Nota: sequel di "Pinguino" e "Mongolfiera", senza troppe pretese. E' stato più che altro un esperimento, venuto fuori dopo parecchi tentativi :) Spero vi piaccia al tal punto da farvi lasciare anche una minuscola recensione. Ovviamente critiche e appunti sono sempre accetti^^ Buon anno a tutti!
Cupcakes ~
Hermione
Granger aprì gli occhi all'improvviso e quello che vide fu
il soffitto azzurro
della camera . Si asciugò con una mano la fronte imperlata
di sudore e con
l'altra scostò leggermente le coperte. Il ventilatore era
acceso, la
porta-finestra aperta, e lei indossava solamente una camicia da notte
di seta
color bronzo, ma aveva caldo e l'aria era irrespirabile.
Hermione si
mise seduta sul letto e osservò con sguardo stanco colui che
l'aveva svegliata.
–
Scorpius, che ci
fai ancora sveglio? Vai a
letto. - biascicò.
–
Mamma, fa caldo e
non ho sonno. Posso dormire
con voi? - chiese il bambino con voce lamentosa.
No, non poteva.
Hermione ricordava ancora con precisione le parole del marito: "No, il
bambino non dormirà mai con noi, mai. Io non ho mai dormito
nel letto con i
miei genitori, un Malfoy non può permettersi simili
debolezze".
–
Tesoro, se vieni
qui farà ancora più caldo, non
credi? - gli fece notare, stropicciandosi gli occhi.
–
Ma di
là non riesco a dormire! - protestò il
bimbo, mettendo il broncio.
Hermione lo
guardò e sorrise. A cinque anni, Scorpius era il bambino
più bello che lei
avesse mai visto, e poco importava se il suo giudizio era di parte. Era
più
alto rispetto ai suoi coetanei e molto magro, proprio come il padre. Le
mani
non erano paffute e grassocce come quelle che hanno solitamente i
bambini, ma
lunghe e lisce. Il volto, fortunatamente, era quello di Hermione:
lineamenti
dolci, labbra carnose e occhi marroni, ma di un marrone più
chiaro rispetto a
quello della madre. I capelli erano anch'essi del padre, biondissimi e
fini
come morbidi fili d'oro.
–
Che ne dici di un
po' di latte e biscotti? -
ormai era sveglia, tanto valeva alzarsi.
–
Biscotti?
Papà dice che non devo mangiarne
tanti o finirò per assomigliare ad un barile. -
spiegò Scorpius con l'aria di
saperla lunga su grassi e carboidrati.
–
Lascia perdere
tuo padre, puoi mangiare quanti
biscotti vuoi. - lo rassicurò lei, alzandosi e infilandosi
le ciabatte.
In
quell'immensa villa, la cucina sembrava essere l'unica stanza in cui la
temperatura fosse minore ai trenta gradi, e non appena vi mise piede,
Hermione
chiuse gli occhi lasciando che l'aria fresca le accarezzasse il volto.
Quando li
riaprì, Scorpius aveva già preso una sedia,
l'aveva portata sotto la credenza e
vi era salito sopra, intenzionato ad afferrare il barattolo dei
biscotti.
Con gli occhi
che luccicavano lo prese, ma fu con disappunto che appurò
che era troppo
leggero per essere
pieno fino all'orlo
di biscotti al cioccolato. Aprì velocemente il barattolo e
guardò dentro, ma
quando vi tolse lo sguardo l'espressione sul suo viso era ancora
più
imbronciata di prima.
–
Mamma, sono
finiti i biscotti! - si lamentò
Scorpius.
–
Ma li ho comprati
solo l'altro giorno! Scorpius,
sicuro di non averli mangiati tu? - chiese Hermione inarcando le
sopracciglia e
mettendo le mani sui fianchi.
Scorpius
arrossì.
Ah ah,
colpevole!
–
Ma oggi
pomeriggio ne ho presi solo due, te lo
giuro. - si difese lui, incrociando le dita dietro la schiena.
–
Va bene. -
sospirò Hermione con un sorriso che
voleva dire "guarda che lo so come sono andate le cose, e ti perdono
solo
perchè sei adorabile".
