagna di dormitorio e soprattutto rea di non averla svegliata in orario quella mattina. La vide, poco lontana, intenta a discutere con un Grifondoro che, a quanto pareva, l'aveva urtata facendola quasi finire a terra. Scosse il capo, un lieve sorriso sulle labbra, e si sedette sulla panca di legno, versandosi del succo di zucca nel bicchiere. La sua copia della Gazzetta del Profeta le era già arrivata; la dispiegò, spostando un po' di lato il suo porridge, ormai freddo; prima che iniziasse a leggere, però, Cathy si risedette, appena riemersa dalla litigata, prendendo posto di fronte a lei. Cathy Baston era sempre stata una sorpresa per tutti sin dal suo primo anno. Per prima cosa, era stata smistata a Serpeverde, cosa che aveva lasciato stupiti non pochi, soprattutto i suoi genitori, Oliver e Katie Baston, che entrambi, a loro tempo, erano appartenuti a Grifondoro. Col tempo, Cathy aveva dimostrato di possedere tutte le qualità di una Serpeverde. Lei e Lily erano diventate amiche quasi subito, accomunate dalle origini Grifondoro e, soprattutto, dalle molte somiglianze nel carattere. Una delle differenze fra di loro, però, era che Cathy aveva un caratterino decisamente attaccabrighe - come aveva dimostrato anche quella mattina -, al contrario di Lily, che, invece di affrontare immediatamente l'avversario, preferiva ferirlo in un altro momento e in modi più indiretti.
«Hai un aspetto orribile.», commentò Cathy, squadrandola con aria critica e riavviandosi una corta ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio, come al solito sin troppo schietta. Lily fece per aprire bocca - magari spiegandole cos'era successo la sera prima come giustificazione - ma per prima cosa dicendole che, grazie comunque, avrebbe volentieri a meno di quel commento; ma prima che potesse anche solo pronunciare "a", qualcuno la spinse in avanti con ben poca delicatezza, facendole urtare il suo bicchiere di succo di zucca ancora pieno, che rovesciò il suo contenuto sulle pagine della Gazzetta. Si alzò in piedi di scatto, pronta a lanciare una fattura su chiunque fosse stato - quella mattina era sin troppo irritabile - quando vide Scorpius Malfoy che ghignava nella sua direzione prima di sedersi accanto a suo fratello Albus e Aidan Nott. La sua mano, che si era già stretta attorno alla bacchetta, fu costretta a mollare la presa. Lily contrasse la mascella, trattenendosi dal raggiungerlo e dirgliene quattro, in quanto non voleva beccarsi un'altra punizione da aggiungere alla sua lista. Fece un cenno del capo in direzione di Albus, a mo' di saluto, e lui ricambiò con un sorrisetto, quasi si stesse scusando. La ragazza si risedette, chiedendosi come facesse suo fratello ad essere amico di un tipo del genere. Probabilmente non avrebbe mai ricevuto risposta. Nel frattempo, Cathy la scrutava con aria sorpresa; Lily incrociò il suo sguardo e si bloccò nell'atto di portarsi il bicchiere ormai quasi vuoto di succo di zucca alle labbra.
«Che succede?», domandò, con tono sospettoso, chiedendosi se per caso avesse qualcosa di particolarmente repellente sulla faccia.
«Da quando non ne approfitti per attacar briga con Malfoy?», replicò Cathy, ancora sorpresa, fissandola come se fosse un alieno che avesse appena preso il posto della vera Lily.
«Ah. Be', si dà il caso che ieri ci abbiano beccati entrambi fuori dai dormitori durante la notte, e quindi ci hanno appioppato le peggiori punizioni di sempre.», rispose Lily, con tono funereo, e il ricordo del triste destino che la aspettava la fece rabbuiare. Esasperata dal fatto di non poter più fare neanche una colazione decente, si alzò e prese la sua borsa; si girò in direzione di Cathy, facendo per chiamarla e chiederle di avviarsi assieme alle lezioni, ma la vide intenta a fissare con strana intensità un Serpeverde che, seduto poco più lontano, terminava di mangiare la sua colazione da solo. Era Jamie Turner, il Serpeverde più asociale di tutta la scuola e, sicuramente, la persona più restia ad intavolare una conversazione che Lily avesse mai conosciuto. Era curioso che Cathy lo guardasse con così tanto interesse, quasi come se non l'avesse visto per la prima volta in vita sua.