–
Ma io voglio i
biscotti. - insistette Scorpius
incrociando le braccia sul petto e mettendo il broncio.
–
Non ce ne sono
altri, dovrai accontentarti del
latte. - spiegò Hermione scrollando le spalle.
Scorpius stette
un po' in silenzio ad osservare la mamma che prendeva il latte dal
frigorifero,
lo metteva in uno di quei bicchieri alti e lunghi che a lui piacevano
tanto,
prendeva il cioccolato in polvere e ne versava un po' per poi mescolare
il
tutto con una cannuccia -rigorosamente verde.
Latte al
cioccolato, una delle cose migliori del mondo.
–
Il tuo amico San
Potter... - cominciò Scorpius,
ma la madre lo interruppe con una risata.
–
San Potter?
Perchè lo chiami così? - chiese, ma
conosceva già la risposta.
–
Papà
lo chiama sempre così. A me ha detto di
chiamarlo "l'amico di mamma quello stupido" ma secondo me non
è tanto
stupido. E' solo un po' strano. - spiegò Scorpius annuendo
piano con la testa e
facendo oscillare le gambe dallo sgabello su cui si era seduto.
–
Scorpius! - lo
riprese Hermione – Harry non è
strano, anzi. E' sempre gentile con te. -
–
Lo so, ma
è strano. Pensa che non gli piace il
verde! - spiegò il bambino come se non apprezzare la
bellezza di quel colore
fosse considerato reato.
–
Davvero? - chiese
la madre, fingendosi
altrettando sorpresa.
–
Uh uh. -
confermò Scorpius – E litiga sempre
con papà. -
–
Tutti litigano
sempre con papà. - ridacchiò
Hermione.
–
Insomma, mamma,
ti stavo dicendo che il tuo
amico Harry l'ultima volta che è venuto qui mi ha chiesto
quale fosse il mio
cibo preferito. - continuò Scorpius.
–
E tu cos'hai
risposto? -
–
Gli ho risposto
che mi piace il latte con il
cioccolato e la cannuccia verde. E lui ha detto che è vero,
è buonissimo, anche
se lui lo preferisce con la cannuccia rossa. Ci credi, mamma? La
canuccia
rossa, rossa! - esclamò Scorpius inarcando un sopracciglio.
–
Oguno ha i suoi
gusti, Scorpius, e poi il rosso
a me piace, è un bel colore. - affermò Hermione
pensando alla sua vecchia
sciarpa Grifondoro, dimenticata in un qualunque angolo dell'armadio.
–
Mai quanto il
verde! Però mi ha detto anche che
una cosa buona quanto il latte con il cioccolato sono i muffins. Sono
tipo un
mescolìo... -
–
Un miscuglio. -
lo corresse lei.
–
... esatto, un
miscuglio tra un biscotto e una
torta al cioccolato. Dice che sono buoni, anche se sono come un
incrociamento!
- disse.
–
Un incrocio. - lo
corresse di nuovo lei,
ridendo.
–
Vabbè,
è la stessa cosa. Comunque, facciamo i
muffin? - chiese con voce squillante.
Hermione sapeva
fin dall'inizio che quando suo figlio tirava in ballo Harry vi erano
sempre
secondi fini. La volta scorsa le aveva chiesto di comprargli una scopa
"come quella che ha l'Occhialuto, è grande e va veloce",
questa volta
se n'era uscito con "facciamo i muffin?", la volta dopo le avrebbe
chiesto di cavalcare un ippogrifo perchè "il tuo amico
Strano l'ha fatto
ed è ancora vivo".
–
Scorpius,
è tardi per fare i muffin, perchè non
li prepariamo domani? - propose Hermione.
–
Ma domani non
è più oggi, e io li voglio oggi.
- il discorso non faceva una piega.
–
Non so neanche se
abbiamo tutti gli
ingredienti. -
–
Controlla. -
ordinò Scorpius, assumendo il
cipiglio severo tipico del padre.
–
Scorpius, non ho
voglia di fare i muffin. -
ammise Hermione, sospirando.
–
Ma li facciamo
veloci veloci! Poi ti prometto
che vado a letto e non ti disturbo più! Per favore mamma, ci
mettiamo poco! -
la implorò Scorpius, assumendo quell'espressione angelica da
bambino tenero a
cui la madre riusciva a dire di no difficilmente.
–
Va bene, facciamo
questi muffin. - si arrese
Hermione, passandosi una mano trai capelli disordinati. Per lo meno in
cucina
non faceva così caldo.
Scorpius
ghignò, contento della sua ennesima vittoria, poi decise di
mettere da parte
gli abiti del bambino che voleva fare uno spuntino per indossare quelli
di un
cuoco professionista alle prese con uno dei piatti più buoni
ma difficili del
mondo.
Il risultato
finale non fu dei migliori, ma non fu neanche molto disastroso. Tolti
dal
forno, i muffin di Hermione sembravano essere appena stati lanciati
contro un
muro e poi lasciati lì a vivere il loro triste destino, e
lei ringraziò Merlino
per il fatto che suo figlio non avesse la minima idea di che aspetto
avesse un
normale muffin appena sfornato.
–
Mamma, sei sicura
che dovessero venire così?
Non sembrano buoni come il latte al cioccolato. - constatò
Scorpius con aria
piuttosto schifata.
–
Ma
certo che devono venire così! Non sono tanto
belli, lo so, però sono buonissimi. - almeno spero.
Scorpius inarcò
un sopracciglio proprio come usava fare suo padre quando non credeva ad
una
sola parola di quello che gli si stava dicendo. C'è da dire
che Scorpius Malfoy
era tutto tranne che un bambino stupido.
–
Almeno assaggiane
uno. - propose Hermione,
sperando che non gli provocassero un'intossicazione.
–
Okay. - Scorpius
scrollò le spalle e ne prese
un pezzetto, per poi metterselo in bocca. Masticò
lentamente, attento a
catturare ogni sfumatura di sapore, e appena finito il boccone prese
una
sorsata di latte e cioccolato.
–
Allora? - chiese
Hermione, appoggiata al
bancone.
–
Buono. - disse
Scorpius, afferrandone subito un
altro pezzo – ma certe volte sa un po' di cenere. - aggiunse.
Questo succedeva
a non saper usare il proprio forno.
–
Uhm, davvero?
Bhè, controllerò meglio la
ricetta la prossima volta. -
–
Già.
Buono quasi come il latte al cioccolato,
Harry aveva ragione alla fine. - lo disse come se fino a quel momento
fosse
stato convinto che Harry Potter fosse solo un ciarlatano che andava in
giro a
regalare ricette fasulle alla gente.
Hermione
sorrise e così anche Scorpius, i denti diventati marroni a
causa del cioccolato
che riempiva la sua bocca. Adesso, con un po' di fortuna, sarebbero
andati a
letto e forse avrebbero fatto qualche ora di sonno.
–
Granger, ma che
cos'è... questo? - Draco
Malfoy, sulla porta, osservava con evidente disappunto la cucina
sporca, il
forno ancora acceso, il tavolo pieno di piatti e teglie, e il piatto su
cui
stavano quattro muffin raggrinziti.
Oh, Merlino.
–
Abbiamo fatto i
muffin. - spiegò semplicemente
Hermione, cercando qualche punto a suo favore. Non ne trovò.
–
Primo: lo vedo.
Secondo: quelli non
assomigliano minimamente a dei muffin. Terzo: lo sai che ore sono? -
chiese
Malfoy con voce gelida.
–
Sì, lo
so Malfoy. E' tardi. - disse
semplicemente lei sbuffando.
–
Quarto: io domani
ho una riunione importante. -
concluse lui.
–
E allora
perchè non vai a letto a dormire? - lo
provocò Hermione.
–
Lo farei, se solo
qualcuno evitasse di mettersi
a cucinare nel bel mezzo della notte. - rispose fissandola con
disappunto.
Hermione guardò
Scorpius che osservava la scena dal suo sgabello in fondo al tavolo,
preoccupato. Aveva capito che era colpa sua se Draco si era arrabbiato,
ma non
sapeva come fare a rimediare.