«Cathy?», la chiamò con voce incerta. «Andiamo?» L'amica sembrò riscuotersi dai suoi pensieri, quali che fossero, si alzò e le si avvicinò senza profferire parola, un'aria pensierosa dipinta sul viso. Non disse nulla e Lily non chiese nulla. Non era una persona ficcanaso e raramente si interessava degli affari degli altri. Forse qualcuno avrebbe detto che era una tipa egoistica, dal momento che sembrava interessarsi solo di cose che la riguardavano direttamente, ma in realtà era solo molto riservata. Non faceva domande per non riceverne altre in cambio. Così funzionava per lei.
«Ci vediamo più tardi, Potter!», le urlò dietro Scorpius quando uscirono dalla Sala Grande. Trattenendosi dal voltarsi o quantomeno fargli un gestaccio, Lily si sfogò facendo lo sgambetto ad un Grifondoro del primo anno. Per fortuna, non c'era nessun professore in giro.




«Nel caso non te ne fossi accorto, sei fastidioso.»
Lily, da sopra il suo libro di Aritmanzia, pronunciò quelle parole senza degnare di uno sguardo la persona che, da mezz'ora a quella parte, era seduta di fronte a lei e la fissava insistentemente, pur senza spiccicare parola. Scorpius continuò a squadrarla freddamente, con lo stesso tipo di sguardo che, ne era certa, avrebbe utilizzato quella sera quando avrebbero dovuto prendersi cura dei vermicoli.
«E tu sei irritante, Lentiggini, ma ho la classe di non fartelo notare così spesso.», replicò indifferente, incrociando le braccia sul petto e sistemandosi meglio sulla sedia. Lily, abbassando finalmente il suo libro - che, fra l'altro, da quando Scorpius si era piazzato di fronte a lei non era riuscita più a leggere - scoccandogli un'occhiata malevola.
«Tralasciando quell'orrido soprannome di tua invenzione, saresti così gentile da spiegarmi cosa vuoi, di grazia?», gli domandò Lily, scontrosa, inarcando un sopracciglio rosso e incrociando a sua volta le braccia sul petto.
«In questo stai confermando la mia teoria, Potter: il tuo cervello non è altro che una landa desolata abitata da segatura.», commentò Scorpius, assottigliando gli occhi grigi, il tono viziato da un velo di fastidio. Lily alzò gli occhi al cielo, ormai abituata all'infinita schiera di insulti che Malfoy le rivolgeva ogni giorno, e sbuffò.
«Non hai altro da fare a parte scocciarmi? Non lo so, lucidarti la bacchetta? Farti una tinta? Ammirare la tua statuaria bellezza allo specchio?», ribatté, sarcastica. «A proposito, come sta il tuo specchio? Porgigli le mie congratulazioni. Ha tutto il mio sostegno. Non dev'essere facile, per lui, sopportare la tua immagine tutti i giorni.»
«Ora capisco perché sei così sfigata, Potter: il tuo si dev'essere rotto un infinito numero di volte. Scommetto che hai accumulato almeno una sessantina d'anni di sfortuna.»
Continuarono a battibeccare finché un oltremodo anziana e mezza sorda Madama Pince non li cacciò a suon di librate dalla sua biblioteca. Fu allora che Scorpius le fece presente che si era dimenticata dell'appuntamento con il professor Vitious per la faccenda del teatro. Lily, che se n'era davvero momentaneamente scordata, ma decisa a non ammetterlo, replicò: «Non avevo intenzione di andarci, a dire il vero.» Scorpius le afferrò il braccio, quasi volesse trattenerla dall'andarsene, e il suo sguardo freddo sembrò immobilizzarla sul posto.
«Non mi beccherò un'altra punizione, Potter. Non per colpa tua. Quindi sì, ci verrai, invece.», sibilò, gelido, mentre Lily sosteneva il suo sguardo stringendo i pugni.
«Bene.», disse Lily in risposta, utilizzando un tono ancora più gelido del suo. «Vengo. Ma sappi che non lo faccio per te.» Continuarono a fronteggiarsi silenziosamente; poi Scorpius mollò la presa sul suo braccio e si fece indietro, aspettandosi che lo precedesse.
Stava andando quasi peggio del previsto.