–
Scorpius, hai
finito di mangiare? - chiese
Hermione con tono più dolce.
Il bambino
annuì.
–
Allora vai in
camera, okay? Io rimango per
mettere apposto. - gli disse.
Sia lei che
Draco lo guardarono scendere agilmente dallo sgabello con la testa
china e
imboccare la porta sussurrando un timido "buonanotte", poi Hermione
riprese la parola.
–
L'hai fatto
sentire in colpa. - disse
semplicemente.
–
Vuoi dire come
ora tu stai tentando di far
sentire me? - chiese
ironicamente
inarcando un sopracciglio. -
Hermione
sbuffò, prese in mano la bacchettà e agitandola
fece levitare le pentole e le
teglie fino all'acquaio, poi fece un altro incantesimo e queste
cominciarono a
lavarsi da sole. Quanto amava la magia in questi casi.
–
E comunque non
avremmo fatto i muffin se
qualcuno non avesse finito i biscotti. - era un'insinuazione pesante da
fare ad
un Malfoy quella di aver mangiato tutti i biscotti presenti nella
credenza.
–
Ne ho presi solo
due. - ammise Malfoy, ed
Hermione controllò che non stesse incrociando le dita dietro
la schiena. - e
comunque è con il thè che si mangiano i biscotti,
non con il latte e il
cioccolato. -
–
Punti di vista,
Malfoy. - sospirò lei.
–
Non credo che i
migliori cuochi del mondo la
pensino come te. - ghignò Draco.
–
Comunque carini i
discorsi che continui a
fargli su Harry e sulla bellezza incomparabile del colore verde. -
sibilò lei,
prendendo uno strofinaccio e mettendosi a pulire il forno.
–
E' importante che
sappia distinguere le persone
intelligenti che vanno frequentate da quelle stupide che non svolgono
nessuna
funzione utile all'interno della società. -
affermò Malfoy con un gesto
annoiato della mano. - E per quanto Potter possa aver salvato il Mondo
Magico
in passato, per me resta e resterà sempre uno dei tanti
Grifondoro privi di
cervello e senso estetico. -
–
Piantala Draco. -
sbuffò Hermione – E' il mio
migliore amico. -
–
Non è
che se continui a ripeterlo diventerà
anche il mio. - ghignò lui.
–
A me non pare di
offendere o criticare i tuoi
amici. - gli fece notare Hermione, continuando a pulire.
–
Ovvio, i miei
amici -se così possono essere
chiamati- non hanno niente di sufficientemente contestabile. -
ghignò di nuovo.
–
Punti di vista,
Malfoy. -
–
E comunque io non
ho detto niente a proposito
del verde. Quella è una sua idea, della quale vado molto
fiero, devo dire. -
Draco Malfoy
andava fiero del fatto che a suo figlio piacesse il verde. Era una cosa
ridicola, Hermione lo sapeva, ma erano poche le cose che gli davano
soddisfazione, e se un fatto così insignificante ci
riusciva, meglio così.
–
Bhè,
continua a denigrare il rosso. Cos'ha che
non va il rosso? - si chiese Hermione.
–
Prima di tutto
è il colore dei Grifondoro.
Secondo, è troppo scuro. Terzo, è
monocromatico... quarto... - prese ad
elencare lui, ammirando il proprio elegante riflesso nello specchio
della
cucina.
–
Era una domanda
retorica. - tagliò corto lei.
–
Allora le mie
erano risposte retoriche. -
ribattè Draco che doveva avere sempre ragione e sempre
l'ultima parola.
Adesso che
aveva finito di pulire tutto, Hermione aveva più caldo di
prima. La camicia da
notte, macchiata di cioccolato sul seno, le sembrava pesante come una
tuta da
sci e le ciabatte calde come fossero fatte di lana. Guardò
Draco, così fresco e
pulito nel suo pigiama di seta verde, i capelli biondi spettinati e i
piedi
scalzi, e si chiese perchè lei passasse la notte a cucinare
piuttosto che a
fare l'amore con lui.
Questione di
priorità, suppongo.
–
Che
c'è? Ho qualcosa sui capelli? - chiese
Draco evidentemente preoccupato, controllando immediatamente il suo
riflesso.
–
No, ti guardavo e
basta. - Hermione rise.
–
Sì, i
Malfoy hanno fascino, lo so. - Chiunque
avrebbe pensato che quella di Malfoy era stata un'affermazione
puramente
sarcastica e scherzosa, ma Hermione no. Lei sapeva che se Draco diceva
così,
era perchè ci credeva profondamente.
Hermione scosse
la testa e prese il vassoio con i muffin per buttarli via, ma Draco la
fermò.
–
Fammene
assaggiare uno. - le ordinò fingendo
un'aria totalmente disinteressata.
–
Okay. - Hermione
ne prese uno, ne staccò metà e
la dette a lui, mentre tenne per sè l'altra. Tutto sommato
Scorpius aveva
ragione, quei muffin non erano affatto male. Un po' bruciacchiati e
anneriti
forse, ma come primo tentativo poteva andare.
–
Ha un sapore
disgustoso. - commentò Malfoy,
pulendosi la bocca con il tovagliolo ed assumendo un'espressione
sofferente.
–
A me piacciono. -
si difese lei, continuando a
mangiare la sua metà. Sì, decisamente era venuto
fuori un buon lavoro, anche se
suo marito non era in grado di apprezzarlo.
–
La prossima volta
potresti lasciar cucinare
qualcuno che, per esempio, sa usare il forno. Si sente odore di
bruciato fin
dal salotto. - Draco storse il naso in un modo che era molto regale ma
anche
molto comico.
–
Tipo
te? - chiese Hermione roteando gli occhi. Merlino...!
–
Sono contento che
tu ammetta la tua inferiorità
rispetto a me anche in ambito culinario Granger, ma no, la cucina non
è compito
di un Malfoy. - ghignò.
–
Hermione si
chiese per l'ennesima volta come
avesse fatto a sposare un uomo così viziato, acido,
sarcastico, pomposo,
borioso e ipocrita come Malfoy, e per l'ennesima volta non seppe darsi
risposta. Sistemò le ultime teglie che erano rimaste sul
tavolo e poi fece per
spegnere la luce e uscire dalla stanza, ma si sentì
afferrare per un braccio e
tirare indietro, verso il tavolo.
–
Malfoy... -
cominciò lei, ma quando alzò gli
occhi e incontrò quelli di lui, così grigi e
così profondi, le parole le
morirono sulle labbra.
–
Sì,
Hermione? - chiese lui, ghignando.
–
Non volevi andare
a letto? - chiese, non appena
ebbe ritrovato la voce.
–
Certo. Voglio
andare a letto con te. - lo disse
in un modo che non aveva niente di dolce, passionale, romantico o
rozzo. Lo
disse semplicemente come fosse una cosa ovvia, e per la seconda volta
nel giro
di un minuto, Hermione si perse nei suoi occhi.
Draco la spinse
dolcemente contro il tavolo togliendole ogni via di fuga.
Cominciò a baciarle il
collo, teneramente, come fosse un adolescente alle prese con la sua
prima notte
di sesso, come se ogni preliminare fosse importante. Hermione lo
adorava quando
faceva così, quando non dava niente per scontato e le faceva
raggiungere il
piacere piano piano, minuto dopo minuto. La faceva sentire desiderata,
e lei
pensava che sì, ogni volta era davvero come la prima.
Hermione
cominciò a sganciargli lentamente la camicia, lentamente non
tanto perchè
voleva che il tempo passasse piano ma perchè sapeva che
Draco odiava quando
lei, presa dalla foga, gli sbottonava la camicia scucendogli tutti i
bottoni.
Ogni bottone sganciato, ogni -clap-, significava un bacio. -Clap- un
bacio
sulla gola, -clap- sul petto, -clap- poi giù fino al ventre
asciutto e -clap-
all'inguine, il traguardo tanto agognato da Hermione.
Draco adesso
aveva smesso di baciarle il collo ed era passato alle labbra,
così morbide e
carnose, così desiderose di incontrare le sue. La baciava
con foga, come se
ogni bacio fosse l'ultimo, ma con dolcezza, carezzandole i capelli
folti con
una mano, mentre con l'altra le accarezzava i fianchi pronunciati.