Le prove si tenevano in una vecchia aula in disuso, che puzzava di muffa e non aveva nessuna finestra. La regia era composta dal professor Vitious, che era incaricato degli "effetti speciali", e il professor Collins, di Babbanologia, che vantava di intendersi di vera arte e di aver diretto molte opere teatrali in precedenza. "Sarà un successo" era il suo motto, ripetuto ad intervalli regolari ogni quattro minuti e mezzo, o così calcolò Lily. Notò che Scorpius lo squadrava come se stesse osservando un animale particolarmente ributtante. Conoscendolo, Lily era certa che sarebbe stato restio a prendere ordini da un tipo del genere; ma, d'altronde, non è che avessero molte altre alternative. Mentre il professor Collins distribuiva i copioni - con ben poca grazia, fra l'altro; più che distribuirli, quasi li gettò addosso ai ragazzi, e centrò Scorpius in pieno petto -, Lily osservò gli altri malcapitati con cui sarebbe stata costretta ad interagire. Erano entrambe ragazze - i ruoli de "La fonte della Buona Sorte" erano solamente quattro, tre femmine e un maschio -; una, per certo, era una Corvonero del settimo anno, amica di Rose, sua cugina, di nome Rosemarie Lewis. L'altra, invece, l'aveva vista solo poche volte e per caso, incrociandola nei corridoi, ed era una Tassorosso del sesto. Una di loro tre sarebbe stata Amata, ovvero il ruolo che Lily sperava ardentemente di non ricevere, in quanto, alla fine della fiaba, Amata veniva chiesta in sposa da Ser Senzafortuna - che ovviamente sarebbe stato interpretato da Scorpius. Sicuramente non avrebbe dato il meglio di sè interpretando una parte del genere. Così, prendendo il suo copione, con un sospiro di sollievo si accorse che le era stata affidato il ruolo di Altheda. Lanciò un'occhiata sfuggente a Scorpius, al suo fianco, che arricciò le labbra quando venne a sapere che sarebbe stata la Tassorosso a prendere la parte di Amata. Lily fece un sorrisetto soddisfatto vedendolo così palesemente contrariato; Scorpius, voltandosi nella sua direzione e notando il suo evidente compiacimento, la guardò quasi come se volesse dirle "stai attenta"; poi si avvicinò al professor Collins.
«Signore», iniziò con tono mellifluo ed accomodante, anche se in realtà aveva irrigidito la mascella, segno che, come Lily aveva imparato a conoscere, si stava davvero sforzando per parlare così a qualcuno di cui aveva una scarsa opinione, «Potrei chiederle di affidare la parte di Amata a Lily? Sa, mi troverei molto più a mio agio a recitare certe battute con qualcuno con cui ho già una certa confidenza...», continuò senza nessuna esitazione. Le sue parole lasciarono Lily scioccata e quasi del tutto incapace di ribattere; il professor Collins, che non vedeva l'ora di iniziare, quasi non lo ascoltò e annuì distrattamente, quasi considerando l'intervento di Scorpius una vera e propria seccatura. Con un'espressione trionfante, Scorpius si riavvicinò a Lily, indecisa se tirargli addosso il copione o meno.
«Non vedi l'ora di provare le nostre scene, vero, mia Amata?», le sussurrò all'orecchio, per poi ritrarsi sotto gli sguardi perplessi delle altre due ragazze, confuse dal suo comportamento.
«Non vedo l'ora di essere fuori di qui e dirtene quattro, Malfoy.», bisbigliò Lily in tutta risposta, pericolosamente vicina al diventare rossa come i suoi capelli. E lo avrebbe fatto, di questo ne era certa.



Aveva trangugiato la cena di tutta fretta, sebbene non morisse dalla voglia di prendersi cura di quei maledetti vermicoli, ed era corsa nel parco, diretta alla casetta di Hagrid, certa di essere in ritardo per la seconda volta in una giornata. Scoprì, con suo sgrande scorno, che i vermicoli si trovavano poco oltre i margini della foresta, poco lontani dalla casa di Hagrid, posizionati a questo modo per evitare che quest'ultimo tentasse di aiutare in qualche modo lei e Scorpius. Sospirando, si addentrò fra gli alberi, per poi trovare Scorpius, seduto per terra e con la schiena appoggiata contro il tronco di un albero - impegnato, fra l'altro, a fare tutt'altro anziché prendersi cura dei vermicoli, posti in grosse scatole poco lontane da lui. Roteando gli occhi, Lily gli si avvicinò e gli tolse la sigaretta che era intento ad accendersi con la bacchetta dalle labbra, per poi schiacciarla con energia sotto il piede destro. Lui la fissò, un'espressione a metà fra il furioso e l'oltraggiato sul viso; fece per aprire bocca, probabilmente per rivolgerle un insulto bello pesante, ma Lily lo interruppe in partenza.
«Invece di perdere minuti preziosi a causa di passatemi del tutto discutibili, che ne dici di muovere il culo e darmi una mano con questi... questi cosi?», gli domandò - anche se poi non era una vera e propria domanda -, utilizzando un tono particolarmente minaccioso. Per tutta risposta, Scorpius inarcò un sopracciglio chiaro, per nulla impressionato, e sghignazzò.