Prese aria
da quei baci e ne approfittò per scendere con le labbra fino
ai seni, fino a
quella macchia scura di cioccolato al latte, per girarvi intorno con la
lingua
fino a leccarla.
Hermione si
rese conto solo in quel momento che stavano per fare sesso in cucina,
dove fino
a pochi minuti prima era entrato il loro bambino e dove avrebbe potuto
tranquillamente ritornare da un momento all'altro.
–
Draco... -
sussurrò, sforzandosi di
riacquistare un po' di autocontrollo e non riuscendoci.
–
Non
tornerà. E ho chiuso la porta. - disse
semplicemente lui, per poi sfilarle di dosso la camicia da notte.
Draco la fissò
un'attimo, ed Hermione annegò nei suoi occhi per la terza
volta quella sera. I
suoi occhi, a volte così gelidi e distanti, altre
così sprezzanti, altre
semplicemente così profondi, erano in grado di stregarla
anche dopo tutti
quegli anni. Ogni volta lei si imponeva di rimanere ferma al proprio
posto e di
non cedere, ed ogni volta quello restava un proposito non portato a
termine.
Draco le diede un bacio a stampo, veloce e perfetto, per poi fissarla
di nuovo.
Incollò i suoi occhi a quelli di Hermione, e lei
potè vedere distintamente la
pupilla nera come la notte e l'irede grigia costellata da pagliuzze
azzurro
chiaro. Annegò di nuovo dentro quel mare in tempesta,
furioso e vendicativo,
alla disperata ricerca di un salvagente che non c'era.
Quando riuscì a
distogliere lo sguardo, notò che Malfoy si era tolto i
pantaloni, e l'unico
pensiero che riuscì a formulare prima che lui le togliesse
il respiro con un
altro bacio fu "chissà se anche lui ci annega nei miei
occhi, proprio come
io faccio nei suoi. Chissà se si confonde, perde la strada,
o semplicemente riesce
a leggerli come fossero un libro. Chissà".
Hermione
gemette quando lui le morse un orecchio e lo ripagò
artigliandogli la schiena
con le unghie non appena lui la prese in braccio, deciso a farla
sdraiare sul
tavolo. Con un movimento veloce del braccio fece cadere a terra i tre
muffin
rimasti, poi salì sopra di lei e le prese il viso tra le
mani. Hermione chiuse
gli occhi, timorosa di perdersi per l'ennesima volta in quel grigio
immenso, e
gli riaprì soltando quando si accorse che lui le stava
baciando l'inguine.
Hermione
sospirò e lasciò che lui le entrasse dentro di
lei, e quando accadde capì
perfettamente che quello era il suo salvagente. Draco Malfoy era il
mare che la
sommergeva e la distruggeva ma anche il salvagente che arrivava da una
nave sconosciuta
per salvarla. Era la malattia e la cura.
Draco si spinse
più a fondo dentro di lei, facendola gemere di piacere. La
baciò ancora,
ancora, ancora, ogni volta più a lungo e più
intensamente della precedente, ed
Hermione teneva le mani immerse nei suoi capelli, in quei fili d'oro
impalpabili che a lei ricordavano tanto quelli del Piccolo Principe -e
adesso
capiva perfettamente cosa voleva dire la Volpe quando spiegava al
Principe che
avrebbe pensato a lui guardando il grano.
Hermione
cominciò a baciargli il lobo destro mentre con le mani
seguiva il profilo duro
delle sue braccia, della schiena, del busto, e quando Draco
aprì la bocca per
parlare, lei spostò le mani sul suo inguine, facendolo
gemere.
–
Granger... a cosa
stai pensando? - chiese con
la voce roca.
A cosa stava
pensando?
–
Malfoy, sai di
cioccolata. - disse lei, la voce
ridotta ad un sospiro.
Malfoy tentò di
ridere o più semplicemente ghignare, ma tutto quello che
venne fuori fu un
altro gemito di piacere.
Se i suoi muffin raggrinziti facevano quell'effetto, avrebbe dovuto cucinarli più spesso.