«Che finezza, Lentiggini. Degna di una ragazza di classe come te. E comunque... no. Sai, sono intenzionato a rimanere comodamente seduto e farti sbrigare da sola tutto il lavoro. Anche perché devo rimanere riposato; ho un appuntamento galante, più tardi.» Detto questo, prese un'altra sigaretta dal pacchetto e finalmente se la accese. Lily fece una smorfia, la mano destra che le prudeva dalla voglia di prendere la bacchetta dalla tasca del mantello.
«Se sono quelli che intendo io, Malfoy, allora i tuoi appuntamenti sono tutto fuorchè galanti.», ribattè, con aria schifata, arricciando il naso quando l'odore di fumo iniziò ad entrarle nelle narici.
«Potter, dovresti iniziare a goderti la vita. Dico davvero. Inizi a somigliare a tua cugina, la Weasley. L'essere più noioso che abbia mai incontrato, parola mia.» Era, ormai, un classico. Quando non si dilettava ad insultare lei, c'era comunque la sua famiglia che veniva presa di mira. Dandogli le spalle, decisa a cavarsela anche senza il suo aiuto, si avvicinò alle scatole dei vermicoli, indecisa se gettargli direttamente il cibo o essere costretta a darglielo a mano.
«Levati, Potter.», disse Scorpius con tono deciso, spostandola di mano e mettendole la sigaretta ancora accesa in mano senza tante cerimonie. «Merlino, come pensi di passare i G.U.F.O.? Ma fai così schifo in tutte le materie?» Lily gli tirò un pugno sul braccio, ma non troppo forte, mentre le labbra sottili di Scorpius si incurvavano in un sorrisetto divertito.
«Faccia lei, maestro, se è così bravo...», borbottò Lily, un po' offesa, ma in fondo anche lei un pochino divertita. I vermicoli si rivelarono utili quanto delle amebe, ma per fortuna non avevano denti o pungiglioni nascosti, e quindi erano del tutto sprovvisti di arme di difesa - a parte l'essere disgustosi, ovviamente. Terminarono entrambi con la sensazione di aver sprecato ore preziose dietro a dei poveri esseri inutili, e si avviarono assieme verso il castello. Il parco era ormai buio e, mentre camminavano, continuarono a battibeccare lungo tutto il tragitto fino alla sala comune; appena furono dentro, Scorpius fece uno sgambetto a Lily che, già imbranata di suo, finì per spalmarsi contro Jamie Turner, che sedeva da solo su una poltrona a fissare il fuoco. Imbarazzata e furente, si scusò, mentre il ragazzo la fissava con i suoi occhi scuri e indifferenti, e si accorse che Cathy li stava guardando, la fronte corrugata. Nel frattempo, Scorpius si era seduto - o, per meglio dire, stravaccato - su uno dei divanetti, mentre una Serpeverde del suo stesso anno gli parlava con tono così sdolcinato che Lily sentì il diabete salirle di botto. Si parò di fronte a Scorpius, a braccia incrociate, e fece per aprire bocca, quando la ragazza la notò e disse, con tono troppo saccente per i gusti di Lily: «Ti sembra il caso di interrompere due persone che parlano?» Scorpius, voltandosi nella sua direzione, attese una reazione di Lily che, come ben immaginava, arrivò subito.
«E a te, sembra il caso di ammorbarci con la tua inutile presenza?», commentò, con un sorrisetto perfido; poi, decisa a non perdere ulteriore tempo dietro a gente del genere, diede loro le spalle, avviandosi verso il suo dormitorio.
«Scommetto che eri solo gelosa di me, Potter.», la canzonò Scorpius, e Lily già se lo immaginava a ridere di lei con quell'oca. Irrigidendosi, continuò a rimanere di spalle.
«Vai all'inferno e restaci, Malfoy.», rispose con tono di voce abbastanza udibile, prima di avviarsi definitivamente al suo dormitorio.
Sarebbe stato carino, per lei, se Scorpius potesse seguire davvero il suo consiglio.



Spazio Autrice
Tadà! *w* Sono tornata, purtroppo per voi. Non ho davvero tempo per rispondere a tutte le recensioni - a proposito, grazie grazie grazie, non mi aspettavo recensiste in così tanti! Mi fa piacere da morire! -, dal momento che mio padre vuole che gli ceda il pc, devo fare i compiti e bla bla bla. Questo capitolo non è proprio un granchè, ad ogni modo, ma spero che non vi faccia troppo schifo.
Grazie mille a tutti quelli che hanno recensito ed inserito fra preferiti e seguite. A presto, spero (e scusate eventuali errori che potrebbero essere presenti nel il capitolo) <3
xx

  
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